venerdì 5 novembre 2010

OCCHIO SUL MONDO - FOCUS a FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 2010 - C&B REPORTAGE#5• Toilet

E torno all'Auditorium, ammantato di una specie di aurea, ogni mattoncino mi ricorda Lei. Mi aggiro tra avventori ed esercenti, e non riesco a non vederla dapertutto:
Arrivo e trovo una masnata di gente che manifesta. Hanno fatto chiudere i cancelli. Da paura! Forse non si entra! Questa la svango! Basta con questi film giapponesi! 
- Ma per cosa manifestate?
- Manifestiamo per il reinserimento della rara pianta Armeria Caespitosa nei prati italiani! Poi c'è la delegazione che manifesta per abolire la barbara usanza del trasporto di pomodori in camion non refrigerati! E poi là la delegazione per i diritti degli uomini con il riporto! Sei dei nostri?
- Puoi scommetterci bella!
E invece, poi la vita fa un giro di peppe ed ecco che vedo il film, e, guarda caso: ecco il film più bello visto finora, ecco:
La famiglia imperfetta
Toilet
Trama: Lui,  che ha fatto della routine una religione, la sorella rock'n'roll, il fratello concertista recluso per scelta e, a vegliare su di loro, la nonna giapponese. Una famiglia "disfunzionalmente" felice.

Sono contento. Perché questo film rimette a posto tutto quello che ho scritto su tutti i film Jappi visti fin'ora. Ammettiamolo, ero partito con il massimo delle prevenzioni mixati ai preconcetti con aggiunta di pregiudizi, e non è che i film visti (ok per le visioni pop di Sakuran, per l'interessante Box, per la curiosità impudica di Yoyochu) mi aveva davvero fatto cambiare idea. C'è voluto Toilet, che, incredibilmente, sembra essere stato fatto proprio per rispondere alla domanda che inevitabilmente ci si chiede quando ci si affaccia sulla cultura giapponese: ma ci sono o ci fanno? (in parole broccole). Toilet parla proprio della percezione che la cultura Occidentale ha di quella Orientale, e chiaramente, viceversa.
Il protagonista, a cui muore la madre, si ritrova a dover vivere, stravolgendo la sua routine abitudinaria fino all'ossessione, con due fratelli un po' (tanto) matti e con una nonnina giapponese; e il dubbio di non appartenere a quella famiglia, o che comunque ci sia "qualcosa di strano", ci sia almeno uno degli elementi che non quadra, sorge subito, a noi e al protagonista, dando vita nel corso del film ad una trama (e soprattutto un finale bellissimo) che sottolinea, come nella migliore tadizione dei film "famigliari",  che la parola "famiglia" è appunto, solo una parola. La famiglia è l'amore tradotto in capelli, carne, pensieri, sguardi.
E proprio la percezione "fasulla" della cultura giapponese è alla base di una serie di scene davvero divertenti e insieme profonde. Amare i robottoni e costruire i modellini di Gundam non è amare la cultura giapponese. Amare il sushi (occidentalizzato, che infatti Baachan rifiuta), non è amare la cultura giapponese. Iniziate invece ad amare una nonnina giapponese muta, guardinga, immobile, che si blinda al bagno per ore (e che ha costretto tutta la famiglia ad usare uno di quegli spaziali bagni giapponesi che ci fanno tanto ridere a noi occidentali).
La stramba famiglia di Toilet sembra uscita da un fim di Anderson (e non è un caso se il protagonista ricorda così tanto il Max Fischer di Rushmore, e che il trailer abbia così tanti rimandi allo stile tenembauniano:

Ma davvero si vede lontano un miglio che la regista sa di cosa sta parlando, e lo fa con un tatto tutto femminile. Uno sguardo delicato e romantico e giovane sulle differenze che stanno alla base, su quelle differenze che io stesso "prendo in giro" ma che sono in realtà un monito perenne di quello che parole come "fratellanza", "tolleranze", persino "amore" (parole che il più delle volte sono messe in mezzo a riempitivo) vogliono dire, ma lo fa in maniera "piccola" e particolare. Senza entrare nei massimi sistemi, allargando a macchia d'olio un discorso che un broccolo non potrebbe poi reggere fino in fondo (tral'altro, mica vorrete un C&B che si mette ad amare tutto e tutti?) direi che Toilet parla delle persone che ci stanno accanto. Non della serie "Evviva l'umanità! Vogliamoci tutti bbbene!", più una cosa del tipo  "Queste sono le persone che quando piangi, ti guardano e non pensano 'che palle', abbine cura, come loro ce l'hanno con te".
Poi, senza pensarci mi veniva in mente questa serie del fotografo japponese Tatsumi Orimoto:
La serie si chiama Art Mama - the existence of my mother is art. Dove lui è il figlio, fotografo, e le foto sono una perenne e giocosa e triste e ironica e bellissima dichiarazione d'amore per la mamma, malata di alzheimer.

