Un personaggio come Pif, nel panorama televisivo e cinematografico italiano è proprio una manna. È necessario oserei dire. Uno che ha fatto Il Testimone merita tutto il rispetto e le risate possibile, lui con il suo fare spaesatissimo in mezzo alle più assurde situazioni del mondo. E con quel tono cazzone che però ti mette, di volta in volta, tristezza, rabbia, malinconia, divertimento come molti dei programmi che riempiono la TV (ok. sto parlando di una cosa che non conosco. non succede mai no? non ho la TV dal
Le puntate sono tutte QUI e VANNO viste, proprio senza giustificazioni.
Pif poi ad un certo punto si è messo a fare cinema, con l'esordio La mafia uccide solo d'estate. Mi era piaciuto, non in visibilio, ma mi era piaciuto.
Un anno e mezzo fa ho scritto a Pif per la prefazione (la piffazione quindi) di un libro che vabbé avevo scritto tra una recensione e l'altra e mi ha risposto che non poteva perché sava finendo
In guerra per amore
Trama: Ah! Sì! No! volante...
MA COME HAI DETTO NO ALLA PREFAZIONE DEL LIBRO FONDAMENTALE DEL MONDO per il tuo film?! La reazione vi stupirà: sono stato contento che avesse preso anche solo quel minuto per scrivere la risposta, invece di chiamare l'avvocato per denunciarmi del fatto che avessi la sua mail privata. La stima continuava a crescere.
Il film è contro la mafia mascherato da film d'amore mascherato da film di guerra.
Di certo un progetto ambizioso, e forse troppo, perché qualcosa non funziona. Si direbbe che aver mascherato una cosa per un'altra e poi un'altra ancora abbia coperto di troppi strati il vero cuore del film, che poi è sempre quello: l'amore per la Sicilia.
Sembra che questa cosa sia particolarmente comune nei registi siculi, basta pensare a Tornatore, che appena può torna sull'isola o a Scimeca, insomma la Sicilia più di altre regioni sembra appiccicarsi ai suoi registi.
Per Pif è di fondamentale importanza unire l'intrattenimento stralunato che regala il suo personaggio un po' picchiatello, ultimo dei romantici, immerso in situazioni più grandi di lui, che lui affronta con candore e quindi con sincero sentimento. Pif va in guerra (la II Mondiale, eccone un altro per il trend di cui parlavamo ieri) per motivi tutt'altro che patriottici, ci va per andare a costo zero fino in Sicilia, dall'America, per chiedere la mano dell'amata, che tanto sta col figlio di un boss newyorkese, sì è ingarbugliato, ve lo dicevo che ci sono troppe cose) e in questo film in particolare non si distanzia poi molto dal Benigni di La Vita è Bella.
C'è una strana eco che perdura per tutto il film: che il progetto fosse un tantino troppo ambizioso? In costume. La guerra. La mafia. L'amore. L'amicizia virile. C'è tempo anche per l'omosessualità, le barriere architettoniche, lo scontro religione-politica... ecco, forse troppe cose. Ognuna di queste forse spalmate in un episodio de Il Testimone sarebbe stata meglio approfondita.
Il film non ha quella forza che regala il contrasto risata-impegno che è la vera cifra stilistica di Pif, quello che lo rende speciale su tutti.
Ecco, i suoi format, così leggeri e così profondi, funzionano sulla lunghezza, come dimostra
La mafia uccide solo d'estate. La serie
Trama: Campo minnato
Che sì è la versione allungata del film, ma funziona tutto e forse anche di più, con più aria, appunto.
Si respira la stessa aria de La meglio gioventù, quelle operazioni che mischiano la storia dei piccoli - in questo caso una tipica famiglia italiana degli anni 70, con tutte le speranze, gli scontri, la quotidianità che conosciamo bene, sia dai film che dalle famiglie nostre - alla Storia con la S maiuscola, e lo fa bene, con delicatezza.
I Giammarese fanno di tutto per non guardare in faccia la Mafia, ma la Mafia, all'epoca di una sfrontatezza e potenza oggi quasi dimenticata, ma spaventosa, non poteva non intrommettersi in tutto quello che chiunque vivesse in Sicilia (e non solo) all'epoca.
Ecco, se proprio un piccolo appunto si può fare a questo serial (andato in onda sulla RAI, probabilmente è questa la causa) è di "edulcorare" proprio la spietatezza terrorristica della Mafia, che uccideva, distruggeva, faceva saltare in aria, controllava l'Italia a pie' spinto: i mafiosi sono tutti troppo "macchiettistici", quasi ridicoli, fanno meno paura di quello che dovrebbero.
Ma per il resto, dalla scrittura agli attori (AH! Anna Foglietta è più convincente da sicula che da romana qual è di origine e SORPRESA! il bel siculo Francesco Scianna è BRAVO! pazzesco eh, se ti ricordi l'ultima volta che l'hai visto...), alla voce off di Pif (ormai un marchio di fabbrica) rende il tutto una produzione come ce le dobbiamo augurare sempre. Giammarresi - Cesaroni 1000 a 0.
Rivedetevi Il Testimone. Amunì
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