Inherent Vice
Se vi conosco almeno un po' (ma si conosce mai davvero qualcuno?) sono sicuro che Inherent Vice è il film che volete vedere questo weekend.
E, siccome siete prima di tutto persone che amano interessarsi ma secondo di tutto anche non sprecare i soldi del biglietto, sono altrettanto certo che vi starete leggendo in giro le critiche al film, qualcuno addirittura in inglese!
Tra queste critiche - lo so, ne ho le prove - ne troverete qualcuna che vi dirà che IV è un bellissimo film, un film grottesco e senza appigli; un viaggio psichedelico da cui lasciarsi avvolgere come una nuvola del miglior fumo squagliato, rollato e passato da una mano amica
un film dai colori talmente seventies da sembrare falsi mentre invece erano proprio così, se poi eri strafatto lo erano ancora di più;
un film che non racconta qualcosa in particolare ma racconta tanto se non tutto, e lo fa in uno stato di fattanza "drughesca" esilarante (proprio come il gas) e grazie ai caratteri mezzi pazzi interpretati da attori in stato di grazia (la formula "stato di grazia" funziona tantissimo).
Vi diranno poi che IV è una grande prova di scrittura, in cui la scusa di un'investigazione privata - privata soprattutto di raziocinio e logica - degna del miglior noir della golden age, con tanto di femme fatale, palazzinari ricconi senza scrupoli, poliziotti tutto d'un pezzo, criminali più o meno da strapazzo (una sorta di LA Confidential meets Grande Lebowsky), è una sottile linea bianca di cocaina o altri psicotropi in polvere che unisce le sinapsi schizzate del protagonista e tutti quei satelliti senza orbita che gli gravitano intorno, dall'avvocato hippie
(Benicio Del Toro che pare riprendere quello che aveva lasciato in Paura e Delirio a Las Vegas), al poliziotto granitico e cripto-gay (Josh Brolin che ama da morire i "PANEKEKO!"), dalle donne sempre lascive e misteriose (varie ed eventuali giovinastre con i capezzoli al vento) al milionario annoiato (Eric Roberts che per lui ogni film è una rinascita), dall'infiltrato nella setta mansoniana ma anche religiosa frikkettona
(Owen Wilson che non tenta più il suicidio) all'agente dell'FBI glaciale (Reese Whiterspoon con sempre maggiori problemi di mento), al dentista fattone
(Martin Short parentesi comica), linea che serve semplicemente a mandare avanti una parvenza di storia che non serve, ma - continueranno a scrivere - non dovete farvi convincere dalle major di Hollywood che la trama serva a qualcosa, siate hippie per tre ore della vostra vita e vivete il film come un'esperienza, godete delle immagini, ridete degli assurdi e lunghi scambi dialettici tra i protagonisti che sembrano volersi dire cose importantissime e invece sono solo degli strafattoni, godete della confusione che una babele di nomi impossibile da ricordare (e non è un caso che un luogo di un ricordo romantico del protagonista viene usato dal palazzinaro per costruire degli uffici che hanno palesemente questa forma) vi creerà nella capoccia.
un film dai colori talmente seventies da sembrare falsi mentre invece erano proprio così, se poi eri strafatto lo erano ancora di più;
un film che non racconta qualcosa in particolare ma racconta tanto se non tutto, e lo fa in uno stato di fattanza "drughesca" esilarante (proprio come il gas) e grazie ai caratteri mezzi pazzi interpretati da attori in stato di grazia (la formula "stato di grazia" funziona tantissimo).
