venerdì 30 gennaio 2015

Cosmoagonia

I cavalieri dello Zodiaco - La leggenda del grande tempio
Trama: Fulminati di Pegasus

Io ho perso le speranze. 
Dopo una settimana intera a cercare di farvi entrare in quelle vostre capocce dure il concetto di "STATE. ESAGERANDO." non so proprio più che fare.
Quale parte di "I BIO-PIC VI STANNO BEVENDO IL CERVELLO" non capite?
E sono sconfortato dalla dimostrazione di quanto il mio lavoro sia stato vano: dopo tutto quello che vi ho detto negli ultimi giorni adesso voi ve ne uscite con la storia di vita vera di cinque ragazzini giapponesi orfani che diventano invicibili guerrieri e valenti condottieri votati anima e corpo a darsi tantissime botte in faccia per salvare una ragazzina coi capelli viola? Certo io lo capisco che la dura realtà vera di questi cinque poveracci era sicuramente interessante, piena di violenza ma anche di gioie, "un'incredibile storia vera di coraggio e prove di rara crudeltà", ma non mi sembrava il caso addirittura di chiedere agli amici giapponesi di farci un cartone animat...
Ah.
Ah questo non è un bio-pic?
Cioè tu mi stai dicendo che i Cavalieri dello Zodiaco non sono mai esistiti?
Cioè quindi è confermato che quello sbruffone di Pegasus, quel fico di Phoenix, quel serio di Sirio (Serio il Dragone, infatti), quel ghiacciolo di Crystal e quel... quel... vabbé quell'Andromeda lì, non sono persone vere esistite veramente nella vita reale?
Strano perché io me le ricordo vere eccome, erano miei compagni di giochi, ma che dico di giochi, di vita, ma che dico compagni, fratelli, ma che dico vita, stare tutto il pomeriggio a vedere i cartoni.
RIcordo esattamente la prima volta in cui ci incontrammo, ero a casa di Emiliano, un amico mio che non è importante in questo ricordo, non certo come lo sono Pegasus, Sirio, Phoenix, Crystal e Andromed... oddio, forse un po' più di Andromeda sì... insomma io ed Emiliano eravamo seduti per terra a casa sua, circondati da Tegolini ed Exogini vittime di uno scambio all'ultimo DueNani e cassette dell'Atari 2600 con cui avevamo appena smesso di giocare, e aspettavamo trepidanti i Cavalileri. Forse l'unica volta che ho visto la prima puntata di un cartone. 
Poi iniziò questa canzone:

