El Bar
Trama: Alex l'ariete
Alex De La Iglesia vive in un mondo spietato.
Nel suo mondo le cattive azioni vengono sempre punite, il più delle volte con la morte, e le buone azioni vengono punite peggio, il più delle volte con lo scorticamento, la tortura, la pazzia.
Nel suo mondo le cattive azioni vengono sempre punite, il più delle volte con la morte, e le buone azioni vengono punite peggio, il più delle volte con lo scorticamento, la tortura, la pazzia.
È un mondo atroce e bellissimo quello di Alex. Un mondo che in passato ha tirato fuori frame tipo questi:
Capite da soli che se non conoscete la sua filmografia è proprio il caso che iniziate a recuperarla.
Qui da me abbiamo trattato Balada Triste e Zagarromundi, ma anche La comunidad, El dia de la bestia, Azione mutante sono qualcosa.
Poi ci fu anche la parentesi americana, snaturata e quasi offensiva, con Frodo che chissà perché chissà percome ha finito per andare lui in Spagna.
De La Iglesia firma il suo nuovo film ma che ultimo non è visto che ha già finito di girare il remake di Perfetti Sconosciuti (sembra assurdo ma è così. Ci remakano.)
Dio santo (o diavolo maledetto, per Alex è la stessa cosa) non vedol'ora di vederlo e vedere se ha fatto un finale dei suoi, mi immagino i protagonisti che quegli smart phone se li ficcano in bocca spaccandosi tutti i denti, altro che finale metafisico che resetta la serata.
Insomma De Le Iglesia, uno che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo e chiuderlo in manicomio per direttissima.
Che firma, che autore, che personalità, anche in un film "minore" come El Bar, ci sono tutti i suoi temi, primo fra tutti quello della bestia dentro che è pronta ad esplodere appena gliene diamo occasione.
L'occasione che la fa scatenare (a tutti, nessuno escluso, dalla signora 60enne che perde giornate e stipendi ai videopoker, al pubblicitario hipster, al barbone in crisi mistica alla bona di turno...) questa volta è l'essere rinchiusi in un bar al centro di Madrid.
Se esci, ti sparano. Non si sa chi, non si sa perché, non si sa come e se ne uscirai.
A quel punto le diverse personalità vengono fuori, quale prima, quale dopo, e sono tutte feroci e il microcosmo del bar diventa subito più violento del vietnam.
Non vi rivelo il perché i nostri anti-eroi (ce ne fosse uno buono, nel mondo di Alex) sono costretti nel bar e neanche chi sopravviverà, chi massacrerà chi, e come andranno le cose - anche se ovviamente pensate alla versione peggiore di un finale peggiore e... andrà peggio - perché vi rovino il film. Sappiate che, tornando ai frame, ci sono cose del genere:
Vi basta?
El Bar non è potente come altri precedenti di De La Iglesia, e dura quel tantinello di troppo (problema comune a tutti i suoi film, ma lo capisco, secondo me farebbe film di dieci ore se potesse, lo si vede che è strabordante), ripetendosi leggermente sul finale, ma che rimane uno di quei film (costati due euro, forse tre) che ti dici MA PORCA PUTTANA noi esportiamo Perfetti sconosciuti e poi non riusciamo a fare un film di questo genere, che poi non è horror (non solo), non è grottesco (non solo), è solo tanto cattivo quanto veritiero.
Dite che Brutti e Cattivi (quello con Santamaria senza gambe) sarà così cattivo? Sembra eh... dico sembra..
Però nel bar ci sono tutti i tratti distintivi dell'Alex che tanto amiamo: corpi che piano piano si sfracellano, sopravvivenza, homo homini ti ammazzo a sassate, davvero poca speranza per tutti e un finale di merda, bello, ma di merda.
