domenica 18 settembre 2011

La scelta di Soffrì

Choose
Trama: Arriva uno e ti dice: "Vuoi più bene a mamma o papà? Partiamo del presupposto che ne devi ammazzare uno, altrimenti io ammazzo tutt'e due. Tu chi ammazzi? Eh? Rispondi, ERIKA!

Che quanti danni ha fatto SAW e i suoi idioti giochetti mentali prima di ammazzare qualcuno non si sa. Che poi allora tanto meglio uno che arriva ti tira una pistolettata in faccia e via, invece di mettersi a fare tutti quei ragionamenti che tanto se sa che non serve a nulla. Aho, non te seguo più! Sparame che 'a famo finita. Brutto. Questo assassino poi fa ragionamenti ancora più idioti di Saw e manco è un'esperto hobby&workista e non costruisce manco un marchingegno (marchingegno). Orrendo.
Ma poi che ne sanno loro del dolore?! Che ne sa l'assassino copiatore di Jigsaw del dolore? Ce l'ha mai avuta una colica renale? Ecco, io sì, stanotte e pure due settimane fa se è per questo... ma non per questo sono andato in giro con il trinciapollo chiedendo ai vecchietti se preferivano che gli tagliassi la gola o il catetere. In compenso sono riuscito a dire a un'infermiera: "Infermiera cazzo! Ma quanto è pronto questo soccorso? Sto qui da mezz'ora".  [based on actual events].
Tutto questo anche per spiegare l'altolenanza dei post (S'era notata? No ve'?) e per farmi compatire. Dai! Ragazze vestite da infermiere (anche igieniste dentali va bene) avanti col compatimento! Dai! Forza co' le valentine di pronta guarigione. La mail la sapete...ahio, ahi, hhhh

sabato 17 settembre 2011

The Invisible Scem

Griff the invisible
Trama: ANCORA UNO CHE VUOLE FARE IL SUPEREROE. BASTA!

Se non ci fosse stato Kick Ass, un gruppo di geek sfigati che vogliono fare i supereroi
Se non ci fosse stato Defendor, un retarted candido che vuole fare il supereroe
Se non ci fosse stato Super, due maniaci ossessivi bipolari che vogliono fare i supereroi
Allora questo film con Jason Stackhouse che vuole fare il supereroe... avrebbe fatto pena lo stesso. Perché Jason Stackhouse è un attorucolo da quattro soldi. Perché questa versione del "wanna be a superhero", che di diverso dagli altri ha solo il fatto che lui non è un geek, non è retarted, non è maniaco ossessivo, è solo uno che "sogna" di essere invisibile ma tutti lo vedono non ha nessuna attrattiva. Nessuna.
Il bello (!) di tutto ciò è che non abbiamo ancora finito. Ne manca uno, il documentario di cui parlavamo qui di persone vere veramente che vogliono fare i supereroi nella realtà vera veramente
 e che forse non vedrò mai perché anche BASTA!

venerdì 16 settembre 2011

Dentro il giardino

Everything must go
Trama: Della serie: uomini altissimi con le facce strane che stringono le mani a bambini obesi di colore in età puberale. Per fare un patto di vendita eh, mica per altro.
Avete presente quei film di Will Ferrell che fa la persona comunissima che torna a casa dopo essere stato licenziato dal lavoro e trova tutte le sue cose messe nel giardino di casa dalla moglie che intanto lo ha lasciato e cambiato le serrature di casa ed è partita e poi gli ritirano pure la macchina e gli chiudono le carte di credito allora Will Ferrell inizia a vendere con l'aiuto di un ragazzino mezzo borderline tutte le cose e capisce che la sua vita era piena di cose inutili e così facendo ritrova sè stesso e tutto il film è ambientato in questo giardino e Will Ferrell è pure bravo, almeno non fa lo schifo tipo questo, ma certo non è bello come in questo, e anche il film non è proprio brutto ma è tratto da Carver e magari se ci facevano una piece teatrale era meglio?
Ecco.

