Django Unchained
Trama: Schivo Schiavo c'era un mago
C'era proprio bisogno di rivedere Django a meno di un anno dalla prima visione (e aspettare di nuovo due mesi prima di riscriverne)?
Non mi potevo accontentare di questo video per dirmi definitivamente convinto che la realtà e la finzione dei film di Tarantino sono due cose proprio ma proprio lontanissime (questo per farlo capire a chi ancora rompe i coglioni al povero Tarantino addossandogli le colpe della gente che prende le armi e spara)? Tipo Django è un personaggio fichissimo, ma l'attore che lo interpreta com'è?
[Jamie Foxx che balla in mutande a casa sua...
quale modo migliore per iniziare questo lunedi...]
O che farebbero questi attori che maneggiano pistole come fossero girandole davanti alla realtà?
Sì c'era bisogno; prima di tutto perché con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno me l'ero andato a vedere in italiano, proprio quel film che ha fatto tanto parlare del fatto che avesse - almeno a Roma - fatto più spettatori nella sala dove lo proiettavano in originale. E quindi gli era dovuta una visione scevra dal doppiaggio, glie la dovevo all'accento strascicato di Leo, agli improperi di Samuele 25:17 e soprattutto all'oscar (il secondo in una carriera tutto sommato brevissima) dato a Waltz; un oscar che, contrariamente al primo, questa volta è stato vinto per mancanza di un vero altro peso massimo in gara più che altro, per carità l'unico oscar buono è l'oscar dato a Waltz non ci piove, però la sua interpretazione è uguale e contraria a quella di Landa, qui buono lì cattivo... non per questo ne sto parlando male eh... il tono accondiscendente, l'accento elegante, il lessico forbito, lo charme labiale di Waltz li staresti ad ascoltare e guardare per ore, vorresti averlo accanto al letto ogni sera mentre ti racconta leggende crucche e tu ti immagini draghi e cavalieri e dame da salvare
ma ecco, forse inizia venire il dubbio che sia capace di tanto solo quando la scrittura è sopraffina, tipo qui, perché altrimenti...
Cantami oh Christoph
Ma in mezzo ai quattro maschi così ben caratterizzati - loro:
da salvare da questa seconda visione ci sarebbe proprio Broomilda, un character che durante il film rimane oscurata (!) e che non riesce a ritagliarsi un ruolo importante, che invece avrebbe potuto avere, un po' bidimensionale nel suo ruolo di "principessa da salvare", si esprime a monosillabi, perenne sguardo basso; Tarantino sa scrivere i maschi, questo è innegabile, ma non è vero che non sa scrivere le donne (Alabama, la Sposa, Mandy, Shoshanna), questa volta la sua misoginia è particolarmente malcelata, e sebbene credo non ci sia suo film che non parta da un carattere maschile (Inglourious fu costruito tutto intorno a Landa, addirittura le riprese dovettero attendere la fine di un precedente impegno di Waltz), avrebbe potuto fare meglio, sembra quasi che un volta salvata dal prode Django, la tapina sia destinata ad un altro tipo di schiavitù (certo magari con qualche momento felice).
Django rimane un film molto tarantiniano in almeno tutta la prima ora, splendida, per poi avvitarsi in quell'altro aspetto di tarantinianità (trotterellando a Trento) che lo ha reso celebre, la sua vena verbosa di gente seduta ad un tavolo che parla, parla, parla e intanto il piatto che hanno davanti si fredda e le orecchie dello spettatore si infuocano, che in Basterds lo sopporti perché quelle sono le scene migliori (Torta. di. mele.), non parliamo poi della prima scena de Le Iene, ma qui le troppe tavolate (insomma gli scambi Waltz-Di Caprio) diventano scene troppo ripetitive per essere interessanti.
Insomma, un Tarantino "minore" (dove il termine "minore" per Tarantino vale come "capolavoro" per la maggior parte degli altri registi in circolazione), che ovviamente acquista punti ad ogni sparo se visto in inglese, con i suoi personaggi assurdi e con l'accento di Don Johnson
ma che, quando faremo la spunta dei migliori 3, ma anche 5, ma forse anche 10, film di Quentin sarà nelle retrovie. Nonostante le grandi interpretazioni di Leo e di Samuele 25:17, lui sì che merita il suo stramaledettissimo oscar per quel mostro di umana cattiveria e sudicio servilismo che rappresenta il suo Stephen (era dai tempi di Jules che non si impegnava così)
Il film, ovviamente, continua a far fare cose belle alla gente che fa cose belle
Ed ora, come nelle migliori tradizioni, una cosa che proprio non c'entra un django ma siccome nella scorsa recensione mi lanciavo in un panegirico contro la brutta abitudine a cui ci stanno costringendo i social, quella cioè di esprimere tutto il nostro amore incondizionato per i registi cult come fosse una gara a chi lo ama di più e per primo, perché comunque "io Tarantino lo adoro ma guarda che lo adoro da sempre! Da prima di tutti! Guarda che io Tarantino lo adoro da Kill Bill! Oh ma che scherzi... mica come ora che gli piace a tutti, cioè", ecco che ho finalmente capito di come i social stanno uccidendo (tra tutte le altre cose come ad esempio la libido e il concetto stesso di orazione) anche i registi; farafrasando: Qualche social sta uccidendo i più grandi registi del mondo. Ultimo in ordine di tempo (ucciso l'altro ieri da una pioggia di share della locandina e di condivisioni al trailer:
seguite da frasi come:
«NO TROPPO BELLO! PRENOTIAMO IL BIGLIETTO ORA!»
Chicca86
«I colori pastello e quei caratteri così strambi sono proprio come la mia vita. Wes sposami.»
Solasoletta91
«DAJE»
Solouncapitano78
«LOLLOLOLOLOL#wes#anderson#trailer#LOL#hashtag»
#crazy#hashtagger
è Wes Anderson.
Wes Anderson per me è definitivamente morto, perché odiare Wes per colpa dei social è una sensazione che mai avresti voluto provare.
Wes Anderson per me è definitivamente morto, perché odiare Wes per colpa dei social è una sensazione che mai avresti voluto provare.
Da oggi, come il nome di un morto sconosciuto è John Doe, quello di un morto famoso ucciso dai social sarà Wes Tarantino.
A proposito di Wes e di n-word icone, ecco Kanye Wes:
A proposito di Wes e di n-word icone, ecco Kanye Wes:
I Cani hanno ucciso Wes Anderson.
RispondiEliminaI maledetti hipster devono morire TUTTI.
Ma alla fine, almeno per me, il succo è STIGRANCAZZI.
Il Tarantino "minore" non esiste. E' un ossimoro.
avresti dovuto vedere come zampettava a Lione questa settimana per il festival du cinéma Lumière, un colosso in tutti i sensi che ha voluto essere presente ad ogni cerimonia/proiezione di film/festaccia notturna sulle note di You Never Can Tell!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina