A single man
Trama: professore gay disillu-solo, disillude, si illude, vive di illusioni e soprattutto, si veste da Dio.
Per la prima volta prendo sul serio Colin Firth, attore considerato inutile fino ad oggi.
Questo film è una lunga sequenza pubblicitaria di una campagna di vestiti eleganti, ma riesce a non farne una cosa negativa. Sicuramente Ford ha fatto di questo suo film, il "suo" film. Palesemente autobigorafico, non tanto nella storia, ma nel vivere la storia. Nei pensieri, negli occhi del professore gay che guarda il mondo e lo trasforma, lo giudica. Nei vestiti impeccabili di ogni personaggio, nei sogni e incubi di una sessualità repressa.
Non ho letto molte critiche ma immagino che questo film abbia spaccato in due, ha di certo diviso tra chi lo ha amato o odiato nel suo essere così di maniera e dalla forma fastidiosamente curata e "fashion", e questo indipendentemente dai proprio gusti sessuali. Nel senso che non è un film smaccatamente "omosessuale" (come a volte trovo siano i film di Ozpetek o Almodovar, cosa che mi dà fastidio soprattutto per questa "ghettizzazione" al contrario, cioè mi sento un po' escluso, come fossi tagliato fuori perché tanto "lui non può capire"...il discorso è troppo lungo, comunque) e questo è sicuramente un dato a suo favore. Parla di gay, ma ancor più di amore e di perdita. Facciamo così, parla d'amore e lo fa in lingua gay, che è una lingua musicale, che sembra lirica ed è attenta alle immagini e ai vestiti, e lo sa fare senza cadere mai nella macchietta.
La cura formale che pervade il tutto ci sta, che volete, il regista è Tom Ford, sarebbe come pretendere di far fare una trasposizione degli Orsetti del Cuore ad Abel Ferrara (oddio, sarebbe interessante).
E poi c'è Julienne Moore, che basta e avanza per qualsiasi film del mondo, anche se qui è poco più di una comparsa.
Anche io voglio riuscire a svegliarmi alle 7 di mattina e prepararmi in maniera impeccabile per la giornata facendomi la barba tutti i giorni, rilassandomi con una maschera e vestendomi da Dio. Purtroppo mi sveglio tardi, non mi faccio la barba, niente maschera, mi vesto da Dio, ed esco.
questo è IL FILM, è un capolavoro d'arte, di fotografia, di accostamenti cromatici, di recitazione, di stile. insomma, da Dio.
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