Lotta grecoamericana

WIN WIN
Trama: Della serie: uomini adulti con facce strambe che mettono le mani addosso a giovini in età puberale. Per insegnargli la lotta graco romana eh, mica per altro.
Avete presente quei film di Paul Giamatti che fa una persona comunissima, che trascorre una vita comunissima, a cui succedono cose comunissime tipo fare l'avvocato annoiato e fare anche l'allenatore di una squadra di giovani lottatori di lotta greco-romana che perde sempre  e poi un giorno arriva dal nulla un ragazzino mezzo borderline che guarda caso è tipo un campione di lotta e entra nella squadra e si forma una sorta di rapporto padre-figlio e tutte le cose intime ma allo stesso tempo comunissime che succedono sempre a Paul Giamatti nei film che non sono proprio brutti, ma nel loro essere "originali" sono al tempo stesso comunissimi?
Ecco.

martedì 13 settembre 2011

Questa videorecensione MOSSADa fare

Il debito

I veri lettori di C&B fan i bravi. Diventano fan.

Il giorno della mignotta

Repeaters
Trama: Ieri, oggi, domani / cojone eri cojone rimani

Dovrebbe essere vietata dalla Legge Suprema controllata dal Signore dei Film la pratica idiota di ripetere (!) di patta l'idea (a quel tempo geniale e mai più ripetuta (!) del Giorno della Marmotta, e farne un qualsiasi film. Perché tanto si sa che cadi sempre nella stessa ripetitiva (!) scenetta di quello che il primo giorno gli cade il caffè addosso, il secondo gli cade il caffè addosso, il terzo giorno non gli cade più il caffè addosso. Non lo devono fare, n'è gli itagliani, nè Jake Ghillena anche se gli riusciva meglio. Ma soprattutto non lo devono fare quando sono degli idioti incapaci (attori,  regista, sceneggiatori); invece loro no, loro non mi danno ascolto che parlo al vento io? e loro lo fanno e loro fanno questo film - orripilante - dove ci stanno tre exalcolistidrogati che per colpa di un fulmine iniziano a ripetere lo stesso giorno. Boriiing.
Il bello è che già al secondo giorno ripetuto i tre si dicono "dai cazzo allora salviamo uno che si butta dal ponte"... non ci riescono... e che fanno? Uno normale si direbbe "vabbè, lo salvo domani" e invece loro NO, loro se ne dimenticano e il suicida non appare per tutto il film. Infatti tutto il film è solo una merdata di due dei tre che fanno i buoni e non approfittano della ripetitività mentre uno dei tre ne approfitta e ammazza la gente tanto che ce frega domani rivivono (senza pensare che ogni giorno è palese che si crea un universo parallelo che eccetera... che ve lo devo  dire io?)
Lasciate stare. Inoltre la tipa, nonostante il titolo post messo lì solo perché faceva rima, non si vede nuda, in nessuno dei giorni ripetuti. Ripetita iuvant, che infatti vuol dire che i giovani di oggi sono tutti dei drogati ripetitivi.

123prova

Questa era solo una prova per vedere se funzionava il link su Facebook.

