Ammetto, anche che può sembrare che ci sia una linea di pensiero sensata dietro (!) l'accoppiamento (!) in uno stesso post di tre (quindi un threesome di) prodotti televisivi legati tra loro dall'essere biopic e con una forte tematica sessuale (non mi dite che non c'entra il desiderio con i prodotti Apple, perché non ci credo) , in realtà è che mi era venuto in mente il geniale titolo post e non potevo esimermi dai complimenti che scatenerete nei commenti. Madonna quante ne so.
Partiamo da quel "blow", che riguarda quella casta e pia (nel senso che lo pja? iniziamo bene...) ragazzetta di Linda...
Lovelace
Trama: Ma papà ti manda gola?
Quest'anno abbiamo avuto tanti biopic, c'è stato Abraham e Liberace tra quelli visti, Diana e PotterGinsberg tra quelli saltati a piè pari, e ogni volta si rimane un po' freddini nel vedere questo tipo di film.
La regola ovvia è di trovare un attore o un'attrice capaci di interpretare, far rivivere, resuscitare a volte, i veri protagonisti. Questo processo di mimesi funziona sempre meglio quando il personaggio non è conosciuto (vedi Schindler's List, che NON era neanche lontanamente somigliante a Liam Nason), quando il personaggio lo conosci benissimo diventa solo "guarda quanto è ugualeeee" e questa pare bastare ai produttori, ovviamente non basta allo spettatore dotato di discernimento.
Amanda Seyfried non pare un'ottima scelta per prestare il corpo a Linda Lovelace, eccole a confronto, a sinistra una Charlie's Angel a destra una bellezza qualunque
Bellezza qualunque con quel particolare talento che potremmo riassumere così:
Non è la prima volta che la vita di Linda viene filmificata (!), è di pochi anni fa il documentario Inside Gola Profonda, che era appunto un documentario, quindi con filmati originali e interviste, e neanche quello era troppo appassionante; Lovelace, biopic non doc, non è altro che una sorta di Boogie Nights ma senza la capacità registica di Anderson e quel cast pazzesco. Non che il cast sia da buttar via, ma oltre l'onnipresente Amanda e un effettivamente bravo Sarsgaard (l'ultima volta che l'avevamo visto era da prenderlo a schiaffi) gli altri nomi "altisuolanti" sono mere comparsate: c'è Juno Temple (troppo vestita), c'è Sharon Stone (troppo vestita), James Franco che fa Hugh Hefner (anche lui troppo vestito, diranno le ragazze):
Per fortuna se c'è qualcuna che si spoglia quella è Amanda e, inutile girarci intorno, la ragazza, che abbiamo tanto preso in giro per quegli occhi a palla che ci guardano triglici:
e quella naturale propensione ad imitare una bambola gonfialabiale, anche nella vita di tutti i giorni:
diciamo senza giri di parole: AMAnda ha veramente un gran bel paio di tette
Ma oltre le tette c'è di più?
Purtroppo no: il biopic è troncato in due, la prima parte è il racconto un po' "fiabesco" del successo pornografico involontario di Linda, spinta dal marito a soffocare (!) le sue speranze di successo e indirizzata verso il porno, anche quello low budget, e se poi il successo venne davvero, fu solo per un caso enorme (!) - Gola Profonda fu il primo film a luci rosse diventato fenomeno pop, con tanto di file fuori dai cinema; nella seconda parte poi la storia si riavvia dall'inizio e ci si mostra il lato b del successo, ci raccontanto che Linda fu soggiogata, violentata, costretta a intraprendere quella carriera da un marito violento, vizioso e spietato, carriera che poi l'ha accompagnata fino al 1989, anche se nel film viene anticipata, e di molto, l'inizio della sua redenzione. Poi... "redenzione"... il moralismo sciatto del film - moralismo che non sfiora Boogie Nights, ad esempio - sembra dirci che non ci sia nulla di buono nel mondo della pornografia (che per carità, non deve essere un bel mondo, questo no, ma voi avete mai frequentato, chessò, il mondo dell'editoria? Lascia sta, guarda...), che l'industria del porno è l'inferno, che tutti quelli che ci lavorano indistintamente sono pronti ad approfittare della prima ragazza un po' sprovveduta e via dicendo, che lì sono tutti mostri.
