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martedì 31 gennaio 2012

Arrabia esaurita

The Devil's Double
Trama: Hussein, dittatore per un giorno.

Oltre alla splendida locandina c'è poco da dire di questo Doppione del Diavolo: Il Diavolo in questione è uno dei figli di Saddam Hussein, schizzoide, Iraq.ondo, viziato e vizioso, il Doppione è il suo sosia, quello che ogni dittatore che si rispetti si crea per mandarlo avanti nelle situzione a rischio attentato.
Il primo è un figlio di papà (e che papà!) con sbalzi d'umore, complesso di Edipo e almeno un'altra dozzine di psicosi prese da questa lista (sceglietele voi a caso), l'altro, contraltare facile facile, è pacato, riflessivo, "serio". I due si specchiano l'uno nell'altro e ne esce fuori una lettura da bignami della psicologia.
Peccato, perché la base era proprio interessante (una sorta di update scriteriato di questo), ma il regista (Lee Tamahori, uno che esplose massacrandoci di botte maori con Once Were Warrior e poi ha continuato a massacrarci - ma in senso negativo - con delle puttanate come il secondo XXX o Next con Nic Cage) proprio non riesce. L'Hussein originale è niente più che una macchietta, un Caligola saudita meet Scarface con la kefia:
sempre sopra le righe anche un po' ridicolo. Mentre il suo sosia: 
è un eroe taciturno e tout court che protegge gli altri (la famiglia, il popolo iraqeno, il figone) prima di se stesso (tanto che anche tenta una sbilenca "Manovra di Gosling" in un ascensore proteggendo alla bene e meglio la sua belle dai sicari del suo gemello diverso). Sarebbe stato meglio fondere i caratteri piuttosto che separarli così nettamente. L'attore che interpreta i due se la cava, anche se nel cercare gli opposti (nelle intenzioni e nelle psicologie) li "allontana" anche troppo. E poi quando si decide di usare lo stesso attore per farlo recitare con se stesso, non si deve notare troppo l'utilizzo degli effetti speciali, riesce pochissime volte Social Network docet, il resto no.
Occasione sprecata, com'è sprecata la presenza di Ludovine Sagnier, l'abbiamo conosciuta qui, tutte e tre.
La locandina - ripeto la cosa migliore del film - mi ha ricordato le foto di Dan Tobin Smith, queste:
Ma è solo il primo che mi è venuto in mente 'ché il concetto di stanza monocromatica non è del tutto nuovo. Anzi è proprio sputtanato. Quindi contrariamente a quanto ho appena detto la locandina è sputtanata, non più splendida.

lunedì 30 gennaio 2012

Guantanamo Way

Territoires
Trama: Vieni ci son due pazzi nel bosco / i loro nomi conosco... Ivano & Moby.

Trattonsi di macchina caricazeppa di ragazzi spensierati che viene fermata per un controllo da due poliziotti. Non fosse che i due, che sembrano anche un po' Ivano Marescotti e Moby che non fa più la dieta macrobiotica new age e ha preso 45 chili...
...non sono poliziotti ma reduci di guerra Iraq BAURA! con tanto di esperienza come aguzzini a Guantanamo, Juanita Guantanamo, che non hanno perso quel certo gusto per le cose fatte per benino: si parte con un'accurata ispezione anal.vaginale a freddo che non si può mai sapere dove questi giovini degenerati nascondo le drogaine, si continua poi con l'omicidio a sangue freddo di uno dei cinque tanto per capire chi è che comanda (comanda Ivano), si continua con lunghi giorni e lunghe notti chiusi in piccole gabbie senza cibo e acqua (la famosa Dieta Du Kan)... e poi arrivano gli interrogatori, le luci stroboscopiche e la musica heavy metal sparata a palla  (questa è davvero la tortura peggiore, c'è il rischio che poi ti piace e diventi metallaro. BAURA!).
Il film è sì un torture movie, ma purtroppo si muove incerto tra Hostel (esempio: la ragazza con il dente cariato e la relativa "cura medievale" sì sono terribili nel concetto, ma poi gestiste molto male dal regista. Cioè se proprio devi farmi vedere un dente cavato con la pinza, e fammelo vedere questo dente cavato con la pinza) e una fantacritica agli orrori delle torture ai danni dei prigionieri. I due aguzzini hanno psicologie altolenanti, non sono totali redneck, non sono totali pazzi, non sono criminali dai cervelli sopraffini, in pratica non fanno paura, tantomeno inquietudine (ad esempio Moby potevano farlo muto, sarebbe stato più pauroso). Inoltre sono palesemente un tentativo di brmance (Guantanamo Gay) poco riuscito.
L'ultima mezz'ora poi è un riempitivo irritante, con l'inserimento nel film di un investigatore privato... privato di cervello.
Si nota anche la totale assenza di una pur minima rivalsa nei confronti di Ivano & Moby da parte dei prigionieri; un occhi che salta, un coltello nella coscia, che ne so, un arto strappato a morsi (esempio: sarebbe stato bello se quella con il maldidenti avesse vinto il dolore ai denti e avesse strappato con un morso il dito di Ivano). Capisco che poi nell'economia contemporanea degli horror vuoi far vincere i cattivi a tutti i costi, ma esempio: una che fugge ma poi ferma una macchina con un terzo tizio e poi si scopre che il tizio è un terzo compare dei due di prima, ci sta sempre bene.

L'uomo degli incubi

Take Shelter
Trama: Storm und Drang.

Vi ricordate L'uomo dei sogni? Era quel film dove Kevin Costner una mattina si svegliava e faceva "adesso costruirò un diamante per il baseball nel mio giardino. - E perché Kevin, dicci, perché? - Perché sì. Poi il film continuava benissimo e tutti adesso abbiamo voglia di rivederlo.
Ecco, in questo Michael Shannon, che è quell'attore dalla faccia strambissimauna mattina si sveglia e dice "adesso costruirò un rifugio anti-apocalisse nel mio giardinetto" - E perché Michael, dicci, perché - Perché ho la faccia talmente assurda che devo sempre fare delle cose strambe tipo convincere Ashley Judd che ci sono degli insetti invisibili nella camera, andare a salvare messicani sotto le torri, prendere in ostaggio fenicotteri rosa.
E questo è il film. Che si inserisce dritto dritto in tutta una filmografia apocalittica a cui stiamo assistendo: dimentichi dei catastrofici (in tutti i sensi) apobaracconi di Emmerich o Bay, adesso alla FINE DEI TEMPI ci stanno pensando anche autori più ricercati, e dicono la loro su Armageddon e Fine del mondo, con modalità nettamente diverse da autostrade che si aprono o meteoriti lanciati addosso a Bruce Willis.
Esempio abbacinante è Melancholia; ora il discorso continua con Take Shelter, che parla di fine del mondo, ma prima di tutto di fine di sanità mentale: credereste a qualcuno che vi dice "The End is Near" (soprattutto se quel qualcuno ha la faccia di Michael Shannon). E soprattutto, credereste a voi stessi (se poi nello specchio vi accorgete di avere la faccia di Michael Shannon)? Eppure le visioni che ogni notte vi mozzano il fiato qualcosa stanno cercando di dirvi. The storm is coming.
Sembra un po' di vedere un prequel di The Road. Shannon è perfetto nel ruolo di psciotico messia e le scene degli incubi (incursioni inconsce nel futuro catastrofico) sono davvero cariche di tensione lynchiana (in particolare una, quella dei mobili. Capirete vedendo.).

In ogni caso io no, non ci crederei, che sono troppo terreno. Neanche Jessica Chastain gli crede infatti. Strano perché la carriera di Jessica è quanto di più incredibile si possa immaginare: Ottobre 2010: Jessica è NESSUNO. Sconosciuta, niente. Febbraio 2011: Jessica ha fatto sette film (uno è questo, due, tre, quattro, cinque, sei, sette), ha una candidatura all'Oscar (non troppo meritata a dire il vero, di oche giulive cum oscar già ne abbiamo avute) e ha un nuovo bellissimo fidanzato, C&B (Lo so, lo abbiamo tenuto tutto un po' nascosto che la mia precedente storia con Julianne Moore era stata anche un po' rovinata dalle tante paparazzate). Jessica anche qui riempie lo schermo. Jessica sta alle Attrici del 2011 come Gosling agli Attori. 
Mancano poco più di 300 giorni alla Fine, mia, vostra, del mondo tutto, ma cosa peggio di Chicken Broccoli. Lo dice anche questo ApocaliTumblr che dallo scorso 1° gennaio fa il conto alla rovescia, aumentando l'hype per la Fine; mi chiedo gli ultimi tre quattro giorni come staranno a chiappe stretto, che queste cose le inizi per cazzarare poi dopo quasi un anno, a forza di un post al giorno, finisce che ci credi. Come il protagonista di questo bel film. E vi lascio col sospeso "aveva ragione o era solo pazzo?". La risposta, alla fine del film, c'è.
E come quando alcune cose vanno oltre ai film, al cinema, al THE END, la storm (tempesta) e gli stormi (volatili) si fondono, non solo nei significati delle rispettive lingue.

domenica 29 gennaio 2012

SGUARDLING TIME MACHINE • Formula per un delitto

Formula per un delitto
Trama: 2 + 2 = sguardling!

Dopo la prima e la seconda, ci si aspetterebbe la terza e non la retromarcia, o addirittura una tirata di freno a mano, e invece Ryan è un driver imprevedibile e nel suo terzo film "importante" se la rischia, colpevole anche Sandra Bullcock, facendo una delle più grandi cagate della sua carriera. Anzi la più grande e basta, peggio anche degli stacchetti del Mickey Mouse Show, peggio anche del piccolo Hercules.
Il film - ce ne sbarazziamo in due parole che già è grasso che cola - è un mommy thriller difettato, con Sandrocchia poliziotta scoprirà la verità e due ragazzini molto più che brmantici:


uno è appunto Ryan e l'altro è il sempre strambo Micheal Pitt, che organizzano il delitto perfetto che guarda un po' non è perfetto manco per il cacio. Segue investigazione, rimorchio via sguardling di Ryan ai danni di Sandrocchia, scoperta dei colpevoli, scena finale con morte del cattivo (ma senza scena del coltello) e addirittura un twisted ending, ma stiracchiatissimo.
Quindi film proprio da evitare, a meno che non dobbiate passare una serata con vostra mamma perché sono due mesi che non l'andate a trovare e le rifilate un Mommy Thriller così hai svangato e "ci rivediamo presto".
Però, come sempre succede quando "attori qualunque" diventano "grandi attori" (o icone o miti o gente per cui le ragazze si devono portare i cambi intimi se vanno al cinema) quando vedi i "film prima" di costoro scopri che alcune caratteristiche, alcuni particolari già c'erano, come dire che il mito era già tutto lì, pronto ad esplodere, solo in attesa di trovare qualcuno che sfruttasse esattamente quelle caratteristiche nel modo giusto (in questo caso c'è voluto Refn). Mi spiegherò meglio. (Ragazzo, procedi con la diapo 1:
GUARDATE! GUARDATE COME IL DRIVER È GIÀ TUTTO LÌ, ma tutto nel modo sbagliato:
1: La giacchetta fica c'è, ma il colore è assurdo, neanche un gigolò di periferia si metterebbe più una cosa del genere. Inoltre si fa notare la totale assenza dello scorpione dorato ricamato sul retro.
2: Il braccio che cinge la bella. C'è, ma notate come è proteso nell'atto di "impedire il movimento", "bloccare" e non in quello, romantico eppure deciso (maschio!) di "proteggere".
3: La macchina eccola lì, ma è tirata a lucido come fosse fresca di concessionaria, è una macchina che grida "notatemi", e non, come quelle del Driver, che sussurrano "hey girl, passavo di qui pensando ai fatti miei e ti ho notata. vogliamo portare tuo figlio a fare un giro nel viadotto?"
4: L'errore più grave, dettato certamente dalla giovane età e dall'irruenza adolescente: fare la mossa dell'"appoggio" non è mai e poi mai una buona idea. Le ragazze già lo sanno, caro Ryan, che cosa nascondi lì sotto, non c'è bisogno di "faje senti' la presenza", è maleducato, invasivo e assolutamente non "cool".
Però, converrete con me, il DRIVER già c'era. Era in fieri, bastava un danese per tirarlo fuori.
Ci sono altre scene in cui Ryan mostra la sua futura natura, scene che dimostrano anche come "la potenza dello sguardling è nulla senza controllo (di un bravo regista)". Ad esempio vedere Ryan che si prende le botte da Michael Pitt è una cosa che fa male al cuore:

e - preparatevi che sto per dirvi una di quelle cose che sentireste dire a Bazin. O a Braccobaldo. - ecco che il rapporto Gosling/Macchina - Macchina/Gosling si configura nella maniera più disattesa. In Drive il Driver interpretato da Ryan è l'Eroe, e la macchina il suo fido destriero. Un principe azzurro argento che salva la Bella dalla Bestia cavalcando guidando e non lo far per tornaconto personale. Lo fa perché Eroe, e i due (Eroe/Macchina) sono un tutt'uno. Invece, in Formula per un delitto, nonostante ci sia una simile dicotomia, è tutto sbagliato. Quando non imbarrazzante:



Inoltre, un vero sguardler mai e poi mai direbbe una cosa del genere:

(anche se effettivamente la metafora rende alla perfezione l'effetto che lo sguardling ha sulle nostre amiche/compagne/sorelle/madri). Perché, come ti sbagli, lo sguardling non manca neanche in questo film:
E l'effetto lo fece anche su Sandrocchia. Ebbene sì, forsenontuttEsannoche Ryan e Sandrocchia hanno SCOPATO! Per davvero veramente! Cioè sono stati insieme nella vita vera, (se si può definire vera la vita di un attore hollywoodiano) all'epoca:
Quindi anche Ryan ha il suo passato di "toy boy", ma ci vogliamo rendere conto? Ryan che fa sguardling a Sandra, tredici anni più grande e lei ci casca con tutte le mutande! Però, a essere sinceri, avere nel proprio diario delle conquiste Sandra Bullcock non è proprio una gran cosa, anzi, mi pare più una cosa di cui vergognarsi. Parafrasando il mommythrilleresco strillo sulla locandina: L'unico difetto di Ryan: Lei.
Per fortuna poi Ryan si è emancipato e dalle cagne è passato con una certa nonchalance ai cani, che sono un po' gli esseri che gli hanno insegnato il potere ancestrale dello sguardling

Ecco Ryan che posa con il suo migliore amico , gli fa i filmini ipspinonematic, lo salva dalle scale mobili che spaventano sempre i cani e fa la sua solita posa del pugno (poi ne parleremo) per proteggerlo dai paparazzi. 
Ragazze, se tratta così bene il cane pensa come può trattare bene voi ...e so benissimo che state pensando ad altro, se si parla di Ryan e di doggy. Maniache...

sabato 28 gennaio 2012

M is for Manson

Martha Marcy May Marlene
Trama: Mefistofelico, Mistificatore, Miserabile, Maledetto, Malefico, Mortifero, Miserando, Misterioso, Manipolatore, Menzognero, Mefitico, Monarca. Mostro.

È capitato più di una volta, su questo sito, di salire su un pulpito e pontificare: "Non hanno mai fatto un film su Charles Manson come cristo lucifero comanda! Eppure il materiale (dis)umano di quella storia è talmente denso che mette paura solo a pensarci. Già di per sè, la storia di questo ometto con il pallino della chitarra e della manipolazione è spaventosa: creare una Famiglia con il solo potere delle parole - la maggior parte deliranti - e riuscire a convincere la gente, disperata già da prima, a fare cose tipo ammazzare i pig (i ricchi) o fare un parto cesareo forzato a Sharon Tate. Ecco, proprio l'invasione che la Famiglia Mansionana fece nella Hollywood dei ricchi, delle feste, delle ragazze bellissime con le vite felici (la Tate) è una sorta di affronto alla finzione che impregna Hollywood tutta, e Hollywood, ho sempre pensato, ha proprio il compito di rispondere agli affronti con la sua arma migliore: i film.
Quindi mi sono sempre detto, Roman Polansky DEVE fare un film su Manson. Sarebbe un bellissimo film.
Ecco, oggi quel bellissimo film su Manson esiste, è piano di emme nel titolo, e, anche se in effetti NON parla di Manson, ne parla tantissimo. E lo fa con la scelta più azzeccata: dimenticate interpretazioni sopra le righe come avrebbero potuto regalarci uno Sean Penn di turno, qui il capo della "Setta" è quell'insulso tizio che avete già visto in mille film e che avete sempre pensato "dove l'ho già visto". Lui:
ed è semplicemente perfetto, sempre in disparte, eppure sempre presente, una presenza ingombrante quanto il lavaggio del cervello che opera, con modi gentilmente violenti, pacificamente vessatori, ai danni dei suoi giovani adepti.
Ci sono due linee temporali ben distinte nel film: una ci mostra la fuga di Martha - come recita il banale titolo italiano - dalla Setta e dalle sue regole all'inizio anticonvenzionali (tutto è di tutti, vestiti, cibo, corpi) e il suo rifugiarsi dalla sorella, l'altra ci mostra i suoi giorni nella Setta, ma non pensate a Messe Nere o roba del genere, no: il morbo che questo mefitico Messia impianta nei suoi discepoli passa per una "schitarrata tra amici", passa per una vità in comune (e in comunità), e passa, chiaramente, per un sesso liberato e condiviso.
Le due linee temporali si fondono (anche nella regia, con passaggi illuminati) e la libertà di un luogo diventa una prigione della mente, al contempo la sicurezza della famiglia diventa insopportabile. Le prigioni, i binari da seguire, la vita come ci hanno insegnato deve essere, oppure il suo contrario, la libertà totale, la mancanza del "possesso": entrambe le realtà sono cariche di violenza psicologica, impossibile dimenticare le regole, impossible seguirle.
E la regia segue questo andamento (che forse vi sarà sembrato un po' delirante, ma vedendo il film...): nella casa le due sorelle si muovono come in un film di Bergman, profili e primi piani si icrociano e si scontrano, ma per le due è impossibile "capirsi", quindi guardarsi negli occhi e "leggersi". 


