martedì 15 luglio 2014

2x1 • Need for Jesse

Lo avevamo lasciato così:
E ora ce lo ritroviamo cosà:
Protagonista del suo primo film da protagonista, e cioè... 
Need For Speed
Trama: InJESSEato

Poro Jesse Aaron, ormai è stato, è e sarà per sempre Jesse Pinkman. Soprattutto per il suo sguardo da cane ba.stonato. 

Come fa lui il cane bastonato nessuno. E in Need for Speed è un cane bastonato alla guida di macchinine a scontro velocissime.
Il film è un ennesimo derivativo da Videogiochi (ditemi voi UN film bello tratto da videogiochi. Sai che non me ne viene in mente neanche uno così su due piedi... Questo? Dai non scherziamo. Poi i vari Resident Evil, schifo. Silent Hill, mezza zozzeria con Jon Snow! Poi? Dice Wiki che sono in preparazione: Angry Birds (!), Metal Gear Solid, un nuovo Hitman, Assassin's Creed con Fassbender, un nuovo Tomb Raider, un altro Resident Evil, Splinter Cell, The Last of Us. Che bello eh? L'unico che veramente aspetto è Shadow of the Colossus, dio questo se lo fanno bene. Se. Lo. Fanno. Bene. Altro che, Pacific Rim incontra il National Geographic.)
E insomma ennesimo film macchinine a scontro, che di macchinine a scontro ce n'è sempre bisogno, che gli ometti alla macchinina a scontro proprio non resistono, tira più una curva a U che le curve delle ragazze.
Questo Need for Speed è come deve essere, infatti non me la sento di appioppargli il Broccolo, perché pur essendo dieci colpi di accelleratore prima di andare a letto sotto la serie Fast & Furious, fa il suo banale lavoro di gomme stridenti, rottami che si accartocciano, voli assurdi, stunt vari e storiella di poro sfigato che riscatta la sua pora sfigata vita grazie alle corse contro quello che invece è ricco e stronzo, e si rimorchia pure la tipa.
Volete un commento simil-critico del tutto gratuito? Eccolo qui: mi è sembrata oculata la scelta del regista di evitare l'ingombrate presenta di una colonna sonora nelle scene di corsa, dando massimo risalto agli effetti sonori tipici di un videogioco, leve di cambi, motori al massimo, gomme stridenti, frenate, derapate, accellerate.
Ecco fatto.
Che devi fa, macchinine brum brum va così, non puoi mica pensare che va altrimenti. Non puoi mica sperare che finalmente si decidano a fare un film VERO delle Wacky Races, e non solo le pubblicità:

A proposito di macchinine, tradizione vuole che quando vediamo macchinine a scontro mettiamo anche qualche bella collezione illustrata di macchine iconiche (ne trovi di belle qui e qui brum brum), questa volta beccatevi le quattroruote iconiche versione illustrazione vintage, le ha fatte Ido Yehimovitz
Ovviamente ne ho indovinate più di voi, ma me ne manca ancora qualcuna, aiutino da casa?
Ma, tornando un attimo al poro Jesse. Ora, io capisco che la partecipazione a un serie mito come Breaking Bad farebbe fare uno scatto in avanti di proporzioni macroscopiche alla carriera di chiunque (ha fatto scattare pure quella di Saul Goodman...), e che le proposte si moltiplicano, e tu tante proposte tutte insieme non le hai mai viste, che insomma, sei partito così:

e al massimo hai fatto una microcomparsata in Mission Impossible 3, ma devi stare attento, perché se ti chiamano solo per fare la parte del tristone depresso cane ba.stonato, e tu accetti, equivale ad un suicidio professionale, e non sei mica Mister White, che ha fatto la stessa cosa ma lui ha trent'anni più di te o se la gioca ora o ciao. Suicidi proprio come quelli che racconta
Non buttiamoci giù
Trama: ...no, ma invece fatelo.