giovedì 4 novembre 2010

Orsetto del Muore

Bear
Trama: 4 ragazzi in vacanza. Tutta la vita davanti, o meglio, tutta la vita da qui a 100 metri, quando la macchina si ferma e viene attaccata da un terribile orso grizzly.

Dopo qualche tempo di mutua tregua, quest'anno la lotta tra uomo e natura si è di nuovo inasprita, almeno sul grande schermo. Squali, piranha, tigricoccodrilli, dugonghi, 1/2piovre giganti, ecco un (altro) orso mangiauomini. La lotta si fa serratissima, è una straziante ricerca della sopravvivenza. "Cazzo - pensano i protagonisti col sorriso sulle labbra ignari dell'atroce destino che li aspetta - ci si è bucata la ruota". Prendono la cosa alla leggera, ma non sanno che da lì a poco, il micidiale ursus arctos li sbranerà, memore di un cacciatore che gli ha strappato il più caro dei beni, un cucciolo, destinato a ripopolare i verdi boschi. Il film è certo un tentativo chiaro di puntare il dito su tutti quei governi che non si curano della fauna dei loro Paesi, eppure basterebbe così poco, merda!
Tanto che forse tutte queste parole, per un film con un messaggio così profondo e chiaro, sono anche troppe. Ne basterebbero la metà.
Dopo mutua tregua, la lotta tra uomo e natura si è di nuovo inasprita. Ecco un orso mangiauomini. Una straziante ricerca della sopravvivenza. "Cazzo - pensano i protagonisti - ci si è bucata la ruota". Prendono la cosa alla leggera, ma non sanno che il micidiale ursus li sbranerà, memore di un cacciatore che gli ha strappato un cucciolo. Il film è un tentativo di puntare il dito su tutti quei governi che non si curano della fauna, eppure basterebbe poco, merda!
Ma posso fare di meglio...
La lotta tra uomo e natura si è inasprita. Ecco un orso. "Cazzo - pensano i protagonisti - ci si è bucata la ruota". Non sanno che il micidiale ursus li sbranerà, memore di un cacciatore che gli ha strappato un cucciolo. Il film punta il dito su quei governi che non si curano della fauna, merda!
Di più...
Ecco un orso. "Cazzo - pensano i protagonisti - ci si è bucata la ruota". Il micidiale ursus li sbranerà. Il film punta il dito sui governi, merda!
Di più, di più...
Orso. "Cazzo" - pensano i protagonisti. Li sbranerà, merda!
Di PIù!
Cazzo, merda!

Bounty Cocco

Perrier's Bounty
Trama: Giovane criminale perdigiorno attira su di sè l'ira funesta del vecchio criminale risoluto. Lui scappa, l'altro lo insegue, ci si mette di mezzo il padre, la ragazza e il Tristo Mietitore (proprio lui in voce off).

I crime movies made in England (questo è Irlandese ma cambia poco, giusto un accento ancora più marcato) ormai sono tutti frutto della cassa di risonanza guyritchiana: criminali filosofi e chiacchieroni che prima di torturare qualcuno o direttamente amazzarlo raccontano storielle sceme e decontestualizzate:

criminali scemi come l'acqua paola che ne combinano di tutti i colori sparando di qua e di là dove capita:

criminali romantici con un loro codice che quasi li vorresti come amici:

Ma soprattutto cani molossi.
Il film ha degli sprazzi indovinati, ma per la maggior parte del tempo naviga in una sonnecchiosa noia e, come avete capito, in una fastidiosa sensazione di già visto (senza un briciolo della coolness di Ritchie) e gli attori sprecatissimi che fanno il loro dovere senza troppa convinzione - ci sono Malocchio Moody e Lumacorno... tanto per far salire il termometro per il prossimo 21 novembre. Accio Harry Potter!

