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venerdì 13 dicembre 2013

2x1 • Paul Rude vs Paul Ride

Prince Avalanche
Trama: Asfaltattori

No, per carità i film off. Gli offilm. Non ci fossero loro, non ci sarebbero quei piccoli film che girano di sguincio, passano di lato, vedi per sbaglio, ti piacciono con remore.
Tipo che magari vedi Primer, film superoff sui viaggi nel tempo e scopri un gioiello, oppure quegli horror che ti stupiscono per il basso budget e l'alta originalità (ripenso a Deadgirl, a The Woman, a Red White & Blue)
Però poi, se ti metti a ravanare nell'ambiente off, trovi anche tanta, ma tanta… ma tantatantatanta… rottura di palle. 
Ecco, fregato un po' dalla presenza "alisuolante" di Paul Rudd e Emile Hirsch mi assopisco di fronte a un film che, proprio volendo riassumere con il maggior numero di parole possibile, è "due asfaltatori che parlano".. e vi giuro che ho aggiunto fuffa riempitiva nel riassunto.
Che poi ovvi, recita l'adagio "non è cosa fai, ma come lo fai" e se ti vedi la scena del tavolo di Hunger (riassunto: due uomini che parlano) avresti voluto che tutto il film fosse così), ma qui no, qui ti frantumi tutto quello che puoi frantumarti, inizi a guardare l'orologio dopo otto minuti, e il massimo della immedesimazione diventa questa: loro sono due tizi che vanno a fare le strisce pedonali sulle strade infinite delle campagne americane, giuste? Ecco, allora facciamo che se prendessi le palle che mi sono scese vedendo il film, le immergessi in un barattolo di vernice gialle, e iniziassi a camminare al centro della strada a gambe larghe, farei lo stesso loro lavoro senza bisogno di macchinari. Belle immagini per rendere le idee, una grande interpretazione di Ciebbì.
Pure le gif sono noiose

Per Paul Rudd un personaggio baffuto, trattenuto, pedante, un po' dolce e romantico ma anche che palle.
Per Emile Hirsch (che ho definitivamente deciso, è un pessimo attore) è una sorta di ritorno into the wild.
Un film che mi rompeva così tanto le palle fatico veramente a ricordarlo. Quasi peggio dei mumblecosi. Poi certo passare i mesi con un altro uomo a strisciare pedonalmente le strade. Che palle.
Poi, già che c'ero, mi sono ritrovato Paul anche in... 
Admission
Trama: Ammissione di colta

Che è una commedia intelligente (perché parla di college, di educazione, di scuole e professori) piacevole, ma nulla di più, ha la fortuna di venire dopo il film più rottura di coglioni dell'anno e si becca un Chicken, ma è come quando a scuola non hai studiato nulla ma hai la botta di culo di essere interrogato con il più sega della classe che se prende 4 lui, tu ti prendi 6 per puro caso perché non potrati mai essere pippa come Trelanzi. Non come quando vieni interrogato con il più secchione e anche se hai studiato TUTTO prendi 5 perché lui è da 10, 'sto stronzo di Lepri e i suoi 10 fissi... poi suggerisci no, eccheccazzo... Vabbé comunque, nulla che si discosti da un "carina", assolutamente lontana, per prendere un esempio alla finissima e malinconica scrittura di the Way Way Back, di qualche giorno fa.
È che a me Tina Fey - superstar comica americana tra TV e SNL - proprio non piace (non mi piacque tipo mai, al cinema), sarà perché le comiche arcigne non mi fanno ridere (allora meglio quelle ciccione), per me l'isteria della repressa come meccanismo comico è abusato, qui poi è anche in sordina, fa più la seria che la simpatica. Ma poi non riesce a non fare anche mossette un po' assurde, e sta in quel mezzo che infastidisce perché se davvero incontrassi una che fa quelle mossette la prenderesti per scema.
E poi mi sembra una di quelle che vuole fare la simpatica per forza sempre, non c'è cosa che spenge di più l'ilarità che la battuta sempre anche quando non c'entra nulla


La storia è presto detta: Tina è un'esaminatrice di Princeton, college americano superblasonato che per entrarci c'è gente che farebbe carte false, non fosse che le carte false questa volta le fa lei per far ammettere un adolescente genietto che potrebbe o non potrebbe essere il figlio che lei espulse (già. espulse.) quando era al college, ora cresciuto e geniale.
Paul è l'educatore peripatetico (già. peripatetico.) che mette in moto tutta la sequela di eventi.
È uno di quei casi dove la visione procede, non annoia veramente, ma non c'è mai un vero picco (tipo che il personaggio più riuscito è la nuova fidanzata dell'ex uomo della Fey, che non dice una parola e fa solo la stronza, e ci riesce benissimo. È Penny.) e i due protagonisti, altrove dei comic star pazzeschi, sono niente più che funzionali alla storiella. 
Poi lascia stare che io apprezzo, o anzi ho imparato ad apprezzare, soprattutto lui:

Scuola media, altro che college.
Dai lo ammetto. Ho visto questi due film (e ne vedrò anche un terzo con Paul Giamatti) perché ho già deciso che Paul Rudd sarà uno degli attori del 2013. 
Perché sì. 
Lo attendiamo qui:
Paul is not dead, e balla benissimo.

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