Trama: Caffeina? Dove stiamo andando non c'è bisogno di... caffeina!
Certo scrivere alle 3 meno un quarto di notte di questo film, dopo 15 ore di film filate, forse è la cosa più assurda che potevo scegliere di fare. Non la più sbagliata, non la più giusta, ma di certo la più assurda sì.
Perché non basterebbe tutta l'enciclopedia Treccani a elencare i motivi per cui Ritorno al futuro è la perfezione. Generazionale e cinematografica.
E non è solo l'averlo visto nel pieno della formazione della coscienza filmica del sottoscritto (se faccio bene i conti, a quest'ora che manco mi ricordo come mi chiamo io, Turkey&Mushrooms), verso i dieci anni, quando ti vedevi i viaggi nel tempo di Marty e dicevi "io non voglio essere come lui, io voglio essere proprio lui" e ti compravi il gilet piumino arancione (true fact, peccato tutto intorno mancassero Doc, la DeLorean, i viaggi nel tempo, i fulmini).
Insomma, fosse stato un altro giorno (e non di notte) questa recensione avrebbe scartabellato mille e mille ricordi, mille aneddoti (anche se il più bello rimane questo:
mille foto di scena e mille collegamenti canalizzatori.
Invece per questa volta va che l'unica frase sensata che mi viene fuori è: Ritorno al futuro è un CAPOLAVORO vero, oggettivo. Non come La storia infinita che magari poi lo rivedi e ci vedi le pecche, o come Howard e il destino del mondo che ti chiedi come faceva a piacerti tanto, no, RaF è Cinema.
Peccato sapere che poi Il Pippa si sia rovinato così.
Io da parte mia so che ho intervistato tre volte Drew Struzan, il creatore dei poster originali (poster che hanno campeggiato nella mia camera uno via l'altro per almeno 10 anni nei muri della mia stanza), qui c'è la prima intervista. Le altre due sono in giro.
Per omaggiare l'illustrazione ritornoalfuturesca, vi beccate una mega galleria notturna e un «Superstereo» fortissimo.
Mi riprometto di vederlo presto, in condizioni normali e non con il cervello in mousse e parlarne lungamente e benissimo. Invece ora si passa al due a 88 chilometri orari
GRANDE GIOVE! Il tempo si fa sentire comunque e la testa inizia veramente a crollare, a cedere e a schizzare. Ce la faremo? Il mio bioritmo è già morto da de ore, vediamo se il corpo resiste.
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