Pulsante Panico!

Panico al villaggio
Trama: Cavallo, Indiano, Pecora, Postino, Poliziotto... Un Toy Story a passo-uno con classe tutta d'oltralpe (belgio, lussemburgo, francia) e il riso assurdo della libertà.
«Mah, questi sono tutti matti». cit. Cavallo

Questi sono gli "attori" protagonisti di questo gioiello in stop-motion:
e uno, abituato ormai a supermegacool animazioni 3D (e anche alla migliore delle stop-motion, per capirci quella di Coraline, fluida e ormai a braccetto con la computer graphic) si fa una domanda: come faranno i creatori del film a non farmi stancare mai di vedere questi pupazzetti che vanno di qui e di lì? Un corto lo potrei anche capire, magari dei web-episode, ma un intero film? Ed ecco che invece più si va avanti con la visione più si rimane immischiati nella genialità di questo cartoon film, una geniale assurdità, grottesca e irreprensibile nella sua totale "sconclusione", assurdità che fa rima con libertà: la libertà di aver potuto fare davvero quello che avevano in testa. Altri Paesi, altri mondi, altre teste, inutile ricominciare con la sparata antiitalica, si potrebbe solo immaginare un produttore italiano davanti a due giovani registi con in mano due soldatini e un'idea del genere. No, in effetti non è per nulla una bella immagine, meglio tenere in mente le scompiglate e bislacche trovate di Panico al Villaggio, che comunque, dietro ad una scelta stilistica controtendenza; quella cioè di fare una stop-motion scattosa, degli stramboidi personaggi quasi immobili, nasconde una perizia tecnica sbalorditiva; tengono salde le redini della loro illogicità. Ogni volta che si assiste a quello che sembra il massimo del lunatico, ecco apparire gli sparatori di palle di neve, poi, quando il controsenso domina la testa e sembra non esserci nulla dopo, ecco la casa subacquea al contrario abitata da Gerard, la scimmia di mare ladra di muri.  Da amare. Come si deve amare la stop motion, che ai miei occhi, è SEMPRE sbalorditiva, ne parlavamo qui, e ora ci vediamo anche questo:
Da vedere, ma non quando capita, da vedere ORA. 

SPIELBERG C&BMISSION • Minority Report (2002)

Minority Report (2002)
Trama: Ulabadula Sim Sala Bin dov'è l'asso? Ora c'è ora non c'è! A uè uì Tom Cruise viene quì e rapisce Magamagò. Si prevede gran bordello.

E a me mi è (ririri)piaciuto, sarà la quinta volta che lo vedo. Questo è un film pochissimo Spilbi, cioè della serie che se lo faceva un altro regista (con un minimo di esperienza) andava benissimo lo stesso... è un bel lavoro di sceneggiatura, il resto viene da sè. E ci stanno un sacco di cose fighe, certo è frullatone ©Hollywood-che-scopre-i-racconti-di-fantascienza-anni-60 (MR libro è del 1956) e solo grazie agli effettoni specialoni rispolvera tutto e noi lì a dire "cioè, ma pensa te, cioè, tra 40 anni sarà proprio cosi, cioè, uguale uguale" e qui scatterebbe la seconda lezione di retorfuturo che però ho deciso di bignamizzare in una frase: non ci contante che il futuro sarà anche solo lontanamente vicino a quello che vedete nei film, ma non preoccupatevi, non vivrete abbastanza per vederlo.


