Una cosa è tradire l'aspettativa, una cosa è fare un film brutto anche per chi quell'aspettativa non ce l'ha mai avuta.
Parleremo di questo e di altro, in questa notte di agosto che tanto si adatta alla mitica Notte Broccol, presa di patta dalla Notte Horror italiaunesca di tanti anni fa. Quante nottate in pantaloncini e canottiera con il caldo che faceva a vedere corpi squartati e teste mozzate: sangue sangue sangue. Era un ciclo estivo.
Sì. L'ho detta. Ma non preoccuparti... finirà presto... andrà tutto bene...
Quello che mi preme è parlare di quanto diamine ho atteso
Sì. L'ho detta. Ma non preoccuparti... finirà presto... andrà tutto bene...
Quello che mi preme è parlare di quanto diamine ho atteso
Lights Out
Trama: Vedi Diana
...e di quanto sia rimasto deluso.
Se ogni tanto vi capita di passare di qui su CB (cioè intendo ogni tanto durante il giorno oltre la capatina quotidiana - e da qualche tempo anche notturna, come il bagno in pratica - obbligatoria) vi sarete accorti che ho messo mille volte in mille occasioni diverse questo cortometraggio:
Che è fichissimo. Ed è fichissimo e paurosissimo per tutta una serie di motivi, tra i quali:
- non si perde in spiegoni;
- il mostro fa paura perché sta lì fermo e basta, gioca a 1 2 3 stella con la tua vita;
- la protagonista è tipo la mia vicina di casa, il che la rende perfetta per un film horror, ci si riconosce proprio nella sua normalità, nel suo accendere e spengere la luce incredula, altro che scream queen;
- la regia è tanto semplice da essere perfetta, che altro serve oltre un corridoio, una lampadina e una silhouette paurosa?
- è una minuscola storia horror che funziona al 100% senza nessun additivo aggiunto, effetti speciali minimi, nessun virtuosismo, solo brivido.
Il regista, David Sandberg, ne ha fatti anche altri di corti paurosi:
ma nessuno supera Lights Out. Era normale che qualcuno lo notasse.
Purtroppo quel qualcuno è stato James Wan e tutta la combriccola sua, che ora fanno gli horror un tanto al chilo, tutti uguali tipo questo, questo e questo, e costringono anche gli altri a farli uguali se vogliono avere un qualche appeal (vedi questo, questo e questo).
Perché è stata una sfortuna che proprio Wan sia il produttore di Lights Out? Perché tutti gli elementi aggiunti al cortometraggio sono inesorabilmente immondizia.
La giovane con issue con la madre e quindi scappata di casa e poster di band heavy metal sulle pareti (il disagio giovanile), la madre pazza sin da piccola che in manicomio ha incontrato una più pazza di lei, morta in circostanze (cioè stanze piene di pagliacci? indagare) misteriose, che ora la "infesta" apparendo tipo fantasma nel buio, ragazzino spaventato ma anche un po' coraggioso, problemi famigliari risolti grazie all'unione che fa la forza per sconfiggere il demone di turno, una casa di almeno tre piani (cantina per le scene buie, piano terra per quelle di spiegoni, primo piano per le scene in camera da letto, alla bisogna soffitta per ritrovamento vecchie foto e rumori molesti), e volume altissimo per farci prendere un colpo quando serve.
Tutto già visto, già sentito, già digerito.
Che poi io alle volte dico che il già visto è solo frutto di topos, altre dico che è una merda.
Il problema infatti non è che Light Out sia pieno di situazioni ormai stanche per i film horror, il problema grave è che sono tutte scene bruttissime, recitate malissimo, scritte peggio, sono brutte. Quindi se mi fai una cosa risaputa e la fai bene, ok, se fai la cosa risaputa e la fai pure male, sparati. Punto e a capo.
La domanda è d'obbligo: possibile che una tale maestria nella breve durata si distrugga solo perché diluita a minutaggio film? Possiamo dire addirittura che in Italia non è successo... ed è dovuto succedere proprio nell'horror? E proprio con Sandberg?
Peccato poi perché il mostro in questione - Diana, 'sta demonaccia nera nera e cattivissima - funziona benone anche nel film
infatti quando ci sono gli attacchi di Diana, che si può muovere solo nel buio, il film torna ad essere più che buono, i giochi di buio/luce che tagliano le inquadrature sono fatti sempre benissimo
e poi la paura atavica del buio che nasconde il mostro è talmente forte di suo.
