Zona d'ombra
Trama: Ehi, questa è la triste storia di come la loro testa è cambiata, capovolta sottosopra sia finita. Seduto su due piedi qui con te, ti parlerò del Dr. Bennett, dottore che scoprì la CTE!
- tututuru -
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Giocando a football con gli amici sono cresciuti, se la sono spassata, wow! Che fissa ogni minuto! Ma dopo 1000 colpi in testa a ogni dì, sono impazziti manco un film di mattì.
Il cervello schizzato un po' più giù e le voci nella testa di quei giocatori lassù; il più durò si sparò, fece una trottola di sé e il dottore preoccupato disse: "Denuncio l'NFL!".
L'han pregato, minacciato, in Tanzania voglion che vada, ma lui non ha fatto le valigie e ha detto: "Vo per la mia strada". Dopo avere aperto un cranio e un cervelletto da pesare con lo stetoscopio nelle orecchie ha detto: "Qua è meglio parlare!".
- tututuru -
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Primo quarto, ma è uno sballo! Spremute di braccia e purè di cervello. Se questa è la fine che fanno i quaterback, per me, mm-mh, sai tanto male lo è! Ha messo un casco giallo sul suo fisico collaudato ma era meglio la Formula Uno o morire gasato; una pazzia tutta nuova sta esplodendo per me, "avanti a tutta forza, portami all'ospedale!".
- tututuru -
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Oh, una sventola l'ho presa, mi sento già strarinco, la vita di prima mi puzza di vecchio! Guardate adesso gente in campo chi c'è, il principe Willy, lo svitato dell'ospedale!
Si capisce dalla trama che il film denuncia una cosa tristissima ma che purtroppo è penoso? Già, ti fa rimpiangere proprio il Principe di Bel Air.
Allora, la STORIA VERA raccontata nel film, ma anche nella bellissima canzoncina di poco fa, è una sorta di Erin Brocovich ma al posto dell'acqua sporca (era acqua sporca?) ci stanno i danni che causano al cervello le craniate che i giocatori di football americano si danno any given sunday, queste:
e al posto di Julia Roberts c'è Will Smith, che fa appunto questo dottore che facendo l'autopsia a un ex-giocatore famoso scopre che il suo cervello era messo proprio male. Tipo il mio dopo sei anni di cineblog, per capirci.
A quel punto accusa l'NFL di tenere per loro questi rischi, e loro per tutta risposta gli fanno un gigantesco dito medio immenso nel cartellone luminoso dello stadio. Sai come quando inquadrano uno a caso nel pubblico e lo vedono tutti.
Poi ovviamente iniziano ad ammattire anche altri e solo a quel punto viene data credibilità agli studi del medico. Tanta credibilità che la NFL passa dal dito medio alle minacce di morte.
Quindi grande denuncia sociale, grande battaglia del singolo contro multinazionale megamiliardaria, e tutto il cucuzzaro dei film di questo genere tipo quello che si era messo contro la lobby del tabacco e quell'altro che si era messo contro i prezzi troppo alti del noleggio di Blockbuster.
Peccato che non sia neanche l'ombra di quei bei film di denuncia dove alla fine patteggiamo talmente tanto per il protagonista che lotta solo contro tutti che ci viene voglia pure a noi di organizzare un sit in in piazza e gridare MALEDETTI!!! anche se i fatti si sono svolti vent'anni fa.
Sceneggiatura e regia affossano una storia già di sua abbastanza debole: Will Smith, che dovrebbe quantomeno essere un luminare nel suo campo, parla e si atteggia come un capo tribù africano, vi giuro rasenta il ridicolo, alle volte, quando parla con la moglie, sembrano Mufasa e gentil leonessa. Autorazzismo conclamato.
Poi l'andamento non ha minimamente il crescendo che ci si aspetterebbe: di solito in questi film si parte dal basso e alla fine, stronzo zittito dopo bastardo ridicolizzato, si arriva alla resa dei conti con megacapodirettorefigldiputt e si vince per il bene dell'umanità. Invece qui non solo ad un certo punto Will smett di combattere, proprio che prende baracca e burattini e si trasferisce, ma alla fine del film c'è proprio la scena che fa capire che tutta la grande battaglia è stata pressocché inutile.
