giovedì 28 febbraio 2013

SIAMO SERIAL • Asocial Network

Black Mirror • Season 2
Trama: Fecibook

Di nuovo tre spari nel vuoto pneumatico dei nostri cervelli spenti su Facebook, Twitter, Google +, Instagram, Ruzzle, Cargo Collectiove, Blogspot, Tumblr, iPhone, iPad, iPod... iMé, è così. Il mio ve lo dico è il più spento di tutti. 
Nel giro di una sola serie da sole tre puntate (queste, pazzesche due volte su tre), BM è riuscita a far crescere l'aspettativa alle stelle: era davvero qualcosa che non ci si aspettava, a ben vedere la vera sorpresa/novità dello scorso anno televisivo. 
Quindi BUM. Seconda serie in arrivo. Hype a mille. D'altronde questa era la presentazione:
Roba tosta.
Delusi? Guarda, un tantinello, ma il livello rimane alto. Proprio come lo scorso anno Black Mirror ci ha portati per mano, e poi lasciati lì soli e tremanti, in tre futuri possibili (più che possibili, oserei dire praticamente certi). Vediamoli nello specifico.
Be Right Back
Il primo episodio parla di elaborazione del lutto. Una giovane coppia si prepara per una vita insieme, lei, illustratrice (su tavolette grafiche di prossima generazione, e che bello questo modo di fare futuro che ha Black Mirror, nessuna macchina volante, nessun alieno. Immaginate di vedere un film negli anni Ottanta e dentro trovarci un iPhone. Ecco.) tutta felice di stare con lui, ragazzo un po' troppo immerso nella sua vita social.
Il dramma. Il ragazzo muore. 
Ma c'è un servizio, internet/barra/cloud ovviamente, che ti assicura un contatto con il trapassato: prima via mail (risponderà proprio come farebbe il morto, una volta studiati e programmati i suoi modi di dire, la sua dialettica), poi, con un sovrapprezzo, potrai anche parlarci (mappano la voce da tutti i video caricati sui social) e, alla fine, te lo mandanoa casa impacchetato, robot con le sembianze perfette di chi hai perso (faccia e fisico le prendono dalle foto, le milioni di foto che carichiamo ogni giorno online).
Ti ritrovi con il trapassato robotico.
La prima parte dell'episodio è straniante, triste, reale più del reale stesso: tutti, c'è da scommettersi, cederebbero alla tentazione (e credo non si tratterebbe solo di morti, ma anche di ex fidanzati). L'ambientazione bucolica fa il resto e regala il giustissimo contrasto con il futuribile.
Purtroppo l'episodio, soprattutto nella seconda parte, non ha quella deriva diabolica che ci aspettavamo e si assesta invece su un tipo di fantascienza più conosciuta, quella Dickiana del replicante con (o senza) anima, quel tipo di discorso (visto già un po' di volte, e lo scorso anno in particolare) di robotica delle emozioni (o emotività del robot).
Cionostante il sapere con assoluta certezza che ci accontenteremmo di un replicante del caro estinto pur di non accettarne la perdita mette un'inquietudine degna della fama di questa serie.
White Bear
L'episodio più riuscito. Paura secca e cruda.
Si parte con una "povera" ragazza che si risveglia immemore del suo nome e del suo passato in una stanza, davanti una TV con lo stemma che vedete in alto. Chi è? Cosa ci fa lì? Perché degli uomini e donne mascherati vogliono ammazzarla? E, soprattutto, perché cazzo nessuno fa nulla per aiutarla, e anzi se ne sta lì telefonino alla mano a riprenderla mentre gli altri la seviziano?
L'incipit è quasi zombesco, sembra un po' quel vecchio film dove qualcuno lancia un segnale elettrico e tutti diventano zombi. Poi si trasforma in un torture porn, poi ancora in una distopica e micidiale storia di vendetta. E, ancora poi, durante i titoli di coda, si trasforma ancora.
Bello, serratissimo e stupefacente, pauroso e, nuovamente, VERO.
Vietatissimo svelarvi di più, ve lo rovinerei e non voglio.


Di certo l'episodio migliore, anche migliore del secondo della prima serie. Il più spietato, contro tutto e contro tutti, nessun vincitore, nessun "buono". E anche gli stilemi classici dell'horror sono rispettati in pieno, appunto dagli zombi (in questo caso tecnozombi) alle maschere assassine:
The Waldo moment
The Waldo moment parla di un personaggi famoso come comico (più che altro in TV, ma anche su internet) che ad un certo punto decide di darsi alla politica. Ovviamente i suoi avversari prima lo deridono, figurati se quel buffone che fa al massimo ridere le masse con qualche battuta greve può davvero rappresentare un problema. Fatto sta che il partito viene fondato, il comico diventa il leader, e finisce che vince, proprio per la sua natura da sobbillatore senza peli sulla lingua, uno che dice le cose come stanno, che davvero non dà voce ai pensieri del popolo.
Sì. Infatti.
Be' certo vedere questa puntata proprio ieri è stato un vero tuffo nel "OCAZZO", perché sembrava, per davvero, che gli sceneggiatori avessero fatto un salto nel futuro italiano e ne avessero scritto le sorti politiche odierne.
Certo poi il fatto che Waldo sia un pupazzo blu in CGI interrompe le similitudini con Grillo, ma rimane una cosa impressionante.
Purtroppo lo stupore finisce lì, perché la puntata si rivela anche la più debole, la più in qualche modo "vista" (credo che il vero ispiratore dell'episodio sia Anonymous, come se davvero qualcuno con la maschera di V in viso si candidasse e vincesse); è che da BM ci si aspetta di più, non si vuola MAI poter dire "simile a", "mi ha ricordato"...
Il finale dell'episodio, quello sì che è un futuro possibile per noi italiani.
Con una puntata ottima (2), una molto buona (1) e una accettabile ma sotto le aspettative (3) Black Mirror si conferma una serie comunque imperdibile, perché al momento non c'è nessun altro prodotto (televisivo o meno) in grado di regalare lo stesso grado di terrore sibillino e gelo, lo stessa consapevolezza spaventosa di vedere IL futuro, che è per intenderci un futuro orribile, e che, nonostante ce lo sbattano in faccia, non facciamo nulla per evitarlo. Io che sto scrivendo al computer su un cineblog, ad esempio, sto mettendo un mattoncino (non dorato, dire un pixel) sulla strada che ci porterà dritti dritti a dirci, tra 5, 10, 15 anni "cazzo come ci avevano preso quelli di Black Mirror". E lo sai perché ci spaventeremo ancora di più? Perché "quelli di Black Mirror" sono loro:
Esatto. Proprio loro, gli inventori del Grande Fratello. Capite da voi il paradosso, che pare uscito da una puntata di Black Mirror: gli stessi creatori del futuro asociale, disumano, distrutto nei legami e nelle personalità che stiamo solo aspettando, sono quelli che ci avvertono, come affetti dalla Sindrome di Cassandra. Nessuno, ovviamente, li ascolterà.
Neanche Robert Downey Jr che ha appena comprato i diritti per farne un bel film amerigano. Staremo a vedere.
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3 commenti:

  1. Io devo ancora riprendermi dopo WALDO. O_O

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  2. Io, personalmente, la seconda serie vorrei vederla in Italiano e su SKY, visto che dal 19 Marzo la passano su Cinema 1!

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  3. ma ci mettiamo la scritta pubblicità prima?

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