Vi diranno poi che IV è una grande prova di scrittura, in cui la scusa di un'investigazione privata - privata soprattutto di raziocinio e logica - degna del miglior noir della golden age, con tanto di femme fatale, palazzinari ricconi senza scrupoli, poliziotti tutto d'un pezzo, criminali più o meno da strapazzo (una sorta di LA Confidential meets Grande Lebowsky), è una sottile linea bianca di cocaina o altri psicotropi in polvere che unisce le sinapsi schizzate del protagonista e tutti quei satelliti senza orbita che gli gravitano intorno, dall'avvocato hippie
(Benicio Del Toro che pare riprendere quello che aveva lasciato in Paura e Delirio a Las Vegas), al poliziotto granitico e cripto-gay (Josh Brolin che ama da morire i "PANEKEKO!"), dalle donne sempre lascive e misteriose (varie ed eventuali giovinastre con i capezzoli al vento) al milionario annoiato (Eric Roberts che per lui ogni film è una rinascita), dall'infiltrato nella setta mansoniana ma anche religiosa frikkettona
(Owen Wilson che non tenta più il suicidio) all'agente dell'FBI glaciale (Reese Whiterspoon con sempre maggiori problemi di mento), al dentista fattone
(Martin Short parentesi comica), linea che serve semplicemente a mandare avanti una parvenza di storia che non serve, ma - continueranno a scrivere - non dovete farvi convincere dalle major di Hollywood che la trama serva a qualcosa, siate hippie per tre ore della vostra vita e vivete il film come un'esperienza, godete delle immagini, ridete degli assurdi e lunghi scambi dialettici tra i protagonisti che sembrano volersi dire cose importantissime e invece sono solo degli strafattoni, godete della confusione che una babele di nomi impossibile da ricordare (e non è un caso che un luogo di un ricordo romantico del protagonista viene usato dal palazzinaro per costruire degli uffici che hanno palesemente questa forma) vi creerà nella capoccia.
Vi diranno tutto questo, e se siete fortunati ve lo diranno con sagacia e conoscenza della lingua, e voi gli crederete, perché voi siete fatti così, siete quelli che ogni giovedi condividete fortissimo l'oroscopo di Brezsny solo perché è stato il primo che non vi rifilava le stronzate scritte tipo Branko o Paolo Fox, ma ve le rifilava citando il filosofo polacco o il regista nuovoguineiano o il pittore russo o che cazzo ne so io e voi lì a scivere "come mi conosci Rob" e a spingere Like così implicitamente vi sentivate anche voi dei pensatori (sumeri, sanniti, hawaiani) più intelligenti. Quindi vi fiderete di quelle recensioni scritte bene e questo weekend andrete a vedere IV.
E sarà il più grande errore che possiate fare.
Perché IV è una merda.
Ma peggio, perché se IV della merda condivide odore, colore e consistenza, ha anche una qualità in più (che poi, "qualità") che la merda non ha, è innervosente come poche cose sono capaci di esserlo.
Mette nevrosi. Erano ANNI che non uscivo dalla sala così nervoso, insoddisfatto, con la voglia di gridare FA SCHIFO! (credo anche di averlo fatto, magari non gridato, ma almeno cinque file davanti e tre dietro l'hanno sentito mentre dicevo isterico "è un film indifendibile. è un film indifendibile. è un film indifendibile.")
Mette nevrosi. Erano ANNI che non uscivo dalla sala così nervoso, insoddisfatto, con la voglia di gridare FA SCHIFO! (credo anche di averlo fatto, magari non gridato, ma almeno cinque file davanti e tre dietro l'hanno sentito mentre dicevo isterico "è un film indifendibile. è un film indifendibile. è un film indifendibile.")
Oltre ad essere smodatamente lungo (almeno metà film è del tutto accessorio, ripeto, almeno metà, è tanto metà eh) la sua infinita durata è anche insopportabilmente noiosa - non ho nulla contro i film lunghi, un film dura quanto deve durare, se la sua durata è giustificata. IV è un tortile atroce e confusionario di incomprensibili stronzate, è uno straccio sporco che piano piano inizia a puzzare sempre di più anche se è intriso di cose profumate come detersivi e detergenti, è un guazzabuglio dentro un casino dentro un roba che "boh" dentro un contenitore che colpisce perché costruito sul nome del regista, sui nomi degli attori e sull'ottima fotografia. Sì, ok, gli attori sono bravi ma cristo, hai quel popò di cast e fammelo essere anche non bravo, sarebbe stato un crimine contro l'umanità, oltre ad essere un crimine contro il cinema in generale, e contro il suo stesso regista in particolare.
Quando, esattamente, ci siamo persi l'altro Anderson bravo (ce ne sono altri ma non tanto bravi, o cani veri)? Lo sai cosa veramente uccide il mio cuore, e distruggera anche il vostro? Che ho amato Anderson in tante sue vesti, da quando regalava a Julianne Moore parti memorabili, a quando riscoprivo la grandezza del suo Petroliere. Lo consideravo un Autore vero, amavo il suo cinema perché sapeva regalare ritmo tarantolato (non tarantiniano) a un cast alla Altman, fondeva la scrittura della miglior scuola americana (quella anni 70, dei film densi, delle storie umane, dell'America laterale e dei suoi personaggi assurdi e memorabili) alla modernità del nuovo cinema... insomma faceva bellissimi film.