...che è un film tratto da un libro di Nick Hornby, quello di Febbre a 90°, Alta federlà, About a Boy e che però, a differenza dei titoli appena citati, fa schifo. 
Ci sono 007, Tara, Jesse Pinkman e una sopravvissuta a 28 settimane dopo (dai cosa, quella col nome ridicolo, Imogen Pot... pot pot... che peraltro sta pure nel film precedente in qualità di love affair con Jesse pilota; sento puzza di pacchetto 2x1 fatto dall'agente di entrambi, una roba tipo "prendi Jesse e se prendi pure lei la paghi la metà... certo quelli che fanno i pacchetti 2x1, che buffoni...) che si ritrovano il giorno di capodanno in cima all'empire state building per buttarsi giù.
I quattro ovviamente non si buttano e decidono di fare un patto: cercare di migliorare le proprie vite insieme e se entro il successivo San Valentino (altra data molto gettonata per i suicidi insieme a Capodanno) non hanno risolto, ci rivanno e fanno il volo planare tutti insieme tipo human centipede suicida.
Ovviamente tutti NON risolvono i loro problemi ma capiscono che la vita è bella, viva la vida, anche se nada gioia toda che palle, ma alla fine sono cose della vita vanno prese un po' così.
Tutti gli attori (tranne Pot che veramente non sa recitare mai) sono sprecati, la sceneggiatura non ha picchi nè verso il basso nè verso l'alto, c'è addirittura la trasferta esotica (non ricordo dove, ad Haiti alle Hawaii in qualche altro posto che inizia per H, che fa esotico) che serve solo ad allungare lo già sparuto minutaggio.
Un film che mi ricorda come già la penso sui film brutti sui suicidiBUTTATI!
Jesse, tu invece non buttarti giù, dai che ancora ci crediamo tutti in te. Ci crediamo talmente tanto che ti aguriamo di vincere il tuo secondo Grammy e forse quest'estate ci rivediamo tutto BB solo perché ci sei tu e la tua aria da cane ba.stonato.
YO.

lunedì 14 luglio 2014

LAGO FILM FEST 2014... non è un festival per vecchi

Correva l'anno 2012 quando per la prima volta questo blog sito (uno spazio virtuale dove parlare di cinema e broccolare le ragazze) entrava a gamba tesa nella vita vera del suo Signore Dio Suo gestore e cambiava le carte in tavola (non senza qualche gamba, del tavolo, rotta). E succedeva mentre, buffone e sarcastico come al solito, me ne andavo in giro per la ridente cittadella di Lago a fare gif animate, qui, qui, qui e qui.
Ecco, ora non sto a raccontarvi la rava e la fava che i panni sporchi di broccolo si lavano in famiglia e le macchie di broccolo so pure difficili da togliere, ma tanto (forse tutto) succedeva proprio in riva al lago di Lago, durante il Lago Film Fest. E quindi io al LFF ci voglio bene, indipendemente da tutto.
Carlo Migotto e Viviana Carlet mi hanno invitato di nuovo: avrei dovuto fare il mio reportage (in collaborazione con gli amici di FrizziFrizzi e Date*Hub) e avrei dovuto non solo presentare il colossal che di diritto avrebbe vinto a mani basse tutti i premi previsti, parlo di Chicken vs Broccolo ovviamente. Ma leggendo l'ordinanza restrittiva del tribunale delle ranocchie di Lago ho letto chiaramente che non posso entrare nei confini del Gran Casato di Venezia senza essere impallinato a vista e il mio cadavere ricoperto di pece e piume e gettato in fondo al lago con un masso legato al piede. Ecco... diciamo che avevo altri impegni.
Ma non posso esimermi da COSTRINGERVI ad andare al LAGO FILM FEST, anche solo perché è la decima - fucking - edizione! E gente che fa una cosa per dieci anni consecutivi, credete a me, vuol dire che è gente che merita tutta l'attenzione, l'ammirazione e l'amore del mondo.
Ecco il poster.
Posso dire una cosa? Mi piaceva più quello del 2012 (lo so ho scassato 'a uallera co' 'st'edizione del 2012), lì ci stava mostro, qui ci stanno vecchi, scusate anziani. Sono i vecchi gli anziani di Lago, quelli che sono durante tutto l'anno l'anima di questo borgo perso nel tempo, e che ne sono memoria storica e mascotte. Però le foto secondo me potevano essere meglio, le avrei fatte più andersoniane, tutte belle geometriche, capito Alan Chies che hai curato l'art direction e il noto (!) Marco Pietracupa che hai fatto le foto? Vedi se venivo queste cose ve le dicevo a voce, se vedevamo fuori, fuori dal pedalò.
Altri vecchi per voi:

Dici che non ci vado perché se queste solo le ranocchie stagionate che offre il Lago quest'anno che ce vado a broccolà affa'? 

Po' pure esse... no dai a parte gli scherzi, l'idea ci sta, perché ricordo come fosse il 2012 che passeggiando per le casette di Lago ho pensato che sarebbe proprio un bel posto per passarci la vecchiaia, tipo tra due/tre anni io ci vado a vivere.
Allora, non mi va di mettervi il GARGANTUESCO programma di quest'anno - mi pare il programma più ricco di sempre, oh, dieci anni so dieci anni, bisogna festeggiare, io lo so che se fai una cosa per dieci anni un po' la ami ma un po' anche la odi, diventa una sorta di droga di cui non puoi fare a meno e però ne devi prendere sempre di più per sentirti carico, e allora se è un festival (o un altro progetto qualunque) devi spingere ai limiti del possibile per definirlo riuscito, vi capisco - e allora vi metto il link del catalogo che potete facilmente sfogliare in PDF; vedete che carino il loghetto CB a pagina 2, ho fatto proprio bene a cambiarlo (parlare di tutt'altro e farsi i complimenti da solo, ci riesce sempre CB).
Dunque (voi) tutti a LAGO FILM FEST 2014, dal 18 al 26 Luglio, a Revine Lago, io intanto vado a farmi una plastica facciale così nel 2015 ci posso venire pure io.
Intanto canticchio la colonna sonora ufficiale del fest, questo:

Che ok, è una versione nostrana di Dumb Ways to Die, ma va bene anche così.
Ecco tutti i siti utili, compresi tutti i social che piacciono tanto a voi: lagofest.orglagofest.org/blogFacebookTwitterYoutubePinterestInstagramFlickr 
Ricordiamo che la direzione artistica è di quella bella guagliona di Viviana Carlet  e la direzione generale è di Carlo "non riesco proprio a fare una foto senza fare una smorfia" Migotto.
Ultima cosa importantissima! LO PROIETTANO VERAMENTE CHICKEN vs BROCCOLO al LAGO! Cosa che mi riempie di gioia infinita e che mi fa decidere di comprare questi e andarci davvero in barba ai soldati che piantonano i confini del Regno delle Due Venezie, anche solo per vedere la gente come reagisce a me e Chicken che balliamo.

venerdì 11 luglio 2014

♰ David Legeno ♰

David Legeno Fenrir Greyback ♰
L'hanno trovato ora il corpo. Bravi Ron e Neville.

Vespini romani

Caro diario
Trama: Bellissimo ventenne

Caro diario ha vent'anni.
Ci si rimane sempre con una faccia un po' incrinata quando si pensa che film che tu ricordi di aver visto in età adulta arriva a compiere venti anni. Vuol dire che tu sei vent'anni più vecchio (o grande, chiamala come vuoi) e non te ne sei poi tanto accorto. Insomma venti non sono dieci. E Pulp Fiction ha vent'anni. Matrix quindici. Azkaban dieci. 
E mi piace Moretti. Ma mi è iniziato a piacere solo in età adulta. Ci sono registi che si fanno piacere solo a certe età? Oppure solo le cose che ti succedono che cambiano la prospettiva? So solo che vidi Caro diario vent'anni fa (venti. anni. fa.) e non l'ho mai più rivisto. Mai più, prima di ieri sera, senza nessunissimo motivo particolare, se non quello di essere capitato non so come sulla scena di Moretti che balla con la Mangano...

...e aver pensato "VENT'ANNI!!??".
E Caro diario si dischiude come un film bellissimo, profondo e divertente in egual misura, surreale; il personaggio stesso Moretti è surrealtà, timidezza e riservatezza (se cerchi nel vocabolario la parola "schivo" trovi la foto di lui, ma che appare tutto all'angolo, che lo si nota di più) mischiate a stupore e entusiasmo quasi adolescenziale (quando canta alla balera, quando incontra Jennifer Beals, se quella non è una scena surreale non so io quale.
E pensavo ieri, sulle note bellissime di un Piovani in stato di grazia:

che tutto il primo capitolo, la lunga cavalcata in sella alla sua fida vespa nei quartieri di Roma, è la VERA Grande Bellezza. Precursore delle passeggiate disilluse di Jep Gambardella e della traversata sul Tevere all'alba, Nanni con le sue due ruotine e il suo fare dinoccolato, ci mostra Roma da Romano, parlando dei palazzi, dei quartieri, degli attici, e quando arriva al monumento a PPP, orrendo monolite storto in orrenda città litorale, Ostia, piangiamo lacrime sentite perché non servono parole a spiegare che noi, romani, la Bellezza non sappiamo neanche dove sta di casa, se abbandoniamo il ricordo poeta a quel "coso". Moretti non commenta (ed è l'unica cosa che non commenta in tutto il film).