Neanche la gente è stata sensibilizzata e tutti amano il football come e più di prima. Vi sembra che il football sia finito? Ecco appunto. Al massimo c'è solo una nuova sindrome nelle enciclopedie di medicina: matti per il football.
Queste solo le facce vere degli attori finti
E qui tutte un po' di notizie di approfondimento della storia. Leggetele se anche voi siete matti per il football che secondo me spiegano meglio di quanto spiega il film, che è blando, irrisolto, inutile, e pure recitato male.
E pensare che Will sperava addirittura in un oscar tanto da incazzarsi per la mancata candidatura. Già la candidatura al Golden Globe è veramente regalata. Dài potrai farci un film tra una decina d'anni dell'ingiustizia che gli attori che vogliono un oscar subiscono dalla multinazionale Academy. Magari quella volta lo vinci.
Impazzire per aver praticato uno sport. Certo queste cose nel calcio in Italia non succedono. Dici perché per danneggiarlo un cervello devi prima averlo, eh?
Allora, la STORIA VERA raccontata nel film, ma anche nella bellissima canzoncina di poco fa, è una sorta di Erin Brocovich ma al posto dell'acqua sporca (era acqua sporca?) ci stanno i danni che causano al cervello le craniate che i giocatori di football americano si danno any given sunday, queste:
e al posto di Julia Roberts c'è Will Smith, che fa appunto questo dottore che facendo l'autopsia a un ex-giocatore famoso scopre che il suo cervello era messo proprio male. Tipo il mio dopo sei anni di cineblog, per capirci.
A quel punto accusa l'NFL di tenere per loro questi rischi, e loro per tutta risposta gli fanno un gigantesco dito medio immenso nel cartellone luminoso dello stadio. Sai come quando inquadrano uno a caso nel pubblico e lo vedono tutti.
Poi ovviamente iniziano ad ammattire anche altri e solo a quel punto viene data credibilità agli studi del medico. Tanta credibilità che la NFL passa dal dito medio alle minacce di morte.
Quindi grande denuncia sociale, grande battaglia del singolo contro multinazionale megamiliardaria, e tutto il cucuzzaro dei film di questo genere tipo quello che si era messo contro la lobby del tabacco e quell'altro che si era messo contro i prezzi troppo alti del noleggio di Blockbuster.
Peccato che non sia neanche l'ombra di quei bei film di denuncia dove alla fine patteggiamo talmente tanto per il protagonista che lotta solo contro tutti che ci viene voglia pure a noi di organizzare un sit in in piazza e gridare MALEDETTI!!! anche se i fatti si sono svolti vent'anni fa.
Sceneggiatura e regia affossano una storia già di sua abbastanza debole: Will Smith, che dovrebbe quantomeno essere un luminare nel suo campo, parla e si atteggia come un capo tribù africano, vi giuro rasenta il ridicolo, alle volte, quando parla con la moglie, sembrano Mufasa e gentil leonessa. Autorazzismo conclamato.
Poi l'andamento non ha minimamente il crescendo che ci si aspetterebbe: di solito in questi film si parte dal basso e alla fine, stronzo zittito dopo bastardo ridicolizzato, si arriva alla resa dei conti con megacapodirettorefigldiputt e si vince per il bene dell'umanità. Invece qui non solo ad un certo punto Will smett di combattere, proprio che prende baracca e burattini e si trasferisce, ma alla fine del film c'è proprio la scena che fa capire che tutta la grande battaglia è stata pressocché inutile.
Neanche la gente è stata sensibilizzata e tutti amano il football come e più di prima. Vi sembra che il football sia finito? Ecco appunto. Al massimo c'è solo una nuova sindrome nelle enciclopedie di medicina: matti per il football.
Queste solo le facce vere degli attori finti
E pensare che Will sperava addirittura in un oscar tanto da incazzarsi per la mancata candidatura. Già la candidatura al Golden Globe è veramente regalata. Dài potrai farci un film tra una decina d'anni dell'ingiustizia che gli attori che vogliono un oscar subiscono dalla multinazionale Academy. Magari quella volta lo vinci.
Impazzire per aver praticato uno sport. Certo queste cose nel calcio in Italia non succedono. Dici perché per danneggiarlo un cervello devi prima averlo, eh?
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