Storie pazzesche
Trama: I mostri argentini
È un film che fila liscio come l'olio, quello che inevitabilmente ti cade per terra e tu bestemmi perchéé togliere l'olio da per terra è una cosa odiosa e pure se ci metti due ore rimarrà sempre quell'alone maledetto. E come questa se ne potrebbero elencare decine centinaia migliaia di cose che ti ledono il sistema nervoso, anche il più pacato e tranquillo (prendi me per esempio...), e che ti fanno letteralmente andare fuori di testa.
Il film è composto da episodi e ha il merito di imbroccarli praticamente tutti - alcuni più di altri, ma non ce n'è uno veramente brutto - c'è la povera cameriera che si ritrova l'usuraio che le ha rovinato la vita quando era ancora bambina nel ristorante di notte, da solo, pronto ad essere avvelenato dal veleno per topi come suggerito da una sordida cuoca, c'è il padre ricco che pur di salvare dal carcere il rampollo che ha investito due persone inizia una trattativa di tangenti e coperture che lo manderà quasi sul lastrico tanto che forse era meglio mandare il figlio in carcere a quel punto, ci sono i due automobilisti che si fanno la guerra in una strada deserta, c'è un matrimonio che definire sopra le righe è un eufenismo, c'è il mezzuomo incastrato dalla burocatia che usa le sue doti da bombarolo per...
Inutile andare oltre, raccontarvi nel particolare gli episodi rovinerebbe il film. Qualche gif servirà allo scopo
Il film dà da pensare. Esattamente a due cose:
1) È un film argentino. E uno insomma non ci pensa che Argentina-Italia/una faccia-una razza. Eppure quando vedi alcuni episodi - quello della burocrazia tantissimo - pensi proprio COME IN ITAGLIA! E poi ti viene da dire che forse è così in tutto il mondo. Siamo uomini, facciamo tanto finta di essere diversi, i Francesi così, gli Inglesi cosà, qui si vive meglio, là si vive peggio, vado via dall'Itaglia che schifo non se ne può più e poi vedi questi episodi e sostituisci con estrema naturalezza le facce sudamericane - in effetti neanche così lontane con quelle italiche - a quelle del tuo vicino, dei tuoi colleghi, alla tua. Sì lo so, si chiama Antropologia Culturale, non mi sto inventando nulla; ma pensarci ed avere un esempio tanto lampante davanti fa sempre il suo effetto. Insomma pare il remake de I mostri. Il messaggio finale qual è? È quello che suggeriscono i titoli di testa: non c'è umanità o evoluzione, siamo animali, siamo bestie, punto e basta, tutti uguali, e la legge del più forte non possiamo toglierla dall'equazione Vita mai, proprio mai. Direbbe quello, la vita...
2) Lo so, a furia di paragoni si diventa pazzi, appunto. Non posso continuare ogni volta a dire " lo potremmo fare anche noi un film così", anche perché, l'ho appena detto, lo abbiamo già fatto, 50 anni fa, ma se ripenso a quanto scrivevo qualche giorno fa a proposito dei Soliti Idioti, mi fa pensare che, rinnovando la fiducia per l'intelletto dei due che secondo me idioti non lo sono per nulla, se volessero potrebbero davvero raccontare l'Italiano Medio pazzo e pazzesco e bestiale e incastrato tra i suoi tic e i suoi crack con la stessa capacità di questo film argentino, altro che trincerarsi dietro le parolacce.
Comunque, quando si dice che il diavolo fa le pentole ma non le fa vendere a Giorgio Mastrota, quando vedrete il primo episodio, quello dell'aereo
sarà, DAVVERO DAVVERO DAVVERO DAVVERO pazzesco pensare a quello che poi è successo davvero, solo pochi mesi dopo dall'uscita del film, con il disastro Germanwings.
Certo, a onor del vero, candidarlo all'Oscar come miglior film straniero è stato un po' pazzesco, quello sì. Ma gli americani quando leggono Almodovar (anche se quello è spagnolo e il film argentino, ma vaglielo a spiegare ai gringos) e danno candidature e oscar così, come quando leggevano Benigni negli anni Novanta.
Illustraposter carini:
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