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domenica 10 gennaio 2010

All'anima degli amabili mortacci

The lovely bones (Amabili resti)
Non ho letto il libro e non so che adattamento abbia fatto Jackson. Però questo film è spaccato in due. Da una parte la sezione puramente thriller, quella ben fatta del serial killer, con le scene della casa di bambole, di tutti i giochi di "dimensioni", dei grandi e dei piccoli e delll'interpretazione perfetta di Stanley Tucci. Dall'altra invece una stratopippa Catto-©PANTONE di vita oltre la morte, dove il paradiso è fatto in 3D e passa senza soluzione di continuità da citazioni artistiche (l'isola dei morti, che però sembrano le torri del signore degli Anelli) a visioni vistestraviste che davvero sorprendono per la banalità e la mancanza di "visione" (insomma, il paradiso col cielo celeste sù e il campo di grano giù, e l'ulivo al centro... e che è? Il Paradiso Barilla, con il Mulino Bianco che prepara il pranzo per tutti!?).
Don't gimme Five, Jackson. (A proposito, Peter, ti ho visto in quel negozio, nella scena del centro delle fotografie, che giocherelli con la cinepresa super8 e ti senti tanto Cammeo Hitckokiano, ti ho visto!)

4 commenti:

  1. Appena visto, con un leggero ritardo di due anni...:)
    Secondo me il fatto che il limbo sia semplice é voluto, mi ha dato un senso di estraneo, di freddo anche se colorato. Come se fosse il paradiso creato dalla bambina, con quadri semplici, infantili; poi la scena della bottiglia é carina se la vedi cosi, non credo che Jackson non sapesse cosa sono gli effetti speciali fatti bene.
    Stanley Tucci mi ha messo i brividi.

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  2. lo sai che ho un po' smesso di dire "secondo me l'ha fatto di proposito" perché non è che gli si può perdonare tutto!
    invece secondo me Peter pensa davvero che il paradiso è così...
    no imperdonabile scivolone.
    sì, in effetti Tucci fa paura. (metre uolberg e la weiz fanno ride)

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  3. certo erano scarne le recensioni una volta eh?!

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    1. Beh, ne recensivi anche tre in un giorno quindi...
      Per il film probabilmente hai ragione, se non è fatto di proposito il dicorso cambia, cmq niente che non si possa scordare (a parte i capelli di Whalberg).

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