lunedì 12 settembre 2011

Super8, fa rima e c'è

Super 8
Trama: E.T. ti fotto casa

SPILBI! A SPILBI SAREBBE PIACIUTO... anzi, a SPILBI è piaciuto, anzi al superES di SPILBI proprio gli ha fatto venire un'erezione che era dal 1998 che non ce l'aveva così.
Perché Gigetto Abrahams riesce - e ci RIESCE - nella fusione in cui Spilbi stesso aveva fallito: fondersi con Kubrick, facendo quel guazzabuglio di momenti riusciti e altri parossistici, di giustificazioni personali e roba new age che era A.I.
Invece Abrahams rifà Spilbi e ci aggiunge il suo di tocco personale, quello fatto di fronde che si muovono e deve per forza essere una creatura dalle dimensione gargantuesche, esperimenti segreti condotti da dottorini col camice bianco, crea un mondo virale fatto di citazioni (hai visto il Bar Locke, alla fine?) e ci fa ridere con la Romero Corporation nel filmino finale. Abrahams cita. Ruba, ricostruisce (quanto si devono essere divertiti a ricostruire quel distributore con tutti i packagin' d'antan), scopiazza, ripropone... fa poco sforzo e riesce nell'impresa: farci già capire verso metà film che COLLANINA.
Ora, non ho molto da dire, pare strano, sarà che mi sono lasciato andare, che avevo proprio bisogno di un tuffo nel passato. Non sono incattivito, e mi sono lasciato trasportare da una visione che è sincera, che ti prende per mano e ti fa "adesso ti faccio ricordare di quando eri bamboccio e credevi che un giorno anche tu avresti trovato il tesoro di Willy l'Orbo. Certo, i ragazzini di Super 8 NON sono loro:
E NON sono neanche loro:
E neanche loro:
e il protagonista NON è lui:
Nonostante vadano tutti in bicicletta originale quella vera col ©SPILBI:
Incontri ravvicinati del terzo tipo e pedalare! E che non siano loro è chiaro anche dalla scelta (azzeccata) di non fare del protagonista anche il capetto della combriccola, anzi, quello che di solito era il joker (il ciccione) qui è un despota orsonwellesiano. 
Quindi ok NON sono loro, e su questo siamo d'accordo, ma quando mai le cose sono come ce le ricordiamo? Siamo sicuri che tutta la nostra nostalgia non ci giochi un brutto schermo e ci faccia pensare che quelli erano CAPOLAVORI assoluti e Super 8 la merda totale solo perché si permette di citarli? Di riportarci indietro? Non saremo incattiviti più con il concetto di non "saper sognare" più di fronte a un film come Super 8? Perché quando vedevamo i goonies, e ritorno al futuro e explorers e E.T. non ci chiedevamo neanche chi erano gli attori, il regista, gli effetti speciali sono belli o no? Quando ci sedevamo sul divano a vedere Gerry Scotti vestito da mago in Serata Fantastica (e fidatevi anche se in wiki non c'è che io me lo ricordo che scendeva le scale finte fatte col commodore) e c'era solo la speranza che il film ci risucchiasse dentro. Super 8 NON è la merda, perché in sala con me ho visto tanti ma tanti 14/15enni, in comitiva o con la ragazzina a cui tentare di prendere la mano. I ragazzini del film non sono quelli che noi ricordiamo come miti assoluti, ma neanche noi siamo quelli che ci ricordiamo. I ragazzini di Super 8 però POTREBBERO essere quelli, e quelli al cinema accanto a me, potrebbero essere me vent'anni fa. E questo basta per farti pigliare bene il film.
Certo, come Rambaldi insegna, quando all'alieno spuntano gli occhi umani, vabbè, inoltre ci sono dei buchi di sceneggiatura grossi quanto le domande che ha lasciato in sospeso LOST, ma la verità è che mi sembra sia palese (e quindi ci leggo un fondo di nerdosa sincerità) che Abrahams ha fatto questo film per entrare nella combriccola Spilbiana (ne ho giò spiegato genesi e un po' di caratteristiche, d'altronde era stato lasciato vuoto il posto del Pippa) e poter invitare Spilbi sul set:
e dirgli "Gran Visir Spilbi, ti prego, tu sei come Visnù per me. Accoglimi tra i tuoi adepti e portami nello spazio". Insomma un omaggio, ma meglio chi omaggia che chi ruba, meglio chi riconosce i suoi miti, che chi li saccheggia. Forse, se proprio vogliamo, Abrahams mette troppi genitori in campo. Troppi adulti. I ragazzini se la cavano benissimo da soli, infatti i genitori a poco servono, fateci caso, ripensate a quando apparivano i genitori ne I goonies o in E.T., all'inizio e di sfuggita alla fine. Genitori, leave i ragazzini alone.
E poi comunque COLLANINA, e se non piangete a COLLANINA vuol dire che la vostra infanzia faceva proprio schifo perché i vostri genitori non vi portavano a vedere i film di SPILBI!

domenica 11 settembre 2011

Morti Male

A horrible way to die
Trama: Henry Potter di sangue che scappa di carcere e omicidio dopo omicidio va dalla sua ex. La nuova dimensione dello stalkeraggio, quella dove un giorno prima son tutte rose e fiori e il giorno dopo ti ritrovi appesa a testa in giù in un garage.

