martedì 31 luglio 2012

C&B al LAGO FILM FEST • Giorno 3 e fine...

*Ed ecco l'ultima puntata. Sempre in differita e sempre più lunga, roba da farsi sanguinare gli occhi. Io comunque ho già avviato le pratiche per comprare casa al Lago. Anzi mi sa che mi compro proprio il lago di Lago: PRIVATIZZO IL LAGO! E ci faccio il mio festival privatizzato: il BROCCOLAGO FILM FESTIVAL E ci faccio entrare solo chi dico io pappappero! Comunque io non so se voi avete mai fatto una vacanza di quelle che poi torni e siete tutti migliori amici e BestFriendForever non ci lasceremo mai ma mi raccomando eh! Ecco, paro paro...*
E alla fine arriva il giorno più atteso, quello per cui tutti trepidano, quello che tutti aspettano da un anno in sordina e da dieci giorni in sardine, quello che chiude i giochi, che tira le fila, che mette in puntini sulle “i”: l’ultima serata! La tensione è alle stelle, le orecchie tese alla ricerca di anticpazioni, gossip, i muscoli tesi, le notizie si rincorrono impazzite come una muta di cani idrofobi per le stradine di Lago.
Tutti, ma proprio tutti, si fanno una sola e unica domanda, LA domanda, quella che da giorni riempie la testa di ospiti, collaboratori, visitatori, giudici e registi. E la domanda è: 
Ma quanto è smorfioso Carlo? (Cioè nel senso quante smorfie fa quando fa le foto?) 
Ah, non era questa la domanda? Per me sì… Ah, era l’altra? 
Quale cortometraggio vincerà il primo premio del Lago Film Fest 2012? 
Vabbè ma che è una domanda? Ma guarda a me ad esempio premevano più domande come: “Perché non ho visto neanche una rana vera?” oppure “Ahò, ma non è che dentro al lago ce stanno ‘e bisce de mare che me mozzicano?” o non ultima “Scusa, ma che sai il numero di telefono di quella ragazza bionda riccia?” [Risposta all'ultima domanda "Il numero di telefono? E che è? Casomai ho il feis, il tuitt, il flic, l'ist, il gugelplas... ma quanti anni hai C&B? QUANTIIII? Madonna che vecchio..."]. 
Ma siete sicuri sicuri? No, perché io vorrei ricordarvi che la giuria aveva come kapò capo quel certo giurato, Mad Max, che secondo me poteva far prendere una strana piega alla fase finale delle votazioni: 
Giurato 1: A me è piaciuto molto il corto polacco… 
Inglourious Hattler: È ziküro?
Giurato 1: È sicuro? Sì, sì è sicuro… 
Mad Max: È ziküro? [prende dalla tasca un contenitore in pelle di alligatore sudamericano e tira fuori un bisturi odontoiatrico
In effetti io alle votazioni c’ero (ho portato a tutti i gelati e i caffè) e devo dire che oltre a qualche momento di ilarità generale e un pizzone in faccia stranamente risparmiato dal candidato romano (sta mano po’ esse piuma) la cosa è filata via liscia e anche io mi sono ritrovato d’accordo con il verdetto della giuria. Giuro. 
Lo so che volete sapere il nome del vincitore, ma pensate che prima non vi tenga qui almeno 33 minuti a parlare di altre cose? E che volevate il dettato del comunicato stampa? Ecchellallero. 
Quindi, cominciamo col dire una cosa che mi preme fortissimo: il Lago Film Fest è stata una di quelle esperienze che quando finiscono e te ne vai (in questo preciso istante sono sul treno che mi riporta in Patria, Roma. Patrioma) ti accorgi che la tua vita ha un pezzo in più. Un pezzo fatto di nuovi ricordi, nuovi amici, amici che magari non rivedrai mai più ma, cristo santo, sono amici, e non di quelli 2.0, proprio quelli 1.0. 
Persone che ti hanno accolto, ti hanno abbracciato calorosamente, ti hanno anche chiesto continuamente come stavi solo perché te ne stavi lì con la tua solita espressione torva in faccia perché pensi di fare il Michele Apicella della situazione, e ti ha fatto pensare di trasferirti lì; gente che ti ha detto (testuali): 
«C&B, scusa devo fare una manovra un po’ lunga per uscire da questo parcheggio». 
Roba che a Roma una frase del genere detta in mezzo al traffico scatenerebbe risate sguaiate, cric che saettano contro mascelle, dita medie alzate così in alto che sembrano voler toccare il cielo.
Insomma persone che, al contrario dei bei reportage di denuncia tipo questo:
che fa il buon Alberto Nerazzini (ormai amici per la pelle io e lui, stiamo già preparando un dossier sulla lobby dei registi cani nel Cinema Itagliano), ti dimostrano che l’Italia vera è bella, è bella davvero. 
Ma come parlo? Ma che sto dicendo?! Mi sto rammollendo ve’? Sarà che ho dormito un’ora e non connetto, ma non vi preoccupate, da domani colazione al vetriolo per me e torna il Ciebbì che tutte avete imparato ad amare. Intanto però fatemi godere il fatto che al LAGO mi si è allagato e allargato il cuore.
A proposito di amore con le more maiuscole. Ieri, come avete visto, abbiamo tentato la carta “adulazione in mondovisione” con la gallery di sirenette lagustri, belle ragazze che si tuffano e io sotto che con la scusa del reportage...
Stamattina mi sono svegliato, sono uscito dalla stanza e ad aspettarmi ho trovato uno stuolo di nerboruti giovincelli (no, non erano quelli della Gioventù Hattleriana) che sembravano i Warriors: alcuni roteavano nella mia direzione dei bastoni appena strappati a dei pini secolari. Mi hanno detto che erano i Principi Ranocchi, quindi dopo una mediazione che mi è costata due costole (mi è costolata, quindi) abbiamo firmato un armistizio che prevede la resa mia incondizionata e la realizzazione di gif dedicate all’universo maschile del Lago Film Fest. Ecco a voi i sirenetti el LFF: 
Certo quanti bei ragazzi al Lago, è proprio vero che: 

