domenica 25 aprile 2010

Everybody loves AL



due dei più grandi minuti di recitazione ever (minuto 2:07!):

ah ah ah

Seth MacFarlane's Cavalcade of cartoon comedy
Trama: non c'è, ma fa ridere.

sempre snobbati i griffin. sempre. ci ho anche provato, ma il mio DNA mi diceva che ogni cosa così uguale di primo acchitto a I simpson, era un tradimento.
eppure, ogni tanto, con la coda dell'occhio, mi facevano ridere alcuni sktch assurdi, pause, tempi comici.
questo è una raccolta di sketch non andati in onda su i griffin, poi messi in un canale youtube e poi raccolti. e, ok, fa riderissimo.
fa ridere tipo così:
però i griffin non li inizio a vedere. fedele ai gialli (fino a qualche serie fa) e a futurama. stop

La città è piccola, i supereroi mormorano

Smallville s01-ep1/2/3/4
Non chiedetemi perché ma ho iniziato a vedere Smallville. uau, gli anni giovanili di Superman. Che non è come dire gli anni giovanili di Al Capone, di Enrico Fermi.. al massimo tipo più simili agli anni giovanili di Cristo...
Il telefilm è orrendo. in quattro puntate la struttura è sempre la stessa:
Clark scopre un potere nuovo
In città arriva uno che scopre di avere un poter nuovo cattivo
Clark scopre che con il suo potere nuovo può battere il potere nuove del cattivo di turno.
il resto è tutta una serie di smancerie per adolescenti.
la cosa peggiore è che lo continuerò a vedere e solo perché lo metto in sottofondo e la prendo come missione cieca: 9 serie! manco quando ho deciso di vedere tutto x-files (cose che ho effettivamente fato) nonostante non mi piacesse.
in più lo vedo solo per arrivare a serie 5/6 quando per mancanza di idee hanno iniziato a mettere la justice league, green arrow tutti i cattivi nuovi ecome Supertorrent e MEGAvideo...
non preoccupatevi, non vi starò a tediare con smallville (magari solo quando succede qualcosa di assurdo, chessò che Rhino arriva e si fa una storia con Lana) vi dico solo che lo vedrò. mannaggia a me. lo faccio soprattutto per sapere se Superman aveva l'acne o se Superman aveva i giornalini porno in bagno (a no, gli bastava la vista a raggi x, beato lui...)
magari ci fossero 9 serie di un altro VERO supereroe:

sabato 24 aprile 2010

Rosemary's (Altea) Baby

The haunting of Molly Harley
Trama: ragazzina sente le voci in Molly Sorround.

Lucifero, che merda. Non ha né capo né coda, tantomeno qualcosa nel mezzo. Inutile è dire poco.
Poi, regista mio, nel cast hai lei:
purevestita da collegiale... e te che fai? la fai vedere in due scene?
SCEMO!

La pazza della porta accanto

An American Crime
Trama: la storia allucinante e allucinanatemente vera di questa folle qui.
Che ha la faccia della pazzia vera. quella che a tutt'ora nessuna attrice è mai riuscita ad interpretare (forse giusto Bette Davis in Baby Jane). Ecco che cosa ha fatto (per stomaci forti)