Intanto, sul versante promozione/pubblicità, mentre noi discutiamo di Buondì che ammazzano le madri (cristo poi ti chiedi perché non esiste un regista come De La Iglesia in Italia... pure io che cazzo di domande mi faccio. Quasi dieci anni di CB non mi hanno insegnato proprio niente...), lì si promuoveva il film con questa carineria:
La topa di turno (Alex ha gusto, è il Luc Besson spagnolo, non a caso si è sposatao con Carolina Bang...) è questa, Bianca Suarez
Vabbèddai c'è anche la quota manzo, tale Mario Casas
Capite da soli che se non conoscete la sua filmografia è proprio il caso che iniziate a recuperarla.
Qui da me abbiamo trattato Balada Triste e Zagarromundi, ma anche La comunidad, El dia de la bestia, Azione mutante sono qualcosa.
Poi ci fu anche la parentesi americana, snaturata e quasi offensiva, con Frodo che chissà perché chissà percome ha finito per andare lui in Spagna.
De La Iglesia firma il suo nuovo film ma che ultimo non è visto che ha già finito di girare il remake di Perfetti Sconosciuti (sembra assurdo ma è così. Ci remakano.)
Dio santo (o diavolo maledetto, per Alex è la stessa cosa) non vedol'ora di vederlo e vedere se ha fatto un finale dei suoi, mi immagino i protagonisti che quegli smart phone se li ficcano in bocca spaccandosi tutti i denti, altro che finale metafisico che resetta la serata.
Insomma De Le Iglesia, uno che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo e chiuderlo in manicomio per direttissima.
Che firma, che autore, che personalità, anche in un film "minore" come El Bar, ci sono tutti i suoi temi, primo fra tutti quello della bestia dentro che è pronta ad esplodere appena gliene diamo occasione.
L'occasione che la fa scatenare (a tutti, nessuno escluso, dalla signora 60enne che perde giornate e stipendi ai videopoker, al pubblicitario hipster, al barbone in crisi mistica alla bona di turno...) questa volta è l'essere rinchiusi in un bar al centro di Madrid.
Se esci, ti sparano. Non si sa chi, non si sa perché, non si sa come e se ne uscirai.
A quel punto le diverse personalità vengono fuori, quale prima, quale dopo, e sono tutte feroci e il microcosmo del bar diventa subito più violento del vietnam.
Non vi rivelo il perché i nostri anti-eroi (ce ne fosse uno buono, nel mondo di Alex) sono costretti nel bar e neanche chi sopravviverà, chi massacrerà chi, e come andranno le cose - anche se ovviamente pensate alla versione peggiore di un finale peggiore e... andrà peggio - perché vi rovino il film. Sappiate che, tornando ai frame, ci sono cose del genere:
Vi basta?
El Bar non è potente come altri precedenti di De La Iglesia, e dura quel tantinello di troppo (problema comune a tutti i suoi film, ma lo capisco, secondo me farebbe film di dieci ore se potesse, lo si vede che è strabordante), ripetendosi leggermente sul finale, ma che rimane uno di quei film (costati due euro, forse tre) che ti dici MA PORCA PUTTANA noi esportiamo Perfetti sconosciuti e poi non riusciamo a fare un film di questo genere, che poi non è horror (non solo), non è grottesco (non solo), è solo tanto cattivo quanto veritiero.
Dite che Brutti e Cattivi (quello con Santamaria senza gambe) sarà così cattivo? Sembra eh... dico sembra..
Però nel bar ci sono tutti i tratti distintivi dell'Alex che tanto amiamo: corpi che piano piano si sfracellano, sopravvivenza, homo homini ti ammazzo a sassate, davvero poca speranza per tutti e un finale di merda, bello, ma di merda.
Intanto, sul versante promozione/pubblicità, mentre noi discutiamo di Buondì che ammazzano le madri (cristo poi ti chiedi perché non esiste un regista come De La Iglesia in Italia... pure io che cazzo di domande mi faccio. Quasi dieci anni di CB non mi hanno insegnato proprio niente...), lì si promuoveva il film con questa carineria:
Mi chiedo sempre con che faccia vai a chiedere a una di firmarti una foto di lei nuda... ma poi ci scrive il pennarello? |
Io se apro un BAR lo chiamo ESCO. Intanto al cinema:
BONUS per voi che combattete come delle mucche: