Il pasto è finito. Vi siete saziati allo
scoppio. Ora prendetevi novanta minuti
e provate a digerire Our Daily Bread,
documentario dell’austriaco Nikolaus
Geyrhalter. Sarete deportati in gironi
gastronomici di produzione sistematica
e vi verrà insudiciata l’anima dal
passato industrializzato e pigolante del
cibo che avete appena ingurgitato.
Campi di concentramento bovino, ovini
nel braccio della morte, mari di sangue
ittico. Vigilano gli sguardi vuoti
della bestia uomo che, una volta macellato
il cibo, se lo ritrova nei vassoietti
della mensa in pausa pranzo.
IL GROSSO GRASSO MONDO DEL CINEMA
Il girovita di Hollywood è largo. Non basta usare gli ultimi buchi della cintura per contenere tutto l’adipe che straborda dalle pellicole cinematografiche e che investe come un blob anche la vita reale di attori, registi e spettatori. Non chiedetevi quante calorie contiene ogni articolo di questo special, non c’è barretta energetica o frullato healty che possa smaltire la cellulite che si accumulerà in voi pagina dopo pagina; di certo a fine lettura dovrete pensare seriamente ad una dieta ben calibrata, ad estenuanti sedute in palestra e a saune purificatrici. Il grasso avanza, e voi non potete farci nulla: lasciate che la pancia si gonfi, sbottonate i pantaloni e mettetevi comodi, ecco a voi lo special di C&B sul cinema ciccione.
HOLLYWOOD FAT – GRANDI ATTORI o GRASSI ATTORI?
Partiamo da questo presupposto: essere grandi attori vuol dire sacrificio sacrificio sacrificio! E cosa c’è di più sacrificante che mangiare tutti i giorni gustosi manicaretti cucinati da grandi chef? Prima di tutto eliminiamo dai nostri ciccioni preferiti chi semplicemente si trucca da panzone. È troppo facile; bastano cinque ore con Rick Baker, il maestro del trucco ad Hollywood (6 Oscar), e il doppiomento è fatto. Sì, divertente vedere Gwyneth Paltrow zavvorata al terreno sotto il peso di 120 chili, ma sapere che a fine riprese la furbetta si levava il tutone in lattice e tornava ad essere la longilinea silfide che è fa storcere il nostro naso suino! E lo stesso effetto hanno fatto il faccione di Sharon Stone in Alpha Dog, la timida pienotta Julia Roberts ne I perfetti innamorati o la divoragelato Goldie Hawn ne La morte ti fa bella. No, care mie, prendete esempio dagli attori che i chili se li faticano!
Il mio corpo non è un tempio, è una fisarmonica
Che molti attori trattino il proprio corpo come un tempio si sa: e giù personal trainers, ritocchi chiriurgici con bisturi magici e abiti su misura. Ma usarlo come un sacco da riempire e svuotare a piacimento è tutto un altro paio di maniche. È il metodo Stanislavsky portato all’estremo. Immedesimarsi talmente tanto nel personaggio che dimagrire e ingrassare diventa un assoluto (e se ti va bene vinci anche l’Oscar: che è così smilzo ma dicono pesi molto, un finto magro!). Robert Deniro, per assumere l’imbolsito physique du rol di Jack LaMotta in Toro Scatenato, ingrassò 25 chili. Si trascinò per mesi problemi di colesterolo. Ma è lo stesso Deniro a far davvero paura in Cape Fear – Il promontorio della paura, trasformando il suo corpo in un impressionante fascio di muscoli tatuati. Ed è il primo di una lunga lista. I 15 chili presi da Renee Zellweger per riempire le larghe mutande di Brigdet Jones la rendono la chubby (paffutella) più pagata di Hollywood. Insomma, non è un problema di guardaroba: Nicholas Cage prende 12 chili ne Il ladro di orchidee, Sylvester Stallone riempie con 20 chiletti giusti giusti la sua divisa in Copland. Ma a grassi ingrassi corrispondono dimagrimenti allucinanti: le riprese di Cast Away si fermarono più di otto mesi per dare il tempo a Tom Hanks di perdere il doppio mento da middle class americana messo su per le riprese della prima parte del film. In Italia la linea diventa ossessione e crimine in Primo Amore di Matteo Garrone, dove assistiamo alla dieta forzata e paranoica della bravissima Michela Cescon. Ma c’è un attore che negli ultimi anni ha fatto del suo corpo una vera e propria altalena, è Christian Bale: muscoloso yuppie newyorkese in American Psycho, irriconoscibile freak da circo (li chiamavano gli uomini-stecchino) ne L’uomo senza sonno e, alla fine, fichissimo supereroe notturno in Batman Begins.