Gli altri due episodi (Isole e Medici) sono puri estratti di Moretti. Divertenti, ipercondriaci, sagaci, ricchi di splendide suggestioni e, quello che manca tanto, ma tanto, al cinema italiano odierno, intrisi di un'intelligenza pura. Evviva Nanni e i suoi film, tipo questo e questo.
Pensavo all'intelligenza, com'è difficile. Ci si chiede "ma io sono intelligente" e poi ci si risponde "che domanda stupida". Un discorso troppo ampio da affrontare in una pausa pranzo già bella che finita, pure io che mi metto a scrivere 'ste cose non sono molto intelligente...
Comunque se c'è qualcuno il cui strabordante ego è bellissimo vedere, leggere, ascoltare, quello è Moretti. Non lo so se Nanni continua a scrivere il suo diario, ma di certo io lo vorrei leggere...
Ah. Tre cose.
1) Henry Pioggia di Sangue è, in effetti, bello.
2) Il film i greci lo hanno messo tutto online:

3) Questo sketch - intelligente o meno - mi fa ridere sempre tantissimo.

giovedì 10 luglio 2014

RIODEGRADABILE

Rio 2 - Missione Amazzonia
Trama: Ammazzonia

7 motivi per cui Rio 2 fa schifo.
1. È ambientato in Brasile nell'anno in cui davvero il Brasile è meglio che non lo nomini neanche.
2. Non ha uno straccio di storia che sia una. Il primo già non ci era piaciuto, ma almeno aveva una linea narrativa (pappagallo addomesticato scopre la sua natura "selvaggia" grazie a pappagalla). Questo è totalmente allo sbando (pappagallo, pappagalla e pappagallini vanno in amazzonia per... boh.). Una sequela di scene inframezzate da coreografie pennute e canterine, peraltro brutte.
3. Dà esattamente l'idea del perché si sia guadagnato un sequel, non un effettivo guadagno del primo o una qualità oggettiva, ma solo risparmio sulla creazione di nuovi personaggi per un nuovo film, quindi di modelli 3D, quindi di animazioni... hai tutto già pronto. E la sensazione è davvero fastidiosa.
4. Il doppiaggio è ai minimi storici sia nell'originale (Jesse Eisenberg e Hanne Hattaway) sia in italiano (Fabio De Luigi e una che non conosco che ha sostituito, per fortuna direi, Victoria Cabello). Da sangue alle orecchie.
5. Spreca malamente l'unica cosa decente di tutto il baraccone: il cattivo. Quel pappagallone bianco (un villain del genere "altezzosità e malvagità". E cosa peggiore mette in campo l'unico personaggio nuovo carino (una raganella viola velenosa) e spreca pure lei per eccesso di buonismo.
6. Fa venire lo sconforto sulla situazione generale dell'animazione digitale. Frozen è stato il migliore dell'anno, per il resto la totale inutilità. Ci aspetta a breve Dragon Trainer 2, ma già sento critiche pesanti... ti prende la saudade.
7. Effifa philm tetesko ti cemmania fatto kon komputer teutoniko ImpyE zu kvesto philm non avere nient'attro ta tire.

UPDATE.

mercoledì 9 luglio 2014

Sì sì. Ho detto proprio NOI4.

NOI 4
Trama: Teatro DuePalle Okkupato

Sono stati dei grandissimi i creatori della locandina di NOI 4, perché, memori di tante infografiche, della segnaletica stradale, della scuola di Munari che tanto piace ai fighetti usciti dalla IED e dei messaggi subliminali, hanno dichiarato l'intento del film sin dalla locandina: ANNOIARE.
Quei quattro caratteri N O I 4 diventano in un attimo N O I A. Bravi. Bravi e onesti perché sì, il film è davvero noioso, proprio noioso.
Avevamo lasciato il cinema italiano qualche giorno fa qui e qui, lo avevamo lasciato bocheggiante, ammettiamolo. Peccato perché a inizio anno lo avevamo visto in formissima.
Il nuovo film del regista di Scialla! (nonché storico sceneggiatore di Virzì) è la summa degli errori che il cinema italiano può commettere: intanto ci presenta la solita avvizzita famiglia disfunzionale che veramente, che N O I 4. 
Padre artista sindrome di Peter Pan incipiente (un Gifuni sotto tono, pare stia facendo i gargarismi la mattina davanti allo specchio o più semplicemente s'è annoi4to lui per primo); madre isterica ma in fondo ha le sue motivazioni (la russa de La Sconosciuta che farà pure meltin pot ma di recitare non se ne parla); ragazzino sfigato pronto all'esame di terza media ma forse avesse fatto qualche lezione di dizione sarebbe stato meglio, raggiunge i livelli di antipatia e di incapacità emozionale di quell'altro di quel film con la kryptonite; e poi lei, la figlia 23enne che fa l'attrice, cioè proprio anche nel film, si fa l'okkupazione del Teatro Valle pure... cosa? Attrice? Io dico santo iddio, ma che vi è preso a voi registi italiani? Ma che vi siete tutti rincoglioniti? Ma io voglio almeno sperare che questa sia o la figlia di qualcuno o una lolita che si aggira per i salotti della KASHTA!!!11 cinematografica italiana e sollazza produttori e registi perché altrimenti non mi spiego chi cazzo le ha dato un copione in mano, o l'idea che avrebbe potuto sbarcare il lunario (non certo sbancarlo) recitando, o anche solo il permesso di entrare nel perimetro di un set. Ma manco il catering. Manco. Il. Catering.
Catering va in città.
Poi - tornando agli errori tipici - questa è la solita storia, lunga un giorno, di famiglia N O I 0 5 4, con le sue disfunzioni ma alla fine volemose bene annamo a fasse il bagno al lago, di cui veramente ti frega o niente, o nulla, mai qualcosa. Non c'è un momento interessante o coinvolgente che sia uno, e anzi, quando a un certo punto c'è addirittura un lungo "one take" tra madre e figlia girato sull'Isola Tiberina, le due attrice sono talmente affettate e impaurite di sbagliare e ricominciare tutto da capo, che ti auguri solo che l'isola intera si stacchi dal territorio in una sorta di smottamento tellurico capitolino, e vada alla deriva per sempre, con loro due sopra.
Non ultimo, come errore, quello di fare della sceneggiatura una didascalia lunga 90 minuti: padre/amico. madre/preoccupata. figlio/adolescente. figlia/pobblematica.probbrematica.plobbematica. Tutti santini di caratteri italiani che ci annoi4no da anni, soprattutto se non sono sorretti da registi che sanno fa recitare i propri attori. Coso, come ti chiami, regista di questo film, ritorna a fare solo le sceneggiature per Virzì che è meglio.
Su tutta quella cosa del Teatro Valle okkupato non mi esprimo che non ho abbastanza improperi nel mio vocabolario per rendere davvero l'idea di come la penso.
MA! LO SAPETE COSA SERVIREBBE PER RINVIGORIRE IL CINEMA ITALIANO? IL CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE! (Abituatevi che per TUTTO luglio va così...)
Fatemi dire che questa prima settimana di crowdfunding oltre a farmi perdere 2607 capelli contati uno ad uno mi ha dato anche tante soddisfazioni (per ora 432), una di queste è pubblicizzare i loghetti Chicken e Broccolo in versione tatuaggio creati da Viola Von Hell e Fabio Stazi del Ten Bells Studio. Eccoli qui in un montaggio realizzato dal sottoscritto puramente esplicativo: 
Belli eh! I tatuaggi intendo... I due sono al lavoro sui tatuaggi removibili (di quelli che si mettono con l'acqua, o la saliva scegliete voi) che andranno a finire nel Magazine e che potrete sfoggiare solo sostenendo la campagna con i vostri euris! Si fa, come sempre:
>>QUI<<

martedì 8 luglio 2014

Chiavi in mano

The Black Keys - Turn Blue
Trama: Andamento: Lento.

