Quel giorno, questo giorno, arriva sempre.
Quindi dopo l'anno in provetta 2009, quello smussato 2010, quello quadrato 2011, quello che palle 2012, ecco gli esagoni. Perché gli esagoni? Perché mi piace Trivial Pursuit avevo finito le figure geometriche.
E oltre gli esagoni, le lettere, già, perché per fare un po' d'ordine e dare un senso quasi accademico (ovviamente per accademia intendo terza elementare) al tutto ho deciso di fare l'Alfabeto del 2013 al Cinema, dalla A di Automi alla Z di Zombi.
E proprio come tutte le premesse che tanto non legge nessuno manco nei libri le leggi, sono proprio la classica cosa che dici vabbè la leggo dopo, insomma ecco che... BUONA LETTURA! (Non te l'aspettavi eh...)
Sono fatti proprio come noi, ma non sono noi, infatti sono pure meglio. Sono gli Automi, non proprio robot ma neanche umani. La moda è iniziata lo scorso anno, ma erano più meccanici, oggi invece sono diventati poliziotti in Almost Human, assassini IKEA in Real Humans, un clone automatico in Cloud Atlas e un altro clone ma questa volta robotico e roscio in Black Mirror, ti arrivano tutti direttamente a casa dentro scatoloni enormi. E poi c'è lo schiavetto A Simo', e chiudi 'sta porta che ce stanno li spifferi.
I biopic sono linfa vitale di Hollywood, c'è gente che ha messo su intere filmografie solo facendo la parte di altra gente realmente esistita. Si dividono in due, o quelli che raccontano un episodio della vita di uno di cui si conosce tutto, Diana (arriverà, al momento la recensione è sotto un tunnel e non prende), Liberace, Hitchock non una ma due volte, Steve Jobs, Lincoln, Linda Lovelace, 42 e Lauda/Hunt fanno parte di questa categoria. E poi ci sono quelli che nessuno conosce ma che hanno vissuto vite (o episodi) degni di essere raccontati, Cattivi si nasce, ridicoli si diventa. Vale la pena elencare i cattivi che ci hanno fatto davvero paura durante il 2013: il pirata di Captain Phillips, il vero uomo nero, anche più di Stephen in Django, un Samuel L. Jackson da oscar; cattivi da fumetto l'adorabile Loki e lo spietato Kahn (attori inglesi alla riscossa); il caotico (nel senso di teorico del caos) Shiklo... Shopto... sì insomma il cattivo di Elysium. E poi Gianni Morandi. Esatto. Gianni Morandi, ci avreste mai creduto che poteva far paura più di quanto già non faccia su Google?
E poi quelli a cui ridere in faccia: Hugo Weaving versione cappellaio matto appestato in Cloud Atlas, John stavolta con l'accento serbo e il fisique du role di un rinoceronte zoppo, Samuel L. Jackson coperto di ridicolo e di una cresta bionda in Oldboy; Javier Bardem visagista ossigenato delle dive e di 007 in Skyfall; quel buffone di Jack di Lost tutto pompato ma serial killer de noatri in Alex Cross, il damerino tutto isteria e mossette di Shakiro, Sharko, Shalpo... sì insomma quello di Oldboy e poi il King Candy di Ralph Spaccatutto, cattivo Disney della scuola "nani pazzi pelati con le scarpe coi tacchetti", mai piaciuti i nani pazzi pelati con le scarpe coi tacchetti.
Donne. Tu. Tu. Tu. Non è stato facile, per nulla. Incredibilmente Scarlett Johansson si fa notare per il trasformismo più che per il personalino: è Anni 60 in Hitchcock, guidette in Don Jon e addirittura invisibile, infatti è solo una voce, in Her. Naomi Watts (che sarebbe potuta apparire anche tra le peggiori vista la sua disastrosa Diana) è però sconvolgente in The Impossible. E poi - questo è veramente l'anno delle cose che non ti aspetti - Carillon Cotillon in Un sapore di ruggine e ossa, le mancheranno le gambe ma ha talento. Rimane antipatica sia chiaro, e non muore come sa fare lei.
Mentre per trovare le Broccole è stato facile, sono sempre dannatamente le stesse. Jennifer e Nicole, superata da anni la soglia del calendario per liceali, entrano di diritto in quella del calendario per camionisti, con scene di ridicola prurigine: spogliarelli e masturbazione fuori tempo massimo. Fatela finita. Sempre nell'ambito della milfona disperata che si spoglia per qualche articolo su qualche rotocalco ecco entrare a cosciona tesa Claudia Gerini - superando ovviamente l'empasse di considerarla davvero un'attrice - mentre libera il suo Tulpa.