Momento Spielberghiano: L'operazione di sostituzioni occhi, una roba che mette una certa paura dei germi, un bel po' Cronenberg. (E spilbi che negli anni 2000 gli è presa brutta con la fantascienza). Poi si parla spesso di attori feticcio di Spilbi (degli attori "di" Spilbi ne parliamo, se mi ricordo)... si fanno le liste come tipo "quali attori quante volte" (Harrison Ford-4, Tom Hanks-3, Richard Dreyfuss-3, Tom Cruise-2) però c'è anche lui, (che solitamente io chiamo Bruce Willis2 perché non mi ricordo mai come si chiama*), che mi piace molto. Fa settemila film al mese, e fa sempre le parti da mattoide perfetto (Fargo, Constantine), evivviamolo:
*Peter Stormare
Non preoccuparti Tom, io ti preparo poi lui passa all'innesto biomeccanico grado d'invasione 900, rilassati... crescerai come attore, e forse anche un po' di altezza.
E poi potrei saltare su un divano e urlare come un macaco, poi mi metto a ballare RAP e poi faccio altre cose un po' matte? eh? posso? posso? Dai...
Curiosità da ridere proprio (cioè ridicole):
- tre anni prima di iniziare le riprese Spielberg convocò un gruppo di futurologi perché immaginassero per lui un 2054 credibilPPFFF...haha.
- su un autobus ci stanno: Cameron Diaz, Cameron Crowe e Paul Thomas Anderson. Pazzesco ve'? Notizie che cambiano la percezione dello Spilbiverso.

ЄѶѶЇѶѦ ЇГ ЌӨӍЏПІЅӍӨ Ҽ ЇГ СЇ ПЗ МӐ!

The Trotsky
Trama: Non è facile essere la rincarnazione di Leon Trotsky in un'epoca dove capi di stato di Paesi (scegliendone uno a caso) dicono cose del genere:
Se poi sei un diciasettenne in un high-shool americana, peggio mi sento! 

Prima di tutto lo sapevato che Leon Trotsky è stato con Frida Kahlo ed è stato ammazzato da Ramon Mercader, che era fratello dell'attrice Maria Mercader, moglie di Vittorio De Sica e zio di Christian De Sica. Quindi siccome le colpe degli zii di secondo grado ricadono sempre sui pronipoti l'osmosi fa di Christian De Sica una spia fascista contro i messicani. Vabbè oltre questo sfoggio di inutile nozionismo wikipediano (che però già sapevo) passiamo a questo strano film.
Il plot è assurdo quanto basta per farlo diventare una commedia "assurda quanto basta". Le commedie assurde quanto bastano sono quelle che non ti fanno proprio ridere tanto, ma che nascondono in sè un valore cinematografico preciso, non troppo autoriale, ma neanche becero tipo American Pie. è come se fossero commedie per la parte della classe con un po' di cervello. Pur sempre adolescenziali e dedicate ad un pubblico teenagerenoso americano, ma quello (poco) con dei neuroni in più. Quest'anno ne abbiamo avute un bel po', con risultati altolenanti, così per dirne un pò, abbiamo visto questaquesta e questa (quello in basso) e per certi versi anche questa (ultimamente quanto mi piace mettere il link a post passati, dà molto stampo "vecchia testata, anvedi ne parlavo prima che finissero di girare il film, io vedo film che ancora non sono stati girati" parafrasando). Però c'è il però. Le commedie "assurde quanto bastano" ti prendono troppo sulla stanchezza, hanno un'idea forte di fondo, magari dei momenti azzeccatissimi (e qui ci sono i sogni Ejzenštejniani del protagonista e l'incontro "al vertice" di tutti i simboli della lotta contro il potere:
e il più delle volte riescono più che altro ad azzeccare l'attore protagonista (in questo caso un perfetto Jay Baruchel (che fa parte del Virgin Pack (poi ne parliamo), però inevitabilmente sono un pò troppo intelligenti, ma senza esagerare, cioè alla fine rimangono in un limbo di poco divertimento ma anche poco approfondimento. Ad ogni modo  non è una visione che disturba, e poi di rivoluzionari ce n'è sempre bisogno!
Allora il Virgin Pack. Ora, non so se esiste già oppure ho coniato questo nuovo gruppo di attori (sai come il Rat Pack), comunque consiste in quegli attori "nati nel momento giusto", il momento dove gli sfigati sono cool, dove Out è In come direbbe Ellis: Eccoli qui:
Ragazze mie, fatevi sotto.
Poi volevo aggiungere alla ideale classe ideale che trovate qui (tac), quella dove saremmo tutti voluti crescere tra banchi di scuola e lanci di cancellini:
Carrie, voto 666
Studiate l'inglese che è Internazionale!
 Quindi aspetta ricapitolando, io ti svergino e tu non ti suicidi? O il contrario?
E come direbbe quello, C&B è Marxista, con tendenza Groucho.

mercoledì 3 novembre 2010

Norwegian Wood

Villmark
Trama: In Norvegia sì che sono civili. In Norvegia se sali su un treno trovi un vagone tutto riservato a chi vuole dormire. In Norvegia vai nelle capitali e trovi le biciclette gratis per girare la città. In Norvegia sono talmente rispettosi della vita del cittadino che anche nei film horror non muore nessuno!