Sto mettendo talamente tante gif in questi post che pare più il Giffone Film Fest che il Lago Film Fest. E invece no, era, è e sarà il Lago Film Fest
E speriamo che quello che Viviana Carlet (organizzatrice del fest, ragazza minuta e fortissima, che vale oro quanto il quadruplo del suo peso) ha detto durante la serata di premiazione non sia vero, che forse daranno in mano l’organizzazione del LFF ad altri (e che devo ricomincia’ tutto da capo?!). Spero invece che lei e la sua stupenda equipe continuino a fare il Lago Film finché non si prosicugheranno tutti i laghi del mondo, e anche quando succederà, io mi offro volontario per riempire coi secchi il fondo desertico: mi metto su un pedalò e coordino col megafono, ok? 
Torniamo un attimo alla giuria vi va (Come? Avete già da tempo mollato la lettura e siete andati a vedere i vincitori sul sito ufficiale del Lago? Male, perché vi sareste persi la parte in cui parlo delle cose che hanno organizzato intorno al contest cinematografico, che sono tante e bellissime! Scem on you se sei andato via…) 
Quindi quelli della giuria. Io li guardavo di sottecchi tutto il tempo e mi dicevo “Ma questi li ho già visti da qualche parte, non solo i due che vanno in tv, io manco ce l’ho la tv. No, è più una sensazione di deja vu delle attrazioni… Poi l’illuminazione: ma sono quelli di Oz! Sono loro! Sono lorOz! Ci sono tutti: 