Definiscono questo un horror mumblecore. Ora, io del mublecore ho già detto (chiaramente male). Certo è che se i due mumblehorror sono questo e quello di qualche tempo fa con il blogger culinario torturato dallo chef permaloso, tanto di cappello. L'unica cosa che non capisco è perché nel cinema mumblecore i protagonisti devono avere tutti la ciccia strabordante e le facciotte rubiconde, pure gli assassini cattivi che tanto cattivi, con quel doppio mento flaccidino, non sembrano. Aggiungerà realismo, che ne so, realismo al colesterolo.
La regia mumblecore se ne sta ad una sorta di metà strada tra il genere "telecamerina ballonzolante" e il genere "camera fissa". Insomma fanno sballonzolare le cineprese professionali, senza steadycam. Il che, in effetti, aiuta lo spettatore a recepire la sporcizia mentale o la disperazione (a seconda della parte della barricata vittima/carnefice) dei protagonisti. E ci riesce. CI riesce molto bene in questo "un modo orrendo di morire", che è proprio non solo un titolo azzeccatissimo, ma anche una domanda ricorrente, che infatti viene posta anche nel film: "Se dovessi scegliere come morire, quale morte sceglieresti? C&B?". Grazie della domanda. Allora partendo dal presupposto che amerei morire così:
La vera verità - e non è un caso che oggi sia il 9/11 - è che, se proprio dovessi scegliere, vorrei cadere con l'aereo. Ora lo so che sembro matto, e so anche che adesso quelli della CIA stanno mandando gli SWAT a prendermi calandosi dagli elicotteri e facendo tutti quei segnali con le mani, ma è vero. A parte che il mio sogno ricorrente, lo sapete, è proprio cadere con un aereo, ma poi mi salvo (a proposito, l'ho rifatto giusto l'altro ieri notte) ma proprio quello che penso è che a livello emotivo, terribile, chiaro (ma stiamo parlando di morte, mica di pony e margheritine) una cavalcata nell'aria a precipizio e poi lo schianto finale, be', non avrebbe eguali. 
Infatti io - oltre ad aver dedicato agli aeroplanini cinematografici un'intera settimana - ne ho già scritto da altre parti. Si trattava di raccontare, attraverso le opere di artisti e fotografi contemporanei, la morte nei Quattro Elementi. La Terra ve l'avevo già riciclata. Ecco l'Aria, co le opere di Scott Teplin (cliccate sulle immagini, vale):
Su questo tema è vietato scherzare dal 2001. Ad ogni modo c’è stato sempre poco da ridere sugli incidenti aerei o più in generale sulla questione “volo”, e questo vale dai tempi di Icaro. C’è qualcosa di ancestrale nella voglia di librarsi, di staccarsi da terra, di ascendere finalmente e starsene lassù, più vicini a quel Dio che qualcuno dice si sia accomodato dalla notte dei tempi su questo mega sofà fatto di nuvole. Nel 1996 una bambina di 7 anni rimase in stallo sopra a un aeroporto del Wyoming, poco dopo il decollo, per poi precipitare rovinosamente e morire. Quella bambina di chiamava Jessica Dubroff e quel velivolo lo pilotava. Stava tentando la più veloce traversata coast to coast per un pilota così giovane. La scatola nera restituì le sue ultime parole: «La sentite la pioggia? La sentite la pioggia?». Nei rottami accartocciati, disegnati con dovizia di particolari da Teplin, ci sono tutti i corpi delle vittime, incastrati tra sedili, vassoietti e reattori, solo che non si vedono. Sono tutt’uno con le lamiere della carlinga, e i rottami diventano intestini fuorisciti scandalosamente dopo l’impatto. Sono visioni viscerali, che si concedono al massimo delle sfumature di colore, come l’azzurro infinito che si staglia nei finestrini che precipitano, che deflagrano, che risucchiano e scaraventano. Nozioni per tranquillizzare i viaggiatori: a confronto con ogni altro mezzo di locomozione, l’aereo passeggeri rimane il più sicuro; sono preferibili i posti vicino ai finestrini perché le persone sedute vicino al corridoio spesso sono vittime di traumi causati dalle valigie cadute dai vani spalancati; chi vola in prima classe ha le stesse identiche probabilità di sopravvivere o morire rispetto agli altri. 
E Teplin non è l'unico che si lascia ispirare dalle spire dell'altitudine:
Quando sarà vi metto anche Acqua e Fuoco. A proposito di "modi orendi de' schiattà" vi consiglio due libri, che sono bignamini mortiferi divertenti (!): Stecchiti (Einaudi) e Stecchiti e censiti (Vallardi), il primo per capire che fine farei dopo che sarai morto e  il secondo perché prima o poi ti tocca, è meglio che ti prepari
Anche l'altra locandina 
e il finale (davvero inaspettato, e per stupire me...) di questo film sono molto molto belli. E la risposta all'altra domanda più cliccata di oggi sta qui.

sabato 10 settembre 2011

Virusopoli

Contagion
Trama: E meno male che dice chè è lento, il virus, il viruslento. Qui basta che Guinetta ti dà la mano e dopo un mese sono morti 12 milioni di cristiani. Oddio, non è che questo sia necessariamente un male...