e mentre Pegasus vinceva il suo primo incontro nell'arena di pietra e la sua armatura da Pegaso (c'era qualche dubbio che la vincesse? Mica poteva stare a quell'altro, Cassius, era un gigante... e non si chiamava neanche Pegasus... strano eh) e iniziava il suo viaggio verso il settimo senso e la gloria e l'eroismo, io iniziavo il mio, verso dove mi trovo ora, qui a scrivere quanto amavo i Cavalieri.
Quanti ricordi, io e loro. Li ho amati durante il torneo, e poi le 12 Case, e ancora dopo, Asgard e poi Nettuno. Quante avventure, quanti scontri disumani, quanti duelli decisivi, quanta passione, quanto eroismo.
E mi state dicendo che è tutto falso? 
Che è successo tutto solo in un cartone animato? E nella mia testa?
No. Non voglio sentirvi.
LALALALALALLALAALALALAnonvisentooLALALALLA
Davvero. Non so come altro dirlo: per me i Cavalieri sono stati IL  mio cartone animato preferito.
Nessuno come loro. Nessuno mai.
Il concetto di "preferito" è molto difficile da definire. Cambia ogni giorno, cambia perché noi cambiamo e va benissimo così, ma i Cavalieri hanno rappresentato per me il puro distillato di esaltazione, attesa, passione. Rivederli SEMPRE, stancarsi MAI.
E posso tranquillamente arrivare a dire che molte fondamenta della mia stessa natura sono fondate proprio sulla poetica eroica dei Cavalieri. Non erano i robot ad appassionarmi, non erano quelli sportivi a conquistarmi, erano i Cavalieri. 
Nonostante ovviamente abbia visto anche tutti gli altri animati del mondo, i Cavalieri sono sempre stati una spanna sopra tutti nella mia vita vera reale. Non dico che poi volevo andare in giro a prendere a cosmi in faccia la gente (anche se a volte ci ho provato ma non usciva nessun raggio di energia dalle mani), ma più che altro mi riconoscevo tantissimp - anche se in quel momento non lo capivo - nello spirito di sacrificio di questi piccoletti che non si davano mai per vinti. Lo so che tutti gli eroi dei cartoni animati sono così, ma loro di più. Loro sono l'impersonificazione di quella spinta interiore che se decidi di fare una cosa, cascasse il mondo e anche lo spazio, la FAI; poi vabbé loro si pigliavano a botte, io faccio i magazine di carta, ma stiamo lì.
Forse addirittura il concetto di "salita" (i Templi uno sopra l'altro), di fatica immane, di puro atto eroico ha fatto parte - e fa parte - di quello che sono, non parlo solo di CB.
No, non faccio l'astrologo. Ah. Ah. Che. Ridere.
E allora vedere questo film è stato uno strazio. Quasi un'offesa. Un vilipendio a quanto di più caro celiamo nel cuore. Il ricordo dei cartoni animati giapponesi che ci hanno cresciuto meglio di alcuni genitori (da parte mia mi hanno fatto più da padri l'Uomo Tigre, il Mago Pancione e Lupin, più da fratelli Gigi la Trottola, Holly e Benji e più da fidanzatine Lamù, Pat ragazza del baseball e Rensie la Strega che le persone vere. Mamma Broccola non se tocca ovviamente!)
E quindi no, ho sbagliato io, l'errore è il mio di aver ceduto al canto di sirene dell'anteprima (sì, l'ho visto all'anteprima ma non mi sono ripreso in tempo dalla visione per parlarne in tempo) e sono andato a vedere questa moderna incarnazione in computer grafica dei Cavalieri e sono rimasto così deluso, ma che dico deluso, ferito, che l'ho presa sul personale ve lo dico, che dico personale, mi sono proprio girati i coglioni. Li ho odiati. E odio pure questa qui sotto che lorda il mio ricordo della dolce Isabel:
Chi ha OSATO pensare che i miei adorati Cavalieri, loro:
potessero essere ridotti ad un ammasso informe di poligoni, distrutti nel corpo e nello spirito e nelle brutte armature, e trasformati da Eroi a deficienti:
Peraltro non capisco bene il senso dell'operazione (oltre a far diventare i Cavalieri degli emo dementi. Demonti, infatti.) Dunque, il film racconta il ciclo delle 12 case, quelle che chi ha scritto i testi della prima mitica sigla italiana non ha mai visto, dato che se ascolti bene le parole è chiaro che si riferiscono a malapena alle prime due puntate, quindi nel film ci sono i Cavalieri che sono già Cavalieri (nulla ci viene raccontato dei duri allenamenti che i poverini hanno dovuto sostenere, poverini, isole di fuoco, ghiacci eterni, picchi con cascate, la grecia dell'alito che sa perennemente di tzaziki) la cui missione per diventare santi per essere Cavalieri è difendere Lady Isabel, però non si sa perché devono rifare tutta la trafila delle 12 Case, da capo. Solo che questa volta invece di incontrare/combattere i gloriosi Cavalieri d'Oro, loro, i cavalieri loro:

se la vedono con la versione scema e inutie e in 3D

Cioè sono sempre i Cavalieri d'oro come li conosciamo, i 12 dei segni zodiacali, ma sono tutti dei gran imbecilli, persino quel gran fico di Ioria. E Ariete è un nerd con gli occhialini.
Il ridicolo - e la rabbia - si raggiunge alla casa del Cancro, presiediuta da un pazzo squinternato saltimbanco per nulla offensivo, ma solo un buffone mezzo cantante lirico mezzo pagliaccio inguardabile, che accoglie i cavalieri con tanto di canzone e balletto, una roba che ricorda il gobbo di notre dame (la versione di Cocciante). Sto pupazzo qui
Uno strazio. Per non parlare di altri che sono ridotti a poveri coatti, i Cavalieri dello Zotico, o più semplicemente delle mere comparse senza costrutto.
Insomma il film si dipana nella sua risibile lunghezza tra gli scontri nelle varie case, che però durano tre-quattro minuti; inoltre quando ci sono, 'sti scontri, perché infatti alcune case vengono superate senza neanche usarci la buona educazione di spiegarci il perché e il percome, oltre agli evidenti problemi di minutaggio.
Ci sono forse due o tre idee grafiche decenti (un'ammodernamento degli ambienti nelle case rispetto ai templi greci dell'anime) ma davvero non basta a salvare il delirio grafico che hanno subito i Cavalieri: facce ignobili, armature penose (c'è Libra con una specie di bazooka sulla spalla), non voglio parlare dei capelli vi prego non fatemi parlare dei capelli.
Insomma non so bene a quale target sia rivolto il film, perché gli appassionati, ma che dico appassionati, fratelli, dei Cavalieri non vedranno nulla di nuovo, anzi solo cose vecchie peggiorate, e i più giovani che invece non li conoscono e non sanno troppe parti importanti non si appassioneranno mai a questi eroi, ma che dico eroi, Nuovi Dèi. Poi dici che One Piece va un casino. Ma ve lo meritate One Piece.
Il film è molto più brutto di Capitan Harlock, e non solo perché Harlock non mi ha mai fatto né caldo né freddo, ma proprio perché è come se avessero vilipeso la mia infanzia. I Cavalieri dello Zodiaco - Espandi il tuo cosmo (e poi lasciatemi dire che tutti questi continui "il mio costo si ingrossa", "che cosmo grande", "il mio cosmo è più grande del tuo", "incrociamo i nostri cosmi in segno di reciproca stima" mi hanno fatto pensare più di una volta che il vero protagonista fosse Andromeda e lui soltanto) è solo una caterva di offese che mi hanno fatto piangere il cuore. 
L'unica cosa che mi viene in mente per riequilibrare il mio di cosmo è riguardare ora tutte le puntante dei Cavalieri, quelle vere, quelle belle, quelle senza assurdità, quelle che raccontano la vita vera di questi cinque ragazzi che tanto hanno contanto nella mia vita, la vita vera, e spero anche nella vostra vita vera. 
Ma ora, silenzio, iniziano i Cavalieri:



Fermatemi che sennò metto tutte e 114 le puntate. Colleghiamoci per tutto il resto del giorno - o magari per sempre - qui.

giovedì 29 gennaio 2015

CB ANTEPRIMA • Unbroken

Unbroken
Trama: Era meglio sparire da piccoli / che recitàre in questo film
Che finire da grandi solati / ed esser da Angie adottati!