DOROTHYena

IL LEONE coraggioso 
LO SPAVENTAPASSERI timido 
L’UOMO DI LATTA senza cuore (almeno a quanto dice lui)
...e c’era pure il MAGO! 
Quindi la dimensione fabiesca non era un caso! Ero ad OZ... LAGOZ! E non me ne ero accorto, ma è colpa della mia daltonia, il verde smeraldo del fondo del lago era davanti agli occhi(alini) di tutti. Io ero la scimmia volante. E comunque come dico da tempo "Beard is the new Black".
Aspettate che ho quasi finito di tessere le lodi del Lago Film Fest nella vana speranza di essere invitato di nuovo il prossimo anno (al limite mi accontenterie di una vacanza estiva nella casa nella Foresta Nera di Herr Hattler). 
Insomma al Lago non si fanno mancare nulla, infatti oltre alla selezione di cortometraggi (ce n’erano per tutti i gusti: animazione, live action, documentari e sperimentali), sui ciottoli di Lago e sui moli del lago, si alternano performance artistiche (bella ed evocativa la processione che restituiva al lago gli oggetti che il lago “sputa” nel tempo sulle rive: remi rotti, rami ritorti, rovi rovinati, reti ricucite, rane o raganelle, rari reperti, rurali ritrovati rincalcati). 
E poi c’è l’Atelier FraSe. Che è la coppia di architetti che ogni anno si occupa di realizzare l’ingresso del festival e le istallazioni nella cittadina. Il lavoro è dei più difficili, provate voi ad immaginare un’invasione di oggetti necessari per un’accoglienza degna di questo nome (bar, sedute, impalcature per le luci) e farle diventare parte integrante di un borgo medievale che getta le sue fondamenta in un lago. L’Atelier FraSe ci è riuscito.
Legno + ingegno, altro che Leroy Merlin.
Ma c’è spazio anche per la carta stampata: al Lago infatti ha trovato spazio anche la distribuzione di un numero speciale di Banchie (quale nome poteva essere più adatto? Broccoli?): una fanzine su carta gialla che riporta alla mente gli anni dove xerox era sinonimo di cratività. Ecco la versione web (ma la versione web di una rivista cartacea non vi sembra sempre una contraddizioe in termini?) 
Ok, la smetto. Scusate è che quando una cosa mi piace tendo a parlarne molto (dovreste vedere le orecchie delle vittime di sguardling come fumano). Passiamo alle cose serie. Parliamo di corti, vincitori e vinti, sindaci e sindacati, premiazioni e triccheballacche! 

Tamburino i tamburi, rullino i rullini, arpionino le arpe, spanzino le panze mostrate sui pedalò: ecco il vincitore del Lago Film Fest 2012: 
A fábrica, Aly Muritiba, BRA, 2011 
Bello. Bello. Bello. Un cortometraggio che è poesia (ma non altisonante o noiosa), un corto breve che è potente come un film gigante. Brasiliano (d’altronde i giurati venuti dal Brasile… ops), attori estasianti, montaggio e regia che molti registi dovrebbero guardare, di quelle regie che riesce a fare dalla più semplice delle cose (un’inquadratura in piano americano di una signora in un stanza) la perfezione filmica. Bravi (e belli) i giurati! Adesso posso fare la Iena?! Dai mandatemi a fare le canzoncine e le pernacchie a Carolina Crescentini. Oppure come Fabio Volo con la Marcuzzi
* * *
Se la giuria internazionale diretta dal visual artist Max Hattler e composta da Alberto Nerazzini, Angela Rafanelli, Andrea Martignoni e Sebastiano Barcaroli ha premiato il brasiliano A Fabrica, cortometraggio intenso e drammatico sui carcerati in Brasile, quella popolare formata dal pubblico del Lago Film Fest ha scelto il documentario Not To Be firmato da Chelsea McMullan e prodotto da Fabrica, come miglior film dell’ottava edizione.
Questo è il verdetto annunciato sabato 28 luglio nel corso della cerimonia di chiusura del Lago Film Fest, Festival Internazionale di Cortometraggi, Documentari e Sceneggiature che da otto anni si svolge a Revine Lago (TV) sotto la direzione artistica di Viviana Carlet. 
La lista delle opere premiate si completa con il russo INSIGNIFICANT DETAILS OF ACCIDENTAL EPISODE di Mikhail Mestetskiy (MENZIONE SPECIALE MIGLIOR FILM SEZIONE INTERNAZIONALE), il finlandese KUHINA di Joni Männistö (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE SEZIONE INTERNAZIONALE), gli italiani LE FOBIE DEL GUARDRAIL di Marco Capellacci (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM ITALIANO) e CUSUTU N’ CODDU di Giovanni La Pàrola (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM DI FICTION SEZIONE ITALIA), lo spagnolo VOICE OVER di Martin Rosete (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM SUI GENERIS), il finlandese KÄDESSÄNI di Hannu-Pekka Peltomaa (MENZIONE SPECIALE SUI GENERIS), lo spagnolo INERTIA di Carlos Irijalba (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR FILM NUOVI SEGNI), il russo HERMENEUTICS di Alexei Dmitriev (MENZIONE SPECIALE NUOVI SEGNI PER IL MIGLIOR USO DELL’IMMAGINE), lo svizzero DIE NAMENLOSEN (MENZIONE SPECIALE AL MIGLIOR DOCUMENTARIO NUOVI SEGNI), PICCOLA TERRA di Michele Trentini (MENZIONE SPECIALE SEZIONE VENETO), l’italiano C’ERA UN FIENILE di Beppe de Caro scelto da una giuria di 400 bambini per il PREMIO UNICEF AL MIGLIOR FILM PER BAMBINI. 
Sul fronte delle sceneggiature, in totale 8 finaliste su una centinaio pervenute da tutta Italia per concorrere al Premio Rodolfo Sonego, la giuria formata da Antonello Rinaldi, Doriana Leondeff, Emilio Bolles, Manlio Piva, Marco Maccaferri, Rita Di Santo, Silvia Napolitano, Alexis Sweet, ha deciso di non premiarne alcuna ma di assegnare una menzione a “Roberta” di Giordano Vanacore per la qualità della scritture del testo e del soggetto originale. 

