L'amico di famiglia
Trama: vite strozzate nell'Agro Pontino. E il viscidume assume la forma di un sessantenne con l'unghia del mignolo cinicamente lunga e bramoso di gianduiotti.
Sto talmente sul pezzo che a quattro anni da L'amico di Famiglia e a più di due da Il Divo decreto che Paolo Sorrentino è il miglior regista italiano in attività. BUM!
La decisione l'ho presa vedendo (solo oggi) questa storia di aridità umana, tra una concorso di bellezza triste e un cowboy splendidamente recitato da Fabrizio Bentivoglio (e pensare che solo pochi giorni fa ne provavo ribrezzo quando inserito nello squallido quadretto familiare Salvadoresegno di Happy Family). Fatto sta che Sorrentino è un regista che SA. Sa quello che vuole come ottenerlo cosa inquadrare cosa raccontare. SA cosa far dire agli attori, e glie lo fa dire nel modo più vero (oserei neorealista) possibile. A volte (spesso) uno vede un film e dice, sì ok, fico quello che dice ma lo so che nella vita vera le persone non parlano così, invece no, Sorrentino è la vita che ci scorre accanto, e che, facciamocene una ragione, il più delle volte fa schifo. E poi, sempre ripensando a qualche post fa, scrivere (mettere in scena) lo squallore (ma non le macchiette), la tristezza (ma non i lacrimoni sparati fuori dagli occhi con l'idrante) è la cosa più immensamente difficile del mondo cinematografico. Sorrentino ci riesce.
Ha fatto a gara (e l'ha vinta) con Garrone nell'aver creato il personaggio più tristemente viscido che io ricordi (dopo il Nano Imbalsamatore) e l'interpretazione è totale.
Sorrentino è un regista estremamente geometrico. Le sue inquadrature seguono tangenti, seni, coseni, elissi, vortici e riesce miracolosamente a dribblare il virtuosismo gratuito. è una questione di peso specifico di quello che inquadra. Nessun artificio per lui (sempre ripensando al tapino Salvatores che monta un scenografia come fosse un madonnaro di Piazza Navona che più mette roba più gli tirano spicci).
E che rabbia sentir uscire dalla boccuccia di Laura Chiatti frasi così stupendamente scritte (Chiatti, tronisti, Fibra... altri calibri), quasi odio nel pensare che ha questo film nel suo squallido CV.
E il clamoroso finale, con questa attitudine di Sorrentino a rivoltare le carte in tavola tutte in un botto, quasi che la tristezza e la pena negli ultimi minuti debbano superare la rabbia e lo schifo che per tutto il film ci ha instillato nei confronti del protagonista. Che coraggio avere per protagonista questo odioso, penoso vecchio schifoso.
Brutta cosa l'usura. Spero che il mio rapporto coi soldi (che reputo più o meno sano: della serie "c'e l'ho, li spendo, non ce l'ho, non li spendo") non faccia mai incrociare la mia strada con questi esseri. A proposito, mi servirebbero 42 euro per comprare il dominio www.chickenbroccoliilpiùbelblogdicinemamasoprattuttoilpiùintelligentedelluniverso.DIO.vat, qualche nome da darmi?
E allora di Sorrentino ti devi vedere L'UOMO IN PIU', se non l'hai visto. Consiglio/compitino ;)
RispondiEliminaIo apprezzai anche Le conseguenze dell'amore (Servillo un gigante, sempre), ma anche questo abbastanza. L'uomo in più dovrei rivederlo, ma mi sa che è THE BEST. Il divo mai visto, ero in Jap e mai recuperato. Prima o poi.
L'Imbalsamatore OTTIMO. Poi Garrone si è perso. Gomorra uhm.
uomo in piu me l'hanno "consegnato" stanotte, vedremolo :)
RispondiEliminama sai che io invece ero rimasto abbastanza indifferente al le cons dell'amor. non so, pur riconoscendo la bella regia, non mi aveva appassionato (si ok, forse passione non è giusto, tipo algido e ok)... forse perche si era gridato troppo al miracolo...
IL divo veditelo assolutamente che c'è una scena iniziale fantasmagorica!
a poi mi ero dimenticato di dire che sorrentino è un grande collonasonorista!
si garrone, però bello anche primo amore... gomorra per certi versi troppo "facile"..però dai, bello pure
Colonna sonora delle Conseguenze dell'amore comprata il giorno dopo.
RispondiEliminaPrimo amore mai visto, la tizia troppo secca mi faceva senso già nel trailer...
Gomorra bello ma sì, i film presi dai libri (e che libri) insomma...
Il divo lo devo.
be', la solitudine dei numeri primi ;D
RispondiEliminatristezza: Antony And The Johnsons
divo devi, dove? dai, davo...
RispondiEliminaDavi divo? Devo!
RispondiEliminaLa creatura più viscida, disgustosa e commovente che si potesse concepire? Davvero una sfida scegliere un protagonista cosi! Ad un certo punto, poi, t'intenerisce pure ma tu zitto che non puoi confessarlo a nessuno ...
RispondiEliminaE poi la scelta dell'agropontino? Davvero un'ottima intuizione, scenario geometrico quasi surreale, dalle pallavoliste al cowboy.
Una nota anche per la locandina, essenziale, memorabile....che gli fosse piaciuta quella di Bellocchio? (http://www.spietati.it/public/buongiorno-notte.jpg)
hai ragione, ci si vergogna pure un po' a provare "pena" alla fine...
RispondiEliminasi cavolo è vero le locandine sono molto simili...