Ragazzi, e ragazze, allora voi proprio mi volete male. 
Sono giorni che cerco di farvelo capire. Con le buone, le cattive, le medie (quelle che evidentemente voi volete tornare a fare), ma voi nulla, de coccio proprio.
Ve lo ripeto e facciamo che sia l'ULTIMA volta: a voi questa cosa non solo vi è definitivamente sfuggita di mano, ma vi sta veramente facendo del male.
Di cosa parlo?
MA DEI BIO-PIC! I BIO-PIC CRISTO SANTO! Ma allora proprio vi serve l'insegnante di cinema di sostegno a voi! 
Eccone un altro! Un ALTRO! BASTA!
Siamo di nuovo in guerra, ma questa volta in quella più famosa, la II, dai che la II è più famosa e aivoja quanti film ci possiamo ancora fare di storie di esseri umani veramente esistiti nella loro vita vera veramente a cui poi è capitata questa cosa di II Guerra.
Questa volta quindi è: eroe di guerra + campione sportivo + sconosciuto + Storia + sopravvivenza.
Tutte queste cose le hanno date in mano indovina a chi? Ad Angelina Jolie, una che secondo me non ha la forza di tenere in mano manco i due chicchi di riso che mangia al giorno. Forse uno per volta ce la fa.
Brevemente perché mi sono anche stancato di ripetere le cose: basta! Basta con queste "un'incredibile storia vera di sopravvivenza e coraggio". NO-NE!
Qui c'è sto ragazzetto che sa fare bene solo una cosa nella vita: correre. Riesce ad andare alle Olimpiadi, ma non vince, però non ho capito bene perché è comunque un campione. Mo' tutti gli americani so' campioni... non ha neanche vinto ed esulta... vabbé, contento lui:
Però ad un certo punto a frenare la sua corsa arriva Guerra. Va a combattere e tra una cicca e una schitarrata con i commilitoni casca con l'aeroplano.
Da lì inizia per lui un'odissa che se la sapeva Omero ci faceva subito il seguito, invece l'ha saputo Angelina e c'ha fatto il film.
Prima il giovane deve passare ben 47 giorni su una zattera in mezzo al mare tra squali e aerei giapponesi che gli sparano contro. Non fosse solo questo! Infatti gli unici altri due sopravvissuti sono quel tizio roscio anche conosciuto come NON FATEGLI FARE FILM è un cocco di papà Malocchio Moody (uno che sta lavorando tantissimo, qui e qui, e non se lo merita proprio! È proprio un lesso), e, peggio me sento, con Dandy di American Horror Story. 47 giorni con questi due farebbero uscire di testa chiunque.
Io non li sopporto per 90 minuti, figurate un po'. 
(E qui c'è la mezz'ora Cast Away.)
Comunque si salvano, non tutti ma si salvano. Ma che dico salvano, vengono catturati dai japponesi che li portano in un campetto di prigionia terribile dove gli danno da mangiare delle palle di riso coi vermi e ogni giorno gli fanno delle torture assurde tipo fargli la doccia fredda.
(E qui c'è il quarto d'ora Il Cacciatore.)
Dal campo di prigionia nella foresta i due sopravvissuti vengono portati in un campo di concentramento japponese (niente di diverso dalle normali scuole di Tokyo, immagino) dove il povero Luis viene subito adocchiato dal capo CATTIVISSIMO e SADICO.
E da lì è tutto un susseguirsi atroce di punizioni, mazzate, violenze psicologiche e non, roba che ricordarsi dei bei vecchi giorni a trastullarsi nel dondolio del mare e a pescar squali sembrano un sogno. 
(E qui c'è la lunghissima ora e mezzo che mischia tutto, da Schindler's List a La Grande Fuga, addirittura c'è il tempo per una parentesi Fuga per la Vittoria.)
Ora, detta così (come sempre, ecco perché raccontare un film non serve a nulla, tanto puoi raccontare quello che vuoi in un film, basta che lo fai bene) può anche sembrare un dignitoso film di vita vera in guerra.
Non fosse che il film è, senza mezze misure, BRUTTO.
È BRUTTO.
Noioso, pleonastico, sadico, sempliciotto, mal scritto, pessimamente recitato (poi parliamo un attimo del cast) e soprattutto è palese che si tratta di una mera "operazione". Un'operazione non si sa bene di cosa, perché ovviamente è stato snobbato agli oscar, e mi sa pure dal pubblico, però pare che la Jolie ci creda davvero, ma siamo noi a non credere a nulla. Non crediamo al suo buonismo spiattellato là, non crediamo a questi grandi sentimenti che vengono telefonati con la suoneria al massimo, non ci crediamo e basta. 
Stiamo lì per 90 minuti a vedere questo torturato in ogni modo, tanto che ad un certo punto anche basta, ma quando arriviamo alla scena "cristo in croce", quella che dovrebbe essere la più emozionante... 
...siamo proprio al delirio mistico melgibsoniano.
Inoltre il dubbio che Angelina ci abbia messo soprattutto il nome alla voce Regia e non la regia vera e propria è più che lecito per tanti motivi. Intanto le uniche foto dal set che girano  sul web la vedono ritratta SEMPRE con lo stesso abbigliamento.
Magari lei quando recita la parte della regista si veste sempre così, chi sono io per giudicarla? Ma dai, Angie, dai smettila di fare quelle facce concentrate che non ci crede nessuno
Poi il fatto che tutta la comunicazione e il marketing del film - che ricordiamo dovrebbe essere un film serio di vita vera seria con tragedia ed emozioni serie - siano fatti soprattutto di foto di lei e il suo cast di bellocci vari sulle cover dei magazine di moda, permettimi che lo trovo un po' forzato