* * *
Ci tengo a sottolineare che l’animazione non mi è piaciuta, il corto sui generis invece sì (ah, il primo bacio. Ma che bello che è il primo bacio. Il primo bacio è l’apostrofo rosa tra le parole “Da ora in poi è solo” e “decomposizione”). 
Comunque c'è una cosa che non si vede nei video e nelle foto ufficiali: io a fine premiazione mi sono alzato da in fondo alla sala prato e ho urlato: «ANCHE IO VOGLIO DARE UN PREMIO! VOI AVETE DATO I PREMI A LATERE! IO VOGLIO DARE UN PREMIO A TERGO! IL MIO BROCCOLO D’ORO VA AL TERGO DELLA RAGAZZA BIONDA RICCIA!» ...poi i Carabinieri del paese mi hanno preso e trasportato nelle patrie galere mentre urlavo «Sono un broccolino vero! Non sono un broccolino di legno, restituitemi al lago, che torno in bocca alla balena!»
Oltre al fatto che si è capito benissimo che i viaggi in treno sono la cosa più noiosa del mondo e avere un computer con cui scrivere è deleterio, abbiamo anche capito che C&B quando dice una cosa la fa: avevo promesso foto di tette! E foto di tette… no, non ce ne sono! Ci ho provato ma pure loro se invitano la Rafanelli invece della Blasi non è colpa mia. 

Riassumendo: 
Lago Film Fest stupendo. 

Viviana e Carlo coppia dell’anno, non credete a chi dice che sono William e Kate. 
Giurati da fiaba. 
Ciebbì ipnorospo obnubilato dalle sirene del lago. 
Lettori con un attacco di diabete da stroncare un cavallo. 
A trionfare è il bel Cinema. 
Ciao e al prossimo anno. Io ho già comprato la muta da sub perché cascasse il mondo il prossimo anno voglio trovare la locomotiva della guerra inabissata. 
Aspetta!!! (questo post si sta trasformando in quella scena di Hollywood Party) Devo assolutamente fare la BROCCOL’S LIST di ringraziamenti speciali. Eccola qui: - Viviana (quando si dice: la forza della natura); - Carlo (daje); - Michele (domani sono da te a Londra, parto ora in pedalò); - Ester (continuano a non piacermi per gnente, che ce posso fa’); - Angela, Alberto, Andrea, Sebastiano (a giudicare dall’affiatamento non stento a credere che eravate d’accordo già da prima, indagherò); - Clara (guidi benissimo!); - Emiliano (quel pedalò inabissato non è colpa mia); - Rita, Marta, Ester e tutte le sirene del lago (...sì, si chiama sguardling... l’ho inventato io… Come? L’altro lo fa meglio? Ah.); insomma a tutti voi: grazie! Alla fine due anni e mezzo di quotidiana beneficenza culturale su ChickenBroccoli sono valsi a qualcosa. Domani chiudo.














