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mercoledì 11 dicembre 2013

Mea Tulpa

Tulpa
Trama: Friiortulpa.

È una merda maleodorante.

Con questa frase avrei potuto chiudere questa recensione e tutti a casa, la descrizione in un attimo diciamo.
Ma ho voglia di spendere altre due parole su Tulpa, a tutti gli effetti il peggior film italiano di quest'anno (ed è come essere il più brutto dei freaks di un circo, non fosse che almeno, i freaks di un circo, sono solitamente belli dentro).
Dunque. Zampaglione. Zampaglione due destini, Zampaglione che fa i tiri mancini, Zampaglione che fa i film, Zampaglione che fa l'horror e crede di essere il nuovo Dario Argento (quello buono degli Anni Settanta), Zampaglione che però fa brutti film e rosica se la gente glie lo fa presente (lo aspettiamo tutti nei commenti minatori...).
Vi ricordate The House of the Devil? Era un film di Ti West, un film del 2009 che sembrava uscito dal 1976: fotografia sgranata, tempi morti, regia lenta, costumi vintage, un'operazione cinematografica perfetta, dichiarazione d'amore per i vecchi horror e contemporaneamente un gran bel film.
Tulpa - ahinoi - cerca malamente di battere sulla stessa strada (!): un film che sembri in tutto e per tutto un vecchio film horror, di quelli che tanto piacciono a Tarantino e ai nostalgici del genere all'italiana (horror, pecoreccio, poliziottesco, western).
Ora, a guardarlo bene, l'operazione sembrerebbe addirittura riuscita: inquadrature di mani guantate con coltello in primo piano che si abbattono sulla vittima, sangue finto, architetture notturne e un po' disumane - tutti gli esterni del film sono girati nel "ridente" quartiere EUR in Roma, una scelta di campo? Secondo me è più probabile che negli uffici del Comune di Roma siano avvenute conversazione del genere "Ce sta sto Zampajone che deve fa un firme, damoje l'EUR dalle 6 alle 7 de mattina, tanto non ce passa mai un cazzo de nesuno armeno non ce blocca tutta Roma. Alimortè." - e il classico killer misterioso che si scopre solo nel finale.
Ma ecco l'inghippo: la verità è che i film di merda degli Anni Settanta, che ok, erano pieni di buone idee e di passione, rimangono pur sempre film di merda. E se tu vuoi fare uguale uguale un film di merda, inevitabilmente ti verrà fuori un film di merda. Perché una cosa è se ti chiami Tarantino Quentin, che prende e ruba e cita a man bassa idee e "suggestioni" ma poi rimaneggia, riscrive, decontestualizza o ricontestualizza, e ti tira fuori i capolavori, una cosa è se ti chiami Zampaglione Federico.
Il risultato è una sagra di terz'ordine del ridicolo involontario: tra shamani meno inquietanti di Scialpi...
...che ad un certo punto dice "friiortulpaaa", ed entra per direttissima nel mio lessico quotidiano come nuovo mantra comico dell'inverno. Non parliamo degli attori che si autodoppiano perché (già ma perché? forse per vendere il film all'estero?) "recitano" palesemente in un'altra lingua, non si capisce neanche bene quale, a tratti sembra che facciano il famoso "unoduetre" giusto per muovere le labbra. Oddio, non è che poi quando il labiale e il sonoro combaciano le cose vadano meglio: Claudia Gerini è, senza mezzi termini, la più atroce cagna che il panorama italiano possa annoverare nei suoi già sovraffollati canili, insostenibile anche quando è in modalita "sono tutta nuda almeno ti distraggo" - per carità, le resta un gran bel culo, ma la chirurgia plastica le ha aggiunto quella dose di silicone che la fa assomigliare più a Liberace che all'appetitosa milf che vorrebbe essere. Ma oltre le gambe c'è di... meno: ogni volta che è in campo (ed è la protagonista) è tutto un susseguirsi di assurdità motorie ed espressive, no, ma davvero, non la salva neanche la gelatina rossa
Poi c'è la parte puramente argentiana, quella degli omicidi, e in una sconclusionata sequela di morti ammazzati male; tutte idee che potevano essere buone schiaccite da regia e recitazioni penose, su tutte l'utilizzo del LunEur (il lunapark capitolino abbandonato da anni, vi giuro un ambiente spettrale degno di Silent Hill), che poteva regalare ottimi momenti e invece no, quando mai. Si arriva alla risoluzione finale che è, per davvero, il lato più negativo di un film già disastroso: è buona regola darmi gli elementi, anche i più minuscoli, per farmi arrivare da me all'assassino, ti ricordi questo?
Anzi, la legge dell'horror vuole che io sospetti un po' di tutti (protagonista compreso), e che man mano tutti i sospettati abbiano degli alibi di ferro. Poi, quando mi riveli che l'assassino è uno di quelli che avevo sospettato ma poi scagionato, lui stesso mi spieghi perché e con quale ingegno schizoide sia riuscito a compiere gli omicidi e contemporaneamente avere un alibi (ricordate i due assassini di Scream, per esempio)… 
...e in Tulpa? In Tulpa no. In Tulpa l'ASSASSINO È GIOVANNA! Anzi, come direbbe la Gerini, "GIUOVUANNAAHH“. Una tipa che nel film si vede tre volte contate (ed una è quella in cui si svela) e non ha nessun legame plausibile con la storia, con la protagonista, con niente e nessuno, è solo una bacchettona moralista e guardona che non gli piace fare all'amore al Tulpa, passa di là e ammazza la gente. Allora valeva la pena dirmi che davvero c'era la parentesi sovrannaturale - che pur non manca - e ciao.
Pensate vi abbia rovinato il film svelandovi il finale? Non sapete che salvata che vi ho dato...
La verità è che sono io a sbagliare a sprecare tutte 'ste parole per un film che è, palesemente, un filmetto girato da un "cuckold" ingrifato che voleva far vedere a più gente possibie il culo della moglie quando se avesse uploadato un filmetto "alla Belen" su youtube avrebbe goduto del triplo degli spettatori, cum plauso. Per me è impotente.
Insomma, se ti vuoi ispirare a Dario Argento, abbi la buona creanza di non prendere come esempio Giallo, grazie.
Ci ho ripensato. Bastava "È una merda fumante”
E comunque, friiiortulpaaaaa

Bonus mancia di quando Zampaglione faceva parte del girogiusto:

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