Apes Revolution (Dawn of the Planet of the Apes)
Trama: Date a Cesare quel che è di Cesare, vi prego
Vi ricordate un paio di anni fa, quando eravamo solo dei primati che si spulciavano tra di loro e ci vedevamo come scimmiette ammaestrate tutti i film del franchising Anni 70 del Pianeta delle scimmie? Dai, avevamo visto Il pianeta - L'altra faccia - Fuga e poi di seguito Conquista alla - Ultimo atto - il remake uolberghiano di Tim Brutton. E li avevamo visti solo perché avevamo ricevuto dallo spazio questa notizia del reebot con James Franco. Ora, ad essere franco (!) quel film non mi era piaciuto granché - e anche averlo rivisto in vista di questo nuovo capitolo una mesata fa non mi ha fatto ricredere - e quindi alla notizia del seguito del reebot del remake.. insomma di questo:
Non è che ero proprio entusiasta così:
E invece pensa un po', ecco a voi uno dei migliori film dell'anno.
Allora, avevamo lasciato Cesare, la scimmia sapientina chimp chimp, che con il suo NO urlato al mondo aveva messo un punto definitivo nella teoria dell'evoluzione, che insomma quando è NO, è NO! nella foresta insieme alle altre scimmie liberate dal giogo degli uomini, che intanto iniziavano a morire come mosche per l'influenza che scimmiottava una nuova peste.
Dimenticato Jimmy Franco e le sue selfie e dimenticata (ma non solo in questa serie, nel cinema tutto mi pare) Freida Pinto e le sue doti attoriali, ora finalmente raggiungiamo quello che inseguivamo da anni (tipo 40 se conti quelli dai Settanta a oggi): un film dove le scimmie sono le Protagoniste assolute.
Ci sono riusciti, ed è tutto merito del livello raggiunto dalla motion capture - che ricordiamo è quella tecnica in cui gli attori si mettono tante palline da ping pong addosso e recitano e poi i maghi del computer li trasfromano in ogni cosa, finanche draghi, tecninca che è stata il giocattolino del Pippa per anni, poi è arrivo Gollum e il Pippa ha dovuto fare quello che è insito nel suo nome - e ora, per la prima volta, ecco un film dove gli attori veri non servivano neanche; e non è un caso che in nomi siano tutti medio-noti, non proprio sconosciuti, ma insomma li conosco io che sono in un gradino dell'evoluzione che mi avvicina al maniaco più avanti a voi, voglio vedere la casalinga di Voghera. Ci sono solo le scimmie sullo schermo, per minuti e minuti e minuti e queste scimmie sono talmente espressive, talmente "vere" che sono a tutti gli effetti "attori", forse anche meglio di quelli veri. E bbestie so' mejo dell'umani infatti si dice spesso.
Sono passati dieci anni dal film prima e Cesare è diventato il capo di una tribù di scimmie organizzate, con tanto di scuola, case, battute di caccia, chissà con i bagni come fanno. Ma in questi dieci anni cosa è successo? A raccontarcelo ci pensano questi tre (bei) cortometraggi qui:
Ecco. Ora la prima volta che rivediamo il caro Cesare (uno dei personaggi più iconici degli ultimi anni, lasciatemelo dire, altro che Jack Sparrow) sul grande schermo ce lo ritroviamo così:
Ed è subito scimmione paura.
Da quel momento assistiamo a vita di scimmia, che non è Tarzan e neanche un documentario di National Geographic, ma è effettivamente un film con protagoniste scimmie al computer, e ci piacciono molto, notiamo le differenze di recitazione da una all'altra (sai quando a hollywood avevano scoperto mela+C/mela+V e facevano un modello 3D e poi lo moltiplicavano all'infinito? Ecco, no.) e la presenza umana non ci manca per nulla.
Infatti ecco che arrivano gli umani a rompere gli zebedei. Sono sparuti, ne sono rimasti pochissimi (ricordate la cosa dell'epidemia?), quindi il film a tutti gli effetti È un film post-apocalittico, anzi post-APEcalittico. E quest'ambientazione gli regala dieci marce in più.
Ma la convivenza tra uomini e scimmie, come abbiamo imparato da tutti i film precedenti ma soprattutto frequentando Facebook, non è una cosa facile.
Infatti basta poco ed è subito grandi botte uomo-scimmia.
Ed è tutto pazzescamente ritmato, possente, "tangibile", il gap tra computer e film non esiste più, esiste ancora meno che in tanti altri film di ultima generazione. Perché per la prima volta vedo la grandezza della motion capture, che dona all'oggetto creato al computer le movenze, finalmente naturali, dell'attore (naturali a meno che non si tratti di attori italiani, ovviamente). Per la prima vera volta non assistiamo a quelle strane movenze "liquide" e plasticose dei modelli 3D (mi viene in mente quando Harry Potter sale in groppa al Troll).
Quindi vi ricordate quando fondai il F.L.Andy - Fronte di Liberazione Andy Jerkins, quel gruppo di guerrilla gorilla che combatteva i cacciatori di hollywood che braccavano gli attori e li costringevano a coprirsi di palline bianche e ridicolo? Ecco, ho cambiato idea, la corporation mi ha comprato con questo film e ora voglio che War of the Planet of the Apes (il prossimo capitolo) arrivi il più presto possibile.
