[•REC]3 - Genesis
Il primo •REC è stato accolto con tutti gli onori del caso: zombi incazzati come quelli di 28 gg dopo, telecamerina usata BENE e per la prima volta (molto meglio di Paranormal Activity, di qualche mese successivo se non sbaglio) e tutto con un sanissimo rispetto per lo zombie-movie quello che ci piace a noi. Tanto che dopo un anno già c'era il remake amerigano paro paro e molto più brutto (poi un giorno vi spiegherò come fa un film paro paro ad essere più brutto. Ah no, già ve l'ho spiegato qui.)
Quindi que viva •REC siempre!
Poi venne •REC 2, e storcemmo il naso di fronte alla deriva religiosa. Cioè non che non ci fosse anche nel primo, ma io avevo fatto tutta una retrolettura secondo la quale la Niña de Valencia era stata scambiata per posseduta dal demonio, in un tempo in cui il concetto di zombi non c'era, e invece era zombi. Per me era una lettura bellissima.
Poi invece non era zombi mai, era davvero impossessata, con la sola differenza che se morsicchiava qualcuno gli trasmetteva un pochino di possessione facendolo diventare uno pseudo-zombi. Insomma impapocchiavano un po' troppo, lo fanno sempre gli spagnoli, come con la paella o i quadri di Dalì.
Adesso arriva il primo capitolo del terzo episodio (eh?). Sì, siccome che i registi erano due, Balaguerò e Plaza, si sono divisi il terzo episodio e mentre Plaza da solo dirige questo Genesisi, l'altro ha fatto il primo Mommy Thriller Spagnolo (vale la pena vedere come il film che si chiama Mientras Duermes e non ha nulla di davvero horrorifico, viene invece venduto in italia come un film di mostri sotto il letto. E con un fino gioco di parole BAD/BED come se la gente capisse i giochi di parole. Già non li capiscono in italiano, figurati in inglese. La prossima volta chiamate me che velo faccio io un gioco di parole bello, che non li avete letti i titoli dei miei post? Mi costano il sangue. No non è vero, mi vengono così. Non non è vero.)
Quindi insomma, Plaza dirige REC3 e da subito fa due dichiarazioni di intenti molto importanti.
La prima è: stop con la telecamerina stop. Dopo qualche minuto (e un incipit stupendo, godetevelo) la telecamerina cade e si spenge, proprio davanti a noi. Come a dire, ok, abbiamo capito che vi siete rotti le palle dell'andamento vomitevole di telecamerine, anche noi. Da qui in poi entra in scene Regia.
La seconda è: stop agli zombi corridori, li facciamo tornare deambulanti. Che insomma, non è che mo' possiamo fare che gli zombi diventano tutti dei Bolt, eh!
E tutto questo lo accogliamo con un ben. FINALMENTE.
Infatti di telecamerina ci siamo ampiamenti rotti il cazzo, che ormai tutti quelli che si possono permettere una GO-PRO o una EOS500 si credono di essere registi... ma poi quando a chiudere un ciclo è lo stesso (o almeno la metà) che l'ha aperto è la cosa meglio (Dogma95? Hello?)
E poi ok con gli zombi che arrivano piano, tanto arrivano non te preoccupa', quelli non si stancano MAI.
C'è una terza componente che rende il film uno dei migliori zombi-palicula degli ultimi mesi, la location. Una villa patronale magnifica prima teatro di un matrimonio che si trasforma in un apocalisse zombi nel giro di un mordicchio. Inusitata, originale, ci sta. E poi tutti gli zombi vestiti a festa è un bel divertimento.
Ecco, forse è il troppo divertimento che annacqua un po' la situazione, Plaza infatti è un regista più vicino a De la Iglesia in quanto a grotesque e buffoneria (dico solo: chicano vestito da cavaliere templare), e il suo sfacciato amore per la situazione più divertita che orrorifica stempera un po' la potenza espressiva dello zombi:
Oltre alla deriva tarantiniana che fa prendere alla sua "esposa":
Oltre alla deriva tarantiniana che fa prendere alla sua "esposa":
Ma che ben vengano film zombi così. Bienvenidos proprio. E il finale è proprio come quelle statuine sopra le torte nuziali:
Belle anche le locandine sparse:
che ci ricordano che se siete intenzionati a rovinare il matrimonio di quella stronza/stronzo che doveva sposare VOI e non quello stronzo/stronza, la cosa migliore da fare non è più la Manovra Dustin Hoffman, no, la cosa migliore è portarsi dietro uno zio infetto:
Oleè!
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