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lunedì 16 febbraio 2015

Bullo di tamburi

Whiplash

Trama: Bacchetta tragica

Iniziamo a parlare un po' più seriamente di Oscar, questa settimana va così, inevitabile. Sarà anche colpa di questa foto 
[clicca e cerca Julianne con me]
che ogni anno la fanno e a me ogni anno mi prende la sindrome Where's Wally e mi metto a cercare in tutte quelle faccine le persone.
Allora, con Whiplash arriviamo a quota tutti coi film miglior film visti. Gli altri 8 sono Imitation, Teoria, Sniper, Budapest, l'uomo uccello che arriva domani se riesco a chiudere la recensione che è sono dieci giorni che la apro vado un po' avanti e poi mi fermo per mancanza di intelligenza necessaria... poi ci sono Selma (che ho appena visto ci vediamo tra qualche giorno) e Boyhood (sì, l'ho visto... ma non chiedete quando arriva la recensione). Tutti riassunti anche in questo video di bambini evidentemente sotto abusi di adulti:

O in questo poster autocitazione di Olly Moss
Quella di Whiplash è una candidatura un po' strana, non perché il film non sia perfetto per la categoria, ma perché ci sarebbe di mezzo la questione Foxcatcher (candidato per due attori, regia, sceneggiatura) che avrebbe dovuto meritare anche miglior film, quantomeno la nomination. Ma si sa, a candidatura donata non si guarda in bocca.
E quindi se la merita, al netto di Foxcatcher, 'sta candidatura? Pesando tutti gli elementi del film, assolutamente sì.
La storia è presto detta e anche il film non perde molto tempo a farci arrivare al punto: giovane batterista grande talento, grandi speranze e grandi sogni frequenta il conservatorio di New York (o comunque un'importante scuola di musica). In una sessione solitaria di rullante forsennato viene notato - in una primissima scena davvero esemplare al livello filmico per la capacità di raccontarci in poco più di 5 minuti i due personaggi e quello che sarà poi il loro rapporto vittima-carnefice per tutto il film - dal più importante e cattivo insegnante della scuola, che lo trascina nella sua classe di prescelti. 
Da quel momento, ogni volta che la bacchetta batterà un crash o un tom-tom il giovane si pentirà amaramente di non essere andato al cinema quella sera. 
Il maestro si rivela presto un esaltato, severo fino al sadismo, vessatorio, perfido e militarizzato insegnante, convinto che solo spingendo ai limiti i propri alunni ne possa far uscire il "genio" che è in loro, se quel genio c'è... insomma ai limiti del disturbo mentale: 

Come andare a lezione di batteria dal Stg. Hartman

e chiedere ripetizioni all'allenatore di Mila & Shiro
Altro che maestro di batteria, questo è un mostro di batteria, che con questa storia del "mio tempo" inizia a massacrare il giovane con lezioni più vicine a torture di Guantanamo o al carcere che al concetto di insegnamento.

La questione è tutta qui, il film è retto, quasi nella sue intierezza, dalla prodigiosa interpretazione di JK Simmons, che io lo so che voi non sapete chi era fino a oggi, non lo sapevo neanche io. Però sia voi che io lo abbiamo visto mille volte, talmente tante volte che vale la pena rispolverare la gloriosa rubrica... rullo di tamburelli...


TA-DA! Vi ricordate? 
Era quella rubrichetta dove andavamo a capare gli attori di secondo piano del cinema, i cosidetti caratteristi, quelli non famosi, quelli che non possono chiedere 20 milioni di dollari a film, e quindi per guadagnarli devono fare 20 film. Simmons è (e probabilmente continuerà ad essere, dipende anche da come va l'oscar) uno di questi. Dove lo abbiamo visto? Intanto bisogna dire che è un attore feticcio di Jason Reitman e sta in tutti i suoi film da Thank you for Smoking a Tra le nuvole (ma è anche in tutti gli altri che non appaiono su CB). Poi piace tanto ai Coen, che lo usano spesso tipo nel Grinta. Altri film sparsi negli anni sono Dark Skies, Jobs, The Words, Contraband, Jennifer's Body, I love you, man... ma la verità è che se c'è una speranza di ricordarselo, quella viene dall'unico personaggio riconosciuto da tutti:
In Whiplash Simmons è praticamente perfetto:


