Trama: A Matt Damon non far sapere quanto è bona la contadina con le pere
Matto Demone in questo film è veramente un farabutto!
Lui è un rampollo di una qualche multinazionale cattivissima, di quelle che se ne fregano di tutto e tutti e viene mandato in questo paesino rurale della profonda America, quella dei valori, delle torte alle ciliegie, quella dei trattori e della chiesa la domenica. Uno di quei paesi che - per fare la citazione colta - in molti non esiterebbero a chiamare "laggiù".
Insomma va in questo paesino per distruggerlo. Ma mica facendo come farebbe un vero uomo, o un pazzo omicida o al limite Bourne, che ne so con un mitra in mano e ammazza tutti i bovari bovi compresi, no lui va lì con dei bicchierini d'acqua avvelenati e goccia dopo goccia gli avvelena tutto. Ma non l'anima! Perché contadino scarpe grosso e cervello fino, loro, la gente pura del profondo Kansas (o era l'Arkansas, mai capita la differenza…) non si fanno inciucciolare! I bifolchi hanno dei valori talmente forti e puri che pure (!) Matt si fa contagiare e da che era farabutto, diventa buono, diventa buontempone, diventa bovaro pure lui e dice no alla multinazionale dell'acqua avvelenata cattivissima evviva la terra evviva gli aratri evviva il mulino bianco!
Il film di Gus Van Sant (quel tipo di Gus Van Sant che ti fa venire voglia di andare a casa sua a riparargli tu le persiane che se non aveva i soldi per farlo e ha fatto il film solo per pagarsi gli operai, potevi chiamare Gus, tra amici se fa…), è un film che può vantare un'indimenticabile tagline che suona più o meno così: NESSUNA MULTINAZIONALE DELL'ACQUA AVVELENATA, DELLE TORTE ALLA CACCACIOCCOLATA E DELLE POLPETTE AL CAVALLO IKEA TI FAREBBE MAI VEDERE (come se poi le multinazionali in generale si fregano davvero di quello che vedono la gente, che ne sanno la gente) è di una banalità e pochezza talmente sconcertante che andrebbe sì vietato per quello. Altro che multinazionali, sul poster ci scriverei IL FILM CHE LE PERSONE INTELLIGENTI E AMANTI DEL BEL CINEMA NON TI FAREBBERO VEDERE MANCO MORTE (questa frase potrebbe cambiare nel caso una multinazionale mi chiamasse... ora!...ora!...oooora! e mi offrisse di vendere l'anima al diavolo denaro. Dove devo firmare?)
Comunque visto che so che vi sarete chiesti di chi fosse la fina citazione citata all'inizio, vi copio/incollo l'incipit di A sangue freddo di Capote, uno che sì scriveva bene. Quasi quanto me e che descrive la ruralità con abbacinante chiarezza, pur nascendo e gravitando in zone talmente lontane (il jet set, le ville hollywoodiane, Marilyn) che ti fa assaporare il vero significato di "Genio". Quasi quanto le mie recensioni. Becca:
Il villaggio di Holcomb si trova sulle alte pianure di grano del Kansas occidentale, una zona desolata che nel resto dello stato viene definita «laggiù.» Un centinaio di chilometri a est del confine del Colorado, il paesaggio, con i suoi duri cieli azzurri e l'aria limpida e secca, ha un'atmosfera più da Far West che da Middle West. L'accento locale ha pungenti risonanze di praterìa, una nasalità da bovari, e gli uomini, molti di loro, portano stretti pantaloni da cowboy, cappello a larghe tese e stivali con tacchi alti e punte aguzze. Il terreno è piatto e gli orizzonti paurosamente estesi; cavalli, mandrie di bestiame, un gruppo di silos bianchi che si elevano aggraziati come templi greci, sono visibili parecchio prima che il viaggiatore li raggiunga. Anche Holcomb può essere scorto da grandi distanze. Non che ci sia molto da vedere; solo un confuso agglomerato di costruzioni diviso al centro dai binari della Ferrovia Santa Fé, un borgo qualsiasi delimitato a sud da un tratto del fiume Arkansas (pronunciato Ar-kansas),' a nord da un'autostrada, la Route 50, a est e a ovest da praterie e campi di grano. Dopo una pioggia, o quando le nevi si sciolgono, le strade prive di nome, di ombra, di pavimentazione, passano dal polverone al fango.
Sai anche un altro capace di raccontare con fini rime il candore dell'uomo che vive ai bordi di periferia e relativi sogni di luoghi ameni? Lui:
Siamo i Matt Damon di oggi...