Fare il lumacone è un lavoro, duro anche se sono molli, e qualcuno deve pur farlo. Parlo ovviamente di fare i lumaconi in film d'animazione, avevate capito altro? Sempre in malafede oh... C'è la lumaca ritardat(ari)a che arriva alla Monsters University a lezioni finite, quella velocissima col Turbo e la coppia comica di Epic. Animali non proprio di compagnia l'orca mangiagambe e i fenicotteri rosa che migrano sulla Bellezza romana, di cui io so tutti i nomi di battesimo.
Lo sai che i giganti sono grandi grandi grandi e tu spettatore sei piccolino, e ti stupisci di vederli ancora più grandi su grande schermo che cosa ci vuoi far? I più alti di tutti sono i robottoni di Pacific Rim, e relativi Kaiju. Grande e grossa strega quella del finale di Las brujas de Zugarramurdi. Poi arrivano anche quelli brutti: kaiju tartaruga in Frankenweenie, diavoli infuocati (saranno fratelli) quelli di Facciamola finita (con pisello incandescente annesso) e di Percy Jackson. E poi giganti nel senso fantasy del termine, quelli da «Ucci Ucci», ne Il cacciatore di giganti e Game of Thrones (anche se è una comparsata).
È dallo scorso anno che gli Itagliani sono fuori gara per le categorie di bruttezza. Perché raggiungono bruttezze tutte loro. Le Grandi Bruttezze. Insomma, dici Tulpa e basterebbe quello per riassumere tutto il brutto di dodici mesi. Grandi delusioni per il Virzì rincoglionito dall'infatuazione per una cantante trovata su MySpace (per non parlare del suo doppiaggio in Ralph Spaccatutto) e per il Salvatores alle prese con un film scorsesiano, tipo Quei Bravi Siberiani, peccato che sia pessimo.
Quando passano loro la gente muore come le papere di Duck Hunt; stecchiti, stramazzati, sparati, spappolati, schiacciati, annegati, in una parola, morti. Frodo Maniac tutto il tempo in POV e Django bounty killer hanno una kill list lunga così, ma sono gli unici umani, sì perché il maggior numero di vittime l'hanno fatti uno tsunami impossibile e dei mostri giganti, e meno male che erano pacifici, pensa se erano pure incazzati. Arriva anche una pioggia di meteoriti che ha superato le barriere gravitazionali, lo spazio e la luce per farli soffrire, e fa fuori quasi tutto l'equipaggio.
Capito tutto fino ad ora? Ripetete. Eravate distratti? COME? Stavate limonando? Vi capisco, a me succede quando vedo film con Olivia (che sarà pure una coatta ossigenata, ma oh, oh, oh), Gemma (oh, oh, oh), Jocelin, Jaimie (oh, oh) e la new entry di classe Lily... che volete, sono fatto così sono proprio fatto così.
E va bene, per par condicio, ecco le quote azzurre: Chris thoro che corre, Aaron super-damerino e a chi piace il vino invecchiato, George, che rimane sempre George, who else?
Guarda mago! Ci hanno riempito il primo semestre dell'anno: maghi ridicoli (Steve Carrell, Steve Buscemi e Jim Carrey) nell'Incredibile Burt Wonderstone, mago da strapazzo il grande e impotente OZ e predisti... prestidigi... presidigisti... maghi delle carte in Now You See Me.
Nonni, sembra proprio una Nonnara (scusate). Sono vecchini, tremebondi, coi colli da gallina e la panza, ma li ami perché come fai a odiare queste salme (de)ambulanti, sono i nonni che non hai mai avuto. Si fanno viaggi gratis in India in Marigold Hotel, organizzano concertini in Quartet, giocano a fare le spie ne Le regole del silenzio, fanno le sparatorie in Stand Up Guys e... muoiono con Amour. Ciao nonno guarda come ti diverti.
Sesso, questo sconosciuto. È colpa di Facebook, è colpa di Twitter, è colpa di Instagram, è colpa di Tumblr. è colpa di Foursquare, è colpa di GoogleMap, è colpa dei cineblog, è colpa delle mail, è colpa di Internet. Intanto la verità è una sola: più stiamo sui social meno si tromba. Amore virtuale ma totale in Her, grandi lettori MP3 in cui infilare i propri "jack" in Movie 43 e lunghe sedute di autoanalisi (!) insieme Don Jon. Insomma è l'epoca della favmosa
Sono convinto di una cosa: gli illustraposter stanno diventando talmente belli e talmente tanti che farsi piacere un poster ufficiale è diventato pressocché impossibile. Mi sono piaciuti quello di Her perché è "espressivo", quello di Maniac perché c'è il neon, quelli di V/H/S perché sono grafici, quello di Reality per il coraggio di non mettere sfondo bianco e scrittona rossa, quello di Padroni di Casa perché... è strano. E poi sì, mi ha fatto ridere il character poster dell'Uomo Invisibile di Hotel Transylvania, ma è l'unica cosa.
