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domenica 17 novembre 2013

C&B FF ROMA • Giorno 5 • Out of the furnace - The Green Inferno

Tutto bene con le file eh. Niente da riportare, lisce come l'olio, sarà che di questi due film non glie ne fregava una mezza mazza a nessuno.
Quindi, preso dal mah, comunque, mezzo gaudio, mi sono divertito un mondo a fare degli scherzoni in sala stampa che veramente il nuovo Giamburrasca.
Lo scherzo uno è divertentissimo: prendete un computer - fatto? - fate una foto allo schermo, icone comprese, barra coi programmi in basso compresi, tutto insomma - fatto? - a quel punto correte ridendo sotto i bassi in Preferenze di Sistema e mettete quella stessa immagine come fondo scrivania - fatBLAM - eliminate le icone, fate sparire la barra coi programmi. A quel punto allontanatevi come se nulla fosse e immaginate lo stupore quando il povero Critinico si appresterà a scrivere le sue cose intelligentissime sul computer e pur vedendolo perfettamente in linea con gli standard (uno schermo, delle icone) non si muoverà nulla. Ieri so che ne hanno portati via tre con la croce verde.
A proposito di critiche, i Critinici lasciano come sapete tutta la loro fatica sui desktop e nel cestino (buttano ma non svuotano), e quindi quale divertimento maggiore se non leggere e ovviamente commentare:
Ma parliamo dei film, che sono due, che sono uno bello con riservo e l'altro... l'altro...
Il primo è:
Out of the furnace
Trama: Christian Blame

Che è uno di quei film che proprio non ci puoi credere che esistano posti e persone del genere, nelle realtà rurali e subsubsuburbane dell'America, che non è New York, non è Los Angeles, non è le città insomma. Se ci pensi c'è molta più quantità di America subsubsubculturale che di America "i tuoi sogni si avverano".
Il protagonista è - volendo semplificare - uno sfigato senza pari. Gli succedono tante e tali cose nel film che ad elecarle tutte ci vorrebbe un prete, un assistente sociale, un secondino, uno psichiatra, un avvocato divorzista, un agente di pompe funebri, un vigile, un controllore del bus, un secondino e altri vari ed eventuali ivi compreso uno che rifà i tetti delle case.
Insomma, quel tipo di film nato e cresciuto per spaccarti in due, per essere "pesante", spietato, triste. E quel tipo di film che si regge sugli attori, sì perché se da una parte ci sono: 
Christian Bale bravissimo, Casey Affleck che se la cava (lasciatemi dire che se al posto di Bale ci fosse stato Ben come fratello maggiore mi sarebbe piaciuto molto il meta), belle facce tipo Willem Defoe, Forest Whitaker e  Woody Harrelson in una parte che gli si addice, il pazzo assassino drogato violento matto schizzato (molto meglio di quando fa i film per ripavimentare la piscina), dall'altra tutta la sequela di sfighe pesantissime che accadono a Bale diventano un tantinello troppe - un po' come quelle che subisce Valerio Mastandrea, ma coi fucili.
Poi oh, non è male, e per fortuna il finale è diverso da quello di Mastandrea, però insomma, alle volte se sulla sceneggiatura funziona pure un tipo di film dove a uno gli succede TUTTO quello che di triste può succedere in una vita, poi compresse in due ore, tutte ste tragedie, ti prendono davvero troppo male, talmente tanto che inizi a dubitare della buona fede degli sceneggiatori, del tipo "che lo fanno apposta a mettere altre sfighe minori che al film poco aggiungono ma che me danno solo qualche mazzata a me per intristirmi?"
Attori bravi, sceneggiatori in dubbio. In dubbissimo anche chi ha fatto la locandina che ci ha tenuto a dire che era la stessa combriccola di Crazy Heart, anche se fose lo si vedeva a occhio nudo. 
Ma quindi Christian spara a Jeff? Che risponde con una canzone country? E per fermarlo chi arriva? Brad!
Ma per fortuna ecco Scarlett che ammazza tutti
e nel bel mezzo della sparatoria e della schitarrata ritira il suo premio alla voce che apre la netta possibilità che questa si prenda il suo primo oscar senza neanche apparire in un film.
Mentre se c'è una sicurezza che è una, è che Eli Roth deve baciare il culo di Tarantino per tutta la vita, deve avere l'aspetto di una puttana al cospetto di Quentin e costruirgli una statua in camera da venerare come un Dio, perché Eli Roth è un vero miracolato. E lo detestiamo perché in maniera del tutto immeritata fa i suoi film, bruttissimi, solo perch amico di Quentin e per questo rappresenta la parte brutta di Tarantino, quella fastidiosa, quella di lui che a cena con gli amici si diverte a cazzeggiare su questo o quel film e poi siccome se lo posso permettere il film lo fanno davvero, ma è solo un divertimento loro, una pippa, e poi esce Grindhouse. Oppure i film di Eli Roth, tipo questo
The Green Inferno
Trama: Ammazzonia

Che è un film che non meriterebbe neanche di essere in un festival, è un film horror bruttissimo, più brutto di quelli brutti (e sappiamo quanto gli horror possono toccare il fondo).
Girato con due dollari, ti fa pensare a quante cose migliori potevi comprare con quei due dollari: due caffè! due chewing gum! un biglietto della metro! E via dicendo...
Fa schifo non perché ci sono gli occhi strappati dalla testa e mangiati crudi, o perché c'è la questione cannibalismo con corpi cucinati, e non fa schifo neanche quando - che gran ridere oh - prende le sue derive diarroiche o spermatiche, fa schifo proprio come film. Girato male, recitato da cani e sbagliato anche dal punto di vista puramente horrorifico torture porn: se Hostel funzionava perché l'ultraviolenza era portata avanti da carnefici che smessi i panni del torturatore tornavano alla loro routine di impiegati di banca, qui le povere vittime sono semplicemente alla mercé di un gruppo di selvaggi che non sa di fare del male, loro sono cannibali, ma per loro è normale, quindi la cattiveria dov'è? E questo diventa il lato sbagliato dello splatter, farlo tanto per farlo, gambe maciullate fatte allo spiedo e viscere spezzetate in salmì solo per far vomitare lo spettatore, queto sì che diventa gore compiaciuto e fastidioso.
Eli Roth non fare tanto lo spigliato
che se non c'era Quentin ora stavi a fare il girahamburger da McDonald. Oddio, in effetti meglio così, chissà che ci metteva in quegli hamburger.
Il film è il remake di Cannibal Holocaust, film superfamoso, supercensurato, superifilmitalianihorrorchebellirifacciamoli, riscopriamoli, facciamo delle retrospettive, facciamo recitare Edwige Fenech. Però la verità è che a rivederli ora molti di quelli sono brutti e basta, inutile fare tanto gli esperti. È solo il giochino di Quentin che magari prende qualche idea qui e lì però intanto lui fa Basterds e Django, Eli Roth invece fa schifo. Eli Roth vuole tanto rifare i film horror italiani di una volta? Li facesse meglio perlomeno, e non peggio che ti fanno rimpiangere l'originale, oppure se li facesse a casa sua, con le bagasce che sicuramente si scopa e poi fa "recitare" per dargli un contentino
C'ha Roth.
Ciao, alla prossima marachella.

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