Salto a pie' pari possibili commenti sulla storia vera (VERA) che fa da base ai racconti di questo film e parlo, appunto, solo del film.
Qualche giorno fa parlavo del fatto che i grandi (o comunque medi alti) budget dei film (horror/thriller nello specifico) spesso finiscono per rovinare o al limite peggiorare la resa della pellicola e per la paura di dover rientrare delle spese e quindi dover edulcorare la violenza, magari andare più sl sicuro, trovare una forma narrativa più trasversale e semplice, che possa essere fruita a più livelli di "comprensione cinematografica".
Questo An american crime è, unito a The gril next door (uscito lo stesso anno e che racconta esattamente lo stesso fatto di cronaca ) l'esempio perfetto.
American crime ha un cast di rilievo (ellen page, catherine keener, james franco) mentre girl next door no. mentre nel primo le scene di violenza sono ridotte all'osso e solo verso la fine si "entra nel particolare" in girl next door la violenza è esibita (ma non morbosa, è un torture movie ma non alla hostel, la violenza psicologica prende il sopravvento su quella fisica). AC poi fa l'errore madornale di cercare quasi una "scusante" nella malattia dell'aguzzina (interpretata alla benemeglio dalla keener) mentre GND riesce ad infondere nello spettatore un tale odio nella protagonista (bravissima, incredibilmente nella parte, Blanche Baker, misconosciuta attrice TV) che ti viene maldipancia.
L'intera tragedia, consumata in un ambiente di squallore proviciale americano, assume in GND, grazie anche ad una regia scarna e ai poveri mezzi di messa in scena (il che perlappunto, riesce a sottolineare la pochezza dell'ambiente che circondava il martirio) una dimensione quasi assurda. Davvero impossibile pensare che sia una storia vera.
Insomma vedere questi due film è stata proprio la dimostrazione della mia teoria: i film a basso budget spesso hanno il coraggio necessario per tirare fuori la maledizione di certe storie e non avere nessuna costrizione da studios (ad esempio il fastidioso finale che sembra anticipare di anni Amabili Resti, con Ellen Page che "sogna una vita" dopo l'ultimo colpo) ne diventa la vera forza.
ps. detto questo non esistono film brutti come i film brutti a basso budget!

Donne sole, Sole e sòle

Sunshine Cleaning
Trama: sorelle (fighe) fanno un lavoro (per nulla figo). puliscono le scene del crimine, con lacrime.

Prima di tutto il fatto che nel titolo ci sia la parola "sunshine" è solo una furbatona marketing appiccicata lì con lo skotch solo perché il "tono" del film (dolce amaro lacrimoso con sferzate di simpatia e di cinismo) è molto simile e perché nel cast c'è Alan Arkin che fa lo stesso identico personaggio, con le stesse identiche scene (nonno saggio e disilluso insegna la vita a nipote sognatore in termini secchi, disillusi e diretti, il nipote recepisce piccolo genio (questa volta è un maschio e non una femmina, ma siamo lì).
Secondo di tutto il film si riduce ad una commediola per ragazze in fase premestruale, insomma da vedere in calzottoni di lana, pigiamone di flanella coi pony, barattolo di gelato e il "fanculo a tutti" in canna, oltre che lacrime a iosa (bella idea che ho delle ragazze ve'?).
Non è salvato neanche dalle due attrici, che si limitano a fare un lavoretto easy easy di sorella buona/sorella cattiva.
insomma, una commedia americana alternativa, brutta copia di una commedia americana alternativa.
esile, che non vuol dire facile, che non vuol dire leggero, che non vuol dire spensierato. rivedetevi little miss sunshine o, per la commedia alternativa al femminile, Whip It.
sì, dai, facciamo anche la locandina gialla...

venerdì 23 aprile 2010

FORDitudine

A single man
Trama: professore gay disillu-solo, disillude, si illude, vive di illusioni e soprattutto, si veste da Dio.

Per la prima volta prendo sul serio Colin Firth, attore considerato inutile fino ad oggi.
Questo film è una lunga sequenza pubblicitaria di una campagna di vestiti eleganti, ma riesce a non farne una cosa negativa. Sicuramente Ford ha fatto di questo suo film, il "suo" film. Palesemente autobigorafico, non tanto nella storia, ma nel vivere la storia. Nei pensieri, negli occhi del professore gay che guarda il mondo e lo trasforma, lo giudica. Nei vestiti impeccabili di ogni personaggio, nei sogni e incubi di una sessualità repressa.
Non ho letto molte critiche ma immagino che questo film abbia spaccato in due, ha di certo diviso tra chi lo ha amato o odiato nel suo essere così di maniera e dalla forma fastidiosamente curata e "fashion", e questo indipendentemente dai proprio gusti sessuali. Nel senso che non è un film smaccatamente "omosessuale" (come a volte trovo siano i film di Ozpetek o Almodovar, cosa che mi dà fastidio soprattutto per questa "ghettizzazione" al contrario, cioè mi sento un po' escluso, come fossi tagliato fuori perché tanto "lui non può capire"...il discorso è troppo lungo, comunque) e questo è sicuramente un dato a suo favore. Parla di gay, ma ancor più di amore e di perdita. Facciamo così, parla d'amore e lo fa in lingua gay, che è una lingua musicale, che sembra lirica ed è attenta alle immagini e ai vestiti, e lo sa fare senza cadere mai nella macchietta.
La cura formale che pervade il tutto ci sta, che volete, il regista è Tom Ford, sarebbe come pretendere di far fare una trasposizione degli Orsetti del Cuore ad Abel Ferrara (oddio, sarebbe interessante).
E poi c'è Julienne Moore, che basta e avanza per qualsiasi film del mondo, anche se qui è poco più di una comparsa.
Anche io voglio riuscire a svegliarmi alle 7 di mattina e prepararmi in maniera impeccabile per la giornata facendomi la barba tutti i giorni, rilassandomi con una maschera e vestendomi da Dio. Purtroppo mi sveglio tardi, non mi faccio la barba, niente maschera, mi vesto da Dio, ed esco.