DRIIIIN 
- Pronto? Sono Ciebbì. Chi è? 
- È ziküro?
[Fine veramente? Chissà, io potrei continuare a parlarne per altri mesi. Comunque pensiamoci per quell'idea del Broccolago Film Fest. Anche perché so che Max pure ha avuto un'idea per un suo festival personale: il Norimberga Film Fest...]

lunedì 30 luglio 2012

C&B AL LAGO FILM FEST • Giorno 2

Ecco, con una differita degna di un messaggio lanciato nelle spazio che arriva 40anni dopo, il reportaggio del secondo giorno al LAGO FILM FEST 2012. CIoè in pratica roba successa 4 giorni fa, che nell'era di internet equivale al secolo scorso. Intanto io da oggi dieta che se rivedo le mie foto mi pare di essere stato al LARGO FILM FEST, altroché... Al contrario le ragazze del Lago...
Tra i giurati del Lago Film Fest c’è Alberto Nerazzini. 
Il nome magari a voi non vi dice nulla, ma questo è un bene perché fa di voi persone oneste. Infatti il suo nome è noto più che altro alla feccia umana del (Non Tanto) Bel Paese; gentaglia come mafiosi, camorristi, tangentari e Don Verzè. Costui è infatti uno dei reporter più impegnati di Itaglia (l’impegno dei reporter si misura nella quantità di querele che si portano dietro, un po’ come le cicatrici in quella scena di Arma Letale “Hey baby, guarda chi mi ha denunciato”…). Quindi insomma illo è impegnato nello ravanare nel torbido, aprire i cassonetti dell’immondizia della società, rovistarci dentro e tirare fuori Berlusconi (infatti non ha il tempo di pettinarsi). Un applauso.
Ho voluto iniziare questo post del secondo giorno al Lago Film Fest con una piccola biografia del Nerazzini perché spero di lavorare in tv perché gli voglio dire che lo capisco! Io mi sento un po’ un collega! Lo so anche io il duro lavoro del reporter, che devi andare in giro armato di iPhone nascosto tipo l’orologio di Pulp Fiction a fare il tuo lavoro di inviato speciale in nome della Giustizia del Cinema, un po’ come un eroe senza macchina e senza paura, e testimoniare la Realtà quella scomoda, quella che nessuno vuole sapere, fotografare chirurgicamente la realtà che ti circonda, ciò che succede intorno a te, insomma fare l’impiccione! 
Perché è giusto che il mondo sappia. Il mondo lo deve sapere! Lo devono sapere tutti quello che ho scoperto! C&B per il sociale. C&B di denuncia. C&B ha scoperto che nel lago di Lago ci scarica abusivamente una fabbrica di prodotti di bellezza e le ragazze che ci fanno il bagno di trasformano in sirene! Ho le prove provate in gif (viva la gif): 
Che scoop signori miei! Fare gli scoop (ma qual è l’infinito di fare gli scoop?) è un duro lavoro, ma qualcuno deve pure farlo. Le ragazze del Lago vengono chiamate amichevolmente rane. Se tanto mi dà tanto io faccio il principe ranocchio, ok?! 
Ordunque. Dopo aver rischiato la denuncia anche io (per molestie più che altro) è finalmente giunta l’ora di parlare di film! 
Dovete sapere che proprio ieri era il giorno in cui i giurati hanno scelto il loro vincitore. Io – che come ho appena dimostrato con le gif di poco fa rischio la vita per voi (il girovita intendo, che sono tre giorni che non faccio altro che mangiare manicaretti veneti e stare sdraiato su un prato), nonché l’epilessia – mi sono intrufolato nella stanza dei giurati e vi report fedelmente parola per parola tutto quello che è stato detto a favore o a sfavore di questo o quel film. I giurati – come vi raccontavo ieri, anzi come ti raccontavo ieri, visto che questo ridente post l’avete letto in uno – si sono divisi tutti i film in concorso per categoria.
