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lunedì 19 gennaio 2015

Automatta

Automata
Trama: Il minipimer bianco

Di robot al cinema ne abbiamo parlato tantissime volte: qui, qui, qui e qui, qui, qui.
Adesso ne parliamo anche un po' in spagnolo (anzi, non è la prima volta) e lo facciamo por Automata, la pelicula de fantassientifica finsiòn para Antonio Bandoleras chi fa Blade Runner ma che para unas pelicula de Blomkamp, quelo de Distrietos Nueve.
Dunque sì, questo film ripesca in gran parte l'immaginario fantascientifico del film di Scott (pioggia, macchine che vanno lente, è tutto blu) ma lo mischia con quello di Blomkamp (ruggine, polvere, è tutto marroncino ocra), anzi manco lo mischia, diciamo lo condivide, metà film in un modo, metà in un altro; e racconta l'ennesima storia di convivenza difficiletra umani e robot 

Robot ormai indispensabili, logicamente antropomorfi e soprattutto senzienti (cioè che si autoprogrammano, ovviamente sempre secondo le Leggi di Asimov, che l'hanno fatte affà ste regole se poi nessun roboto le rispetta poi...) Ah, sì, mo' sta a vede che seguo le leggi.
Comunque presto detto: Antonio è un tipo taciturno che vive in un futuro taccitua dove l'uomo è disperato e ci stanno quelli dentro la città fortunelli e quelli fuori dalla città poracci che è tutto un deserto. Praticamente il Medioevo.
Alcuni robot iniziano a dare di matto e finisce che rapiscono Antonio - che è anche un agente assicurativo che indaga sui robot difettosi - per portarlo nel deserto. Infatti come detto metà film è blu e metà è marroncino.
Cosa c'è di buono in questo film? Oltre al fatto che si fa guardare senza far veramente mai incazzare o schifare, solo grazie a un miscuglio di cose già viste, c'è anche che ci sta un'apparizione di Melanie Griffith che viene subito sparata nella testa, che è sempre un bel vedere.
Il resto è un po' dimenticatoio, ma non mi sento di dargli il Broccolo solo perché così, a pelle che abito, Antonio mi sta simpatico, secondo me è mezzo scemo, quindi un po' sono portato a perdonargliele le cose che , di certo essere il marito di mille anni di Melanie deve aver lasciato qualche segno. Guarda come s'è ridotto infatti:
Dal film non vi aspettate qualcosa di diverso deggià-visto in nessuno dei comparti: la storia è vista, la sceneggiatura ha dei buchi che manco le gambe di Melanie, in quanto a mecha-design siamo dalle solite parti iMac a forma di uomini come Io Robot 

e insomma, per capire il grado di deja-vu che in italiano si dice deggià-visto del film basta vedere questo:
ma proprio per questo non è orrendo, come se ammettere implicitamente di essere un film derivativo da mille altri lo faccia diventare un prodotto più onesto di chi invece grida all'originalità.
L'unico rischio che si sono presi è scritturare quel poraccio di Dylan McDermott che ormai è ridicolaggine ambulante

se lui è la quota americana del film (una coproduzione Catalogna-Kansas probabilmente) stavano proprio male... anche per questo un po' gli si vuole bene al film, non essere orrendo con McDermott dentro è stato un miracolo.
Insomma i soliti automi. Robot col cervello e i sentimenti. Quando vedremo qualcosa di nuovo? Intanto è uscito il secondo trailer di Chappie, che a proposito, arriverà in italia con il favoloso titolo Humandroid. A sto punto perché no Robotuomo?

Io me lo vado a vedere. Anche se tanto nuovo non mi sembra. 
Yves-José Malgorn ha fatto i raggi X a qualche robot famoso:
Un paio di robocorti non male:

Voi continuate a seguire i sempre genuini e naturali consigli di Antonino:

Altro che robot.

1 commento:

  1. A me non è dispiaciuto troppo, pur essendo, quasi per forza di cose, parecchio derivativo.
    Un secondo tempo assolutamente non all'altezza del primo, ma il film ha delle trovate niente male. ;)

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