Che se io in un film horror che dura un'ora e 20 devo aspettare 57 minuti prima che muoia la prima persona (anzi la ritrovano pure già cadavere, sai che divertimento) e poi è pure l'unica a morire (di sette) allora anche no. Ma infatti il regista (Pål Øie) già ci aveva frantumato le palle con Skjunt, adesso avevamo appena fatto in tempo a rimontarle che ecco Villmark (che poi era di prima ma la magia del cinema è anche un po' questa, fare come cazzo ce pare). 
Vi giuro che ci ho messo circa sette otto minuti a capire che nella locandina c'era una Laura Palmer. Allora MOLTO meglio questo caciarone.

SPIELBERG C&BMISSION • A.I. – Intelligenza Artificiale (2001)

A.I. (2001)
Trama: Pinocchio + Astro Boy =

Spilbi decide che è il nuovo Kubrick. Poverino. Per un'ora di film si tiene tutto contratto con l'ansia da prestazione, romanticherie premamàn, regia statica, bambino rompicoglioni, e pure tanto.Vedo i robot morti... Poi si rompe pure lui i suddetti zebedei e si scacia, mette in piedi tutta la parte del Paese dei Balocchi, dei robot "cannibalizzati", dei cacciatori in moto similTRON, e torna in carreggiata ritrovando per il film una piega francamente affascinante e caciarona (ivi copreso Jude Law in partissima e il design dei vari roboti), fino alla visione suubmarina di NY. Poi ritorna sui suoi passi e nel finale rieccolo con il nostro vecchio caro e noioso Spilbi tutto alieni spilunghi, robot suicida, pippe antropologiche. Giocoleria di palle. 
A proposito di Robot, senza farvi il mega listone vi metto questo:
(clicca che emplementa)
Mi pare ci siano praticamente tutti, pure due da Futurama, ne riconosco circa la metà, da bravo sfigato nerd geek! Voi?
Momento Spielberghiano: uau. questa mission ormai mi appassiona talmente che mi perdo i pezzi più divertenti. Grazie per non averlo notato. Comunque momento spielberghiano l'ennesima scena della tavola dove uno copia i gesti dell'altro (quarta volta che la fa).
Signor Spilbi ma mi tolga una curiosità. Ma questa sua fissa per i bambini.. ma perché? E poi scusi, ma perché sono in accappatoio? E dov'è finita tutta la troupe? Perché mi guarda così, signor Spilbi?

OCCHIO SUL MONDO - FOCUS a FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 2010 - C&B REPORTAGE#4 • The Incite Mill

C'è una cosa che non capisco. Dovete sapere che al FIF, nei corridoi del FIF, nei bar del FIF, nei saloni dell'Auditorium che ospita il FIF, deambulano tutto il giorno persone che del cinema.. non gliene frega un cazzo. Stanno lì, camminano senza meta, e ti rendi proprio conto che hanno scelto di andare al FIF invece che al centro commerciale di Valmontone solo perché: "Amò, aa' visto mai che beccamo quella de a vita 'ndiretta". Ma perché io mi chiedo mai perché? No perché data l'affluenza che ha il FIF verrebbe da dirsi "ma crisi del cinema italiano de che? Guarda un po' quanta gente è attirata dal cinema...". E allora quindi mi dico anche: ma perché la gente è così affascinata dal Red Carpet? Ma cosa c'è di bello nello stare due ore spiaccicati contro una transenna ad aspettare un tizio che passa su un tappeto rosso? Ma sveglia! Gli attori sono persone come noi! Cos'è tutta questa emozione? Allora dovrei emozionarmi anche quando vedo il tizio che mi vende i tappeti kilim alle televendite! Svegliatevi! Bene. Detto questo oggi, non che la cosa ci sconvolga più di tanto a noi appassionati del cinema arte e non del cinema babylonia al FIF c'era









