lunedì 5 dicembre 2011

La bella addormentata nel losco

Sleeping Beauty
Trama: Dormi e sogna così.

Il film di Julia Leigh (importante sottolineare il sesso della regista, già autrice di romanzi, non rosa) è una sorpresa ambivalente (nel senso che "eccita" e "disturba" in egual misura).
Raccontare cosa succede nelle stanze ben arredate, piene di mobili antichi e quadri spolverati quotidianamente, e soprattutto cosa succede nelle teste dei loro proprietari, ricalca, per certi versi, la scena che tutti ricordiamo di Eyes Wide Shut, la scena "Fidelio".
Lucy è un'universitaria che si presta a lavoretti saltuari e inusitati (si parte con una deflorazione orale, non quella che immaginate:
E colleziona tempo perso a fare fotocopie...

Non è disonorevole donare il proprio corpo e il proprio tempo a chi non lo merita? E per una paga ridicola? In una visione realista della vita, farsi inoculare un sondino per chissà quale ricerca o fare la escort non è ugualmente degradante? Lucy, realista, non disperata, è anche una escort occasionale. La sua doppia (tripla, quadrupla) vita la porta a rispondere ad un annuncio: sarà cameriera in cene speciali (Silver dinner "particolari"), servirà ai tavoli, ma in lingerie:
(non è proprio Downton Abbey; certo poi per tutta la cena: «Scusi, ho ancora fame. Un altro po'. Ancora un pochino... ops... Mi è caduta la forchetta!»). 
Inviti a cena con perversione, durante le quali, quasi fosse un Moloko bar miscelato ad un club esclusivo, il mobilio è fatto di persone vere, compresi i quadri:
Non le si richiede nulla se non questo. Spogliarsi, servire e assecondare, nessuna penetrazione, almeno non organica. Ma una volta superato questo confine invisibile, si è già dall'altra parte, inevitabile andare ancora oltre.
Emily Browning è il motore del film, la sua bellezza eterea, pallida ai limiti della porcellana e il suo corpo bambinesco, danno a tutte le scene "disturbanti" un alone opaco che nasconde (non del tutto) il coesistere nei clienti delle due deviazione più immorali e inquietanti, la necrofilia e la pedofilia.
La Browning (infatti io lo dicevo) è davvero bellissima, e, dopo quel guazzabuglio di Sucker Punch, volta completamente pagina e dà una piega inaspettata alla sua giovane (classe 1988) carriera: sceglie di spogliarsi completamente. Nuda. 
Non è mai una scelta facile per un'attrice, eppure è una scelta che viene richiesta a TUTTE. Alcune lo fanno anche prima di girare il loro primo film. Alcune ne fanno una peculiarità, una dote attoriale, vedi Paz; altre attendono ridicoli pretesti per aggiungere pepe alla loro scialba carriera e far parlare un po' del film che altrimenti sarebbe stato inutile (poi si scoprirà che è ancora più inutile), vedi Jennifer; e poi ci sono scelte del genere: in Sleeping Beauty ci sono molte scene di nudo integrale, e se, durante le cene osé (le oscene), l'intimo provocatore sortisce un qualche "effetto"...

...man mano che la Browning si presta alle deviazioni altrui (come da titolo: farsi sedare per un giorno intero ed essere preda di uomini il cui desiderio è osservare/dormire con/altro che non dico con una ragazza inerme addormentata in un letto) la sua nudità acerba perde completamente di ogni possibile accezione erotica, diventa un manichino in preda agli spasmi altrui, una degradazione disturbante, impossibile leggere un qualche erotismo quando un corpulento e anziano uomo balla nudo con il corpicino inerme della "bella addormentata".

Un plauso al coraggio (incoscienza giovinetta?) della Browning, che si dona al film ed è semplicemente perfetta, impossibile pensare che il suo ruolo era stato assegnato a Mia Wachosky, tutta la sensualità costruita alla disperata e non raggiunta con la lingerie cheap (alla pussycat dolls) di Sucker Punch rivela tutta la sua ineleganza, se confrontata con l'etera bellezza della Browning in Sleeping Beauty, valorizzata da scenografie elegantissime a ricordarci che quello è il suo posto. Peccato poi che quel bel mobilio e quelle belle carte da parati broccate coprano perversione e abbietti desideri.
Il film non riserva - è australiano, lo sapete come sono, sono riflessivi - scene troppo indulgenti o violente, è uno spaccato conturbante delle stanze private della Buona Società, quella dove ogni pulsione può essere semplicemente comprata, ogni deviazione assecondata: parafrasando "attento a ciò che desideri, potrebbe avverarsi": quando hai avuto (o hai comprato) tutto, inevitabilmente vuoi di più, e quando hai "dato corpo" ai desideri che sono in superficie, inevitabilmente vorrai dare corpo a quelli più in profondità, e così via, fino a scavare nel tuo inconscio e, forse, scoprire di volere qualcuno addormentato, perlaceo e silenzioso nel tuo letto, alla tua completa mercè. Il possesso definitivo. Attento, perché il passo successivo è solo la morte.

9 commenti:

  1. voglio vederlo!!!
    sai per caso se han già fatto i sottotitoli in italiano? con l'inglese sono pigro e non c'ho voglia di vederlo senza capire ogni singola parola...

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  2. si ma non ti distrarre!!;)
    non ho idea dei sottotitoli..sottotitoli?? eh? che? io sono andato ieri in australia a vederlo e poi sono tornato qui...

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  3. Curiosa l'impressione che ti ha fatto. Il film sembrerebbe ispirato a "La casa delle belle addormentate", o a un libro di Marques ispirato a sua volta da Kawabata, e in tutti e due i casi, il vecchio e la giovane addormentata sono visti in un modo diverso, ugualmente triste ma diverso da come ne parli tu. Mi hai incuriosito, vado anch'io in Australia a vederlo;)

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  4. oibò. leggendo il tuo commento mi sono sentito un cretino :)
    fammi vedere, magari il film è tratto proprio dai libri che citi...

    ...

    ...

    no. nessuno cita. però in effetti il rimando mi sembra palese...cmq il film vale il viaggio in australia. :)

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  5. beh, proprio quel che si dice il cinemino dietro l'angolo... :)

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  6. come quella vecchia puntata dei simpson...

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  7. ma è un film sul bungbunga!

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  8. bah in definitiva questo film non lascia nulla, non vedo una critica (se mai fosse necessaria) alle abiezioni del gruppo geriatrico, e la freddezza registica previene di empatizzare con la ottima protagonista; l'unico momento di "rivincita" è nella scena in cui il vecchio si denuda e mostra un micropene che contrasta con la perfezione femminile

    ne chicken ne broccolo, al massimo riso in bianco

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