Ci sono frasi, in questo caso brevi citazioni, che ti porti dietro anche quando il film è finito. Più che altro per il LOL. Buccirosso e il suo «techiavass'» ha fatto scuola, così come quel grande di Gatsby convinto che si possa ripetere il passato, ma se po o non se po? Per me no, anche se rimani un grandissimo, Gatsby. La risata più estemporanea ed esplosiva l'ho fatta con quel «Non posso tornare in prigione» senza senso urlato in Monster's University. E poi c'è «friiiortulpa», tùlpà basta là paròla.
E a proposito di cose ridicole, quest'anno abbiamo assistito alla famosa Ridicolaggine di massa, che è quella cosa che colpisce interi cast e li spinge a fare, dire, lettera, testamento cose ridicole e a vestirsi in modi che voi umani. Le parruccone vittoriane di Hunger Games non me le levo dalla testa (chissà se loro sì), gli scambi di genere dei donni e delle uomine che popolona Cloud Atlas sono balzani, e poi c'è il cast di Movie 43, nomi incredibili e palle attaccate al collo.
Tremate tremate, le streghe sono tornate. Questo è il vero trend dell'anno. Mai altro trend fu dimenticato per anni e anni per poi ritornare con così tanta virulenza come: streghe. Piovono streghette. Streghe cacciate, streghe di Salem, streghe di OZ, streghe spagnole, streghe in TV (e ho avuto la buona educazione di non vedere Witches of West End), streghe in dolby. Must be the season of the Witch.
Resta vile maschio dove vai? Sicuramente non dove sta di casa la qualità perché qui siamo dalle parti della recita scolastica. Lo sa bene Colin Firth, sopravvalutato e impomatato e quasi fresco di oscar ci spara un uno/due di stronzaggine con i suoi personaggi sempre fuori posto in Gambit e Arthur Newman. John Cusack sembra aver scelto la via della sgradevolezza per affrancarsi da un passato di commedie e catastrofi, ma dà solo fastidio in The paperboy, ne Il cacciatore di donne e Nixon in The Butler. Ethan Hawke è uno stoccafisso sia nel buon The Purge che nel terribile Getaway, mentre Jim Sturgess si strugge e gigioneggia in Cloud Atlas, La migliore offerta e Upside Down, lo detesto. Anche Josh Brolin, ex-Goonie, si prende troppo sul serio con le sue espressioni truci in Gangster Squad e Oldboy, due dei peggiori film dell'anno.
Per fortuna ci sono loro, gli uomini quelli bravi. Su tutti svetta Joaquin, già vincitore dell'edizione 2010, dato per spacciato e tornato con interpretazioni favolose, intense, pure, strazianti (alla faccia di Ben e dei suoi tentativi di essere preso sul serio), in The Master e in Her è il più grande di tutti. Paul Rudd è ormai un Attore e sebbene non sempre scelga i copioni perfetti è alla ricerca del suo giusto posto in questo mondo, ci prova in mille film: Prince Avalanche, Admission, This Is 40 e appare anche in Noi siamo infinito (orrendo) e All Is Bright (arriverà, con noia): la strada è quella giusta. Ritorna anche Matthew, che scommetto sarà abbonato a questa categoria finché
V come vittoria, come volontà, come vita. Certo, è stata mia la colpa di non aver mai visto Vogliamo Vivere prima che una distribuzione per una volta oculata l'avesse riportato in sala (ok, non solo la distribuzione), ma tant'è: Vogliamo Vivere è il film più Bello e Grande visto quest'anno, ed è un film di settanta anni fa. Settanta mi dà tanto. Recuperatelo, vi farà bene.
Quindi si scelgono quei film che, per un motivo o per l'altro, sono brutti ma nessuno voleva lo fossero. I Coen - per me tra i più sopravvalutati di sempre - mentre scrivevano Gambit (e soprattutto Piton mentre lo girava... a chiappe al vento...) lo sapevano che sarebbe venuto fuori così dannatamente male? Tanto da diventare il film più Broccolo dell'anno?
E tutta la combriccola di Gangster Squad, mentre si impegnava con le luci e i costumi, lo sapeva che sarebbe stato un massacro, ma non di San Valentino, proprio degli spettatori. Qualche sospetto viene per Refn. Vincitore indiscusso due anni fa, e ora capace di citare e rivoltare sé stesso e, complice il suo attore feticcio, riempire due ore di sfrontato nulla e maleducata violenza in Solo Dio perdona, e vedendo il film avrei dei dubbi, secondo me non li perdona neanche Lui. Poi Planes, un film per bambini più brutto di Shrek e Ice Age messi insieme, ci potevi credere? E fa male perché anche se non è Pixar, ma è come lo fosse.