E la citazione bergmaniana non è per fare quello che il Cinema lo sa (io li detesto quelli che lo fanno), è perché è proprio così, lo è nella scelta di raccontare una storia di sorelle, nel dimostrare l'impossibilità per chi si trova di fronte ad un male profondo, di fare qualcosa, qualsiasi cosa. E nella scelta dei visi (soprattutto della sorella maggiore). 
Nella "vita di Setta" (non a caso Manson la chiamava Famiglia), invece, un forsennato utilizzo del campo lungo, a dimostrare che no, non ci sono recinzioni tutte intorno alla fattoria, la gente non scappa anche se potrebbe perché è chiusa dentro la propria testa, e da lì non scappi, Mai. Come dimostra una fulminante scena finale (parlo proprio degli ultimi sette/otto secondi) che nvece di liberare e lasciarci una pur blanda speranza, ricarica tutto il film di un'inquietudine Malata.

giovedì 26 gennaio 2012

MISSION:IMPOSSIBLE MISSION : M:I 4 - PROTOCOLLO FANTASMA

Ed eccoci, domani esce anche in Itaglia Mission:Impossible - Protocollo Fantasma, quarto capitolo del franchise che abbiamo ripassato negli ultimi due giorni. Voi Itagliani cercate di dimenticare il "bel" servizio reso a Roma e ai suoi cittadini-scimmie e fate i superiori, non ripagate con la stessa moneta e andate a vedere il film, che è divertente, vale il prezzo del biglietto e di una vaschetta di pop-corn (ma quella piccola eh, già se prendete quella grande spendete troppo). Il film è di Brad Bird, che tutti veneriamo per robina tipo Il gigante di Ferro, Ratatouille e Gli Incredibili, alla sua prima prova da regista in carne. La stoccata me la riservo per il finale...
In ogni M:I che si rispetti... ritorna Tom - che è inutile che ci fa vociferare che questo è l'ultimo M:I e passerà il testimone a Jeremy Renner, non ci crede nessuno Tom. Sono certo che ci sarà un quinto dove, al limite, Ethan Hunt verrà rapito da qualcuno e finalmente invece dei soliti aggeggini minuscoli, quella volta ci sarà da recuperare un gigantesco aggeggione, il naso sempre più assurdo di Tom, che di film in film abbiamo visto crescere, crescere, crescere, tanto che infatti per la prima volta sulla locandina sono stati costretti a mettere Tom frontale invece che di profilo sennò dovevano fare il cartellone orizzontale. Ma il naso rimane astruso lo stesso:
In ogni M:I che si rispetti... guarda un po', ETom Hunt deve fare delle robe assurde intorno al mondo per salvare il buon nome della sua Famiglia (scientology?) e non far scoprire che ha una moglie con il naso da maiale. Nel frattempo deve anche scongiurare una minaccia nucleare di un missilone mazzafiondato alla volta di Chicago, cosa vai a fare, laggiù?
In ogni M:I che si rispetti... ci fanno vedere dei prodigi tecnologici che quando poi guardiamo il nostro iPhone 4 e ci crediamo di essere nel futuro ci viene voglia di buttarlo nel gabinetto per quanto è vetusto. In questo quarto capitolo hanno capito che sia noi che soprattutto Tom siamo stanchi delle nanotecnologie (!), quindi hanno fatto le cose in grande e invece di aggeggetti e ciuski subatomici ecco che la M.I.F. (Mission I'dlike to Fail) si è procurata un intero treno (questo a ribadire che le FS vanno fortissime da quando c'è dimezzo Luca Cordero):
...un po' il treno dei desideri che all'incontrario va parappapararà. 
Poi certo ci sono i guanti spiderman e il touchscreen utilizzato pure sulla carta igienica ormai, ma a queste cose ci siamo un po' abituati tutti. Un'altra trovata prodigiosa è un megaschermo/megascherzo che... be' questo ve lo risparmio che io mi sono divertito da matti a vedere la scena in cui lo usano.
In ogni M:I che si rispetti... Tom arriva a ricreazione e fa "chi vuole essere sollevato dal suo incarico e passare tutto il film insieme a me a fare cose impossibili con il solo fine di ripulire il proprio nome e la propria carriera lordati dalle false accuse che se non eravate amici miei già da prima non vi succedeva metta il dito qui sootttoooòòòò". E il dito ce lo mettono di nuovo Benji (Simon Pegg, abbiamo già detto l'acquisto migliore della serie, hacker+joker in un solo attore):
Il solito figone questa volta etnicamente corretto:
E poi il nuovo arrivato, quel Jeremy Renner che da un paio d'anni a questa parte sta facendo praticamente TUTTO: due candidature all'oscar, Hawkeye, sarà nel nuovo Bourne e pure in un ennesimo Fable Movie, Hansel e Gretel (Gemma, ben tornata!). Hansel... quest'anno va un casino.
Mi piace, e molto. Ha lo stesso tipo di approccio all'azione che ha Daniel Craig: faccia da serbo alcolizzato 
ma vestito con completi da 7000 dollari, e quando c'è da menare, mena; pure Tom:
E poi, prima della grande fuga, la grande figa. In questo M:I 4 fanno bella mostra di sè le veline, la mora già messa, ma rivediamola va:
e la bionda:
In quanto a fascino vince la francesina (mi duole dirlo), sì ok aiutata dal completino, ma c'ha anche una di quelle faccette francesine da cazzo di cui ti innamori all'istante (come Owen Wilson, infatti. O anche American Apparel). Si dividono il compito di essere le peperine esotiche del film, e si pigliano pure a botte, che è sempre un bel guardare:

