In Their Skin
Trama: Gli ospiti sono come i pesci, dopo tre ore c'è puzza di morto, tu.
Oltre alla splendida locandina, in questo film c'è poco altro.
La storia è, presto a dirsi, la stessa identica di tanti altri film di "DLINDLON - Chi è? - Siamo i vicini tanto carini che si vogliono presentare con la torta in mano ma siamo anche pazzi quindi prima ci fate entrare prima vi rapiamo e torturiamo e forse uccidiamo - Prego si accomodino...", insomma quel tipo di film che hanno come caposaldo irraggiungibile Funny Games di Haneke (il primo, ma anche l'auto-remake non era niente male).
Dunque coppia che arriva in casa di campagna con figlio vivo e figlia morta (lutto) a carico, tristezza e rassegnazione varia. Tempo di passare la prima notte e intristirsi tanto nel trovare le scarpe della bambina impolverate (o forse la tristezza veniva dal fatto che fossero CROCS?!) che ecco spuntare i vicini, stesso nucleo famigliare (marito, moglio, bamboccio). Cenetta e manco il tempo di arrivare al dolce è subito follia.
Purtroppo il film spreca almeno 50 minuti nel presentare i personaggi, e troppo nel raccontarci la deriva di tortura, e anche quando la tortura arriva, psicologica e fisica, è troppo blanda.
E poi il problema maggiore: un pessimo comparto attoriale. Selma Blair imbambolata, James D'Arcy che nonostante abbiamo visto in un paio di film recentemente (questo e questo) interpreta un folle del tutto privo di fascino e poi l'altra moglie del tutto inutile. Infine i due ragazzini, uno più odiosi e pippa dell'altro.
Il fatto è che se tu mi fai il pazzo che mi entra in casa e mi vuole fare male hai due vie di rappresentarlo. La prima è quella di farli entrare, farli stare zitti zitti a rappresentare il male puro, quello senza motivazioni (The strangers), l'altra è quella di dare una qualche parvenza di motivazione, che può andare dalla rapina (Sequestrados) alla vendetta personale (A l'enterieur). In In Their Skin invece c'è questa famigliola che vorrebbe rappresentare l'invidia per quelli più ganzi e la speranza malsana di sostituirsi a loro (almeno così suggerisce la locandina), invece tutto si riduce a due colpi di fucile, alle sise di Selma Blair non pervenute e ad un lieto (più o meno) fine davvero insopportabile, visti poi i tempi cinematografici in cui viviamo. Tempi in cui per i buoni non tifa più nessuno perché i cattivi sono sempre più interessanti, quando li scrivi e reciti bene.
dopo aver visto la locandina stavo per andare immediatamente a recuperarlo.
RispondiEliminadopo aver letto il post, magari ci penso un po' su prima...
sì infatti... Secuestrados lo vedesti?
RispondiEliminadopo Funny Games ho chiuso col genere, credo di aver visto abbastanza di follia, tortura e gusto di fare del male alla famigliola felice. se poi son brutte copie no no no!
RispondiEliminaSono totalmente off-topic, ma ce lo recensisci spring breakers?
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