Allora Alberto – ormai amici, brothers in arms, compagni di processi – e Andrea Martignoni – altro giurato, storico dell’animazione, ma soprattutto un tipo tranquillo e super-alla-mano che al contrario di altri non è stato tutto il tempo a dire io ho fatto questo io ho fatto quello ma soprattutto sono famoso per quest’altro il che me l’ha fatto stare simpatico subito, è anche proprietario di una cagnolina a forma di tubero che stava in stanza di giuria e mi sa che anche lei, come tutti noi chiusi in quella stanzetta, non vedeva l’ora di andare a mozzicare una coscia di rana… 
Agevoliamo diapositiva in cui la cagnolina fa l’acrobazia più incredibile che potesse fare:
Entrambi, dicevo, si sono divisi i cortometraggi internazionali mentre Angela Rafanelli (nuda gossip scandalo nuovo fidanzato iene paparazzi belen corona robert pattinson… scusate ma qui bisogna pur guadagnarseli dei contatti, cosa non si farebbe per un pollice su), che se non lo sapete è una delle Iene di ItaaaaliaaaaUnoooo, io non lo sapevo, ma la gente lo sa, visto che ogni tre secondi la ferma e le fa oh ma tu sei delle Iene, ci puoi fare lo stacchetto con le pernacchie? e ancora dai anche io voglio diventare una Iena o ma la Blasy c’ha le tette rifatte? E noi giù tutti a ride (iene ridens, infatti). 
Lei comunque si è beccata i film italiani (poraccia) e un altro tizio, che chiameremo Caio Sempronio, ha visto tutti i film Sui Generis (cioè tipo gli horror, la fantascienza). 
Max Hattler, giurato tedesco e video-artista, si è visto i film sperimentali. 
 Ecco, io che sono bravo ho fatto una piccola intervista a Max. Eccola qui:
- Ciao Max. Allora, tu sei tedesco. Quindi mi chiedevo se questo tuo cognome così “importante” e impegnativo ti ha mai creato problemi col tuo lavoro di videoartista; come ci convivi? No, voglio dire, non deve essere facile. Forse hai scelto la strada della videoarte e dell’astratto proprio per delineare nuovi contorno alla Storia, pesante e atroce, della tua famiglia. In fondo tuo nonno ha fatto quello che ha fatto, credo debba essere un bel fardello per te. Nei tuoi lavori, permettimi il paragone, ho infatti letto quell’astrattismo proprio di un Guernica, oserei dire quel malessere proprio di un Pollock. Quelle sensazione non definite che solo l’orrore può dare. Insomma Max, dicci di più su come vivi con il tuo cognome, liberati di questo fardello con noi. 
 - It’s HATTLER. With the “A” not “I”. And double “T”, moron. 
 - Ah… sì… dunque… aaah già… my bad my bad… sai queste stagiste… quindi aspetta… allora fammi vedere le altre domande… quindi… haimaigiratonelbunkerdituononno direi che non va… ecco ecco questa va bene. Allora: parlavamo dell’astrattismo e della tua passione per triangolo. Come avrai notato anche io ho una passione per triangolo. Come forma geometrica. Non ho in mente altro. Vogliamo parlarne? Max? Cosa? Perché mi guardi così? Aspetta che fai? Cos’è quella? …assomiglia a una luger… 
Logicamente questa conversazione non ha mai avuto luogo - anzi sono anche certo che dopo trenta secondi dalla pubblicazione di questo post la direzione del Lago Film Fest mi chiamerà nei suoi uffici e farà decidere a Max, ospite d’onore al contrario di me, il mio destino. E io ho come la certezza che Max mi caricherà su un treno, proprio come faceva il non… ok ok la smetto. Madonna certo che voi tedeschi emmaddo’ l’ironia proprio eh? 
A Maxxe, beccate questo.
Torniamo seri. L’accanimento broccolo ai danni di Max è dato solo dal fatto che il biondo e taciturno e timido Max è ad un passo dal mutismo. Gli chiedi una cosa tipo – che so – l’indirizzo di casa sua e lui è talmente di poche parole che ti dice la via ma non il numero civico. Gli chiedi il numero di telefono? Lui ti dice il prefisso, ma si stanca a dirti il numero. Infatti, qui arriviamo al punto, durante la lotta grecoromana che i giudici hanno intavolato per decidere il vincitore lui è stato tutto il tempo zitto. E dire che quei poverini dei giurati si sono sforzati anche di parlare inglese tutto il tempo che ci mancava di sentirli dire UOZZAMERICAMOSTTARDAMACCARONEMAIPROVOCATOEIOTEDISTRUGGO e stavamo a posto. Be’(ne), guarda Max, non si fa così. Io capisco che quando hai in testa triangolo è difficile concentrarsi, ma un po’ di sforzo potevi farlo. 
Comunque alla fine la giuria ha dato il suo verdetto, con cui stranamente mi sono trovato d’accordo. Domani se lo trovo ve lo metto… 
Vi ho già detto che al Lago Film Fest c’è uno schermo nell’acqua? Che si vede il meglio del meglio del meglio della selezione di cortometraggi internazionali, che ci sta gente bellissima e che la sera si va tutti a ballare 
(oh! si balla il liscio! siamo in un paesino veneto mica così per fare! Che volevate, doppia line-up Ryuichi Sakamoto vs Squarepusher? Che volevate i Plaid? Qui gli unici plaid sono quelli che ti metti la sera sulle ginocchia per i reumatismi da umidità…) e si bevono fiumi di prosecco – quello buono, mi dicono, che qui c’è la Via del Prosecco - dai Max, effattela ‘na bevuta che te diverti – e, soprattutto, si fa tutta sera sguardling che manco fosse arrivato Ryan Gosling in persona. 
L’esperienza di inviato speciale – un lavoro massacrante – si sta rivelando è rivelata una delle cose più belle mai successe a C&B (certo, bisogna dire che stare chiusi in casa sempre non aiuta a fare molte esperienze entusiasmanti, anche se ricordo con piacere quella volta che mi si otturò il lavandino della cucina e passai tutta una notte con gli stracci carponi per terra), peccato che debba finire così dopo questo post, con un calcio in culo e dieci denunzie da personaggi televisivi, organizzazione, cani a forma di tubero, ragazze in preda allo sguardling e tedeschi biondi. Come? Nooone, non posso dirvelo il cortometraggio vincitore! Lo svelano stasera hanno svelato durante la serata di premiazione quindi siete ancora in tempo. Partite. Ora. Treni, macchine, moto… che ci vuole. Oh potete venire pure con l’idrovolante, che volete di più? 
Speriamo solo che non chiedano a Max di annunciare il vincitore: 
«And the winner is.» e se ne va...

