martedì 13 novembre 2012

Jirolimoni

Jiro dreams of sushi
Trama: Il sushi è una cosa seria, mica lo puoi prendere in Jiro.

Facevo un conto: nella mia vita ho mangiato più volte cinese che la pizza. Jiuro che è così. Ne ho mangiato talmente tanto che lo scorso settembre sono finito all'ospedale... non voglio dire che era colpa del cibo cinese percaritàdiddio cinesi non venite a uccidermi o a conquistarmi l'economia, anzi proprio quella volta ero andato in quello che è conosciuto a Roma come il miglior cinese della città (parlo di Sonia, amicinesi romani).
E insomma no more chinese per me.
E allora che si fa? Ci si butta nel sushi, chili di sushi (no, non è un tex-mex-jap... chili nel senso di peso), nuotare nel sushi come Zio Paperone nelle monetine, buttarsi a pesce nel sushi. Che è anche un bell'azzardo, come Homer.
Mi piace, e molto. Quindi la visione di un documentario sul grand soshunkonimtukoniimito del sushi, tale Jiro, è un bel guardare sempre, con l'acquolina in bocca.
Insomma tipo se il sushi fosse una religione Jiro sarebbe Dio (Diro). Ecco Jiro:
Jiro ha un'età indefinibile tra i 40 e i 400 anni, fa sushi da prima di parlare, ha uno sguardo di quelli dei killer giapponesi dei film, che tipo ti fa un pezzettino di sushi e poi tira fuori la spasa di Hattori Hanzo e ti taglia la testa che però fa in tempo ad inghiottire il pezzo di sushi.
Jiro ha anche due figli - che per facilità di scrittura chiameremo Jirino quello minore e Jirotondo quello a destra - entrambi iniziato alla nobile arte del sushi.
Fanno una certa paura comunque. Secondo me se mangi da Jiro ti viene l'ansia da prestazione del gusto. Tipo pensa se non ti piace...
E quindi, come TUTTO IL RESTO quando si parla di Giappone - anche il fare sushi diventa un rito, lento, con i suoi movimenti cadenzati e sempre uguali, sempre tesi alla perfezione. Che forma ha, che sapore ha, che colore ha il pezzo di sushi perfetto? Questi:
Il titolo è evocativo: Jiro si sogna il sushi, lo fa davvero. Vive e lavora con e per il sushi, e il suo ristorante (che può ospitare al massimo una decina di persone a sera) prende prenotazioni di anno in anno, cioè tipo tu entri e fai "Bella Ggiro, c'ho un languorino di sushi, famme prenota'" " Celto signole, possiamo plenotale tavolo pel il 13 novemble" "Ah da paura, oggi è lunedì, insomma domani. Daje Jiro, prenota" "No signole, volevo dile il 13 novemble del 2014!""...ma i pezzi di sushi mica li fai ora no?"
Insomma molto bello ed elegante il tutto, confezione pulita, scene di fare sushi al ralenti e violini da pubblicità di una macchina sotto, Jiro faccia imperscrutabile, Jirino e Jirotondo un po' sfigati parlando di sushi finisce che raccontano di quando il buon Jiro stava talmente tanto fuori casa a fare sushi che un giorno che è tornato prima Jirino ha detto a Jirotondo che c'era uno strano signore all'entrata di casa, Jiro una vita per il sushi una vita per la Mototoro.
Però il documentario funziona poco. Ok dura poco, ma ha le fiato un pochino corto. Non riesce a raccontarci Jiro con la dovuta poesia. Sfrutta solo quel ralenti, che ok una volta, bello vedere le mani di Jiro che fanno questo o quel pezzettino di sushi e si muovono come un direttore d'orchestra, un artista, lo vedi proprio che li fa con quell'automatismo di chi ha fatto quei movimenti MILIARDI di volte. Metti l'alghetta, togli l'alghetta.
Ma il tutto finisce per essere un po' ripetitivo. 
Certo la voglia di andare in giappone e correre a mangiare questi pezzettini di sushi è fortissima. Pure a Wolverine infatti gli è venuta voglia. X-Meh.

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