Anche perché quando vedi gli special qui sopra capisci che fare robe tipo la scimmia in motion capture è una prova attoriale oltre modo complicata e invasiva per l'attore, una forma evoluta e futuribile del metodo Dostoevskji
E chissà che prima o poi Andy si becca davvero un oscar per il suo lavoro dietro le quinte palline bianche. Io glielo darei solo per questa ospitata:
L'apocalisse scimmia è solo il punto di partenza per una guerra per il primato (!) sulla Terra tra scimmie e uomini; ma non è questo l'unico problema di Cesare, l'altro problema è il personaggio più intenso del film (e forse di quest'anno) che, come ti sbagli, è il cattivo, Koba. Uno che sotto i peli nasconde quel bel attorino di Toby Kebell (Kobell, quindi), che è lui, per chi si fosse sintonizzato sul cinema inglese solo ora:
Non è che ero proprio entusiasta così:
E invece pensa un po', ecco a voi uno dei migliori film dell'anno.
Allora, avevamo lasciato Cesare, la scimmia sapientina chimp chimp, che con il suo NO urlato al mondo aveva messo un punto definitivo nella teoria dell'evoluzione, che insomma quando è NO, è NO! nella foresta insieme alle altre scimmie liberate dal giogo degli uomini, che intanto iniziavano a morire come mosche per l'influenza che scimmiottava una nuova peste.
Dimenticato Jimmy Franco e le sue selfie e dimenticata (ma non solo in questa serie, nel cinema tutto mi pare) Freida Pinto e le sue doti attoriali, ora finalmente raggiungiamo quello che inseguivamo da anni (tipo 40 se conti quelli dai Settanta a oggi): un film dove le scimmie sono le Protagoniste assolute.
Ci sono riusciti, ed è tutto merito del livello raggiunto dalla motion capture - che ricordiamo è quella tecnica in cui gli attori si mettono tante palline da ping pong addosso e recitano e poi i maghi del computer li trasfromano in ogni cosa, finanche draghi, tecninca che è stata il giocattolino del Pippa per anni, poi è arrivo Gollum e il Pippa ha dovuto fare quello che è insito nel suo nome - e ora, per la prima volta, ecco un film dove gli attori veri non servivano neanche; e non è un caso che in nomi siano tutti medio-noti, non proprio sconosciuti, ma insomma li conosco io che sono in un gradino dell'evoluzione che mi avvicina al maniaco più avanti a voi, voglio vedere la casalinga di Voghera. Ci sono solo le scimmie sullo schermo, per minuti e minuti e minuti e queste scimmie sono talmente espressive, talmente "vere" che sono a tutti gli effetti "attori", forse anche meglio di quelli veri. E bbestie so' mejo dell'umani infatti si dice spesso.
Sono passati dieci anni dal film prima e Cesare è diventato il capo di una tribù di scimmie organizzate, con tanto di scuola, case, battute di caccia, chissà con i bagni come fanno. Ma in questi dieci anni cosa è successo? A raccontarcelo ci pensano questi tre (bei) cortometraggi qui:
Ecco. Ora la prima volta che rivediamo il caro Cesare (uno dei personaggi più iconici degli ultimi anni, lasciatemelo dire, altro che Jack Sparrow) sul grande schermo ce lo ritroviamo così:
Ed è subito scimmione paura.
Da quel momento assistiamo a vita di scimmia, che non è Tarzan e neanche un documentario di National Geographic, ma è effettivamente un film con protagoniste scimmie al computer, e ci piacciono molto, notiamo le differenze di recitazione da una all'altra (sai quando a hollywood avevano scoperto mela+C/mela+V e facevano un modello 3D e poi lo moltiplicavano all'infinito? Ecco, no.) e la presenza umana non ci manca per nulla.
Infatti ecco che arrivano gli umani a rompere gli zebedei. Sono sparuti, ne sono rimasti pochissimi (ricordate la cosa dell'epidemia?), quindi il film a tutti gli effetti È un film post-apocalittico, anzi post-APEcalittico. E quest'ambientazione gli regala dieci marce in più.
Ma la convivenza tra uomini e scimmie, come abbiamo imparato da tutti i film precedenti ma soprattutto frequentando Facebook, non è una cosa facile.
Infatti basta poco ed è subito grandi botte uomo-scimmia.
Ed è tutto pazzescamente ritmato, possente, "tangibile", il gap tra computer e film non esiste più, esiste ancora meno che in tanti altri film di ultima generazione. Perché per la prima volta vedo la grandezza della motion capture, che dona all'oggetto creato al computer le movenze, finalmente naturali, dell'attore (naturali a meno che non si tratti di attori italiani, ovviamente). Per la prima vera volta non assistiamo a quelle strane movenze "liquide" e plasticose dei modelli 3D (mi viene in mente quando Harry Potter sale in groppa al Troll).
Quindi vi ricordate quando fondai il F.L.Andy - Fronte di Liberazione Andy Jerkins, quel gruppo di guerrilla gorilla che combatteva i cacciatori di hollywood che braccavano gli attori e li costringevano a coprirsi di palline bianche e ridicolo? Ecco, ho cambiato idea, la corporation mi ha comprato con questo film e ora voglio che War of the Planet of the Apes (il prossimo capitolo) arrivi il più presto possibile.
Anche perché quando vedi gli special qui sopra capisci che fare robe tipo la scimmia in motion capture è una prova attoriale oltre modo complicata e invasiva per l'attore, una forma evoluta e futuribile del metodo Dostoevskji
Insomma un bel salto in avanti nell'evoluzione degli effetti speciali da questo:
E anche nella simpatia dell'uomo evoluto, comunque:
Che si trasforma in un cattivo shakespeariano a tutto tondo, ma con aggiunta di armi da fuoco:
Ah no, queste:
Ah no, queste:
Quindi correte a quattro zampe anche voi a vedere, scimmia vede scimmia fa, questo secondo capitolo del reebot del remake del sequel del pre.. insomma quella roba lì... del franchise scimmiesco, che vale tutto il prezzo del biglietto per molti motivi, anche non solo quelli legati alla motion capture. Capito maledetti?
ANDATECI MALEDETTIII!
Ecco a voi una raccolta illustrata da bravo orango broccolo quale sono