Purtroppo no: il biopic è troncato in due, la prima parte è il racconto un po' "fiabesco" del successo pornografico involontario di Linda, spinta dal marito a soffocare (!) le sue speranze di successo e indirizzata verso il porno, anche quello low budget, e se poi il successo venne davvero, fu solo per un caso enorme (!) - Gola Profonda fu il primo film a luci rosse diventato fenomeno pop, con tanto di file fuori dai cinema; nella seconda parte poi la storia si riavvia dall'inizio e ci si mostra il lato b del successo, ci raccontanto che Linda fu soggiogata, violentata, costretta a intraprendere quella carriera da un marito violento, vizioso e spietato, carriera che poi l'ha accompagnata fino al 1989, anche se nel film viene anticipata, e di molto, l'inizio della sua redenzione. Poi... "redenzione"... il moralismo sciatto del film - moralismo che non sfiora Boogie Nights, ad esempio - sembra dirci che non ci sia nulla di buono nel mondo della pornografia (che per carità, non deve essere un bel mondo, questo no, ma voi avete mai frequentato, chessò, il mondo dell'editoria? Lascia sta, guarda...), che l'industria del porno è l'inferno, che tutti quelli che ci lavorano indistintamente sono pronti ad approfittare della prima ragazza un po' sprovveduta e via dicendo, che lì sono tutti mostri.
Certo, deve essere un ambientino che sta meglio dove sta, non ne dubito, ma noi vogliamo vedere un film, non un dito puntato; il confronto con Boogie Nights è inevitabile (stesso ambiente, stessi anni, stessi capelli cotonati, stessi pantaloni a zampa), ma mentre in quello c'era una storia di sogni infranti, una gran regia e poi, come dire, c'era Juliane Moore (che peraltro se non ricordo male fu proprio lei ad iniziare la giovane Amanda alla pruriginosità filmica, lei e Liam Nason, vedi, tutto torna).
Insomma un biopic boccia(!)to, e anche se Amanda si impegna, funziona solo quando si spoglia (poi ditele di mangiare meglio che con quella pellaccia che si ritrova per i troppi hot-dog (!) sembra si sia appiccicata della carta vetrata in faccia, poveri artisti del make up).
Che poi, a quanto leggo nel buco nero dell'internet, sembra che a breve uscirà un altro bio pic su Linda; la doveva interpretare un'altra debosciata dello star system, Linsday Lohan, ma forse hanno pensato che fosse troppo osé anche per fare una pornostar, quindi sembra che la ugola d'oro sarà di quella - sempre per chiamare le cose con il loro nome - GRAN TOPA di Malin Akerman, che voi non sapete chi è, ma se vi metto questa sicuro qualcuno se la ricorda:
E insomma attendiamo questo altro biopic, anche per capire il perché le donne fanno sesso con dei MOSTRI tipo il marito suo, che è un tizio che davvero, manco il toporagno della Hendricks. Ma io dico, ma dico io, ma vediamoli in momenti della loro vita normale ma al tempo stesso trasudante una certa tristezza, ecco il momento ChickenBroccoli Express 2000 Cioè che esce fuori:
Ma dico io, ma io dico. Ma cos'è questo gusto dell'orrido? Sarà che quello gnomo malamente tatuato ha delle doti nascoste? Lo spero per lei.
Il film Lovelace comunque è brutto. Succede sempre così quando si traggono storie vere che hanno a che fare col "shessho"? Cioè diventa tutto un miscuglio di umori morali e moralisti: fai vedere le scene oscene, quindi sfruttando proprio quel lato pruriginoso del media filmico (in quanti vedranno il film solo per vedere sballonzolare le tette di Amanda alzino... la mano... la mano!) e poi però lo condanni pure un po', quel modo di mercificare il corpo solo per far vedere il film. Comunque alla fine non c'è sesso senza amore nè tenerezza nel tuo cuore.
Ci prova, ad esplorare tutta questa cosa del shessho e dei sentimenti, anche una nuova serie TV, che recensisco per i motivi sbagliati. La serie è
Masters of Sex
Trama: Apra la bocca e dica trentatettè
Serie di cui ho visto - colpevole io - solo il primo episodio e che tuttavia mi ha colpito, ma appunto come dicevo, per i motivi sbagliati.
Motivo sbagliato uno: Il nome della serie è tra i più geniali - degno di me vi dirò - Masters è proprio il cognome vero veramente di quello che studiò - porello oh - tutte le cose shesshuali del sesso genitale. Questi erano loro veri
questi gli attori
ho messo le foto per avvalorare la tesi pocanzi esposta: quando fai i biopic di gente sconosciuta è più facile.