In ogni M:I che si rispetti... le pro-loco internazionali si scatenano in una guerra alla location. Tutti a tirarsi le spie addossoper far girare una qualche scena di M:I nel loro paese (esattamente il contrario di quello che succede quando devono girare Hostel, invece). Come per le Olimpiadi o i Mondiali. Questa volta la spuntano, nell'ordine: Budapest, dove fa una comparsata nostalgica il nostro amico Sawyer, che si veste come al solito come un coatto, ma fa sempre la sua muflona figura:
che poi lui avrebbe meritato più successo delle copertine di Men's Healt. Un giorno mi metterò a fare una ricerca di dove sono finiti tutti i protagonisti di LOST. Un giorno.
Poi tutti in carrozza alla volta di Mosca, dove Tom Hunt fa una grande fuga da un carcere di massima sicurezza, non prima di aver avuto l'occasione di sfoggiare il suo fisico da "stupendo cinquantenne" (per la cronaca: no):
Dopo mosca fai un passo e ti ritrovi a Dubai, è automatico, e li sono cazzi con le tempeste di sabbia e i palazzi di vetro alti alti alti e Tom è piccolino che cosa ci vuoi far.
In ogni M:I che si rispetti...  c'è la scena della festa elegante, c'è proprio in TUTTI gli M:I perché così le grandi firme possono fare un po' di "dress placement". Quella di M:I 4 si svolge in una supervilla di un sudato sultano di Dubai, e via con balletti bollywoodiani e sfoggio di statue di Shiva e Visnù:
Vedere questa scena e pensare a Hollywood Party è un tuttuno. E comunque sempre viva gli americani vestiti bene che però proprio no, proprio non ci riescono:
In ogni M:I che si ripetti... Tom Cruise prende le leggi della fisica le appollottola come un foglio di carta e le lancia nel cestino facendo centro. In questo, dopo la stanza bianca, il palazzo scivolone e il palazzo altalena fa la cosa più matta di tutte (ma non matta per lui che tanto pure se si spezza il cavo e lui cade e muore è solo che contento perché tanto arriva Xenu con l'astronavicella che lo fa riapparire, sai no, come quella scena di Ritorno al futuro). Insomma in questo Collo Fantasma Tom si fa appendere PER DAVVERO al più alto palazzo del mondo, a Dubai. Tom si è sempre bullato di usare quasi zero controfigure, e gli si deve dare atto: è vero. Guardate questo prima di dire "era tutto schermo blu":
VOGLIO VEDERE VOI! Io non lo facevo manco per dieci milioni di dollari! Io che se pure adesso mi giro e guardo giù dal soppalco ho i capogiri. Bravo Tom, lasciali parlare quelli che dicono che ti sei ammattito, voglio vedere loro appesi al cavo sul palazzo più alto del mondo. Ci piaci così Tom, totalmente sbroccato che fai queste cose:
Ah ah le cose che si riescono a fare con Photoshop al giorno d'oggi... Infatti. Sì.
