Captain Fantastic
Trama: Captain America
È deciso. Il più grande trend del 2016 è la foresta (con escursionei nella jungla nera). Ai prossimi Awards (si stanno avvicinando!) faremo il punto di tutte le persone che, o sono matte, o scelgono l'isolamento, o sono costrette da qualcosuccia tipo un'apocalisse nucleare, o sono cresciute dalle scimmie o da un pantera e un orso, vivono lontanissime da città, megalopoli, villaggi.
Captain Fantastic è un altro tassello: lui - e i suoi dodicimila figli - nella foresta ci vive perché è, senza tanti giri di parole, un frikkettone.
Profondamente contro il capitalismo americano, Viggopapà porta tutti gli infanti a vivere cacciando il proprio cibo, coltivando la propria verdura, dicendo sempre la verità senza filtrare nulla, anche le cose più dolorose («sveglia ragazzi, volevo dirvi che vostra madre stanotte si è suicidata») o scomode («il rapporto sessuale è quando un uomo infila il suo pene nella vagina, capito, figlia di 5 anni?») insegnando loro la politica mao-trotsk-leninista, insomma è quello che a Casapound chiamerebbero "'na zecca communista". Io lo chiamo più bonariamente frikkettone.
Allora. Seguite un attimo questo ragionamento. Il titolo del ragionamento è "Il ritorno alla natura".
Ora, vaccio un salto in altissimo e vedo la storia dell'evoluzione umana (sono stato campione azzurro di salto in altissimo), e vedo come dalla caverna è passato alla capanna, poi il villaggio, la cittadella col castello, la città, la metropoli e si è andato a infilare negli appartamenti di tre mq delle megalopoli.
E mi dico, qualcuno lo ha COSTRETTO a farlo? Qualcuno gli ha puntato la pistola e gli ha detto "o megalopoli o morte?". Non mi pare. Lo ha fatto "naturalmente". E allora non è stata proprio quella la natura dell'uomo?
Capisco che quando si dice "ritorno alla natura" si intende una natura botanica, zoologica e non l'indole interiore, ma il sottotesto "non viviamo a dimensione d'uomo", "siamo alienati dallo stress e dalla rutilanza", "viviamo come i danesi con l'hygge e gli orientali con il feng shui! (poi certo, i danesi sono 8 milioni in tutto e fino a cento anni fa stavano con le pelli di foca in testa, e gli orientali, vabbé boni quelli come esempio... avete mai provato la app SNOW? Ecco provatela...") è sempre in agguato. Anche un po' la supponenza di aver capito che l'uomo è un essere ingarbugliato che ha fatto le megalopoli per non dover stare da solo, che poi sai che palle senza i litigi ai semafori e il sesso occasionale?
Insomma veramente mi prude la lingua quando sento i discorsi del "ritorno alla natura". Per me l'uomo l'ha già seguita la natura, ci è già tornato, ci sta proprio in mezzo, e quando arriveremo al punto che non esisteranno più alberi e animali io starò lì sul mio trono di teschi e iPhone usati a dire "che film ci vediamo stasera?"
S'è visto quell'altro che è tornato alla natura che fine ha fatto.
S'è visto quell'altro che è tornato alla natura che fine ha fatto.
Capitan Fantastic è, almeno per tutta la prima metà, un'osanna alla scelta radicale di un padre che sembra crescere dei figli perfetti perché liberi dalle costrizioni della società: non sanno cos'è un emoji, ma conoscono a memoria la Costituzione.
Evviva i frikkettoni che fanno l'home schooling! anzi il forest schooling in questo caso, sembra dirci il film.
E devo dire che un po' ci convince pure - fa il suo che avere come padre Aragorn è sempre una cosa che piacerebbe un po' a tutti, ambosessi - anche noi buttiamo nel cesso i telefonini, i whatsapp, i nostri lavori col cartellino e andiamo a vivere coi vestiti ricavati dal bambù! Certo avrei difficoltà a rinunciare alla Coca Cola
Poi arriva il confronto con la realtà. La mamma dei ragazzi fantastici, da non confondere coi ragazzi speciali, anche se si vestono uguali:
si uccide e la famigliola del bosco bianco decide di andare al funerale
ritrovando tutto quel parentame che non aveva per nulla condiviso quella scelta naturalistica e socialmente assurda.
Lo scontro è inevitabile, come è inevitabile un processo di banalizzazione che pian piano il film subisce. Sì, ai ragazzini selvaggi piace anche l'XBox, sì, forse sapere Il Capitale a memoria o come scuoiare una poiana non sono cose così fondamentali nella crescita di una bambina, sì, magari a un adolescente in piena esplosione ormonale fa piacere ogni tanto rimorchiare una ragazza. Insomma ci immergiamo nella prospettiva più "reazionaria" di casa-patria-famiglia, e forse certe cose non sono così male, tipo, chessò, i cuscini.
C'è chi il film lo ha odiato proprio perché, prima che raggiunga il finale, sembra proprio volerci dire "sì ok la natura, ma vuoi mettere il centro commerciale?!", e in effetti è un po' così, con tanto di mea-culpa di Viggo "ho sbagliato tutto, per penitenza mi taglio la barba", ma invece a me non è dispiaciuto. Non è certo sovversivo come crede (molto più intenso e profondo Little Miss Sunshine per dire) e la Fantastic Family che ci racconta non è poi così borderline (quando si scopre che sono ricchi sfondati, ecco, lì riemerge la questione "eggrazziearcazzo che fai er frikkettone, ce stanno i sordi de nonno a paratte er culo", altra questione con cui ci si scontra sempre un po' quando si tratta di frikkettoni e punkabestia), ma stanno simpatici.
Poi si mettono tutti a cantare sweet child of mine con le chitarrine e i tamburelli e i fiori in testa
e che fai, du' spicci non glieli tiri?
Vabbé non c'è bisogno che fare i maleducati ora, che poi che cosa mandi affanculo la gente con addosso uno smoking da 5000 dollari, vabbé...
Nel film si legge molto (fa parte dell'educazione frikkettona: + libri - tv):
e allora girando sul web (hai presente il web? quella cosa che NELLA FORESTA NON C'È! Punto partita incontro per Megalopoli. Natura si ritira sconfitta.) ci sta questo tumblr di persone che leggono nei film in cui ti ci perdi. Metti che hai qualche buco nella biblioteca di bambù intracciata a mano da pigmei del Borneo.
Dietro possiamo metterci questo poster con lo stile degnissimo del film (che per inciso prendo in giro ma mi piace):
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