JULIANNE MOORE! Ma vi rendete conto!!! Julianne Moore non solo nello stesso Pianeta Terra, ma anche nella stesso Continente Europa, non solo nella stessa Nazione Italia, ma anche nella stessa Regione Lazio, non solo nello stesso Comune Roma, ma anche nello stesso Quartiere Villaggio Olimpico/Flaminio, non solo nello stesso Auditorium Parco della Musica, ma anche nella stessa Sala Sinopoli, non solo nello stesso Bagno delle Donne, ma anche sullo stesso wc il secondo da destra...
Insomma C&B e Julianne, Julianne e C&B, Scusa, se lo chiamo AMORE! Intanto i preparativi fervevano da tempo e il nostro testimone di nozze Lulù dei Fiori aveva preparato un'istallazione a tema floreovegetale:

Grazie Lulù.
Per farvi rendere conto di come più o meno si sentiva il vostro amico C&B forse è il caso che io mi faccia aiutare da un paio foto, queste:
E insomma, eccola lì. Julianne Moore. Julianne Moore....  JulianneMooreJulianneMooreJulianneMooreJulianneMooreJulianneMoore. Eccola qui:
No dico. Quella pelle che pare un fantasma giapponese. Quel sorriso naturale. Che bella che sei, Julianne. Ora che ti ho visto ho davvero capito il significato profondo della parola M.I.L.F. (M.oore I.'d L.ike ecc ecc). I nostri sguardi si sono incrociati (il mio occhio destro col tuo sinistro e il mio sinistro col tuo destro) e so che la scintilla è scoccata anche per te, l'ho capito dalla puzza di bruciato, in un attimo ti ho visto ripensare a tutta la tua vita passata tra notti degli Oscar, Spilbi, miliardi, autisti, piscine, Tom Ford, boogie night e ti ho letto negli occhi, ho letto quello che volevano dire i tuoi occhi in quel momento. Ho letto "What's the name of Police in Italy?"
Julianne, grazie del tuo Amoore. Ma lo sapete che c'è? Adesso voi vi vedte tutto il RedCarpet di Julianne Moore! Se volete bene a C&B ve lo vedete, anche io voglio bene a Julianne Moore!
Vi giuro che quella che grida "che bella guardala" non sono io. forse. Che poi ha anche detto questa perla di saggezza "guarda le mani di una donna per capirne l'età". SI BRAVO, con la Moore davanti guardale le mani. Vai così (poi prova guardare le mani di una dodicenne indiana nelle fabbriche della Nike. Critiche sociali di prima mano, su C&B) Da notare il finale in cui svengo (come l'attore del film di ieri).
Ma in realtà tutto questo cosa sarebbe senza loro, i film, i film belli i film brutti, i film giapponesi, a vincere è il bel cinema. Certo uno si diverte a incontrare Julianne Moore A DUE METRI CHE TIPO ALLUNGAVI UNA MANO E LA TOCCAVI, E LEI SI FACEVA TOCCARE E INSIEME RAGGIUNGEVATE l'ESTASI CHE è PROPRIA DELL'IDILLIO DELL'AMOR. Insomma siamo qui per vedere i film, siamo qui per vedere...


Dieci Piccoli Giapponesi
Inshite Miru – Nanokakan No Desu Gemu
The Incite Mill – 7 Days Death Game
Trama: Ma guarda, hanno stampato finalmente Dieci Piccoli Indiani in Giappone! Ci avranno messo tanto a tradurlo. Con tutti quegli intrecci...