Non trovo forzato che un attore, di solito anche bello bello in modo assurdo, diventi regista: Warren Beatty, Robert Redford, Mel Gisbon, Jodie Foster, George Clooney, Ben Affleck, Sofia Coppolah, no, Sofia no, che attrice non c'è mai stata veramente... bella non ne parliamo proprio. Insomma anche 'sti cazzi se eri attore, l'importante che poi fai bei film. Ma se io poi vedo che il film è brutto e serve più a te a darti un tono che a me a vedere un bel film, un po' mi ci incazzo, ci rimango male. Sopratutto per la condizione un po' indecorosa delle registe donne, che sono tipo 1 a 100. Dovresti essere consapevole che diventare regista si porta dietro ben più che farsi le foto in posa.
Riaprendo la parentesi cast(ing away): il protagonista è uno che recitare è proprio l'ultima cosa che sa fare, il resto sono tutti ragazzetti di bella presenza (secondo me è stato tipo un gioco di ruolo tra lei e Brad del tipo: scommetti che riesco a lavorare con un cast di 20 bei fighi 20enni e resistere! Non ne adotterò neanche uno! Scommettiamo?).
Il fatto che tutti questi siano dovuti dimagrire mille chili che neanche Christian Bale o Matthew McConaughey - e sappiamo che dimagrire comporta sia un notevole sforzo fisico sia una vana speranza di prendere degli oscar - per poi finire coinvolti in questo filmaccio ignobile la trovo una cosa oltre la beffa. Porelli quanto ci speravano, porelli.
Ma il vero colpo di genio è la scelta dell'attore che interpreta il cattivissimo sadico capo del campo di prigionia. Eccol...
...o! Sì. Esatto. È un uomo. SI chiama Miyavi (Miyavi? Ma quanto Miyavi?)
Ed è una rock star. O un rock star. Noh. Lo sapete no che questi jappi sono tutti un po' matti. Insomma il tipo è superfashion, fa queste robe qui:

ma nel film è ovviamente vestito da capitano soldato cattivissimo "tu non gualdale me tu amelicano nemico di glande japponese (!) sì?
io adesso maltoliale te con bastone di bambù lungo lungo sì?

io pallale come come quello cinese di Notte Leoni sì? Tu non piacele me, io ola stale tutto tempo massaclale te con toltule ollende sì?
e anche se forse è la parte più caratterizzata del film - nonostante la banalità che si porta dietro, ivi compresa l'ignobile tentativo, proprio sul finale, di farci vedere che anche lui un po' anche la sua di umanità con una scenetta che ci svela che anche lui aveva un cuore anche lui aveva una famiglia anche lui aveva la foto di lui da piccolo col padre nella camera, visto che per tutto il tempo ce lo presentano come uno spietato aguzzino - 'sto Miyavi rimane un cagnaccio, che sta lì sono per accaparrarsi il pubblico japponoide.
Poi scusate ma se io devo pensare ad un cattivo con la divisa che controlla un campo di concentramento con metodi poco ortodossi mi balena in testa uno sguardo e uno soltanto
Certo poraccio, chi glielo doveva dire a 'sto poro Zamperini che dopo essere sopravvissuto a, nell'ordine:
- gli allenamenti di corsa (che già solo quelli a me m'avrebbero ammazzato);
- un incidente aereo
- 47 giorni alla deriva su un canotto
- mesi in un campo di prigionia nella foresta
- mesi in un campo di prigionia in città
- mesi in un campo di prigionia in una miniera di carbone (sì c'è anche questa parte nel film, dove peraltro, in un twist veramente stiracchiato di sceneggiatura lui, che aveva sperato di essersi liberato del capitano rock star japponese cattivissimo che intanto s'era trasferito, SE LO RITROVA Lì! Ma che è? La malidizione... ma va va. È palese che si sono rigirati la Storia come volevano solo per fare la scena ad effetto...)
...insomma chi glielo doveva dire a questo che dopo tutto questo doveva morire per mano di Angelina Jolie. È morto durante le riprese. Giusto il tempo di scattare questa foto
che ora che ci penso inizio a dubitare che sia vivo pure nella foto. Guardalo bene... ti pare vivo? Chissà...
Insomma un film brutto, brutto dentro e brutto fuori. Un film che ti fa pensare che lui forse non si sarà rotto (unbroken), ma le nostre palle sì, tantissimo.
Ecco il prossimo caduto sotto le grinfie adottatrici di Angelina:

mercoledì 28 gennaio 2015

Pathetic Mr. Foxcathcer

Foxcatcher
Trama: L'altra feccia della medaglia

Ragazzi. Mi sembra chiaro che io e voi non ci stiamo capendo. 
Ve lo dico più lentamente, cercate di stare un attimo concentrati.
Voòi.
Staàte.
Eèsageèrandò.
Parlo ancora dei bio-pic. Dai ragazzi, un po' di attenzione.
Ma davvero non avete più idee? Dai che siete tanti e che se vi impegnate lo so che potete fare di più. Spremete un attimo le meningette e smettetela di sfogliare le riviste e i quotidiani più o meno datati per trovare gli spunti di vita vera che potrebbero diventare un film.
Questa cosa dei bio-pic vi sta davvero, ma davvero, sfuggendo di mano.
Io lo so che ci sono tanti tipi di bio-pic, vediamoli un attimo. Prima di tutto devi scegliere di chi raccontare la vita. Tre possibilità: 1) Il famosissimo 2) Il protagonista del fatto di cronaca/prima pagina 3) Lo sconosciuto.
Poi devi scegliere quale parte della vita vera devi raccontare. Ci sono quelli che iniziano col giovane e finiscono col vecchio, tutto intorno la Storia (un nanetto pelato libera l'India dalla schiavitu? Facciamone un film!), poi ci sono quelli che raccontano solo una parte della vita (del famoso più che altro, gente che ne ha viste tante, non stavano in un film solo), poi ci sono quelli che magari raccontano la vita di qualcuno che era molto vicino al protagonista, una scusa per parlare di uno sconosciuto e di un famosissimo al tempo stesso (il maggiordomo della casa bianca? Facciamone un film!). Poi ci sono quelli che raccontano il micro per raccontare il macro, quindi vita vera del singolo ma come icona di una città/società/vittime di tragedia (una famiglia investita da uno tsunami? Facciamone un film!). Poi ci sono quelli che raccontano il fatto in sé, che magari è sconvolgente e/o eccezionale anceh se dei singoli protagonisti anche sticazzi (ragazzi che precipitano sulle Ande e iniziano a mangiarsi tra di loro? Facciamone un film!).
Queste regole - proprio come fossero gli elementi dello Schema di Propp per le fiabe - si mischiano e intercambiano e creano dei veri e proprio sotto-generi del genere bio-pic.
E questa è la famosa bio-pic-diversità.
Dall'inizio di quest'anno è un proliferare infernale di bio-pic. Ne avrò visti 10 e se guardo un attimo quelli che mi aspettano a stretto giro ne vedo, e vedrò, almeno altri cinque o sei.
Stando allo schemino di cui sopra, Foxcatcher è: semi-famosi + fatto di cronaca (nera) + porzione di vita; in pratica - volendo rimanere in ambiente crimine + sport - un passo in più rispetto a Pain & Gain (perché i protagonisti erano più celebri, uno un riccone famoso per la ricconaggine, gli altri dei campioni sportivi, ma che alla fine sono tutti comunque finiti nel dimenticatoio sia biografico che sportivo), ma un passo decisamente in meno a un possibile bio-pic su O.J. Simpson o Pistorius.
Ma com'è questo Foxcather? È uno di quei film di cui è più interessante parlarne che vederli, perché quello che circonda il film a livello produttivo, interpretativo e storiografico è più interessante del film stesso. E per me è comunque un merito, anche se per molti il film deve valere al netto di ogni cosa che lo circonda, non dovrebbe esistere nulla fuori dal fascio luminoso proiettato.
Sul fronte attori le interpretazioni sono molto, molto buone, Carell versione Pinguino che - complice un make-up pesantissimo ma davvero ben fatto, con quel naso pinna
i denti da furetto
dà una botta di cattiveria alla sua intera carriera (nonostante sia un supercomico - che a me fa riderissimo, tipo quando fa quella cosa delle braccia finte:

 - non è nuovo a parti lontane dai suoi soliti deficenti... è stato già molto stronzo qui, malinconico qui, e poi comunque già lo è stato cattivissimo e col nasone

ma per una volta è proprio la negatività energetica fatta persona.
Poi c'è Mark Ruffallo versione Orso Yogi (di stazza e di pelo), entrambi candidati all'Oscar (probabilmente finiranno tra le fila degli sconfitti), ma soprattutto c'è l'ottima, ottima interpretazione di Channing Tatum, peraltro l'unico non candidato e a dire la verità molto più meritevole, sicuramente di Ruffallo (e Farell è comunque aiutato da make-up, bravo ma già presentarsi sul set con quel cerone in faccia aiuta, dài ammettiamolo, ti cali nel personaggio più facilmente). Certo, dite che fare lo sportivo col cervello da nocciolina e le guance da padrino gli riesce facile per manifesta scimmionitudine?
Secondo me no. Channing mi piace. Senza se e senza ma. C'è tutta questa pletora di nuovi attori muscolari ma anche bravi che sono un po' una nuova classe dirigente di hollywood. Se ci pensi negli anni 80 e 90 i campionissimi del fisico (Arnie, Sly e compagnia muscolosa) non erano certo considerati bravi attori, bravi nel senso di Bravi. Lo stesso Bruce Willis sempre considerato un cane, nonostante abbia lavorato coi grandi e abbia fatto gran belle interpretazioni. Ora invece ci sono questi manzi che guarda caso sono anche capaci a recitare. Qualche nome oltre a Channing? Bast che pensi a Thor o a Hardy.
Questo Foxcatcher racconta la storia di questi due fratelli wrestler (ma non come Hulk Hogan eh, si tratta di lotta greco-romana), campioni mondiali e anche olimpici, questi due bei personaggini dalle facce sveglione
che vengono praticamente prelevati dalla loro vita di allenamenti e suburbia da un riccone, Du Pont, rampollo sociopatico della più ricca famiglia d'America, appassionato di birdwatching (!), latente omosessuale (anche se la discussione è aperta, nel film c'è una scena tra l'esplicito e l'implicito, questa, che ha sollevato un polverone, anche se i cervelli in campo sono palesemente mancanti di qualche sinapsi), autoproclamatosi allenatore e mecenate di lottatori greco-romani (ma americani, non sia mai che la vena patriottica si esaurisca), ma più di tutti pazzo rosicone; Du Pont li assume nella sua squadra, li allena, li vessa psicologicamente, e poi per non farsi mancare nulla, uno dei due lo ammazza pure in uno sbotto walterwhitesco di purissima rosicata.
Il fatto salì ovviamente alla cronaca, anche se dubito che fuori dal continente americano qualcuno se lo ricordi davvero (correva l'anno 1988, io personalmente ero tutto preso a doppiare la mia collezione di film in VHS da SP a LP così da avere non due ma 4 film nelle cassette da 240).
Il regista del film è lo stesso di Capote e Moneyball, uno che col bio-pic ci sta costruendo una carriere onorevole. Un giorno forse faranno un film su quel regista che faceva solo biopic famoso per far candidare sempre i suoi protagonisti all'oscar (Seymour-Hoffman, Pitt-Hill, ora Carell e Ruffalo). Se uccidesse qualcuno dei suoi attori mentre gira un film sarebbe un film interessante. Lo potrebbe girare lui una volta pagata la cauzione.
Il suo stile si adatta bene alla massiccia mole dei protagonisti, è tutto un po' statico, la minaccia è immanente. C'è una continuità nei suoi film, non ci sono vezzi di regia e le sceneggiature sono sempre un po' sommesse, ma la densità è quella giusta.
Ora, non che Foxcatcher sia un grande film, sicuro più lento dei precedenti e con qualche mancanza di troppo in quanto a empatia. Ma rimane una visione laterale e quantomai interessante rispetto all'idea imperante del bio-pic americano contemporaneo (ma anche passato, del bio-pic in generale va) che vuole le emozioni lanciate fuori dallo schermo come fossero oggetti contundenti durante un film horror in 3D mirando (il più delle volte) ai condotti lacrimali dello spettatore