La vita non è un film
Ci sono attori invece che ingrassano e dimagriscono… non certo per esigenze di scena. Siamo abituati ad attori sempre in forma, a fisici statuari su riviste patinate. Ma a volte i ritocchi in Photoshop non servono a nulla. Le pappagorge che circondano visi rubicondi sono difficili da eliminare con un click di mouse. Attori come John Travolta, Katleen Turner, Kristie Alley ne sono i portabandiera: è facile passare da sex-symbol e flaccidi pachidermi, una bevuta di troppo lì, una corsetta in meno là e il grasso è fatto. Ma meglio di tutti lo sa Marlon Brando; com’era triste a fine carriera vederlo imbolsito su divani sempre troppo piccoli dare consigli d’amore a questo o quel giovane attore; proprio lui, l’uomo che su quella motocicletta fece girare la testa a tutte le attrici di Hollywood. Ma ad Hollywood tutto, anche i difetti, possono rappresentare una fonte di guadagno: se oltre alla pancia vanti anche un cervello bello pienotto puoi fare della tua “nuova” grassezza un business. E se proprio John Travolta rinasce grazie ad una maglietta oversize macchiata di sangue in Pulp Fiction, Kristie Alley diventa una star televisiva nella serie Fat Actress. Insomma il confine tra finzione e realtà, quando parli di cinema, è labile come le stringhe di una pancera troppo piccola. E in italia? Un solo nome: Bud Spencer, da campione di nuoto negli anni ’50 a pachiderma tiraschiaffi in più di cento film.
Rubicondo simpaticone/Terrorizzante ciccione
Gli spettatori amano i ciccioni su grande schermo, questo è certo. Che essi siano simpatici mattacchioni o folli deviati in una quantità impressionante di film potrete affezionarvi al grassone sfigato, divertirvi del cicciotello simpatico o terrorizzarvi del folle obeso. Questa è una realtà sin dai tempi del muto. Oliver Hardy (Ollio per l’italia) usava la sua panza gonfia per scatenare delle rocambolesche gag e il suo visone rubicondo era una maschera comica unica, unita perlopiù al segaligno faccino di Stan Laurel (Stanlio). Di attori grassi e simpatici ne riempiamo gli otri, due stelle brillano più di altre nel firmamento della commedia americana: James Belushi (ieri) e Jack Black(oggi), che in tempi diversi hanno sfruttato la stessa straripante fisicità, fregandosene del loro culo grosso e peloso, trasformando ogni loro film in un grasso successo. Ma l’adipe fa anche paura, e tanta. La paura recondita di non essere accettati da una società che anela alla perfezione che manco le statue greche. Quanta paura farebbe fasi comprare un palloncino da Peter Lorre nei panni di M – Il mostro di Dussendolf? Vorreste mai essere gli scrittori preferiti di Kathie Bates in Misery non deve morire? O i vicini di stanza di John Goodman in Burton Fink? Noi no!
Ciccioni all’amatriciana
Roma caput mundi… o caput grassi? Roma ha una tradizione attoriale davvero strabordante. Sono molti i grandi e grossi attori capitolini. Primi tra tutti (questione di peso) i fratelli Fabrizi. Aldo e Lella riempirono con le loro pance moltissimi film, passando dai drammi postbellici di Roma Città Aperta per lui alle grasse risate dei film di Verdone per lei; e non è certo un caso che per molti anni uno dei ristoranti più famosi della capitale sia stato proprio quello gestito dalla Sora Lella, i migliori bucatini all’Amatriciana di Roma. Ma di attori di peso Roma ha riempito i suoi film: lo scurrile Mario Brega, la verace Rossana Di Lorenzo, la cocainome (in attesa di giudizio) Nadia Rinaldi, tutti caratteristi rubicondi che hanno fatto del proprio girovita il loro punto di forza. Lo sanno anche Carlo Verdone e Renato Pozzetto che in 7 chili in 7 giorni fondano una discutibile farm con il solo intento di far dimagrire ricchi obesi e ingrassare il proprio portafoglio: tutto finirà, come si dice, a tarallucci e vino! Roma è la capitale della gola? Forse… di sicuro è la capitale del bucatino da distruggere perché ha provocato, come insegna Nando Meniconi.
AFROAMERICAN FAT
Il cinema afroamericano (cioè con protagonisti prevalentemente di colore) sembra avere particolare simpatia per il grasso corporeo. Portabandiera di questa ridancianità facilotta è di certo Eddie Murphy. A partire da Il professore matto, l’attore dalla risata più fastidiosa del mondo non fa altro che calarsi in gigantesche tute di lattice che lo trasformano in enormi e famelici personaggi (non importa se uomini o donne) in grado di riempire l’intero schermo! Oltre al professore Krumple, Eddie è diventato l’intera famiglia di quest’ultimo (nonna compresa) con un colpo di ala fritta di pollo, e lo scorso mese è arrivato nei cinema Norbit, ennesima grassa trasformazione del ridarolo Murphy. E via per una sequela di attori di colore che si calano nei larghi panni di nonne ciccione o eroi televisivi di altri tempi (Martin Larence in Big Mama, Kenan Thompson in Fat Albert). Ma non è sempre l’uso del make-up a fare un ciccione. Innumerevoli attori afroamericani uniscono movenze appesantite a quintalate di bravura: avete presente Queen Latifah o Forest Withaker? Non passano certo inosservati! Staremo a veder come se la cavera Mo’nique nel prossimo film ciccio afroamericano: Phat Girlz, ciccione in cerca di successo!
