Ecco che nasce (ma non preoccupatevi, è nata prematura e probabilmente non supererà il weekend) una nuova, ennesima, non richiesta, rubrica su C&B (dopo il grande successo di rubriche nate in pompa magna (!) e morte dopo un paio di prove tipo questa.
Si tratta più che altro di recuperare film che ho visto o rivisto o stravisto e per cui magari fare un intero post sarebbe troppo e allora li accumulo così me li levo dalla cartellina "C&B fai" (che già il nome è un peso, avrei dovuto chiamarla "C&B quando vuoi", "C&B se hai voglia ma senza impegno", il che la dice lunga sulla mia dedizione a questo blog sito che mi dà tante soddisfazioni, tipo...
tipo...
Dai iniziamo che è meglio.
Wall Street
Trama: Cash Gordon
Questo è uno di quei film rovinati da tre fattori differenti:
- L'età
- La carriera successiva dei suoi attori e regista
- Il seguito
Wall Street è figlio dei suoi tempi (gli Anni 80) più di qualsiasi altro film. Di solito quando vedi i grandi film degli Anni 70 (intendo quelli proprio GRANDI) vivi sì un tuffo nel passato nei costumi, in certe modalità, regie e sceneggiature un po' attempate, eppure nn senti l'invecchiamento neanche di un minuto.
Invece di Wall Street lo senti, lo senti eccome.
Sarà che Charlie Sheen ormai te lo ricordi più per le ridicolaggini, sia quelle volute:
che quelle involontarie
Sarà che Daryl Hannah... Daryl Hanna...
E sarà anche che Micheal Douglas non ci puoi proprio pensare che ha vinto un oscar come miglior attore protagonista per questa interpretazione imbretellata e coi telefononi grossi come 24ore che all'epoca erano roba da ricchi
Che dai, diciamocelo, bravo per carità, ma dal fare lo squalo della finanza cattivo e spietato a vincere un oscar, ce ne passa. Sarà appunto che in quel momento specifico il personaggio era di un'attualità disarmante e non era mai stato incarnato ad Hollywood - e sarebbe arrivato solo pochi anni dopo, in letteratura, il killer di Wall Street per eccellenza - ma innegabilmente il personaggio è stato iconico, lui e le sue bretelle, ma ripeto, l'oro dell'Oscar era troppo.
Però è proprio l'essere fortemente legato al suo periodo che rende WS un film "datato" - non a caso il suo seguito è passato sotto sordina, direi quasi mutismo - che ok i soldi, ok la Grande Mela coi vermi dentro, ma si fatica ad arrivare al finale. Ammettiamolo, però si becca comunque il Chicken perché sono un pavido e non me la sento di dare a Wall Street un Broccolo (comunque nello stesso anno facevano film del genere, per rimanere in tema squali, quindi...).
Intanto attendiamo qualche settimana per quello che si preannuncia come l'ammodernamento (si dice ammodernamento? Eh, professo'?) di Wall Street:
[Per me Matto Meccanigo merita un oscar anche solo per questo trailer... uisigisiyeah. E Leo per questo
Cosa direbbe Fitz? Chissà se vedere le foto degli oscar del 2014 tra vent'anni farà lo stesso effetto di questa foto qui:
Io VOGLIO ora il sushi-maker anni 80! Lo voglio! Lo pago anche tutti i soldi del mondo. Perché se è vero che i soldi non comprano la felicità, comprano tutte le stronzate possibili per distrarti dall'infelicità.
Moon
Trama: Clone me to the moon
Abbiamo già visto questo film altre due volte, non una, due. Sto clonando le visioni (Sì! PARLA DI CLONI! OK! SPOILER! Ma presumo che gente scaltra come voi che mezzo basta si sia già vista questo film, almeno tre volte).
Nuova visione per nulla rovinata dalla quasi conoscenza mnemonica del film, rimane un passo avanti a molta fantascienza contemporanea, facendo, manco a dirlo, un po' di passi indietro: pare di vedere un film di tanti anni fa - vedi, cerchi di fare un abbinamento azzardato, un film anni 80 che parla di finanza e un film anni 2000 che parla di cloni sulla luna e ti ritrovi a trovare un collegamento spaziotemporale tra i due.
Sam Rockwell ripete per la terza volta tutti i movimenti e dice tutte le stesse cose delle prime due, eppure non perde di fascino, anzi alle volte sembra di vedere cose che non avevi visto le prime due volte, è l'effetto delle ri-ri-visioni, sempre detto, i film vanno visti tre volte per poterli fare propri davvero.
Incredibilmente non avevamo messo nessun illustraqualcosa di Moon, ecco in cosa cambia questa recensioni, per non essere clonata dalle due precedenti. Certo non sono il massimo della fantasia, neanche quelli di Martin Ansin (2°) Olly Moss (3°)
[clicca, questo è il migliore]
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