Vi ricordate Ringu? No, non è una marca di biscotti filantropi, era un film horror con una tizia che faceva degli scherzi telefonici del cazzo. Poi Nakata, il registone, ha fatto anche dieci seguiti e alla fine (tanto se sei Jappo non ci scappi) ha fatto dodicimila film di Death Note, un manga che ho sempre sfanculato (come tutti gli altri tranne Enomoto) ma che sembra essere il mito di un'intera generazione di degenerati a cui piace fare i cosplayer. Dunque, questo film è una roba che guardate mi dispiace io capisco tutto, che sono pure entrato gratis, ma FA SCHIFO! NIENTE LO DEVO DIRE! OK! UCCIDETEMI, non fatemi più avvicinare dalle guardie giurate all'Auditorium e neanche ad una sala cinematografica e neanche al Giappone, ma io questo film veramente c'è da parlarne da qui all'eternità come la roba più fuori tempo massimo che io abbia mai visto, tempo massimo, fuori, tempismo fuori. Prima di tutto ANCORA? con dieci persone rinchiuse dentro un posto e tac tac tac una dopo l'altra muoiono? ANCORA? ANCORA? ANCORA? (sarebbero link, metaweb, su C&B). Ma vabbè, almeno hanno la buona creanza di citare l'originale. Poi però, in un meccanismo del genere si presuppone che uno dopo l'altro li scotennano e ne rimarrano solo due, e "chi sarà stato"? Ah no! Uno che credevamo morto era vivo e vaffanculo. Invece no! Qui c'è gente che muore, gente che uccide, gente che urla, gente che piange, gente che muore schiacciata dal soffitto (!!!???) e poi c'è un robot. Sì, c'è un robot. Che però sta appeso al soffitto e si muove su binari e traballa ed è fatto di cartapesta. Sì, c'è il roboto. Ah, contate bene i jappi sulla locandina, so' 11, sì c'è anche bambolina diabolica parlante, che te pare che non c'è, fa pure il gesto dell'ombrello. Insomma questi dieci entrano e a certo punto, succede l'incredibile:
ARRIVA JULIANNE MOORE E GLIELA FA VEDERE A TUTTI... cioè nel senso, gliene canta quattro...
Insomma iniziano a morire, nei modi più stronzi del giappone, ne fa una al limone, e il bello (bello...) è che ogni volta vedi chi uccide chi e alla malore la suspance (tralasciando poi le recitazioni. Ma ecco che INCREDIBILE MA VERO, dopo Organizzazione Misteriosa che fa Esperimento si scopre che tutto è REALITY SHOW dove i concorrenti si uccidono per soldi. a be'. Allora proprio furbi ad andarci in prima istanza (capito arrivano e fanno: "ma dove siamo oibo? uccidiamoci". Poi ad un certo punto arriva uno e fa: "ehy amici, io lo sapevo perché mio figlio è morto qui sei mesi fa". E uno si dice tra sè e sè (e sè): ah be' allora lo sapeva solo lui oppure è un reality per ricconi annoiati. EH NO! perché ad un certo punto si vedono due tizi per strada che vedono il programma in streaming sui cellulari...! E allora com'è sto fatto? Gli altri concorrenti non l'avevano mai visto nè sentito parlare? Di un reality dove la gente si uccide? (poi anche la polizia...). VAbbè, no guardate lasciamo stare che il fatto è che potrei stare qui tutta la notte a farvi l'elenco delle cose micidiali del film, che è inguardabile e non fa neanche ridere perché troppo esagerato (tipo, chessò, Battle Royale), è brutto e basta. Ma io questa notte scusate ma ho da fare. 
Per conlcudere potremmo riassumere il film in: mettiamo che io ho un'idea e devo scegliere di farmi scrivere la sceneggiatura da un mulo analfabeta con una zampa sola o Charlie Kaufman. Nakata sceglie il mulo, sempre scegliere il mulo.
L'ANGOLO DEL GIOCO DI PAROLE DI CULO SEDUTO!
Scambio di iniziale: 
Poteva essere una gran giornata / A gustar l'opera di •akata /
Si vabbè ho visto una fata / Ma 'sto film è una gran •acata!
Comunque fatevi un giro sul sito in jappo del film che è una bella esperienza, cliccare tasti a casaccio e scoprire che pare che ci sia gente vestita a modino che si è anche sposata durante la proiezione...
Ah Giappi, non per dire ma, avrete pure i robot, però a dentisti state messi maluccio:
Sono l'idolo delle ragazzine Jappe e vi dico: Prevenire è meglio che curare!
Certo ci fosse stata Julianne Moore nel film, magari a fare tutti e 10 i personaggi + indiano + roboto sarebbe stata tutta un'altra cosa:Cmq non è per dire però sto cercando sull'Internet (ore 24.02) delle foto o dei video del Red Carpet di Julianne Moore (cioè tralasciando i blog che chiaramente non valgono niente (!) o i flickk o i facebook).
Insomma non ce n'è (solo in uno ma non vale)! Capite? Grandi Esclusive VERE su C&B!  Comunque sempre meglio amare Julianne Moore che essere C&B. Ma ve l'ho mai raccontato quando oggi ho visto Julianne Moore? Allora...

martedì 2 novembre 2010