Mangerete fino a scoppiare
La gola è uno dei sette peccati capitali. Magari sembra quello più divertente, meno punibile, in fondo cosa vuoi che sia una forchettata in più? Ma nel cinema i golosi la pagano spesso molto cara. In Se7en, John Doe, assassino seriale in vena di misticismo purificatore, sceglie un cicciobombo di periferia e lo fa mangiare fino a scoppiare… letteralmente. Ma non è l’unico obeso che paga caro il suo peccato. I fantastici Monty Python ne Il senso della vita ci regalano uno sketch davvero esplosivo. Un gigantesco bombolone entra in un ristorante e inizia un pranzo luculliano che finirà con un piccolo piccolissimo pasticcino, la famosa goccia che fa trabboccare il vaso e che lo farà defragrare con un sonoro BUM! Ma non solo i ciccioni vengono puniti da misteriosi assassini, a volte anche gli chef pagano cara la loro capacità culinaria. In Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’europa, (1978, Ted Kotcheff) il panzuto Robert Morley e altri famosi cuochi internazionali vengono massacrati a suon di sufflè e pasticci come in un contrappasso dantesco. La loro colpa? Cucinare troppo bene, ovvio! Ma il film che più di ogni altro trasforma il cibo in arma allucinante è di certo La Grande Abbuffata di Marco Ferreri. Quattro amici decidono di fuggire dalla noia di una vita troppo sciapa e trasformano la loro apatia in istinto suicida; i quattro troveranno la pace del senso (il gusto) mangiando fino a morire in un banchetto dionisiaco che si trasforma portata dopo portata in un quadro di Bosch.
E per finire, come dimenticare tutti quegli attori che non hanno bisogno di diete massacranti o ingrassamenti da tacchini del Ringraziamento per essere quello che sono di natura: dei grassoni. Si ha sempre bisogno di un attore ciccione, fa sempre la sua grossa figura. Prendi un gigantesco John Candy e mettilo accanto a un segaligno Steve Martin, la coppia comica è bell’e pronta. Fai passare un tranquillo week end di paura a Ned Beatty con le brache calate, e quell’urlo non telo scordi più! Ma soprattutto in un gruppo di ragazzini alla ricerca di un tesoro (chiamiamoli Goonies) metticene uno con le ditina cicciotelle e le braccette rotondette e stai sicuro che queste parole ti accompagneranno per tutta la vita: “Ma la cosa più cattiva è stata quando ho fatto una poltiglia che sembrava vero vomito, la sera sono andato al cinema e ho nascosto la poltiglia nella giacca. Sono salito in galleria e poi ho cominciato a fare dei versi così: BLUAA – BLUAA - BRUAA AAARGH... e ho versato quelle roba sul pubblico che stava di sotto. E allora è successo il vero finimondo!”
Ah, quanto mi piace riciclare i lavori già fatti. Così vi do da leggere e invece ho fatto solo copia incolla. Quasi quasi mi vedo quel film con Steve Buscemi che fa il gambler di las vegas solo per mettervi tutto lo specialone sui film di bari e carte. Rileggendo il corpulento e didascalico articolo riscopro che il tono è un po' accondiscendete e nazionalpopolare, però può interessare ai dietologi. Negli anni poi ne sono usciti fuori altri e mi accorgo ora che ci sono alcune mancanze:
X-FatMan
Ciccia bastarda
Ve ne vengono in mente altri? Attori de panza, intendo... DAI!
Hai scordato la divina Divine, imperdonabile.
RispondiEliminaUna mission John Waters potresti pure farla, altro che le AMERICANATE, viva il supertrash!!
Se vuoi vedere un magnifico film di superciccioni recupera TAXIDERMIA un film ungherese di qualche anno fa. Mai uscito in Italia (ovvio). ma gni fi co. Ungherese.
mi kiamo marco o 43 anni e peso 459 kg io voglio solo dire...il grasso è bello il cibo è vita fast food sono vita la patate fritte sono vita x noi obesi ,ma l'estetica,vaffanculoooooooo noi amiamo mangiare i fast food sono la nostra vita! x me e x tutti noi il cibo è tutto io mangio normale
RispondiEliminax il mio stomaco mangio 89.000 calorie al giorno
e me ne vanto,xkei fast food sono la mia vita aaa infatti io al mcdonal's ci vado circa 67 volte al giorno
sn sempre la,anke xke vivo a 2 metri dal locale e ne approfitto ma anke se vivessi in campagna disperso tra i colli io piuttosto ke mangiare solo un piatto di pasta vado al mio adorato fast food e mi mangio 45 mcmenu grandi oppure,anzi sempre grandissimiii
amo il grasso e sempre lo ameròòòòòò
ai vinto.
RispondiEliminabello voglio un hamburger con 2 grasso
RispondiEliminachi commenta questo post è sempre un passo avanti
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