Tutti contro tutti
Trama: Casaround
Ho uno strano sentimento con quel Broccolo - questo☝- quasi che non avrei proprio voluto metterlo, ma ho dovuto, perché in fondo Tutti contro tutti è un film che sì è un Broccolo, ma sulla carta si fa voler bene...
Prima di tutto è una storia vera, di quelle che sono così incredibili che devono PER FORZA essere vere, che figurati se uno sceneggiatore itaGliano avrebbe mai avuto abbastanza fantasia e guizzo per inventarla, una storia di sfiga che, oltre ad essere incredibile, è una di quelle che accadono alle ultime persone che cui dovrebbero accadere, quelli un po' emarginati ma buoni, truci ma puri.
Nella periferia di Roma - ma in ogni città ce ne sono - ci stanno questi casoni popolari occupati, ma non occupati con due k dai figli di papà che si improvvisano estremisti politicizzati e okkupano i teatri ma poi la sera vanno alle feste organizzate da Vice, no qui le occupazioni sono di immigrati e "poveracci" che devono arrivare a fine mese.
Ravello (che è quell'attore pelato che hai visto tante volte ma difficilmente ti ricordi il nome) esordisce alla regia portando su grande schermo una piece teatrale che aveva già portato in teatri di periferia - mi si è raccontato di scene d'altri tempi dove, come fosse teatro elisabettiano, i veri protagonisti della vera storia, erano in sala e interagivano con lo spettacolo con commenti del tipo "èn'inggiustizzia", "èn'oscandalo", "alimortacciloro" - che racconta di questo tapino che vive, moglie e figli, in una casa occupata. Una mattina, tempo di andare alla comunione del figlio, si ritrova la serratura cambiata e altra gente dentro casa "sua". Il resto della storia sconfina nel grottesco: la famigliola si accampa sul pianerottolo, creando con bancali e materassini da mare un proto-appartamento (non ci è dato sapere per i servizi... ma lo vogliamo proprio sapere?).
"Grottesco" (ma non troppo cattivo, purtroppo) è il tono del film, a cui si vuole bene per la storia e perché la storia è vera, ma che non riesce a farsi perdonare l'andamento troppo blando, gli scivoloni nel melenso (la scena del tema "Come vedo il mio futuro/La casa è la famiglia e non le stanze" scritto dal ragazzino e letto dai genitori in lacrime è da orticaria), i personaggi tagliati con l'accetta e lo spreco totale di un Giallini troppo sottotono.
No niente, un altro film italiano da cestone dell'Auchan. Certo sempre meglio delle feste di Vice.
Per rinfrescare l'adorazione per il Giallini nazionale ecco un po' di Buttafuori
Tutti contro tutti lo devo rimbarzare.
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