Poi forse la questione autoriale gli ha un po' preso la mano, e se avevamo salvato la palese imperfezione suo film precedente per la Grandezza totale di un Joaquin Phoenix mai così gigante ingiustamente ladrato di Oscar, oggi è impossibile - IMPOSSIBILE - salvare IV.
Mi aspetto, a questo punto, un tumulto dalle retrovie, qualcuno che dito puntato mi accuserà di "maggrazziearcazzo, tu odi gli hippie, sei un fascista, per te un personaggio hippie è impossibile da amare perché non ti ci sai riconoscere, non puoi diventare quel personaggio mai e quindi ogni cosa che gli vedi fare per te è frutto di assurdo, non sei nella sua testa perché sei un cazzo di realista noioso di merda. E ti urlerò di più: tu, caro il mio CB, ti innervosisci proprio perché ti trovi di fronte qualcosa che non puoi gestire, che non puoi elaborare, perché tu hai la frenesia produttiva, non stai mai con le mani in mano e se per cinque minuti stai sul divano a non fare niente ti senti morire, fosse anche mettere in una cartellina delle immagini di arcobaleni perché magari che ne sai un giorno potrebbero servirti delle immagini di arcobaleni, e questo ti fa incazzare perché quando vedi qualcuno che si rilassa, che può benissimo "fare niente" un po' lo invidi, tu che fai bandiera la tua iperproduttività e che poi pagheresti oro per startene un po' fatto su un divano a non pensare a nulla, startene lì tranquillo e basta. È lo stesso motivo per cui non ti piace Il Grande Lebowsky, perché tu del drugo non hai nulla e non sai nulla ma un po' ne vorresti avere e sapere. Ma sei TU il problema, non loro o i loro piedi zellosi.
Quindi zitto."
Sì sì, certo, tutto vero, vero quanto vuoi, cara la mia retrovia, ma IV rimane una merda insopportabile e quel dito puntato ficcatelo nel naso, come i poliziotti nel film.
Mi aspetto, a questo punto, un tumulto dalle retrovie, qualcuno che dito puntato mi accuserà di "maggrazziearcazzo, tu odi gli hippie, sei un fascista, per te un personaggio hippie è impossibile da amare perché non ti ci sai riconoscere, non puoi diventare quel personaggio mai e quindi ogni cosa che gli vedi fare per te è frutto di assurdo, non sei nella sua testa perché sei un cazzo di realista noioso di merda. E ti urlerò di più: tu, caro il mio CB, ti innervosisci proprio perché ti trovi di fronte qualcosa che non puoi gestire, che non puoi elaborare, perché tu hai la frenesia produttiva, non stai mai con le mani in mano e se per cinque minuti stai sul divano a non fare niente ti senti morire, fosse anche mettere in una cartellina delle immagini di arcobaleni perché magari che ne sai un giorno potrebbero servirti delle immagini di arcobaleni, e questo ti fa incazzare perché quando vedi qualcuno che si rilassa, che può benissimo "fare niente" un po' lo invidi, tu che fai bandiera la tua iperproduttività e che poi pagheresti oro per startene un po' fatto su un divano a non pensare a nulla, startene lì tranquillo e basta. È lo stesso motivo per cui non ti piace Il Grande Lebowsky, perché tu del drugo non hai nulla e non sai nulla ma un po' ne vorresti avere e sapere. Ma sei TU il problema, non loro o i loro piedi zellosi.
Quindi zitto."
Sì sì, certo, tutto vero, vero quanto vuoi, cara la mia retrovia, ma IV rimane una merda insopportabile e quel dito puntato ficcatelo nel naso, come i poliziotti nel film.
Quindi, nonostante quello che leggerete in giro, fidatevi di uno che cerca di dirvi le cose come stanno, IV è un film indifendibile e inguardabile. Punto e basta.
L'unica - e sottolineo unica - cosa davvero - e sottolineo davvero - grande di IV è l'apparato iconografico, che è già di diritto il migliore del 2015. Oltre alla splendida locandina messa in alto ci sono gli eccezionali character poster (realizzati dalla BTL Comunication che si rifiuta di dire il nome dell'illustratore) che fanno veramente lacrimare di felicità, sono davvero l'unica cosa di IV capace di regalare psicheledia ma al tempo stesso raziocinio (compositivo) che manca totalmente al film.
Quindi fermatevi quanto volete ad ammirare questi, ma non vi azzardate ad andare al cinema. Usate le tre preziose ore che sprechereste in sala per fare cose più utili:
Ascoltando questa canzone:
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