mercoledì 22 ottobre 2014

CHICKEN, BROCCOLI & MARGHERITA al FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 2014 • Giorno 3

E insomma CB e Margherita (è sempre lei non fosse chiaro la qualità e la bellezza) vincono l'internet con i loro reportage del Festival Internazionale del Film di Roma, che si stagliano altissimi e sovrastano la montagna di recensioni monnezzare che cresce giorno dopo giorno. Yuppi.
Perché ora - spocchia a parte che sapete io proprio sono esente da spocchia  - non crediate che non me le legga le recensioni che vengono fatte a tempo di record in giro sul web; e mi chiedo, continuo a credermi, perché diavolo continuate a scrivere recensioni che parlano della trama per almeno 3/4? Che senso ha? Che mi frega? Vado su Wiki per la trama! Io voglio sapere che ne pensi del film non che ti ricordi i nomi dei personaggi (che tanto lo so che te li sei scritti su quel libretto con cui fai tanto il critico! Poi però arrivo a quell'1/4 in cui scrivono quello che ne pensano e scuotendo la testa torno su Wiki. E mi chiedo, continuo a chiedermi, che senso ha, se non c'è divertimento, che senso ha?
Ma infatti che ci frega del colombiano noi c'avemo Beniciò!
Allora succede che Domenica scorsa (dopo aver visto i 2 film recensiti giustappunto ieri) mi era venuta proprio di andare a Escobar con Benicio Del Toro... lo so, questa è vecchia come il cucco

E insomma con l'esperansa de veder un bel film soy ito a veder  (nella sara brandizzata WIRED, poi parliamo di quello che avrei voluto tanto tanto tanto fare):
Escobar: Paradise Lost
Trama:
Avete appena visto Il Cartello di Medellìn. Che bufo!

Vi ricordate questo documentario qui? E vi ricordate quando dicevo che l'attore PERFETTO da scritturare se mai avessero voluto fare un film serio su Escobar era il solo e unico Alfred Molina? Segue diapositiva totally look like (fatta dal me medesimo - quando cerco su google una cosa e l'unico risultato che esce è mio non so se gioire o ricoverarmi volontariamente alla Neuro):
Ecco. Hanno fatto di testa loro e ci hanno messo Benicio. Certo mo' non è che adesso tutti quelli sudamericani li fai interpretare da Benicio e che cavolo! 
Comunque il problema si pone pure poco perché in effetti questo NON è un bio-pic su Escobar (che sarebbe stato più interessante, non ci bastava mica l'apparizione in Blow) ma la storia di un canadese che va a vivere in una canadese sulla spiaggia colombiana
e incontra una tipa boliviana e si innamora. 
Non fosse che tra tutte quelle colombiane che c'erano in Colombia lui si va a pigliare proprio la nipote di Escobar. Viene presentato allo zio e quando lui chiede come si è arricchito lei risponde in maniera candida (!) "Con la cocaina".
Vola, Colombia bianca vola.
Con questi presupposti, tutto quello che succede dopo, tipo dover fronteggiare intensi discorsi psicologici con Pablo che non sai mai se quando parla di una cosa intende un'altra e magari ha già firmato la tua condanna a morte

diciamocelo, diventa colpa tua, perché se accetti di lavorare nel ranch con dinosauri dello zio della tua fidanza boliviana che guarda caso è il più grande narcotrafficante del mondo, uno che mandava avanti l'economia boliviana solo grazie alle mazzette, cioè tipo che quando alla fine si arrende il popolo scende in piazza per difenderlo, allora accetti anche che a un certo punto ti tira addosso tutti i dicari colombiani per ammazzarti. Boh livia ascolana.
Il film è mezz' mezz' (scusate non mi ero ancora ripreso da I Milionari), non male la prima parte, in cui ci si aspetta che questo signore baffuto cicciobombo esploda in violenze inaudite e spietatezza, purtroppo tutta la seconda parte diventa un lungo e mesto tentativo di fare vedere che il vero protagonista del film, che chiameremo "il nano di Hunger Games" che proprio non ricordo come si chiama (ma so solo che almeno siamo sicuri che non era lui dall'altra parte della macchina fotografica del Fappening anche solo per una questione di altezza per quella foto che...ah dite uno sgabellino... ah.) si è palestrato per la gioia delle fan:
e ha un pessimo gusto nelle camicie

E sul finale il film diventa un proto-Bourne ma ambientato in un paesello rurale colombiano con lui che scappa dai sicari 

Della tensione criminale che poteva regalare il personaggio Pablito Escobar neanche l'ombra. Dovrei vedere la produzione televisiva... renditi conto: soap opera colombiana che parla di Escobar, secondo me c'è da ridere. Chicito e Pablito.
E via con lo spreco di un altro personaggio storico densissimo che poteva essere Capolavoro e invece filmetto edulcorato e innocuo. Applausissimi.
A proposito ho appena ricevuto una foto rubata sul prossimo bio-pic di Benicio:
A proposito di fan! Ma lo sapete che quando entro io all'Auditorium succede questo?
Sentite come urlano festanti? CI! BI! CI! BI! 
Come? Dite che era per il Nano di Hunger Games? Io non l'ho visto…
Intanto la Marghe andava a vedere profetica e poetica:
Margherita ci penso io alla poesia allora! Ti dedico questa composizione estemporanea:
Io non posso stare fermo / con le mani nelle mani
Ah no scusa questa era un'altra... Ecco la mia:
M'ama non m'ama
Sono il tuo lama...
M'ama non m'ama
No, getta la lama!
M'ama non m'ama
forza, su, chiama!
M'ama non m'ama
giochiamo a dama?
M'ama non m'ama
EVVIVA L'A.M.A.!
Piaciuta? Come? Spazzatura? Dici per la citazione sull'A.M.A? O dici per il film...
TRASH
Trama: Racconta indifferenziata aka Favela a lieto fine

