Me and Earl and the Dying Girl (Quel fantastico peggior anno della mia vita)
Trama: Adolescente morente
I film adolescenziali, con gli adolescenti, i problemi degli adolescenti, le paturnie degli adolescenti, gli innamoramenti degli adolescenti, dementi adolescenti fluorescenti, ce ne sono tantissime di prospettive da cui guardare gli adolescenti, una per ogni adolescente, che vive la sua vita in lotta con il mondo, sentendosi unico anche se in realtà è uguale ad ogni altro adolescente del mondo, fino all'ultimo brufolo.
Se gli adolescenti sono tanti che non basterebbe un universo (loro sono universo) a raccontarli, la loro vita invece si divide - come un grafico a torta - in tre distintissime fette: lottare contro la scuola, lottare contro gli amici, lottare contro la famiglia, eccola qui la loro vita. Tutta sempre affrontata con un'unica grande regola:
Ovviamente raccontare le tre fette x infinito è un'operazione che, al cinema, dà un risultato infinito pure quello. E allora ecco che hai gli adolescenti alle prese coi vampiri, quelli che urlano "noi siamo infinitooo", quelli che gesticolano con le bacchette lunghe in mano dicendo parole senza senso (parlo di Harry Potter! Che avete capito!?), quelli che le lingue biforcute dei compagni di scuola le zittisci solo con la simpatia, quelli che diventano licantropi, quelli che durante una punizione capiscono se stessi, quelli che in un momento di follia si rinchiudono in ospedale, quelli che invece non lo fanno, quelli che fanno sesso e rischiano la vita per colpa di un demone, quelle che vanno a rubare a casa di Paris Hilton, quelli che "scialla zio", ultimi in ordine di tempo quelli #adolescentsoblack. Potrei continuare all'infinito anche io.
Che tu faccia un bel film o un brutto film, gli adolescenti ti aiuteranno, perché sono sempre carichi di cose da dire, e lo fanno in maniera assoluta, sincera, a cuore aperto.
Me and Earl and the Dying Girl è un film furbissimo nella scrittura - ha vinto il Sundance Festival - e perfetto nello svolgimento, e vorrei poter dire (quanto lo vorrei) che sa di falso, perché tutto è messo lì con una sapienza davvero professionale: "me" è Greg, un ragazzo intelligente (anche troppo? Si può essere intelligenti così a 15 anni nella realtà? Non so... forse sì... io non lo ero di certo), che vive in una famiglia liberale, una di quelle in cui i genitori ti parlano, anche se tu fai finta di essere un vegetale per non affrontare i discorsi, e ti capiscono (ecco forse i genitori del film sono tutti un po' irreali)
e va a scuola cercando di essere il più "trasversale" possibile, quindi nessuno gruppo/tutti i gruppi, così da non cadere in nessuna definizione. Me è molto amico di Earl, un ragazzo un po' strambo, con cui fa dei film amatoriali mattissimi tipo questi:
RIcordate Jack Black e l'altro in Be Kind Rewind? Quasi ugualissimo.
Ad un certo punto nella vita di Greg (e anche un po' in quella di Earl, ma meno) arriva la dying girl, Rachel, con cui Greg, controvoglia, almeno all'inizio, stringerà una sincera amicizia (senza pomiciate o altre cose del genere).
I tre non diventano inseparabili come si potrebbe immaginare, e non si lasciano andare a balsamici abbracci o gite in posti assurdi o che ne so io, ma fanno delle cose normalissime da adolescenti tipo mangiare il gelato a forma di razzo spaziale francese
Nanche parlare del futuro possono. Sai no, quella cosa della leucemia.
Furbo, sì, non si può non notare che tutto, ma proprio tutto, sia assolutamente studiato a puntino, ma sai che ti dico, viva la faccia! Perché mai e poi mai Me and Earl and the Dying Girl si lascia andare alle banalità tipiche di questo tipo di film (abbiamo citato Noi siamo infinito, la summa assoluta di questo tipo di banalità, ballo liberatorio finale compreso); qui non ci sono storie d'amore, non ci sono sfigati che diventano popolari, non ci sono reietti che poi hanno successo, ci sono tre adolescenti, uno intelligentissimo, uno stravagante e una che conta i giorni che semplicemente vivono, e basta. E c'è tantissima fantasia, quello spirito "gondryano" per lo stupore, che si mischia con l'amore per il cinema, che non fa mai male, e spesso salva più di una vita.
Non starò qui a dirvi se l'amicizia, l'adoscenza e il cinema salveranno Rachel, se c'è o meno una scena bellissima di piangerone a fontana che dovrete chiamare l'idraulico perché formerete la chiazza di umidità sul soffitto del vicino di sotto.
Insomma tutto perfetto, ma per fortuna non quella perfezione stucchevole, furba sì, impossibile non notarlo, ma viva la faccia di una perfezione furba piuttosto che una banalità sconcertante (parlo sempre del penoso Noi siamo infinito, film che personalmente ho odiato forte).
Me and Earl and the Dying Girl è un film da non perdere perché, nel canone dei film di a da in con su per tra fra adolescenti, è pieno di fantasia, sincerità, cuore e idee visive interessanti, trasmutate tantissimo da video di Vimeo (vedi tutta la stop-motion) e creazioni di Etsy (vedi i cuscini, vedi i libri intagliati)
ma che ugualmente si fanno ben volere, senza stucchevolezza, inutile buonismo, amore insipido.
Gli attori sono scelti benissimo. Greg è uno che una decina d'anni fa sarebbe stato benissimo nel virgin pack
Rachel una di quelle che vedremo spesso nei prossimi anni, e ve lo dico, ce la ritroveremo anche con qualche premio in mano (l'ultima volta che lo dissi era per Brie Larson, e si è visto com'è finita).
Lei l'abbiamo vista la prima volta in quel serial su Norman Bates che abbiamo abbandonato presto È brava e bella
quel tipo di bellezza che può stare bene anche coi capelli rasati (tipo che solo Natalie Portman se lo può permettere)
con delle sfumature dolcissime irresistibili
Il film è tratto da un libro che si trova in metà delle librerie degli adolescenti d'america, tra la trilogia di Hunger Games e i libri di John Green (un altro che ha raccontato di una ragazza morente adolescente, penso in maniera ben più melensa), a testimonianza che comunque la letteratura per adolescenti e sugli adolescenti non guarda in faccia a nessuno
Bella cover, da animare subito:
Perfetta - e qui la finisco - anche la comunicazione "tumbleresca" del film
ovviamente fatta di gif e promo molto ggiovani
Ora vado, devo chiamare Tonino. Tonino è il mio idraulico.
Se gli adolescenti sono tanti che non basterebbe un universo (loro sono universo) a raccontarli, la loro vita invece si divide - come un grafico a torta - in tre distintissime fette: lottare contro la scuola, lottare contro gli amici, lottare contro la famiglia, eccola qui la loro vita. Tutta sempre affrontata con un'unica grande regola:
Ovviamente raccontare le tre fette x infinito è un'operazione che, al cinema, dà un risultato infinito pure quello. E allora ecco che hai gli adolescenti alle prese coi vampiri, quelli che urlano "noi siamo infinitooo", quelli che gesticolano con le bacchette lunghe in mano dicendo parole senza senso (parlo di Harry Potter! Che avete capito!?), quelli che le lingue biforcute dei compagni di scuola le zittisci solo con la simpatia, quelli che diventano licantropi, quelli che durante una punizione capiscono se stessi, quelli che in un momento di follia si rinchiudono in ospedale, quelli che invece non lo fanno, quelli che fanno sesso e rischiano la vita per colpa di un demone, quelle che vanno a rubare a casa di Paris Hilton, quelli che "scialla zio", ultimi in ordine di tempo quelli #adolescentsoblack. Potrei continuare all'infinito anche io.
Che tu faccia un bel film o un brutto film, gli adolescenti ti aiuteranno, perché sono sempre carichi di cose da dire, e lo fanno in maniera assoluta, sincera, a cuore aperto.
Me and Earl and the Dying Girl è un film furbissimo nella scrittura - ha vinto il Sundance Festival - e perfetto nello svolgimento, e vorrei poter dire (quanto lo vorrei) che sa di falso, perché tutto è messo lì con una sapienza davvero professionale: "me" è Greg, un ragazzo intelligente (anche troppo? Si può essere intelligenti così a 15 anni nella realtà? Non so... forse sì... io non lo ero di certo), che vive in una famiglia liberale, una di quelle in cui i genitori ti parlano, anche se tu fai finta di essere un vegetale per non affrontare i discorsi, e ti capiscono (ecco forse i genitori del film sono tutti un po' irreali)
e va a scuola cercando di essere il più "trasversale" possibile, quindi nessuno gruppo/tutti i gruppi, così da non cadere in nessuna definizione. Me è molto amico di Earl, un ragazzo un po' strambo, con cui fa dei film amatoriali mattissimi tipo questi:
RIcordate Jack Black e l'altro in Be Kind Rewind? Quasi ugualissimo.
Ad un certo punto nella vita di Greg (e anche un po' in quella di Earl, ma meno) arriva la dying girl, Rachel, con cui Greg, controvoglia, almeno all'inizio, stringerà una sincera amicizia (senza pomiciate o altre cose del genere).
I tre non diventano inseparabili come si potrebbe immaginare, e non si lasciano andare a balsamici abbracci o gite in posti assurdi o che ne so io, ma fanno delle cose normalissime da adolescenti tipo mangiare il gelato a forma di razzo spaziale francese
Nanche parlare del futuro possono. Sai no, quella cosa della leucemia.
Furbo, sì, non si può non notare che tutto, ma proprio tutto, sia assolutamente studiato a puntino, ma sai che ti dico, viva la faccia! Perché mai e poi mai Me and Earl and the Dying Girl si lascia andare alle banalità tipiche di questo tipo di film (abbiamo citato Noi siamo infinito, la summa assoluta di questo tipo di banalità, ballo liberatorio finale compreso); qui non ci sono storie d'amore, non ci sono sfigati che diventano popolari, non ci sono reietti che poi hanno successo, ci sono tre adolescenti, uno intelligentissimo, uno stravagante e una che conta i giorni che semplicemente vivono, e basta. E c'è tantissima fantasia, quello spirito "gondryano" per lo stupore, che si mischia con l'amore per il cinema, che non fa mai male, e spesso salva più di una vita.
Non starò qui a dirvi se l'amicizia, l'adoscenza e il cinema salveranno Rachel, se c'è o meno una scena bellissima di piangerone a fontana che dovrete chiamare l'idraulico perché formerete la chiazza di umidità sul soffitto del vicino di sotto.
Insomma tutto perfetto, ma per fortuna non quella perfezione stucchevole, furba sì, impossibile non notarlo, ma viva la faccia di una perfezione furba piuttosto che una banalità sconcertante (parlo sempre del penoso Noi siamo infinito, film che personalmente ho odiato forte).
Me and Earl and the Dying Girl è un film da non perdere perché, nel canone dei film di a da in con su per tra fra adolescenti, è pieno di fantasia, sincerità, cuore e idee visive interessanti, trasmutate tantissimo da video di Vimeo (vedi tutta la stop-motion) e creazioni di Etsy (vedi i cuscini, vedi i libri intagliati)
ma che ugualmente si fanno ben volere, senza stucchevolezza, inutile buonismo, amore insipido.
Gli attori sono scelti benissimo. Greg è uno che una decina d'anni fa sarebbe stato benissimo nel virgin pack
con delle sfumature dolcissime irresistibili
Il film è tratto da un libro che si trova in metà delle librerie degli adolescenti d'america, tra la trilogia di Hunger Games e i libri di John Green (un altro che ha raccontato di una ragazza morente adolescente, penso in maniera ben più melensa), a testimonianza che comunque la letteratura per adolescenti e sugli adolescenti non guarda in faccia a nessuno
ovviamente fatta di gif e promo molto ggiovani
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