TOFU&BROCCOLI#2 ◕ DEVILMAN

Devilman

Trama: DEMON BANZAAAI!

Sobillata dal direttore C&B ho dovuto sottopormi alla visione del live action di Devilman, datato 2004 (quindi inesorabilmente VECCHIO) e diretto da un jappo chiamato Hiroyuki Nasu, morto a 53 anni l’anno successivo dopo una carriera francamente inutile di cui ci piace ricordare NULLA. Una prece. Misurarsi con un personaggione del calibro di DEBIRUMAN può in effetti avere conseguenze letali (e infatti) specie se quello che partorisci è un incrocio tra una telenovela argentina, un film di denuncia sociale e un videogioco. Ma andiamo con ordine. I miei ricordi di Devilman si fermano a Vol.1 del manga, che smisi di comprare per manifesta scarsità del disegno (crocifiggetemi, ma è la verità) del Supremo Maestro Venerabile Go Nagai quello-dei-robottoni, e a qualche spauracchio preso da piccola con il cartone animato, disegnato anch’esso da cani ma almeno a colori e con una sigla che ancora oggi va fortissima ai Cartoon Party della riviera adriatica.

Quindi ne so poco, ma di sicuro quanto basta.

Il film parte malissimo. Proprio male male, con recitazione da filmino amatoriale e ritmo geriatrico. Ottimo. Ero già pronta a gustarmi un trashone di quelli di prima categoria, fatto solo di botte e battute impronunciabili. E INVECE. Invece tutta la trama che io ricordavo (quindi del Vol.1 e basta) si esaurisce dopo la prima mezz’ora, compresa comparsata quasi irrilevante dell’icona pop chiamata Arpia di Silen, sogno erotico dei nerd jappofili di mezzo mondo nonché cosplay con cui una tizia italiana a un certo punto della storia vinse il campionato mondiale del cosplay in Giappone (!!!) mica pizza e fichi. Gli italiani all’estero, quante soddisfazioni:

E insomma Akira Fudo diventa il demone Amon, mezzo buono e mezzo incazzoso, l’amico Ryo (che in verità è Satana ma lo tiene nascosto) lo trascina in scontri demoniaci e sabba infernali (nel film manca, ed è l’unica parte bella del fumetto, il sabba infernale) (o almeno del Vol.1).
La famiglia che lo ospita viene sterminata, la sua amata Miki fa questa fine qui > e si scatena il panico in città perché c’è l’invasione dei demoni!

Ecco che irrompe l’elemento sociale, i jappi sono i soliti razzisti e instaurano un clima di terrore volto a sterminare tutti i demoni in città, che si fanno largo al grido di DEMON BANZAAAAI! Si formano le fazioni pro-demoni e anti-demoni, viene promulgata la LEGGE DEMONIACA (per cui al primo sospetto derivato da chissà che, un capello fuori posto anche, si viene fatti fuori) e tutte queste belle cose. Ryo (il vero deus ex machina) scompare per mezzo film, il povero Akira non sa che pesci pigliare (e non è che le doti attoriali aiutino), c’è solo CAOS. Morti ammazzati a pioggia, laghi di sangue. Divertente, buono per un festival di film splatteroni di serie Q.

Da non sottovalutare, il personaggio Devilman è fatto completamente in CGI, ma la CGI dei poveri, tipo quella che ha sfornato il film di Final Fantasy, per capirsi. Quindi tutti i combattimenti sembrano battaglie di Final Fantasy, per l’appunto, col sangue che evapora e le rocce che si frantumano in trilioni di pezzi minuscoli. Il film finisce con il mondo ridotto a un deserto, una scena struggente con forte latenza omosessuale tra Ryo e Amon in fin di vita e la speranza nel domani tutta sulle spalle di una ragazzina demone buono e un bambino, gli unici sopravvissuti. Ricordiamolo così, e Amen.

Sono occidentalista, perché mai dovrei vedere questo film assurdo?

Perché i demoni stanno all’oriente come gli zombie all’occidente, quindi bisogna volergli bene.

[Alabama]