giovedì 28 aprile 2016

CB ANTEPRIMA • 10 Cloverfield Lane

10 Cloverfield Lane
Trama: Rapimento alieno

C'è molto di buono in questo sequel prequel spin-off reboot consanguineo film dello stesso universo di Cloverfield (che ricorderete era quel film Telecamerina sull'alieno gigantesco, lui
però girato con un budget più che decente (rispetto ai soliti Telecamerine girati con due lire), con un mostrone che faceva quello che i mostroni sono pagati per fare: distruggere i grattacieli, un punto di vista più che insolito (tutto il film era ad altezza uomo, mai un'inquadratura dall'esterno, di quelle che servono a farci capire quanto era grosso davvero quell'alieno, che comunque era grosso così
e prodotto da quel maestro dell'intrattenimento pop che risponde alle lettere J.J., uno che con gli alieni ha sempre un buon rapporto (ricorderete anche Super 8) e infatti guarda caso è arrivato dritto dritto alla madre di tutte le saghe piene di alieni di tutti i tipi.
Intanto in gran segreto qualcuno ha girato questo seguito, anche se non è proprio giusto chiamarlo seguito, una sorta di "e mentre a New York se la vedono con quel gigantone, nelle campagne sperdute..."
E, ottima mossa, si cambia del tutto l'approccio: da film catastrofico si passa a film intimista, giocato tutto dentro quattro mura, con tre protagonisti.
Insomma claustrofobia al posto di agorafobia, pericolo umano al posto di pericolo alieno, sottoterra invece che sui tetti dei grattacieli.
Brevemente: una giovane guagliona "scappa" da una relazione che non vuole più, lascia proprio l'anello col brillocco sul tavolo e se ne va, dove non c'è dato sapere. Mentre percorre una strada di campagna ha un incidente e finisce fuori strada. Si risveglia ammanettata dentro una stanza (se insieme a lei e a Brie ne imprigionano un'altra siamo al trend del 2016)
al soldo di un carceriere ciccione che le giura e spergiura che devono starsene buoni buoni per un tempo indefinito in questo rifugio antiatomico (che lui, cospirazionista doc, ha costruito con le sue manone negli anni precedenti) perché fuori ci sono alieni e aria mortale. Speriamo che le razioni non siano tutte di fagioli in scatole che con quella panza anche dentro rischiamo grosso... 
Il panzone in questione è un ottimo (ma dove non è ottimo?) John Goodman, nella sua versione ciccio-pazzoide (Barton Fink, The gambler) che gli riesce sempre benissimo, quasi meglio di quando è ciccio-pacioso (Always, Argo).
John tiene in piedi tutto il film, quando delira su alieni, gas nocivi, guerra alle volte gli credi, ti fidi tantissimo e lo ringrazieresti per tutto quello che sta facendo per te, altre volte invece gli leggi il lampo di follia negli occhi e capisci che probabilmente l'unico modo per uscirne vivo sarà uccidendolo.
Infatti:
Il triangolo si conclude con un tizio un po' hipster un po' mesto, anche lui sembra avere qualcosa da nascondere. E anche qui, datemi un altro film con lei+lui+lui+disastro atomico che lo uniamo con questo e abbiamo un altro trend.
Per gran parte del film tutti i canoni dei film claustrofobici di questo genere sono rispettati (di pochi mesi fa è questo): sospetti, segreti, sindrome del grande fratello, alleanze e bisbigli. Quindi la tensione rimane alta, con l'andamento del sospetto che si sposta una volta per uno non fa male a nessuno su tutti e tre (chi ci dice che la povera ragazza non abbia anche lei qualche segreto?)... insomma tra Agatha Christie e la botola di Lost... ah... quanti ricordi... Io per tutto il tempo avrei tanto voluto vedermi spuntare Desmond dall'armadio
Invece il cast rimane quello, duro e puro per tutto il tempo, e quella che diventa la vita nel bunker di tutti i giorni continua, perché a furia di vivere nel bunker te la scordi pure la vita di fuori. E vai di giochi di società, 

puzzle
e colonna sonora ritmata
Fila tutto liscio, fino a quando...
Fino a quando...
Come fare? Dirvi fino a quando cosa succede? Rovinerei tutto, e con JJ non si scherza in quanto a sorpresoni...
Il film è buono, quando non ottimo, anche se richiede una buona dose di sospensione dell'incredulità, soprattutto per il cambiamento un po' repentino (e non troppo originale) dell'attitudine della protagonista (ricordiamo che la prima cosa che fa quando la conosciamo è scappare da una situazione per non affrontarla) ma insomma, è pur sempre derivativo da un altro film in cui un kaiju staccava la testa della Statua della libertà e la usava come palla da bowling contro palazzi-birilli

per dire.
Purtroppo c'è il finale. Nel finale, quando deve - sembra proprio costretto, come a dire "evvabbè non è che mo non possiamo farli vedere un par di alieni e un'astronave, dobbiamo proprio! È il pubblico dei ragazzini del 2016 che lo vuole!" - mostrare il suo collegamento col primo Cloverfield (quindi quando effettivamente arrivano gli alieni sulle loro astronavi aliene e coi loro soliti orifizi che non si capisce se sono bocche o culi, certo ecco perché so così incazzati gli alieni...), mostra anche la sua parte più debole. Dieci minuti inutili per l'economia del film, che fino a quel momento non aveva avuto bisogno di effetti speciali e tentacoli e lucine per farci sudare di suspance e saltare per qualche spavento improvviso.
Come dire, sarebbe bastato vederle da lontanissimo, quelle lucine astrospaziali, e avremmo avvertito lo stesso il senso di pericolo gigantesco, avremmo ribaltato lo stesso quanto visto nell'ora e 20 precedenti, e ci saremmo trovati nei panni della protagonista e nella sua scelta: affrontare la minaccia aliena a cui fino a quel momento non abbiamo creduto o tornare nel bunker?

Il vero miracolo di marketing targato San JJ per 10 Cloverfield Lane è stato quello di mantenere la lavorazione del film del tutto segreta fino al suo teaser. Incredibile, nel 2016, con telecamerine nascoste pure sulle pannocchie (dico pannocchie perché l'unico ambiente oltre al bunker (presumibilmente costruito in uno studio) che si vede è un campo di grano.
Speriamo che questo film sia il pilot formato cinema di una futura serie TV, sarebbe l'ennesima bella mossa made in JJ.

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