Non ci INCAzziamo

Le follie dell'imperatore
Trama: sui giovani imperatori d'oggi trasformati in lama ci sputo su.

Ma lo sai che non è stata un'esperienza così male. Insomma questi DISNEYBRUTTI non sono poi tutti da buttar via (oddio, ne sto parlando meglio di quanto credessi, sarà che sono un vecchio rincoglionito?!). Le follie dell'imperatore molto semplicemente non ha NULLA dei film disney. ha una comicità slapstickosa ben fatta (vicina per intenderci, per fare il paragone con una cosa moderna, a piovono polpette). Ok, non è che sia 'sto capolavoro, ma si vede che si sono divertiti, senza pensarci. e infatti sono sicuro che i registi appena uscito il film l'hanno licenziati dagli stabilimenti disney con clausola nel contratto che neanche possono fare i ballerini di fila in Principesse sul ghiaccio o gli animatroni a Disneyland Paris. Manco a Disneyland Perù.

La prima cosa che fa la Disney prima di fare un qualsiasi i film è decidere dove ambientare la storia così possono declinare tutto (vestiti, titoli di testa e di coda, gadget vari) al Paese scelto (cina per mulan, africa per re leone, francia per ratatouille, hawaai per lilo&stitch, antica grecia per hercules e via dicendo...) e almeno sanno dove andare senza dover inventare troppo di totalemtne nuovo. mi sembra un ragionamento importantissimo.

All the single rane all the single rane

La principessa e il ranocchio
Trama: principessa bacia ranocchio, diventa ranocchia.

Sì. E allora ci hanno lavorato un bel po'... si sono sentiti in dovere di non continuare con le cagatine DISNEYBRUTTE degli anni 2000 e si sono impegnati a fare un bel filmettino animato.
Davvero. Gli spunti grafici sono vari, colorati, affascinanti, realizzati molto molto bene.
Perfetti i character (il Baron Samedi è splendido e vale tutto il film, il suo "video" è ipnotico). Divertente e "classico" nella migliore accezione del termine, senza troppe letture se non quelle della fiaba a lieto fine, quindi evitando le filosofie animate della pixar, il che lo vedo come un merito, della serie: «ok, lasciamo che la Pixar faccia i capolavori e noi impegnamoci a fare un film 2D che non sia orrendo, che ritrovi lo spirito semplice e bonariamente superficiale dei classici di principesse». Per bambini intelligenti.
Addirittura non mi hanno irritato le canzoni jazz, che è praticamente un miracolo

msn di morte

The messenger (Oltre le regole ?!?!?!)
Trama: Prima che la crisi faccia licenziare anche loro (quelli che vanno dalle famiglie a dire che i soldati sono morti in guerra) e quindi faccia mandare le comunicazioni mortuarie via sms o via facebook, ci pensano woody harrelson e ben foster.

Se volete iniziare la giornata con una botta de panza tipo un'incudine piombata sullo sterno per tutto il film, ecco a voi Oltre le regole (il film, non il titolo). film classico della parte americana antibellica. a volte sembra che facciano le guerre solo per poi pentirsene nei film...
bello. triste tristanzuolo. woody e ben attoroni pazzeschissimi.