lunedì 27 settembre 2010

SPIELBERG C&BMISSION • LO SQUALO (1975)

Lo squalo
Trama: 

Sarà la decima volta che vedo Lo Squalo, forse anche di più, e lasciatemi dire, gridare: CHE FILM! Non sono io a dirlo, ma io lo dico meglio, e nascevo pure tre anni dopo. Lo Squalo è IL FILM  di mostri che non si vedono, di morti violente, della natura che vince. Lo Squalo fa paura. Ma non paura BU!, paura che non entri più in acqua neanche se stai a Ostia, capace che hai paura pure di entrare in una piscina, nella tua vasca da bagno. La questione è semplice, Spielberg mette in piedi (a mollo) la paura atavica che non vedi. Che stai lì tranquillo a bagno maria e PLUF, ti tranciano le gambe.
Non c'è seguito, effetto speciale, film più moderno che tengano: Lo Squalo è.
Pensateci: se vi dico: LEONE! voi non è che vi terrorizzate, sì ok leone predatore cattivone mi mangia, però dai, non vi sembra una minaccia reale. Se vi dico: TIGRE!, uguale... ma se vi dico SQUALO!, ecco subito la musichetta, la pinna che spunta, l'acqua che si tinge di rosso: è sangue, il vostro, di chi sono queste urla atroci, ah sì, sono vostre.
E questo è IL film di Spielberg. Non ce n'è. Tutta la prima ora è un incubo, un film dell'horrore vero, teso e in pieno giorno. Viviamo l'angoscia di Roy Scheider come fosse la nostra, le sue goccioline di sudore sono le nostre, cristo quando il tipo gli parla in spiaggia di baggianate e lui guarda oltre la spalla. E poi tutto, tutto il susseguirsi di prove che lo squalo c'è, lo squale nuota nelle acque di Amity, e VUOLE TE! sì, dio, mi è preso l'entusiasmo come l'avessi visto la prima volta. Un film INCREDIBILE.
Vale la pena leggere cosa l'amica Wikipedia racconta del film. Non faccio il copia incolla. Però pensare a questa troupe persa nel mare, nel mare vero, no i vasconi negli studios, con le correnti e gli squali meccanici che non funzionavano e il dondolio... e lo so a cosa pensavano tutto il tempo Spilbi e soci: !e se adesso ne arriva uno vero, di SQUALO?".

Momento Spielberghiano: su 120 minuti di film, 118 sono Spielberghiani, gli altri due sono i titoli di coda. Oltre alla celeberrima scena padre-figlio (che non è momento spielghiano, è momento cinema) questa volta scelgo il racconto di Robert Shaw della sua esperienza squali-guerra. Da sudore freddo. Solo di parole, niente immagini, niente effetti speciali, l'immaginazione si attiva e la paura dell'assassino pinnuto sale sale... 
Non si poteva avere un fuoribordo?

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