A cascata le imbecillità adolescenziali fresche fresche di visione in Noi siamo Infinito, meno male che non era vero e che il film finisce. Poi Muccinone nazionale alle prese con Quello che sa dell'amore, evidentemente solo che il cioccolato lenisce. Sempre amore, ma capovolto, in Upside Down, un film di fantascienza noiosissimo che pur partiva da una buona idea. Trance è l'affossamento forse finale di Danny Boyle, il suo film peggiore e con la colpa preterintenzionale di averci trascinato Vincent Cassell. L'Apatow Pack si prende gioco di noi in Facciamola Finita, un film imperdonabile per la sua stupidità. After Earth chiude il cerchio del nepotismo hollywoodiano: Will Smith invece di regalare la bicicletta ai figli regala i film, bello de papà.
Ed eccoli, i film belli. E, prima volta che accade, il miglor film dell'anno è Italiano, è Sorrentino, è la Grande Bellezza, quello che di certo ha acceso il maggior numero di discussioni, di riflessioni, di litigate e di "m'hai proprio rotto er cazzo"; un film che racconta il mondo tragico di una città maggica come Roma. E se vi raccontassi di quanta rabbia ho visto negli occhi di chi si è riconosciuto nei cafoni raccontati dal film mentre si lanciava in analfabeti paragoni - osannando Zalone e i suoi incassi imbecilli - e di quanto gusto ho provato, anche voi dareste ragione a questa prima posizione.
Seguono i robottoni di Pacific Rim e l'ansia siderale di Gravity, la tristezza umana di Un sapore di ruggine e ossa. Innamorarsi di Her, la D muta di Django e la tragedia napoletana che sembra Reality. Le corse sulla griglia (!) di partenza in Rush e in NO cileni. Chiude un film memorabile sulle memorie estive, che sono sempre le migliori, The Way way back.
E basta. Contenti? Dai che un po' lo siete.
Bene, cosa fatto capo a.
Ah no, mancano delle lettere. Facciamo che da qui ci consumiamo quelle ultime lettere assurde che hanno richiesto dei veri voli di fantasia che trovatela voi una categoria che inizia per:
Raggi gamma che saettano nello spazio, mai come quest'anno. Certo la fantascienza c'è sempre, ma sembra che da qualche tempo ci si creda sempre di più: Oblivion, The World's End, Elysium, Into Darkness e Her, chi più chi meno, sono stati apprezzati. Certo non si può dire lo stesso di rifiuti lanciati nello spazio come After Earth, Cloud Atlas e il gelido The Colony. Che poi ci pigliassero una volta, se era per loro l'odissea nello spazio c'aveva già 13 anni (E mi sono scordato di mettere Pacific Rim e Upside Down e Riddick, ma ora non mi va di riaprire l'immagine...).
Ci sono quelle scene che ti vai a rivedere su You
V QUESTO VEDETELO SOLO SE SAPETE TUTTO DI BB V
V E QUESTO VEDETELO SOLO SE SAPETE TUTTO DI GoT V
Ah sì, e poi c'è tutto Gravity. Tutto dall'inizio alla fine.
Fine che è arrivata, per questi premi e forse per il Cinema quello vero, perché noi siamo qui a cercare il meglio dell'anno ma nascondiamo un certo scontento nel notare che la qualità generale si è proprio abbassata. O siamo noi più esigenti? Oppure siamo solo diventati zombi.
Zombi is the new Vampires. Sarà perché siamo tutti morti che camminiamo e il massimo dello sforzo che facciamo è aggiornare il nostro status su FB (grandi critiche social-comportamentali, le fa Ciebbì a fine anno). Siamo zombi eterei come quelli di Revenantes, sportivi come quelli di V/H/S 2, romantici come In the Flesh, centometristi piramidali come in World War Z, innamorati come in Warm Bodies, virulenti tipo Open Grave, imbecilli alla Walking Dead, o seplicemente stupidi come in Cocneys vs Zombies (recensione in arrivo, lenta che sono morti che camminano) e Zombieland?
Sono come siamo, gli zombi chiudono questa panoramica egocantata ed egosuonata di un 2013 da ricordare davvero per poche esaltazioni visive. Vi basti sapere che l'emozione più profonda, stupita e intensa per uno spettacolo filmico l'ho provata davanti a un castello da principessa nei dintorni disneyani di Parigi.
Sono come siamo, gli zombi chiudono questa panoramica egocantata ed egosuonata di un 2013 da ricordare davvero per poche esaltazioni visive. Vi basti sapere che l'emozione più profonda, stupita e intensa per uno spettacolo filmico l'ho provata davanti a un castello da principessa nei dintorni disneyani di Parigi.
Ci vediamo nel 2014, qui, su www.chickenbroccoli.it