Christiane F. – Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino
Trama: Io a berlino ci sono stato, senza bonetti. Ero un po' triste e meno grande. Niente drogaina, per me, ragazzo del Bioparco di Roma.
La sfattanza non fa proprio per me. Ho i piedi talmente ancorati per terra che già una sbronza mi inquieta, sarà la mania del controllo (personale). Comunque tutta la prima parte del film è di un'ingenuità molto anni 80. Vado di qua, vado di là, poi un giorno mi faccio una pera ed è subito marchette, bagni pubblici, segni in faccia. Ora, non è che ci scherzo a cuor leggero, ma il tutto è fin troppo sbrindellato. Poi, che sia il focus (o l'autofocus) di una generazione ormai passata, di un momento storico dove la drogaina iniziava a mietere vittime più giovani e meno rockstar del previsto, ok, ci sta. Ma cinematograficamente ha perso il passo.
Ma io mi sono sempre chiesto se fosse vera quella storia delle figurine che te le regalavano davanti alle scuole con la drogaina polverosa dietro che se la toccavi, niente, dopo tre giorni stavi a termini con la busta bianca fatto di metadone. Mi chiedo, ma lo spacciatore perché doveva mettere la droga (costosa) nelle figurine per bambini? risposta: perché così diventavi un drogato dipendente e dovevi comprarla e aumentavi il guadagno. controrisposta: MA AVEVO 8 ANNI! Che facevo? Compravo mille lire di drogaina con i soldi che mia mamma mi dava per la pizza bianca!?!? Valli a capì, 'sti spacciatori Panini.
Poi il regista ha continuato una sfavillante carriera e ha scoperto, molti anni dopo, un'altra dipendenza deleteria per i giovani e soprattutto per le giovani, questa:
Maledetti junkies!
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