Crudele, acido, sarcastico, violento (psicologicamente e non...), muscolare, un vero villain tutto tondo, un cattivo da fumetto - in effetti, a tratti, forse anche più che a tratti, è anche a rischio stereotipo... insomma un po' "scolastico", appunto - davvero impossibile non odiarlo profondamente, impossibile non empatizzare con il giovane Mr. Fantastic (già mi immagino gli sketch con lui che si allunga per suonare la batteria e la Cosa che gli dice "not my tempo" e gli spacca tutto), impossibile non entusiasmarsi con l'assolo finale (in inglese asshole finale) e impossibile non diventare superfan della colonna sonora nonostante avessimo SEMPRE odiato il jazz:

Quelli del SNL e Weird Al già sono stati whiplashati.
C'è però una cosa che sopra ogni altra, addirittura sopra l'indimenticabile interpretazione di Simmons,  fa del film una visione impossibile da evitare, ed è il montaggio del film. Davvero, raramente un film riesce ad "andare a tempo di musica", e non parlo solo di fare gli stacchi a tempo come potrebbe essere fatto in un buon video musicale, parlo di inquadrature e soprattutto di attori che "suonano"

Far andare una scena a tempo e contemporaneamente recitare deve essere stato difficile in sala di montaggio. Mi immagino regista e montatore come alunno e maestro nel film

col montatore che torna a casa con le mani sanguinanti. 

È ancora vivo il montatore?
Io alle medie avevo un maestro di musica ODIOSO. Suonavamo il flauto - poi qualcuno mi spieghi chi fu il genio che decise che il flauto è lo strumento da insegnare a scuola... io capisco che non puoi suonare il pianoforte, ma cristo. La chitarra molto meglio, no? Ma lo insegnano ancora il flauto? - e io non ho mai imparato. Quindi durante le lezioni muovevo le dita a casaccio e non buttavo fuori l'aria. Ad un certo punto 'sto maledetto, logicamente, ci ha fatto fare tipo degli assoli (sempre il sopracitato asshole), e mi è crollato il mondo addosso. Maledetto, lui e la sua flautolenza.
Ovviamente dopo la visione del film si apriranno mille discussioni di mille giornalisti da Vanity Fair che inizieranno a menarla sugli insegnati, su spingere ai limiti, su meglio il metodo Capitano-mio-capitano o meglio il metodo "not-my-tempo"? Montessori vs Steiner, la solita solfa. Il film è ben giocato proprio su questo fronte: una lunga prima parte sembra volerci dire che sì, meglio un insegnante duro, che non regala nulla, che non dice mai "ben fatto", che al limite può passare anche per l'umiliazione pubblica se serve a far crescere il talento dell'alunno... ma poi, con un colpo di coda abbastanza inaspettato, rivolta il calzino e ci dice che, "ehy, aspetta un attimo, non è che questo è solo un pazzo sciroccato?"
Ad ogni modo il sottotesto del film è chiaro: l'abnegazione vale la pena? Rinunciare a tutto per diventare i migliori vale la pena? 
Ci penso spesso a questa storia dell'abnegazione... rinunciare alla vita sociale, alle relazioni romantiche, a tutto, e fare solo quello per cui ci sentiamo predestinati, sentire che solo quella è la missione da perseguire, quella cosa e nient'altro deve occupare ogni pensiero e ogni secondo fi veglia (e anche un po' di quelli di riposo). Vale la pena? Per cosa vale la pena se poi non hai nessuno intorno con cui condividere quel successo? Tutte domande che sei costretto a farti quando hai un obbiettivo in testa, quello di diventare il migliore in quello che fai... Ma in fondo che ci penso a fare... io sono già il migliore.

Bene. Detto questo.
Un po' di illustracose che vanno a tempo col film:

Piccola chiusura come abbiamo aperto. Gli Oscar. Migliori attori non protagonisti. I candidati, oltre Simmons, sono Edward Norton (bravissimo. Erano anni che non era così bravo. Ne parliamo quando chiudo quella maledetta recensione), Ethan Hawke (fuori gara. Una candidatura per la dedizione e niente più), Mark Ruffalo (anche lui fuori gara, sicuramente muscolare e interessante, ma lontanissimo dall'oscar) e poi il vero avversario di Simmons, quel Robert Duvall di The Judge che regge con le sue spalle ottuagenarie tutto il film comprese le gigionate di Downey Jr. Go JK Go, it's right your tempo! Ecco una valentina tutta per te anche se un po'... fuori tempo

1 commento:

  1. Eh, fino a ieri avrei detto Robert Duvall tutta la vita, invece questo Simmons, che farebbe impiccare d'orrore il povero "Capitano, oh capitano" di Williamsiana memoria, vince a man bassa. Con un bellissimo film, tra l'altro, anche per chi di musica non capisce una mazza come me.

    P.S. Bellissima la gif stile videogioco XD

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