Peccato che tutto il resto sia così penoso. L'origine di Diana aka ragazzina incazzata in manicomio che trasforma la propria rabbia in demoniaca presenza è talmente risaputa (qualcuno ha detto Sadako/Samara?) stempera ogni passione per il mostro. Era meglio il corto anche perché non sapevamo da dove veniva quel demone, c'era e basta, e voleva te; è come se mi avessero spiegato il demone di It Follows. Certo se questo film lo girava David Robert Mitchell come si sarebbe intitolato? L'AIDS out?
Per non parlare del cambio di attrice. Sarò impopolare ma scegliere l'ennesima attricetta bionda confondibile con altre mille attricette bionde e far fare solo un cameo alla vera protagonista designata, così comune, così cicciottina, così perfetta nella sua imperfezione, è un'ingiustizia vera, palesemente imposta dalla produzione perché "ce deve mette' 'sta ragazzina bionda bona, non la fidanzata tua cicciona" (questo era sempre Wan che parlava romanesco, infatti Wan è il diminutivo di AWANagana).
Per fortuna anche l'ultimo corto di Sandberg ha la ragazza come protagonista (e lui stesso):
Un po' tutti gli attori di contorno sono penosi e infatti sconosciuti (viene prima l'uovo o la gallina? Sono sconosciuti perché penosi o penosi perché sconosciuti?); tranne Maria Bello in versione "ah sono un'attrice? Ma pensa...".
Che peccato sia stato proprio Wan a prendere sotto la sua ala protettiva Sandberg, è stato sfortunato nella fortuna, a lui comunque non adduco nessuna colpa, si respira proprio aria da pressione della produzione tipo "lo so io cosa è meglio per te: uno spiegone! Anzi metticene due... facciamo tre, dai").
Lights Out si è già prenotato uno spazietto nello scaffale "dimenticatoio", il che, lo ribadisco non fosse chiaro, è davvero ma davvero un gran peccato.
Ma ora spengiamo la lucetta gadget che mi hanno regalato all'anteprima e non pensiamo più ai demoni neri che si nascondono nel buio:
AAAAHHHH madonna che paura questo corto! WAN FACCIAMOCI UN FILM! Se lo facciamo vinciamo entrambi! È una Win/Wan situation
Ora puoi dormire... non è successo niente...
Zio Broccolia
Peccato poi perché il mostro in questione - Diana, 'sta demonaccia nera nera e cattivissima - funziona benone anche nel film
infatti quando ci sono gli attacchi di Diana, che si può muovere solo nel buio, il film torna ad essere più che buono, i giochi di buio/luce che tagliano le inquadrature sono fatti sempre benissimo
e poi la paura atavica del buio che nasconde il mostro è talmente forte di suo.
Peccato che tutto il resto sia così penoso. L'origine di Diana aka ragazzina incazzata in manicomio che trasforma la propria rabbia in demoniaca presenza è talmente risaputa (qualcuno ha detto Sadako/Samara?) stempera ogni passione per il mostro. Era meglio il corto anche perché non sapevamo da dove veniva quel demone, c'era e basta, e voleva te; è come se mi avessero spiegato il demone di It Follows. Certo se questo film lo girava David Robert Mitchell come si sarebbe intitolato? L'AIDS out?
Dai... è quasi finita... manca poco... resisti, non ti preoccupare, so che sei forte...
Per non parlare del cambio di attrice. Sarò impopolare ma scegliere l'ennesima attricetta bionda confondibile con altre mille attricette bionde e far fare solo un cameo alla vera protagonista designata, così comune, così cicciottina, così perfetta nella sua imperfezione, è un'ingiustizia vera, palesemente imposta dalla produzione perché "ce deve mette' 'sta ragazzina bionda bona, non la fidanzata tua cicciona" (questo era sempre Wan che parlava romanesco, infatti Wan è il diminutivo di AWANagana).
Un po' tutti gli attori di contorno sono penosi e infatti sconosciuti (viene prima l'uovo o la gallina? Sono sconosciuti perché penosi o penosi perché sconosciuti?); tranne Maria Bello in versione "ah sono un'attrice? Ma pensa...".
Che peccato sia stato proprio Wan a prendere sotto la sua ala protettiva Sandberg, è stato sfortunato nella fortuna, a lui comunque non adduco nessuna colpa, si respira proprio aria da pressione della produzione tipo "lo so io cosa è meglio per te: uno spiegone! Anzi metticene due... facciamo tre, dai").
Lights Out si è già prenotato uno spazietto nello scaffale "dimenticatoio", il che, lo ribadisco non fosse chiaro, è davvero ma davvero un gran peccato.
Ma ora spengiamo la lucetta gadget che mi hanno regalato all'anteprima e non pensiamo più ai demoni neri che si nascondono nel buio:
Ora puoi dormire... non è successo niente...
Zio Broccolia
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