Motivo sbagliato due: il logo della serie, nel suo gioco tipo-grafico, è tra i più meglio mai fatti da tempo:
Lo vedete anche voi il triangolino che ci esalta no? O lo vedo solo io? Oddio ditemi che lo vedete anche voi, non sarò mica io il malato tipo Micheal Douglas (pre-Liberace)?
Facciamo un altro test, cosa ci vedete i queste foto?
Un foglio di carta, un muro, una lampada e un libro. Giusto? NO?! Ah, allora non sono solo io il malato.
Motivo sbagliato tre:
Lo so che sono i motivi sbagliati e che dovrei vincere l'idio(to)sincrasia di non voler vedere una serie con gente vestita anni 60 che non inizi con Mad e finisca con Men, quindi mi riprometto di farmi una chiusa (!) e recuperare gli episodi perduti.
Mentre - per parlare di pornografia, ma degli oggetti questa volta - due parole due su quello che ha a tutti gli effetti creato dei veri oggetti erotici ma senza il bisogno che te li metti negli orifizi, almeno non ancora, lui si chiamava Steve...
Jobs
Trama: iLui è morto
Togliamoci subito due calli, uno per piede (questo per farvi scendere subito l'eventuale eccitamento dovuto a gif o foto messe in questo post):
Callo 1) Jobs è veramente un filmetto, un instant biopic fatto di fretta e furia per lucrare sulla morte di Steve e sul fatto che effettivamente Ashton ci somigli, e manco poco
Callo 2) Questa è la scrivania di Ciebbì, ovviamente fotografata con un iPhone
Quindi sono uno schiavo di Cupertino? Sono vittima degli oggetti? Ipnotizzato dalla mela che si illumina? Sì, e non mi ci metto neanche a dire quelle frasi tipo "io li compro da prima", "io ci lavoro". "funzionano meglio", perché le dicono tutti, sono il mantra che tutti si ripetono quando si comprano oggetti che sul mercato trovi alla metà, della metà... peccato che poi siano tutte cose vere.
Trovatemi un virus per Mac, poi ne riparliamo.
Trovatemi un touch che funziona "più touch" del touch della Mela, poi ne riparliamo.
Trovatemi un computer più bello di un Mac, poi ne riparliamo. Parlo di bellezza oggettiva. Di bellezza degli oggetti.
E allora ogni volta che inizia l'annosa discussione "la Apple la odio perché ti fa pagare il design, chemmefrega, io non ci sto, io sto fuori dal coro, me compro un Acer demmerda, però ho tanto tanto bisogno di dire che Apple è una merda" io me ne sto zitto, come quando si parla di religione o politica (o di cinema): meglio stare zitti che alzarsi e spaccare la faccia con un iPad (che è molto resistente) al tipo (di solito un tecnico di computer col marsupio) che dice cazzate del genere.
Insomma sì, sono uno di quelli che si gasa quando esce il nuovo prodotto Apple e spesso e volentieri se lo compra pure. Sono così?
Che poi, a quanto leggo nel buco nero dell'internet, sembra che a breve uscirà un altro bio pic su Linda; la doveva interpretare un'altra debosciata dello star system, Linsday Lohan, ma forse hanno pensato che fosse troppo osé anche per fare una pornostar, quindi sembra che la ugola d'oro sarà di quella - sempre per chiamare le cose con il loro nome - GRAN TOPA di Malin Akerman, che voi non sapete chi è, ma se vi metto questa sicuro qualcuno se la ricorda:
Il film Lovelace comunque è brutto. Succede sempre così quando si traggono storie vere che hanno a che fare col "shessho"? Cioè diventa tutto un miscuglio di umori morali e moralisti: fai vedere le scene oscene, quindi sfruttando proprio quel lato pruriginoso del media filmico (in quanti vedranno il film solo per vedere sballonzolare le tette di Amanda alzino... la mano... la mano!) e poi però lo condanni pure un po', quel modo di mercificare il corpo solo per far vedere il film. Comunque alla fine non c'è sesso senza amore nè tenerezza nel tuo cuore.
Ci prova, ad esplorare tutta questa cosa del shessho e dei sentimenti, anche una nuova serie TV, che recensisco per i motivi sbagliati. La serie è
Masters of Sex
Trama: Apra la bocca e dica trentatettè
Serie di cui ho visto - colpevole io - solo il primo episodio e che tuttavia mi ha colpito, ma appunto come dicevo, per i motivi sbagliati.
Motivo sbagliato uno: Il nome della serie è tra i più geniali - degno di me vi dirò - Masters è proprio il cognome vero veramente di quello che studiò - porello oh - tutte le cose shesshuali del sesso genitale. Questi erano loro veri
questi gli attori
ho messo le foto per avvalorare la tesi pocanzi esposta: quando fai i biopic di gente sconosciuta è più facile.
