lunedì 1 novembre 2010

OCCHIO SUL MONDO - FOCUS a FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 2010 - C&B REPORTAGE#3 • Yoyochu in the Land of the Rising Sex


Come avrete capito oggi parleremo di PORNO! Quindi bambini e bambine, pussa via. Lo so lo so che non ve lo sareste mai aspettati da C&B un cambio di registro così repentino, proprio da me, fervido difensore della morale e della verginità. Ma che volete, tutti cresciamo, si comincia con un po' di barbetta e si finisce così:
Vi starete chiedendo chi è costui? Questo Richard Gere con gli occhi a mandorla... bene.. oltre ad essere il nuovo sogno erotico di voi lettrici (subito dopo C&B, chiaro) è il grande (!) Tadashi Yoyogi, decano del porno nipponico. E quando dico porno nipponico non intendo questo:
intendo:
Karaoke Nights
Yoyochu in the Land of the Rising Sex
Trama: Documentiamo la vita e le opere del regista di porno più famoso in Giappone.

Come ben sapete osanno i documentari come fossero oro colato direttamente negli occhi. Dico sempre che il documentario è forse la forma più alta di cinema: quando vedi un documentario sai che quello che stai vedendo è vero, e questo lo posiziona automaticamente su un gradino di coscienza molto diverso da qualsiasi altro film (di denuncia, biopic, di ricostruzione storica). Però un documentario è anche un film, e in quanto tale DEVE essere tale. DEVE avere il suo ritmo, deve raccontarmi la storia come lo farebbe un film, deve avere una sceneggiatura. Non basta riprendere un tizio che cammina, non è un reality show. Non basta inquadrare una tizia che parla seduta su una sedia, devi curare la scenografia (devi scegliere dove metterla quella sedia, e devi anche cercare di evitare che si sentano gli scricchiolii delle gambe che si spostano, danno fastidio). Non basta far parlare un po' gli intervistati sperando in un loro guizzo, devi saper porre le domande giuste. Tutto questo il regista di Yoyochu se lo scorda e impacchetta un prodotto che - cinematograficamente - è molto scarso. Per fortuna il tema trattato è assolutamente interessante e si riesce quindi a dimenticare un po' le inadeguatezze registiche, a favore di una scoperta (dai, basta ridere per i doppi sensi, i sensi su C&B sono sempre solo un, "quelli") di un cinematografia per adulti che ha vissuto dei fasti incredibili e ha esplorato dei sottogeneri davvero fuori dall'umana concezione. Entriamo nel particolare, il nostro canuto (ex Yakuza) regista si è dato da fare per quarant'anni ed ecco alcuni "generi" di porno di sua invenzione:
- channelling: trattonsi di mettere una donna e un uomo su letto e fargli fare quello che devono fare. poi si mettono sei sette donne su delle poltroncine tutte intorno al letto e, sin sala bim, quelle raggiungeranno l'estasi senza essere toccate ma entrando in contatto telepatico con la ragazza sul letto.
- la manipolatrice di ani: trattonsi di massaggiatrice esperta che esplora gli orifizi maschili. controindicazioni: può essere che l'attore si alzi incazzato per il troppo male provocato e lasci il set stizzito e claudicante
- la perdita dei sensi: trattonsi di lavorare con un attore che ogni volta che "viene", sviene. SVENGO! letteralmente...
- 3 al prezzo di 1: trattonsi di lavorare con attrice dalla personalità multipla (GIURO!) e quindi avere in diverse scene diversi comportamenti e reazioni, una per personalità... 
insomma, cose molto eccitanti.
Ora, come dicevo su C&B sia mai che si parli di sesso ma che scherziamo poi Gesù piange. Però ecco, io non voglio entrare nel merito dei gusti sessuali altrui che sono altrui e quindi fatti loro (chissà cosa piace a Julianne, oltre che stirarsi le gonne) però c'è un tarlo che mi ha perseguitato per tutto il film. Il regista di cui sopra professa (ed è diventato famoso soprattutto per questo aspetto) che la sua è una continua ricerca dei reconditi nascondigli dove si rintana il piacere femminile (insomma cerca il Mostro G), lo caccia, lo trova e lo inchioda (humour anglosassone, on C&B). Insomma sostiene che grazie a lui le donne giapponesi hanno trovato il modo giusto di vivere la loro sessualità repressa, con gioia. Eppure, OGNI SINGOLA SCENA DI SESSO che si vede nel doc, viene rappresentata con la donna sottomessa, in lacrime, che si divincola, che viene presa contro la sua volontà, che piange. Partendo del presupposto che Yoyogi sottolinea che le emozioni che si vedono nei suoi film sono reali, allora viene da chiedersi se davvero questo donne sono così "contente". Magari sono un po' scemo io, figurati di psicologia femminile io che ne capisco, però a me non mi convince. Oppure sono solo loro che sono giapponesi? E quindi meglio guardarli ma non cercare di capirli? E si discuteva da queste parti della cappa di severità sotto la quale vivono i jappi. In Occidente, se vieni da una famiglia severa, ottusa, cattopazzoide, può succedere che cresci con la paura del sesso, con i sentimenti repressi. Poi se sei fortunato c'è la società (gli altri) con cui confrontarti e con cui magare aprirti e liberarti dalle inibizioni/costrizioni. Ma quando sei in Jappone e ad essere severa e marziale è la società per prima, come ti liberi?
Chiediamolo all'esperto:
Quindi ricapitolando: Regia: no. Sesso: AI! AI!

Durante il documentario appaiono locandine di vecchi film porno jappo (no, non di film porno con vecchi). No dico, ma la bellezza? Queste devo dire che sortiscono effetti anche di più delle attrici:
Ultimissima cosa sessuale (ci ho preso gusto, ma chissà perché). Poi preghierina. Mai visto queste gif animate?
mysticmayhem:

UGH IVE ALWAYS DREAMED OF DOING THIS TO SOMEONE
Le fa lui. Bellissime. Arte proprio. Eh sì...
Vi lascio con un consiglio del maestro:
Ah ragazze, sono aperte le iscrizioni al C&B FANCLUB. Ecco le ragazze che già mi hanno affidato la loro felicità:

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