Lo sai che sarebbe stato un'ideona di viral marketing? Fare dei pupazzi di Tom Cruise da appendere ai palazzi! Capito come? Come quegli squallidi Babbi Natale! No, forse non sarebbe stata un'ideona. Tra le altre scene valide ci sono un bell'inseguimento insabbiato
e una scazzotata finale in una locazione semovibile (un parcheggio) che pare un po' come quando John McLane ci faceva vedere che fine fanno le nostre valigie dopo che le abbiamo messe sul rullo. Qui vediamo che "fine fanno le nostre macchine". Ah ecco, vengono usate da Tom Cruise per farle cadere sui terroristi. La scena è divertente, comunque. Il terrorista un po' meno, un po' scialbo. Che sono un po' di anni che tutti gli attori svedesi, norvegesi, islandesi hanno lavoro assicurato nei film amerigani, sempre nella parte dei cattivi con gli occhi di ghiaccio, chiaro.
Poi anche a Renner gli ritagliano una scena - la solita citazione onanistica - che a me personalmente mi ha fatto sudare le mani facendo diventare i braccioli delle spugne (belle immagini per chi si siede sulla stessa poltrona di C&B lo spettacolo dopo, le regala C&B). Questa scena qui:
Fatemi concludere: Caro Tom, in questi due giorni ti abbiamo un po' scherzato, ma lo sai invece che C&B ti vuole un bene grande! Non prestare attenzione a chi dice che ormai sei vecchio, continua a fare i tuoi film action che vai benissimo. Oh, coso lì, Bruce Willis, c'ha cento anni sta girando un nuovo Die HArd (e non farmi neanche nominare quei ridicoli degli Expandebles o come si scrive, va). Dai Tom che io non me lo scordo Magnolia, non me lo scordo Eyes Wide Shut. Ciao Zio Tom, io faccio il tifo per te. Sempre.
Insomma ci è piaciuto? Meno del primo, chiaramente più del secondo, alla pari del terzo. Non è Bourne, non è 007 Casino Royale, logico non è Drive, ma per fortuna non è neanche Expandleblos o come si scrive, dio santo! Una cosa da dire c'è, che quando sai che al timone c'è uno come Brad Bird, be', qualcosa di più te l'aspetti (fosse che la mia teoria dei registi live action che funzionano benissimo se prestati all'animazione è totalmente contraria se invece è un regista d'animazione prestato al live action? Possibile.) Ad esempio ti aspetti almeno dell'animazione digitale fatta coi controcazzi, invece c'è un'incomprensibile sigla iniziale (quella classica con la miccia che brucia) fatta al computer malissimo e in più che spoilera mezzo film. Impossibile eppure vero.
Però non scordiamoci che il franchise è di Tom, anzi È Tom, quindi lui decide e tutti zitti e Mosca. 
Io mi sono divertito.
QUESTO POST NON SI AUTODISTRUGGERÀ, ANZI RIAPPARIRANNO PURE TUTTI QUELLI PRIMA CHE LI HO RECUPERATI DALL'HD BRUCIATO... E CHE PERDO ORE DI "LAVORO" SOLO PER L'IDEA SCEMA DI FARE I POST CHE SI AUTODISTRUGGONO, E CHE LALLERO?