Motivo sbagliato due: il logo della serie, nel suo gioco tipo-grafico, è tra i più meglio mai fatti da tempo:
Lo vedete anche voi il triangolino che ci esalta no? O lo vedo solo io? Oddio ditemi che lo vedete anche voi, non sarò mica io il malato tipo Micheal Douglas (pre-Liberace)?
Facciamo un altro test, cosa ci vedete i queste foto?
Motivo sbagliato tre:
Lo so che sono i motivi sbagliati e che dovrei vincere l'idio(to)sincrasia di non voler vedere una serie con gente vestita anni 60 che non inizi con Mad e finisca con Men, quindi mi riprometto di farmi una chiusa (!) e recuperare gli episodi perduti.
Mentre - per parlare di pornografia, ma degli oggetti questa volta - due parole due su quello che ha a tutti gli effetti creato dei veri oggetti erotici ma senza il bisogno che te li metti negli orifizi, almeno non ancora, lui si chiamava Steve...
Jobs
Trama: iLui è morto
Togliamoci subito due calli, uno per piede (questo per farvi scendere subito l'eventuale eccitamento dovuto a gif o foto messe in questo post):
Callo 1) Jobs è veramente un filmetto, un instant biopic fatto di fretta e furia per lucrare sulla morte di Steve e sul fatto che effettivamente Ashton ci somigli, e manco poco
Callo 2) Questa è la scrivania di Ciebbì, ovviamente fotografata con un iPhone
Quindi sono uno schiavo di Cupertino? Sono vittima degli oggetti? Ipnotizzato dalla mela che si illumina? Sì, e non mi ci metto neanche a dire quelle frasi tipo "io li compro da prima", "io ci lavoro". "funzionano meglio", perché le dicono tutti, sono il mantra che tutti si ripetono quando si comprano oggetti che sul mercato trovi alla metà, della metà... peccato che poi siano tutte cose vere.
Trovatemi un virus per Mac, poi ne riparliamo.
Trovatemi un touch che funziona "più touch" del touch della Mela, poi ne riparliamo.
Trovatemi un computer più bello di un Mac, poi ne riparliamo. Parlo di bellezza oggettiva. Di bellezza degli oggetti.
E allora ogni volta che inizia l'annosa discussione "la Apple la odio perché ti fa pagare il design, chemmefrega, io non ci sto, io sto fuori dal coro, me compro un Acer demmerda, però ho tanto tanto bisogno di dire che Apple è una merda" io me ne sto zitto, come quando si parla di religione o politica (o di cinema): meglio stare zitti che alzarsi e spaccare la faccia con un iPad (che è molto resistente) al tipo (di solito un tecnico di computer col marsupio) che dice cazzate del genere.
Insomma sì, sono uno di quelli che si gasa quando esce il nuovo prodotto Apple e spesso e volentieri se lo compra pure. Sono così?
[Questo coso è vero]
Sì. E proprio non me pento, anche perché i prodotti Apple sono gli stessi che mi fanno guadagnare i soldi per comprare altri prodotti Apple, quindi tanto vale accettare la catena alimentata.
E il film? Il film è veramente di un'indecisione cronica: Steve Jobs è un genio! Non scusate è un ladro di idee! Steve Jobs è un visionario! No scusate, è un drogato! Steve Jobs è un imprenditore incredibile! No scusate è solo che ha avuto culo a incontrare degli investitori migliori di lui! Steve Jobs è una merda a livello famigliare! No scusate è un ottimo padre di famiglia!
Insomma tutto e niente, in un jeans e una maglietta, nera
Ashton Kukker è vestito di un ruolo al di sopra delle sue possibilità, cerca di imitare i gesti visti e stravisti nelle presentazioni ma non riesce minimamente a infondere quella profondità che meriterebbe un personaggio (o come ce lo vogliono propinare nel biopic) come Jobs, uno che non avrà iniziato una rivoluzione (quella tecnologica) da solo ma che comunque ci ha dato gli strumenti per farla, e sono pure più belli di quelli di quello sfigato di Bill Gates.
E comunque tutti quelli che sono anti-Apple, smettessero di usare il mouse ORA, oppure zitti. E tutti quelli anti-Jobs, smettessero di vedere film Pixar ORA, oppure zitti.
Io intanto mi rivedo questo, che era meglio:
E questo, che fa più ridere:
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