sabato 28 luglio 2012

C&B AL LAGO FILM FEST • Giorno 1

Continuano i post in differita direttamente (o in diretta differatamente? chi lo sa) dal LAGO FILM FEST , in pratica dei praticissimi copia/incolla dei post che scrivo per FrizziFrizzi che siccome loro hanno il dominio e io no allora fa più professionale pubblicarli prima lì, oh! Qui ci stanno i giornalisti della RAI, mica pizza e broccoli!
Ciao. Ho notato che avete messo un solo like al mio post precedente. 
No, ma lo capisco. Non ve ne faccio una colpa, figuratevi. Lo capisco perfettamente. D’altronde non è facile pensare che io faccio così
...mentre voi siete alle prese con la chiavetta della macchinetta del caffè, in ufficio, che vi ha rubato i soldi. Evvabbèddai. D’altronde Facebook non funziona un po’ così? Stai tutto il tempo a rosicare e ad alzare il pugno al cielo maledicendo gli Dei (da quelli finnici a quelli indiani) mentre vedi le foto di gente che sta al mare, coi piedi a mollo, o in montagna, coi piedi a mollo (in torrenti). (I piedi a mollo vanno un casino. Sai anche cosa va un casino: la foto da sopra con la pancia e le gambe alzate e il costumino rialzato dalle anche che te vedo non te vedo). 
Ma non divaghiamo: LAGO FILM FEST • Giorno 1! Intanto parliamo della nottata precedente: mi fanno: "Guarda C&B oggi andiamo al letto presto, tipo le 2". E le due le chiami presto?! Io alle 9,00 di solito sono già sotto alle coperte e dormo come un bambino! E insomma andiamo a letto e, dopo che ieri abbiamo riso come matti del letto francescano, mi sono anche accorto che in realtà la mia era una stanza doppia. Infatti ho avuto il piacere di dormire con lui: 
Ah, la natura quanto è bella, ispira tanto spauramento. 
La mattina ci alziamo come militari di leva, io e i giurati (che non so proprio perché ma mi guardano straniti e ogni tanto mi fanno salve lei è qui per portarmi la valigia in camera?; salve, mi porti un caffè; salve, mi si è otturato il bidé, ci pensa lei? Ma lei non sa chi sono io! 
Infatti no… 
De?
Aurfiderzen!
E dopo una colazione dei campioni a base di cicale vive e muschio, iniziamo con la nostra schedule serratissima, che pensavo prevedesse andare a fare il bagno e invece no, dobbiamo vedere i corti in concorso. 
Sì perché infatti mi ero scordato che c’è questo particolare del festival internazionale di cortometraggi che è vedere i cortometraggi. Ci chiudiamo in una saletta e si dia il via alle proiezioni. Io mi riempio una bacinella di acqua e mi faccio il mio microlaghetto personale, dicesi pediluvio. 
Da quanto ho capito i giurati si sono divisi i film, poi ognuno porterà il suo “candidato” alla vittoria finale. A quel punto saliranno tutti su una chiatta in mezzo al lago e in una rocambolesca Royal Rumble (o con dei cotton fioc giganti tipo American Gladiators) si butteranno a lago e ne rimarrà soltato uno, che deciderà il vincitore. 
Io punto sulla Iena, la Rafanelli, agevoliamo diapositiva: 
(metto anche la parola “nuda” da qualche parte, così nelle ricerche google chi cerca “Iena Rafanelli Nuda” trova C&B, dài facciamogli ‘sto scherzone). 
Insomma iniziamo a vedere i corti e ce ne vediamo un po’ della sezione Sui Generis. Figurati io ci vado a nozze perché sono proprio quei film “di genere”, anzi cortometraggi (e che alcuni hanno la dignità doppia di alcuni film anche se durano la metà), quindi horror fantascienza, fantasy, grotteschi, apocalittici, assurdi. Poi spunta fuori Berlusconi (giuro) e ci spaventiamo tutti tantissimo. 
Mi sono segnato qualche titolo e ve ne faccio vedere uno:
e poi alcuni trailer: 



Facciamo che gli altri li venite a vedere al Lago Film Fest! E che lallero?! So’ boni tutti ad andare su youtube! Adesso voi vi staccate da quella dannata macchinetta del caffè e salite su un treno, va bene anche quel treno preposto per il carico di gente che ringrazia. Il famoso treno mercì. 
Soprattutto perché qui al Lago Film Fest – e abituatevi perché sarà la cosa che sentirete uscire dalla mia bocca più volte di sempre – dopo Aó! Ragazze a riva! Guardateme tutte! Me butto a bomba! – quello che conta è l’atmosfera. 

Davvero è incredibile starsene in una vallata circondata dalla natura a vedere film e corti; girare per il paesino e starsene su un prato davanti ad uno schermo luminoso. 

L’effetto è straniante e non ci avevo mai pensato prima: partiamo dall’assunto incontrovertibile che il cinema è Arte. E, proprio come un dipinto, si circoscrive in un “quadro”, un rettangolo che ti cattura l’attenzione, ti rapisce, ti ci ritrovi dentro tipo Sindrome di Stendhal all’ennesima potenza (altro che 3D), e non pensi più a quello che circonda quel rettangolo cantastorie, pensi solo alla storia che c’è dentro. E invece un’esperienza come il Lago Film Fest ti dimostra che, proprio come un quadro, anche i film possono avere la loro cornice, e se la cornice (quello che circonda lo schermo quindi) è esaltante come può esserlo un lago calmo, delle montagne russe di terra e alberi tutt’attorno, un cielo che, a proposito degli Dei chiamati in causa prima, c’ha tutte le stelle del planetario accese, tutto assume una dimensione anche più esaltante e quel quadro, con quello che c’è dentro, diventa più bello, più luminoso, più intenso. Talmente bello che – ma dimmi tu – tira fuori anche la vena poetica ©Harmony di Ciebbì. Siete già sul treno? Io vi aspetto, sono quello che sventola le foglie di palma ai candidati. Preferite rimanere attaccati a facebook? E allora beccatevi questa:

Sono le mie gambe? Vi lacerò con questa domanda horror... a domani qui e a tra qualche ora con il reportage dei oggi su FrizziFrizzi
!