Prima di tutto guardate bene questa faccia:
EBBENE Sì! Questo uomo da solo ha fatto più vittime del virus ebola, della peste, della sars, della meningite e dei reality show messi insieme! Trattasi di micidiale cuoco virulento! La causa di tutti i mali! Tutta colpa sua! Infatti è lui che stringendo la mano dà il via all'epidemia! Poi dici che il mangiare orientale non fa male.
Invece il film fa bene, fa bene perché ti fa capire che personaggi a cui abbiamo sempre dato dei matti (da Howard Hughes a Michael Jackson) AVEVANO RAGIONE! Campana di vetro SU- BI-TO! No davvero, quello che il film esplora è l'isteria insita in ognuno di noi, la paura atavica: il virus, il minuscolo che se vuole, se si incazza, ci stermina in un battito di ciglia (secondo il tempo relativo della Terra): il giorno prima c'è il genere umano, il giorno dopo ZAP!!! stecchito. 
Certo vedere un film che inizia con Guinetta Paltrov che muore male dopo un minuto è bello. Dà piacere. Infatti se moriva male invirusata pure Marriolion - ce l'ho solo perché sono francese - Cottilllon era anche meglio (dai, non vi ho spoilerato nulla di che)... però c'è da dire che seduti su quelle poltroncine luride, dove prima di voi ci hanno poggiato i culi migliaia di altri spettatori, che hanno toccato i braccioli che ora toccate voi, e il bigliettaio pure ha strappato i biglietti prima di voi e signora la smetta di tossire! La smetta di tossire nel posto vicino al mio! La smetta di tossire nel posto vicino al mio e sventolarsi col ventaglio verso la mia direzione! SIGNORA LA SMETTA!
Ecco, questo è quello che voleva iniettarci Sodenbergh (che fa quello che aveva fatto in Traffic: tante storie, alcune le lascia andare, altre se le scorda, una la chiude): la paura del contagio. 
Missione. Perfettamente. Riuscita.
A proposito del cuoco di cui sopra. Non hanno tutti i torti gli sceneggiatori a immaginare una pandemia che viene dall'oriente, non si tratta solo della solita vecchia americanite (di cui gli americani sono portatori insani, quella malattia per capirci i cui sintomi si manifestano nell'essere convinti "voi altre popolazioni del mondo fate i casini, noi li risolviamo"). Infatti io in Cina ci sono stato e in un ristorante (che non è come i ristoranti cinoitagliani che ci propinano a noi) ho visto cose che voi umani:
Nella foto uno PIATTI PER TERRA in cucina. Prima o dopo essere stati "lavati"? Mistero. Ma in linea teorica un piatto dovrebbe MAI toccare per terra? Nella foto due un secchio. NON è vomito, ma i resti dei piatti dei commensali sazi andati via cinque minuti prima. Assomiglia molto alla zuppa propinata ai commensali affamati arrivati cinque minuti dopo, vero? ...prego entrino i commenti delle Associazioni Amici della Cina. Io sono sopravvissuto, ma che ne sai, la Broccolite non perdona. Qualcuno di voi l'ho contagiato, lo so.
So anche che siete rimasti allucinati dal video ZAP. Infatti l'ho detto che non sarebbe poi tanto male se l'umanità subisse una bella Apocalisse (zombi, virus, roland emmerich va bene tutto), certo magari qualcuno intelligente ce lo giochiamo, ma mi sa che sarebbe più che altro una bella potatura di erbaccia.
Previsione apocalittica: io vi giuro che se agli oscar fanno gli spiritosoni e candidano come non protagonista Guinetta per il minuto di spasmi, io vi giuro che divento una delle dodici scimmie e inietto ai giurati questo parassita qui.
Il film? Da vedere. Certo mentre magari dopo che avevate visto Philadelphia non volevate più fare l'amore con nessuno, usciti da questo non vorrete più fare NIENTE! Perché ci avete mai pensato ad esempio che le monete che vi danno come resto al bar prima di voi le ha toccate il barista, la cassiera, il cliente, il tassista, il passeggero, il bigliettaio, il bancario, il banchiere, il portavalori, l'operaio della zecca...e lo sapete tutti insieme dove hanno mangiato ieri? Sì esatto...