Non sono d'accordo. A me il film è piaciuto, anche se sul subito pure io sono rimasta un po' così dalla (apparente) distanza che ho visto rispetto ad altri film di Van Sant.
RispondiEliminaScendo nel dettaglio: cosa ci vedo io di solito, nei film di costui? Messa in scena della mancanza di valori, di significato, di riflessione sulle cose. Mostra cose orrende in modo oggettivo e mostra le non-reazioni di chi queste cose le vede/le causa (direttamente, come in Elephant, o involontariamente, come in Paranoid park).
Quindi guardando Promised land ho pensato, beh, alla faccia, niente morti ammazzati o scene cruente, un sacco di dialoghi molto americani...
è un film ammmerigano con i veri valori ammerigani, la torta di nonna Papera, il mais, il pub grossolano dove però sono tutti autentici, il mito della ruralità, eccetera.
E quindi: dove vuole andare a parare? E' sempre lui?
Alla faccia se lo è.
Questo film è rassicurante solo se non ci rifletti su, cioè se lo guardi con occhi da ammerigano che vuol sentirsi parlare di valori ammerigani. Apparentemente e ribadisco APPARENTEMENTE mostra una presa di coscienza o comunque una riflessione da parte della gente che dice "gas naturale, sì o no?" e da parte di chi gli deve vendere il pacchetto; in realtà la luce, i dialoghi, l'ambientazione, la vicenda stessa ti stanno dicendo: è la solita storia (con rispetto parlando, ma è così) americana: sto badando al mio proprio giardinetto (e c'è una frase in particolare che svela tutto secondo me, quella dove il tizio gli dice "e allora perché combatteremmo in Iraq?", più chiaro di così) e sto autocelebrando i miei piccoli valori PRIVATI che faccio finta siano volontà di Dio, viva la vera Patria americana che non si fa fregare, viva le fattorie dell'Ohio (dico a caso) e le bandiere appese nel patio...
e per salvaguardare questo distruggiamo pure la patria di qualcun altro (ergo la riflessione ambientalista o meglio UMANA non c'è: ammazziamo pure gli altri purché si viva bene qui).
Secondo me in ogni scena di questo film lui ci sta dicendo: vi va bene così? Secondo voi il problema è risolto così? C'è una VERA presa di coscienza? C'è qualcuno che vince, alla fine?
ATTENZIONE, SPOILER:
perché lui, Matt Damon (cielo come si invecchia) "si pente" alla fine? Ecco, si pente da vero americano. Non perché il gas naturale sia cattivo e oh cielo vi volevano avvelenare, che stavo facendo, nope. Lui lo sa benissimo dall'inizio tutto quello che sta dietro al gas naturale, e ciò nonostante distribuisce mazzette a destra e a manca e continua deciso il suo sporco lavoro. Quello che gli fa cambiare idea è la menzogna, piccola, sporca, anche qui in un certo senso "privata" del finto ambientalista: lui si dice, ma come, Sporca Multinazionale, io per te vendo l'anima al diavolo nonostante sappia tutto delle tue sporche manovre, ho accettato di seppellire la mia coscienza, e tu in cambio mi menti su una stupidaggine del genere? Osi prendere in giro anche me? Ah beh, allora vedi come ti frego.
Quindi non c'è un vero pentimento. C'è la messa in scena della semplicioneria su cui si basa tutto un sistema: l'onestà a piccola scala, il duro lavoro, e Dio guida le nostre azioni e per questo saremo una grande nazione.
Anche il finale io l'ho letto come volutamente semplicistico per ribadire il concetto: vi va bene così?
Qualcuno si è pentito davvero?
C'è una vera presa di coscienza?
Oppure siamo lì a non riflettere e ad autoconsolarci come sempre?
era da tanto che non leggevo un commento che mi faceva venire il serio dubbio di aver totalmente sbagliato la lettura del film
RispondiEliminami è venuta la voglia di rivederlo con l'occhio che tu proponi nel tuo commento
grazie davvero, giuro (no sarcasmo!)
sei ufficialmente entrato/a nella cerchia di quelli di cui aspetto i commenti :)
uh, quale onore! :-) Grazie a te, sappi che buona parte dei film che ho visto negli ultimi 2 anni li devo a tue recensioni (sì, sentiti investito di questa pesante responsabilità...)
RispondiEliminase lo rivedi poi dicci che ci hai visto la seconda volta!