Lo aspettavamo tutti come i ciechi aspettano la luce e alla fine è arrivato, il nuovo album dei Black Keys, quel duo che dopo "solo" dieci anni di musica insieme era riuscito a fare il botto, grazie a Twilight (!). E, nonostante la via impervia con cui avevano raggiunto il successo, se lo meritavano, perché riportavano l'asticella del concetto di "rock" indietro di un bel po' di anni, quando non c'erano computer e fighetti con l'ultimo bottone della camicia a quadretti allacciata. E dopo aver conquistato il grande pubblico con El Camino, finalmente arriva Turn Blue. E già dalla cover sappiamo che i Black Keys sono tornati. Infatti è orrenda. Ma entriamoci dentro.
L'album non poteva iniziare meglio. Weight of Love è un capolavoro di attesa non disattesa, attesa che pervade tutta la canzone: ci si aspetta un'esplosione che non arriva mai, ma è l'attesa stessa a diventare ragione di ascolto, accompagnata da note soffuse che finalmente, dopo due lunghissimi (e bellissimi) minuti introduttivi, aprono con voce sicura e aperta un motivo che non se ne va più dalla testa, forse mai più. La canzone è lunghissima, una ballad con tutte le carte in regola per diventare un classico. Da colonna sonora di una grande piano sequenza scorsesiano, di quelli che presentano i personaggi all'inizio del film con il protagonista di spalle. Oserei dire tra le migliori mai scritte dai BK. "Sono tornati alla grande" si pensa durante tutto l'incedere di qui suoni ipnotici e di quelle poche, ma perfette, frasi che costellano un brano quasi del tutto strumentale.
Arrivano quindi In Time e Turn Blue e, senza avere la chiara percezione dell'esatta provenienza di quel fastidioso rumore (si direbbe uno scricchiolio) che si comincia a sentire, le due tracce passano con una certa tranquillità più che altro per il sapiente uso di un falsetto (in In Time) - a volte in effetti un po' troppo sul confine della terra Bee Gees - e delle imperanti chitarre (©Black Keys). Una sembra la continuazione dell'altra. Entrambe molto lente, entrambe sintomo di qualcosa che deve arrivare, che si sta facendo attendere, ma che ha dato così largo intendere che sarà qualcosa di favoloso da dare vita anche a ciò che lo procede.
E poi arriva. Arriva la canzone che tutti i dj nelle radio stavano aspettando, che tutti gli inserzionisti di Spotify stavano aspettando, che tutti quelli che scelgono le colonne sonore delle pubblicità della Champions League stavano aspettando. Arriva Fever, questa qua:

Insomma l'aspettavano tutti, e anche noi. E l'aspettavamo così tanto che al primo ascolto - ripeto e sottolineo: primo ascolto - già la sappiamo a memoria. È un bene questo? 
No.
La canzone, per carità, è l'apoteosi dell'orecchiabilità e della perfezione pop, e mi venisse un colpo se non dicessi che il pop è forma d'arte quanto la Classica e il Jazz (e io odio il Jazz), che rinnegherei le basi stesse della mia cultura, musicale e non. Ma insomma, ascoltando - e immediatamente canticchiando - Fever ti accorgi anche che i BK hanno fatto quello che in gergo televisivo viene chiamato il salto dello squalo: hanno messo i remi e le pinne e le zanne in barca e si sono messi a fare (sempre bene, percaritàddiddio) quello che sanno fare. Punto e basta. Come fecero da un certo punto in poi i Red Hot Chili Peppers, i Pearl Jam, Raul Casadei. 
A parte gli scherzi, non è questo il momento di dire che i BK sono finiti, anzi il disco svolge il suo compito di "disco dei BK" egregiamente, ma non c'è guizzo, non c'è invenzione, non c'è inventiva, ci sono solo i "soliti vecchi BK". Forse essersi persi i primi dieci di carriera non è stata una buona idea.
Il resto del disco, purtroppo, è in discesa: se Bullet in the Brain e It's Up To You Now riescono a interessare (non ho detto coinvolgere) per gli andamenti oliati e orecchiabili - da ascesa mistica il primo brano, da scomposta marcetta selvaggia il secondo - risultano anche dei deja vu, ma del tipo peggiore, perché mischiano un già sentito dei BK a un già sentito di "qualche altro gruppo che ora non mi viene in mente, forse anche i Jefferson Airplane".
Passano e arrivano quasi ad annoiare le ultime canzoni dell'album (Waiting On Words, 10 Lovers, In Our Prime) e chiude quella che forse è la peggiore canzone dei BK: Gotta Get Away, un titolo che forse è una dichiarazione d'intenti: una canzoncina dal riff adolescenziale che andrebbe bene per la colonna sonora di un seria tv pieno di ragazzini biondi su una macchina decappottabile con le braccia alzate che corrono verso la spiaggia assolata.
Un disco deludente. Ma, nonostante questo, stasera, noi romani, scordandoci di tutto quello appena scritto, saremo comunque esaltatissimi nel cantare a squarciagola tutte le loro canzoni e alzeremo il cellulare con l'app con l'accendino acceso quando scatterano almeno tre delle canzoni contenute in questo nuovo album, ma torneremo a casa con la fastidiosa sensazione - del genere "zanzara che ti vola vicinissimo all'orecchio" - che se fossimo andati a vedere i concerti dei BK di due/tre anni fa, quelli sì ci avrebbero fatto esplodere il cervello.



...



Ah! 
E qui vi volevo!
Allora non vi piace che si parli di musica eh!? Non ve ne frega niente ve'? AH! LO SAPEVO! Eravate venuti qui per leggere di cinema e "ma che cazzo è successo? Che s'è ammattito CB? Non mi si sarà mica a fare come nei siti generalisti che si passa dalla politica al culo di Belen con un click? Oddio ma poi se capisce di musica come capisce di cinema stamo a cavallo...". 
Be' lasciatemi dire che l'idea era di ricominciare dopo la pausa settimanale con la recensione di:
Human Race
Trama: Hunger Race 

Ma non ce l'ho fatta. Perché è un film così brutto, ma così brutto che.
Parla di gente che dopo aver visto un'abbagliante luce bianca (eh?) si ritrova in un campetto sportivo e deve correre. Se non corre, gli esplode la testa. Una sorta di Hunger Games dove non si capisce cosa ci sia di giocoso. La competizione diventa ovviamente massacrante. E quello con una gamba sola vince (che c'erano dei dubbi?). E cosa vince? Vince di vedere di nuovo la luce bianca e ritrovarsi in un deserto per combattere con un alieno tipo gladiatori.
Il fatto che il titolo Battle Royale campeggi sulla locandina di questa mostruosità è un crimine che andrebbe perseguito dalla legge.
Mostruoso.
Invece lo sai che cosa è VERAMENTE bello? Il CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE!
Che per dirla in poche parole (in barba a chi, tra i tanti altri consigli che tutti hanno sentito il bisogno di darmi, peccato che troppo tardi) è:
Chicken Broccoli formato magazine cartaceo con recensioni e illustrazioni originali di grandi artisti italiani e no. C'è una campagna crowdfunding in atto, supportala anche tu dopo aver visto questo video ridanciano:


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martedì 1 luglio 2014

IL CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE

GENTILI LETTRICI E NERBORUTI LETTORI, QUESTO È IL POST PIÙ IMPORTANTE DI TUTTA LA STORIA DI CHICKEN BROCCOLI. QUINDI STARÀ QUI PER UNA SETTIMANA INTERA, FINCHÉ NON LO IMPARATE A MEMORIA! (Ho scritto tutto alto e in bold per farvi capire l'importanza e/o farvi calare il deficit dell'attenzione che ci attanaglia un po' tutti da quando esiste Internet). Ma prima di continuare a leggere, SIGLA DA VEDERE!

Ebbene sì. Capito? A settembre esce il CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE! Vero. Di Carta. Da sfogliare con le mani e non con i click del mouse. 
Verrà così, in tutta la magia del render 3D e dell'illusione ottica che fa sembrare quello sopra più grande invece no:
Prima di parlare di quanto sono belle le cover e di quanti nomi altisonanti ci sono, vale la pena raccontare brevemente com'è andata questa cosa. 
Allora, per prima cosa ho deciso di passare su carta. O meglio, tornarci. Perché forse non tutti sanno che CB, in una vita parallela, fa le cose di carta, e qualcuno dice che non gli riescono poi tanto male (la mamma è sempre la mamma).
Per seconda cosa, insieme ad Alabama, fida compagna di 1000 recensioni (990 mie, 10 sue) abbiamo deciso il tema:
GOOD vs EVIL
Ok, l'ha inventato lei, ma io ho detto subito BELLISSIMO ALLORA FACCIAMO DUE MAGAZINE DIVERSI E QUELLO DEI CATTIVI COSTA DI PIÙ PERCHÉ SONO CATTIVI!
L'eterna lotta tra il Bene e il Male farà da "tredunion" al magazine; cosa c'è di meglio dei Cattivi nei film? Disney c'ha fatto la sua fortuna perché non posso farcela io. E degli Eroi, Spilbi chi era senza Eroi? Neanche l'eterna lotta tra il pop corn e quei fastidiosi chicchi che non sono scoppiati e rimangono sul fondo ma li mangi lo stesso spaccandoti i denti perché ricchi di burro e sale è così emozionate.
Poi, siccome un magazine doppio non era abbastanza, ho deciso di fare anche i poster, perché di illustraposter c'è sempre bisogno, e vista l'esperienza delle magliette, su parte della tiratura dei poster ci metterò anche una vernice serigrafica, ovviamente verde. E poi adesivi per un po' di Broccoliglia Marketing, tatuaggi removibili, cartoline e un trono di ossicini di pollo.
A quel punto era l'ora di metter su un Cast. Illustratori e artisti, più o meno amici, più o meno italiani, di cui ammiro l'opera e che, con somma gioia, ho scoperto essere anche lettori di Chicken Broccoli. Gli ho detto "Ehy tu, vorrei smetterla di rubare le tue opere per metterle sul mio sito senza dirtelo e vorrei invece che facessi un'illustrazione originale per il mio nuovo magazine di carta. Ti va? Mi hanno risposto loro:
ZAELIA BISHOP
LP
E tutti dicendo la stessa cosa: "Dai, non fare così, rialzati, non c'è bisogno di inginocchiarti. Dai che te lo faccio il disegnetto, magari al telefono ma te lo faccio."
Da qualche settimana - gli amici di FB se ne saranno accorti - ho iniziato a mettere in rete delle illustrazioni, che sono le versioni dei voti di CB, veramente bellissime, veramente meglio di quelli originali, veramente grazie per avermi fatto venire il senso di inadeguatezza.
Sono servite ad aumentare l'hype (direttore marketing, CB), ci sono riuscite? Se siete arrivati fino a qui forse sì.
Mentre l'hype saliva veramente alle stelle un like via l'altro, arrivava la prima illustrazione (l'unica che vi metto, ecchellallero, che se ve le metto tutte poi voi vi accontentate e non lo comprate più!); l'ha fatta Ashi (che è svizzero quindi è il più puntuale di tutti), un'opera la sua che non tarderei a definire "guarda quelle gambette che delizia":
È valida come anteprima per farvi capire la qualità sotto cui non sono sceso. Solo il meglio del meglio del meglio per CB! Il film indovinatelo o scopritelo a Settembre.
MASSIMA ATTENZIONE DA QUI IN POI che sta per arrivare la parte dove vi chiedo dei soldi. 
Il progetto si finanzierà tramite crowdfunding, quella cosa in cui prima voi date i soldi a me e poi io scappo col malloppo scrivo, impagino, stampo, serigrafo e spedisco i magazine a voi... e che per imparare come si scriveva l'ho dovuto googhelare venti volte (Cercatore di corone? Collezionista di corvi?).
Per spiegarvi per bene come sarà il CHICKEN BROCCOLI MAGAZINE dovete andare sulla pagina progetto sul sito Ulule (ho scelto questo perché mi faceva ridere il nome. Il lupo ululà, CB Ulule.). La pagina spiega tutto, ma proprio tutto, quello che c'è da sapere. Ci andate spingendo con la mano libera dai soldi...
> QUI <
Io per tutto luglio vi aspetto lì. E se non ce la si fa, amici come prima vi aspetto fuori; fuori da qualsiasi cinema della penisola, voi uscirete e lì ci sarò io con il tipico sguardo di chi vi fissa, vi giudica e dice:
"Mi bastavano proprio i tuoi 5 euro per stampare tutto e diventare ricco e famoso. Proprio. I. Tuoi."