Avete vista City of God?
Avete visto The Millionaire?
Avete visto Billy Elliot?
Ecco. Fate il frullatone di tutto (buonismo e ragazzini, violenza e samba, sorrisi e saudade) e avrete Trash.
Che proprio monnezza monnezza non è, infatti un Chicken stiracchiato se lo piglia pure (anche se messo a confronto con gli altri film del Fest finora visti) ma - breaking news - NON è un film così degno di nota come ci volevano far credere, cioè tutta 'sta denuncia non ce l'ho vista, anzi ho visto che questi toporagni dei menignos fanno parkour e ci provano con le volontarie americane, ecco.
La storia è questa: tre ragazzini delle favelas brasiliane "lavorano" smistando - non si capisce bene esattamente che lavoro sia, tipo bottiglia di plastica da qui mettila li, bottiglia di vetro da li mettila qui, Servillo vacci a dire qualcosa un po'... - i chili, anzi proprio le montagne di spazzatura che vengono scaricate nella discarica. 
Uno dei tre trova un portafoglio, dentro il portafoglio diversi indizi (una chiave, una cartolina, una foto con dei numeri…). Inizia l'avventura e come fosse un Tin-Tin sudamericano con gli amici a seguito il ragazzino si mette in un gioco più grande di lui che coinvolgerà politici corrotti, poliziotti violenti, maestrine fighe, preti paciocconi. Alla fine però tutto è bene quel che finisce bene, anzi pure troppo visto lo stiracchiassimo miracolo (con tanto di apparizione quasi fantasmagorica) finale.
Film buonista e se proprio vogliamo pure bello furbo nello sfruttare le tipiche e straviste peculiarità brasilere: la samba, la felicità e l'ottimismo che alla fine regna anche nella povertà assoluta (mo' money mo' problem rappava quel milionario...), insomma nulla che non si sia visto in qualunque spot degli ultimi Mondiali o in quella puntata dei Simpson sulla monnezza

Ora, siccome i film che ho visto io parlavano tanto di soldi e i soldi non sono mai abbastanza, soprattutto se si è costretti a mangiare ai bar dell'Auditorium che caffè e cornetto 5 euro mi pare un po' tantino, io e la Marghe abbiamo deciso di coniare la nostra valuta (perché noi valiamo) e da oggi apriamo una banca proprio all'entrata del Fest e se volete potete cambiare i vostri svalutati euri con i CBdollari e i MARGHEuro. Che dite è una buona idea? A Topolinia e Paperopoli ha funzionato. Ah-ah! Il diavolo fa le pentole ma non i coperti cari ristoratori dell'Auditorium! La vostra supremazioa monetaria è sgominata! Luciferini baristi. 
A proposito di Lucifer, ecco che Marghe ci racconta che...
Ma veniamo a noi. Avete notato che quest'anno non mi sono scagliato contro le file (in senso letterale intendo)? Perché l'esperienza dello scorso anno mi ha insegnato una cosa: non ti chiedere cosa deve fare fila per te, ma chiediti come smerdare uno dei Tipi da Fest più fastidiosi di sempre, il SALTAFILE!
Dunque, il Saltafile è colui che, mentre la fila si è bella che formata da interi quarti d'ora e tutti i critici armati di pass multicolori hanno formato questa processione sperando nel miracolo di entrare in sala, lui si presenta a 5 minuti dall'inizio del film e punta direttamente alla testa di serie della fila, forte della sua barba di ordinanza, occhiali a fondo di bottiglia, pantalone multicolore perché lui è originale, a tracolla il borsone regalo del Fest PIENO di roba anche se non si sa cosa e al collo milletutti i pass del mondo, ivi compresi quelli degli scorsi anni che sono come le targhette dei soldati, danno anzianità e, almeno secondo lui, autorità. 
A quel punto passa in rassegna tutti quelli che sono in fila fino a che non adocchia qualcuno di conosciuto. Se gli va bene è qualcuno che conosce davvero, altrimenti va benissimo anche qualcuno conosciuto tre minuti prima al bar, uno con cui ha condiviso il bracciolo della seggiolina una proiezione fa o anche uno a cui ha pisciato accanto al bagno. A quel punto il Saltafile saluta a trecento denti il suo "miglior amico" e parla del più e del meno per un po', ma proprio del più e del meno, niente che possa destare sospetto o peggio un'interruzione di conversazione (sarebbe la fine del suo piano). 
Ad ogni parola il Saltafila fa un passetto in avanti, incuneandosi nella suddetta fila, fino a che, a colpo d'occhio, non sembra più esterno ma interno alla fila stesso, un corpus unico con le altre processionarie. Il gioco è fatto, il Saltafile si è guadagnato il suo posto in sala, saltando tutti e senza che nessuno (compreso me che li becco tutti ma poi non so proprio perché non aizzo la folla invocando giustizia sommaria). Attento Saltafile! La prossima volta che ti becco giuro che...
A domani, che dopo il giorno della Marmotta, sarà il Giorno del Tricheco!

Nessun commento:

Posta un commento