E l'esempio horror non è poi del tutto campato in aria, perché se c'è una cosa che davvero riesce a fare Carell con la sua maschera di lattice è mettere ansia, a tratti paura, come si dice: è creepy. Potrebbe tranquillamente essere un boogyman, il suo protagonista, ma invece di uomo nero, è uomo da nera
Gli elementi ci sono tutti: speranze tradite, amicizia che forse è amore, invidia, sentimenti oscuri e alla fine la ciliegina sulla torta, l'omicidio. E visto che secondo me sono sempre più interessanti i bio-pic sull'anima nera dell'uomo piuttosto che i soliti "un inno alla vita", "un'emozionante storia vera", "un'incredibile inno all'emozione della storia vera", Foxcatcher, che invece è "una non tanto incredibile storia nera", mi è forse piaciuto più di quanto avrebbe dovuto. 
Foxcatcher non è un film sensazionale e non la cerca neanche la sensazione, ma ha un trittico di attori davvero in palla, anzi in tuta
Tre che non ti aspetteresti di vedere funzionare così bene insieme. Non ci stupiamo del fatto che siano tre attori capacissimi sia nella commedia che nel drama, ma un drama così nero rimane comunque una sorpresa.
PEr il fandom clitorideo si vede tutto il tempo Channing Tatum in un ridicolo costumino adamitico e delle pose da manzo ottuso che in confronto il Tom Hardy di Warrior (un'altra storia di fratellanza e botte da orbi) è un professore universitario:

Certo comeho detto è probabile che quella faccia così sveglia non gli venga poi così difficile., però dispiace lo stesso perché secondo me ci sperava proprio, se poi pensi che siete tre e i due accanto a te se la sono beccata, la candidatura, c'è da rimanerci leggermente male. Ma sono attori e sono sicuro che la reazione sia stata di somma felicità per i compagni d'avventura

Sempre per le ragazze c'è Mark Ruffalo che si è allenato fortissimo e c'ha un corpo così massiccio (anche perché non distribuito sull'altezza di Channing) che per fare il prossimo Hulk forse non gli serve più il computer
Non vi piacciono le tutine alla Borat del wrestling? Be' di sicuro meglio di alcune foto che i tre protagonisti hanno fatto ultimamente, soprattutto nel reparto scarpe, ragazzi miei
Comunque a me Ruffallo anche se si fa le foto buffone mi sta simpatico, proprio a pelle, mi sembra un tipo alla mano...
C'è una cosa che Foxcatcher poi insegna oltre al fatto di non farsi comprare dal primo multimiliardario che passa che viene da te e vuole fare il mecenate con il tuo duro lavoro (sai a quanti multimiliardari che volevano comprare ChickenBroccoli e farlo diventare il più importante sito di cinema del mondo a suon di bigliettoni nelle mie tasche ho già dato picche? Lo sai quanti? Sì infatti, zero.)... insomma la cosa che insegna - soprattutto se messo di seguito a quello di ieriè NON SPOSARE MAI SIENNA MILLER! Nonostante lei ti si presenti così:
NON SPOSARLA! Altrimenti poi arriva qualche pazzo sbiellato che ti spara. E sono già due in due giorni, per dire eh... A parte questo la sua presenza è una delle più accessorie che io ricordi, ai limiti del cameo.
Insomma i bio-pic. Questo genere che sta diventando praticamente il Cinema di Hollywood. Certo è vero che quando un bio-pic è finito - e finiscono tutti, ma proprio tutti, con le scritte di che fine hanno fatto i personaggi, e al 90% ci mettono pure la foto dei veri protagonisti - ti viene proprio voglia di vedere i veri protagonisti nella verità. Con roba tipo Social Network o Jobs non ti serve andare a cercare su youtube, invece quando si tratta di film alla Foxcatcher non è male vedere com'erano, rende tutto più "strano"

Non si può dire che il tipo stesse proprio centrato eh. Non fosse altro per quelle tutine.
Un po' di illustraposter più o meno ufficiali:
Ehy! Stanno preparando la versione più adatta alle corde comiche sia di Channin che di Steve: