mercoledì 14 gennaio 2015

Occhi appalla

Big Eyes
Trama: Che occhi grandi fai. È per fregarti meglio.

Dunque Tim si è lasciato con Helena Bonham (ma per niente bona) Carter e diventa un tipo tutto colori e sole e mare e arcobaleni e stuff? Veramente mi stai dicendo che Burton ha mollato il suo andamento goth (che lo vorrei vedere andare in giro con il cantante dei Cure, ci sarebbe da ridere. Potrebbero anche essere nel cast di This Must Be The Place 2)
Ma no, il fatto è che Burton ha definitivamente saltato lo squalo ed è diventato un regista come tutti gli altri, anzi peggio di tanti altri.
Lo sappiamo che Brutton (non più Burton da anni) non azzecca un film da tanto tanto tempo. L'ultimo che possiamo dire veramente suo qual era? Sleepy Hollow? 
No perché Pianeta delle Scimmie era una brutta marchetta, Big Fish sopravvalutato, La fabbrica di Cioccolato un totale fallimento, La sposa cadavere bah, Sweeny Todd caruccio ma lo avete mai rivisto?, Alice da denuncia, Dark Shadow niente di speciale anche se salvabile e Frankenweenie diseducativo.
E adesso Brutton torna con un biopic che racconta sì una storia di arte e stile e personalità, anzi si basa proprio sul concetto di visione artistica personale, dell'arte come tramite tra la propria anima e il mondo, sull'artista che tramite il suo stile riesce a comunicare quello che altrimenti a parole non riuscirebbe. E proprio in un film che sottolinea l'importanza di trovare il proprio stile (nell'arte, ma anche nella vita) Brutton riesce a dimenticarsi totalmente di sé, dello stile che ha tanto caratterizzato la sua carriera (e purtroppo ha vantato il più alto tentativo di copie carbone mal riuscite, soprattutto negli anni 2000, quando fu tutto un proliferare di quella "artistica" corrente chiamata Pop Surrealismo).
Ora, la cosa molto strana è che io di questa Margaret Keane non avevo mai sentito parlare.
"Ecchissenefrega" direte voi, "Ammemeffrega" rispondo io, perché queste cose dell'arte con gli occhi grandi posso ben dire di averle avute intorno per un po' di anni della mia vita (dal 2003 al 2009, per l'esattezza), gli stessi anni in cui proliferava, appunto: il Pop Surrealismo (riassumendo Pop Surrealismo: mettere insieme le robe pop con visioni oniriche e fare tutto un mega mix di rimandi e ispirazioni e dipingerli - o realizzarli al computer - con stile fumettoso/cartonesco. Leggi anche qui.).
Insomma ci ho gravitato, l'ho vista nascere, imporsi e poi morire malamente. Ho cercato con gli occhi aperti di vederne il buono, di evitare le tante buffonesche copie, e insomma posso dire anche di aver contribuito (non credo sia stato un grande merito, a conti fatti) a farlo arrivare qui in Italia. Ora non sto a specificare cose facevo, ma insomma quando finisci nella pagina di Wiki dedicata al LowBrow e al Pop Surrealismo e sulla Treccani (e non ti ci sei messo da solo) qualcosa di "importante" vuol dire che forse l'hai fatto, e se non importante, perlomeno degno di Wiki (hai detto cazzi).
Ma smettiamo di incensare me - anche se è la cosa che mi riesce meglio - e pensiamo ad affossare il film. 
Dunque, non averla mai sentita mi pone di fronte a un interrogativo molto serio: sono io un inetto o nel film mi fanno credere che fosse più famosa di quanto in realtà non fosse (c'è un momento in cui la paragonano, in quanto a celebrità, ad Andy Warhol, che era comunque successivo...). E come mai non è mai apparsa in nessuna delle interviste che ho fatto, quando magari si parlava di Ispirazioni? Perché insomma, se io vedo questo (fatto negli anni 50)
e poi vedo questo (di Ana Bagayan, anni 2000)
Be' ce la vedo eccome un'ispirazione. Anche un po' più di un'ispirazione.
E allora mi sono risposto così.
La storia raccontata dal film (al netto delle necessarie prese di posizioni per far pendere le preferenze dello spettatore tutte dalla parte di Margaret) è in realtà un brufoletto nella storia dell'arte contemporanea (come d'altronde lo è il pop surrealismo). Certo ci sono quelle cose del catalogo pubblicato (ma da quale editore? Ne ho visti di libri dedicati ad artisti ignobili, ne ho viste di cose che voi umani, tele da combattimento in fiamme al largo dei bastioni della Tiburtina...). E poi quella cosa dell'Esposizione internazionale. E quell'altra dei milioni di dollari, che insomma, fare i milioni di dollari in America - se ti dice bene - non è poi così difficile e non è neanche una cosa che fa tanto notizia.
Sia mai che è mia inettitudine.
Il film racconta proprio di questo: Margaret, una giovane donna, ex-moglie e madre, cerca di sbarcare il lunario con il suo lavoro di artista (a dirla tutta è abbastanza scarsa), ma non riesce a vendere un quadro neanche fosse Piazza Navona.
L'incontro che le cambierà la vita (In peggio? In meglio? Si apre la discussione...) è quello con Walter, imbonitore di quelli che riuscirebbe a vendere degli occhiali a raggi-X a un cieco, uno che davvero ci sa fare con le parole, tanto che oltre a impalmare, sposandola, Marg, ne diventa l'agente, ma più che agente le ruba direttamente il nome e millantandosi autore dei quadri della moglie inizia a scalare le preferenze dei collezionisti, solo ed esclusivamente con la parlantina. 
Ah, la parlantina, ne ha fatti di danni. Agente è cattiva.
I due portano avanti la truffa per dieci anni dieci, diventanto intanto molto ricchi, anche perché Walter inizia a vendere i poster delle opere. A me questi che vendono i poster guarda... li ammiro molto.
Segue tristezza di Marg che non può essere riconosciuta come artefice dei quadri, scazzi con il marito che si rivela un mezzo pazzo, e via dicendo fino alla fuga di casa (alle Hawaii, porella) e la causa discussa in tribunale.
Ora, il film come detto pende totalmente verso la campana e carampana:

di Marg, raccontandoci di un Walter vessatorio, affascinante ma al tempo stesso autoritario, bugiardo cronico e con una forte indole criminale. Insomma 'no stronzo.
Ma cavolo, dieci anni sono tanti e pure Marg, secondo me, qualche colpa ce l'ha. Capisco che poi da certe situazioni ti ci ritrovi avviluppato e non riesci più a uscirne anche quando vorresti con tutto te stesso. Prendi me per esempio, con ChickenBroccoli...
Dai scherzo.
Insomma il film non è propriamente orrendo, ma ha una pecca troppo grande, grandi occhi, grande pecca: è orribilmente ordinario. È penosamente normale, come la giacca di Fantozzi quando va a caccia.
Brutton fa un lavoro che anche l'ultimo generico regista preso dal distributore automatico di registi avrebbe potuto fare, mettendo qualche "nota" personale in un paio di scene, queste: 
ma, insomma, niente che non si sia visto in alcuni video musicali degli anni novanta e in qualsiasi film con Amanda Seyfried.
E diamoci giù di Effetto Fluidifica.
Gli attori sono bravi, anche se insomma non è che ti puoi aspettare cattive interpretazioni da Amy Adams che si prepara alla sua settima candidatura ma zero oscar, e da Waltz, che è il solito ammaliante e fascinoso che abbiamo imparato ad amare ma che, per la prima volta, anzi forse la seconda, è un po' sopra le righe...

Fa un po' il Gigio, diciamo (per chi ha visto il film sarà lampante la somiglianza nell'abbigliamento). Però lo perdoniamo perché come Waltz non c'è nessuno. Lo amiamo anche se sta lavorando come un forsennato (sta in quello dei Boss 2 e nel prossimo 007) ma ci conquista sempre con la sua innata e invidiabile ironia.
Tornando un attimo al pop surralismo e agli occhi grandi e a tutti quelli che non mi dissero che copiavano i Keane, anche proprio nel modo di vivere, cioè sposarsi e fare le cose identiche, oppure farle insieme. Prendi per esempio Sas Christian, che fa queste cose qui:
e prendi poi il marito Colin Christian, che fa queste cose qui:
Praticamente la stessa cosa (non fosse che Colin fa delle maschere giganti che dal vivo signora mia). Ma più di tutti mi sarei aspettato almeno una citazione dei Keane  da Marion Peck, che fa queste cose qui:
e dal marito Mark Ryden - quello che si può ben dire sia il più famoso pop surrealista di tutti - che fa queste cose qui:
E allora scusate se penso che qui il confine tra copia e influenza sia una discussione da prendere molto seriamente. Una discussione che poteva dare vita ad un film con maggiori sfumature di "lei è brava e buona. Lui è un ladro cattivone".
I coniugi Ryden infatti si sono - non so bene di seguito a cosa, probabilmente a qualche troll su FB - sentiti in dovere (e nella posizione, in effetti lo sono) di dire la loro sul film, questa:
The story of Margaret and Walter Keane as presented in the Tim Burton movie “Big Eyes” will no doubt be the one accepted by history. But it is important to remember that there is more than one side to any story. Margaret’s version, the one recounted in the movie, is very appealing. After all, women have been oppressed and taken advantage of by domineering men for a very long time. It is refreshing to think that the truth has come out, and a deserving female artist is finally being given her due credit. But a closer look at the paintings tells a different story, one that is more complicated.
There is no question that Margaret painted on Walter's paintings. Her handwork is evident in the faces, especially in the shiny eyes, of all those sad waifs. However, that does not mean that the paintings are "hers". A careful examination of the works made during their marriage reveals the participation of another hand. There are atmospheric pallet knife effects and painterly backgrounds that never again appear in her work after their divorce. Post- divorce, the color pallet changes and there is a shift of mood from sad to happy, which has been attributed to her religious faith, but the differences are more profound than that. The earlier paintings have a haunting quality, a tension, a kind of dark soulfulness that never shows up again. These early compositions are less “controlled” than her later paintings.
During their marriage, at the same time these sad children were being painted, Margaret was making her own paintings, all signed MDH Keane. The subjects of these works are mostly elongated pretty ladies with flowers or perfume bottles. They have a cool retro vintage feeling, but a kind of superficial surface "style". They lack the angst that imbues the other Keane paintings with power. Her hand, though skillful, is stiffer and tighter in her own paintings than in the ones that were attributed to him. This hand and palette are consistent with all the work she has done since. If Margaret is truly the “creator” of both of these bodies of work, she would have to have a split personality.
Margaret’s victory in court was based on the fact that during the legal proceedings over the authorship of the work, Walter refused to paint, claiming a sore arm, while Margaret was able to produce a painting before the jury. This seems to make the case clear, but all it really proves is that Walter was incapable of making the paintings without Margaret’s help. She had technical skills much greater than his. He could join a long list of artists, including Jeff Koons, Damien Hirst, Takashi Murakami, etc., all of who are not capable of making one of their paintings on their own. To the eye of a person who truly loves the early work of the Keanes, it is apparent that Margaret is likewise incapable of producing a proper “Keane” painting without Walter. Margaret’s paintings since the divorce lack a crucial spark. They almost seem like lesser “copies” of the early work. It seems that Walter was a creative, eccentric, and troubled person. It may well be that the entire theme of sad children was his vision after all, and it was the sadness, the pathos, that gave their big eye art of the 50's and 60's the haunting quality that made it a sensation.
-Mark Ryden & Marion Peck

Added by Marion Peck:
Hello, everyone. My name is Marion Peck. I am married to Mark Ryden. I co-wrote this post with him, but we posted it on his account because I really don’t like Facebook much, and never have participated in it. I am giving it a try now, because there are a few points about this story I would like to emphasize. To everyone who is saying “A man wrote this” etc., I would like to say no; I , who am a passionate feminist, wrote this too.
I would like to address something many of you are voicing, that Margaret’s paintings became “happier” because she escaped from an unhappy marriage.
During their marriage, she also was also producing a body of work freely and completely credited to her, in fact widely promoted for her by Walter, which shows no signs of sadness. Why, given the situation, would she let her “true” art, which reflected her real feelings, be credited to him, and reserve the “fake” stuff for herself? Perhaps qualities of “happy” and “sad” are not what we should be looking for in the differences between the early and late work, but subtler qualities of psychological power and depth as opposed to surface “style”. Margaret’s later work is, frankly, blander, more illustrative and superficial. This is not what happens to a person’s art when they get “happier”.
The truth of the Keane story no doubt lies neither in her side nor in his side. It is almost certain that the work that became famous was a collaboration between them. The movie does not show this at all. Of course, how this collaboration really worked itself out is a matter of opinion. Without a doubt Walter Keane embodies a Ron Burgundy style of character, who could not bring himself to admit that Margaret was an essential to the art that made him famous. And this is why we are all so eager to attack him. Quite possibly he deserves some of the derision that is being heaped upon him. But it is also possible that Margaret is not being honest about their history either.
A me sembra tutta una serie di mani avanti e dietro che fanno a gara. Ma di certo su molti aspetti (soprattutto sui personaggi tagliati con l'accetta) hanno ragione. Certo è che se vivi insieme e fai le STESSE cose un po' di attacchi te li devi aspettare.
Attenendoci al film, anche questa volta nulla di fatto per Brutton, che nonostante sembri finalmente libero dal giogo di Gionni (uno che invece non è libero dal giogo di se stesso idiota) e di Helena Bonahm (la presenza di Kristen Ritter nel film non me la racconta per niente giusta, ditemi se non potrebbe essere la prossima musa nonché moglie di Tim), non riesce a fare un film suo, suo veramente. E sapere che sta lavorando al seguito di Beetlejuice mi fa fare questa faccia qui:

Per festeggiare l'abbigliamento di Waltz nella sua prima scena ecco un favoloso poster di gente che veste righe fatto da Noelle Stevenson
[Clicca ma meglio ancora se vai qui].
Questa la canzone di Lana Del Rey per il film. La canzone mi piace.

Se Lana vince l'oscar si ride. Ridiamo noi perché lei porella con tutto quel botox non ci riesce più
Il poster effetto Droste mi piace più di quello ufficiale
Chiudiamo la pratica "big eyes/big lies" con un bell'illustraposter di Anna Benjamin da cliccare:

martedì 13 gennaio 2015

Abecedemortorio - Anno 2

The ABCs of Death 2
Trama: D come dilaniati, E come Echecavolostigiapponesisosemprepiùassurdi, F come fichicenestannosolodue

Questa volta è andata così:
La scorsa volta era andata un po' meglio.
La serie ABC è quella cosa di fare un film horror fatto di 26 microcorti horror realizzati da 26 registi diversi, in ordine alfabetico, i corti non i registi. Ad ogni regista una lettera da cui trarre una parola da cui trarre un corto, così:
Quindi un film a episodi, che come ogni film ad episodi che si rispetti è fatto di episodi che ti piacciono ed episodi che non ti piacciono. Esempio esemplare la serie V/H/S (1, 2 e Viral).
Qui però siamo oltre l'episodico, perché fare un film di 26 spezzoni crea sì una varietà di stili e visioni invidiabile, ma non dà spazio ad alcuni di realizzare cose veramente interessanti.
La maggior parte dei corti di questo secondo ABC infatti ha il respiro corto (corto il film, corto il respiro? Non deve esserlo per forza...) e anche se alcuni hanno davvero delle buone idee, alla fine si scontrano con finali affrettatissimi o affettatissimi. 
Il migliore è l'ultimo, la Z di Zygote, disturbante e assurdo, horror puro. In effetti è anche l'unico che vale davvero la pena vedere.
Personalmente ho apprezzato i segmenti S (un bel home invasion con sorpresa finale), un po' l'M (una sorta di pubblicità scannata per delle gomme da masticare), K (una palla nera di odio conquista la terra), I (una strega orientale fa i conti con la famiglia), V (una vacanza che finisce a schifio).
Divertenti a loro modo quelli orientali (soprattutto l'O), che riassunti in queste due gif
rendono bene il sempre valido adagio: questi so' pazzi.
Ma il resto sono tutte lettere abbastanza inutili. Alcune semplicente stupide o per nulla horror (E, F, G, J, N), altre solo occasioni sprecate (lampanti la X, dai registi e con la Beatrice Dalle protagonista ancora di A l'enteriour, e la U di Vincenzo Natali, quello di Cube, che evidentemente ha perso lo smalto o è rimasto intrappolato nel 1999 in quanto a visione futuristica).
E poi c'è una questione un po' straniante. Ci sono tanti (troppi) corti con tematiche omosessuali. Ora, non è straniante che ci siano, è straniante che in un film corale, con registi di ogni parte del mondo, la questione omosessualità sia così pericolosamente accostata a tematiche horror. Davvero siamo ancora a quel punto, come società? Al punto in cui per porre l'attenzione su una questione che dovrebbe essere bella che superata ricorriamo ai metaforoni horror? Il ragionamento meriterebbe una discussione più profonda, peccato che il film è brutto (vince il Broccolo per maggioranza) e che almeno due dei corti con queste tematiche sono tra i peggiori dei 26.
Carini i titoli di testa
ma l'impressione rimane: ABC è un progetto molto bello sulla carta ma che lascia troppo poco spazio ai suoi autori. Forse 26 sono davvero troppi corti da strizzare in un film solo. Magari fare i Sette Peccati capitali (7) o i Segni Zodiacali (12) sarebbe meglio. 
Se qualcuno farà dei film horror sui 7 peccati o sui 12 segni gli mando lui a vendicarmi:
Poi non riesco a capire perché non chiamano David Sandberg, che fa i migliori corti horror che esistono (sono corti! e sono horror! Fanno paura! Li vedi QUI.
La volete vedere una cosa davvero disturbante? Questo tizio è andato in giro per Londra così conciato:
Sì, è pelle di pollo. Ed era agosto. Storia vera. Dovrebbe essere un progetto artistico secondo lui, c'è anche questo video

che fa più paura di tutti i 26 corti di ABC messi insieme. (Oltre ad essere una versione assai disturbante di questo).
No. Nonostante la pelle di pollo, non ero io.

lunedì 12 gennaio 2015

La donna che viste due volte

I Origins
Trama: Occhio per occhio, gente per gente.

E via che si ricomincia per davvero.
Anno nuovo, Broccolo vecchio! Recensioni sempre più assurde! Gif sempre più pesanti! Ego sempre più gigante che va in radio (ah, per chi si fosse perso l'ora e più di chiacchiere dedicate ai CB AWARDS dello scorso sabato, ecco il PODCAST) e in TV! Collaboratori sempre più numerosi e sempre meno pagati! 
Ecco cosa fa grande ChickenBroccoli, non c’è mai limite alla bruttezza dei film che vede e alla tracotanza con cui ne va fiero. Ma contro alla bruttezza delle visioni con cui ormai questo sito convive. CB contrappone sempre la bellezza di quello che è definitivamente diventato il nuovo corso, la vogliamo chiamare missione?, di questo sito: l'unico posto dove gli artisti vedono i film e poi ci disegnano sopra. Vi pare poco? A me no. E siamo all'inizio. Se vi dicessi che qui dalle mie parti già si lavora per una cosa che succederà a Maggio e un'altra che succederà a Dicembre voi ci credereste?
Ricominciamo seriamente, dicevo, e ricominciamo - anche se ho venti film aiutame addì 2-0 da recensire - con un film che forse non è tra i più gettonati del momento (ci stanno Turing, i Cavalieri e Amy Adams che scalpitano) ma che ci terrei particolarmente che voi vedeste (forme verbali sempre più audaci!). Ma poi li vedete i film che vi consiglio? Pronto? C’è nessuno lì fuori? (senso di solitudine sempre più lampante!). Oh, certo se non commentate… alle volte mi pare di parlare da solo (passività aggressiva sempre più scatenata!).
Dunque, tornando a noi, il film è il nuovo film degli autori di Another Earth, quello della terra gemella che non mi era mica piaciuto tanto, e infatti quanti preconcetti e prevenzioni (d’altronde prevenire è meglio che curare, lo consigliano dieci oculisti su undici) avevo messo come filtro prima di iniziare questo film non potete immaginarlo. Stavo lì e "ma figurati sarà un'altra roba meta-filosofica di chiacchiere senza capo né coda, magari anche con un plot interessante ma poi uno svolgimento tra il new age e chepalle.
E invece (convinzioni sempre più labili!) via via che vedevo il film, scena dopo scena, si smontavano tutti i preconcetti e si cancellavano tutte le prevenzioni.
La storia mi prendeva sempre di più, gli attori mi piacevano, la regia mi appassionava e il film mi colpiva con una profondità rara. 
Un Bel film. Ecco. E questo già basterebbe a farvi staccare gli occhi da questo schermo e andarlo a recuperare. Vi fidate di me? Aprite bene gli occhi e andate a vederlo. Anche perché da adesso in poi inizio a parlare della trama e forse sarebbe meglio sapere molto poco della storia per godersi davvero tutto il film dall'inizio alla fine.
La storia. La storia è sì un po' new age, ma lo svolgimento non lo è per niente, ed è questo che mi ha zittito (ho passato i primi 14 minuti a borbottare con il timbro di Maurizio Costanzo cose tipo "masaràunarobbanewagebbbb"), ed è questo che mi è piaciuto, essere zittito con un aproccio al tema - un tema supernewage come la reincarnazione - molto concreto. Tutto è affrontato con un piglio scientifico e biologico, potremmo quasi coniare un nuovo genere, invece della sci-fi, la DNA-fi. 
Il protagonista, quel Micheal Pitt sempre un po' nel dimenticatoio, sarà colpa dell'appeal un po' troppo efebico (come Cillian Murphy, per fare un altro esempio), è un giovane biologo che studia gli occhi umani. Cioè non è uno che fa sguardling attenzione, è proprio uno che studia a livello medico iridi, pupille, cornee, retine. La sua passione per l'occhio umano  - che se visto da vicinissimo è proprio un pianeta, come ci ricorda la locandina (e che potrebbe andare dritta in questa galleria della notte dei tempi) ed è come un'impronta digitale, ognuno ha i suoi - lo porta anche a fare delle foto agli occhi che più lo colpiscono. 
brit marling animated GIF
Insomma, sicuramente un progetto fotografico non tanto originale, ma sempre meglio di altri progetti, tipo questo (link da aprire a vostro rischio e pericolo). 
Sta di fatto che il tipo va a una festa e fa una foto ad una tizia con un passamontagna, poi la tizia se lo porta in bagno per fare le cose che si fanno in bagno a una festa, no, non mettersi il collirio, piuttosto copula sul water.
michael pitt animated GIF
Il tipo però è già innamorato, degli occhi della tipa, e dice "no! io queste cose non le faccio! Io solo amore amore amore, sono o non sono un uomo di sienza?". La tipa scappa, ovviamente.
Ma il Destino - nel film il Destino è praticamente un personaggio a sé, è la forza eterna che muove tutto - è in agguato (in agguato è proprio il verbo giusto... sa essere molto feroce, il Destino) e i due si rincontrano, lui per strada, lei su un cartellone:
I Origins July 18 animated GIF
Poco dopo il timido Doc(chio) vede una ragazza sulla metro e RICONOSCE QUEGLI OCCHI 
michael pitt animated GIF
e fa una delle mosse che SOLO nei film può funzionare, questa:
michael pitt animated GIF
Capito? Senza parlare le mette le cuffiette. Lei esce e lui la segue con l'iPod in mano. Grande rimorchio. Bravo. Certo se lo fai nella metro di Roma come minimo parte un calcio negli zebedei che altro che bellezza efebica.
E insomma questa volta è fatta, i due si innamorano e si mettono insieme evviva l'amore (quanto è newage l'amore) e mentre in laboratorio gli studi sugli occhi continuano, la vita privata va a gonfie cataratte, addirittura con immediato trasferimento in casa di lei (ecco qui forse c'è la cosa più fantascienifica: lui si trasferisce da lei con DUE scatoloni, peraltro con tre cose dentro. Ma cristo l'avete mai fatto un trasloco? Maledetti film che ci fanno credere che i traslochi sono DUE scatoloni).
MA ECCO CHE SUCCEDE UNA COSA CHE CAMBIA TUTTA LA VITA...
Non voglio spoilerarvi, è brutto fare spoiler quando il film vale. Ripeto il consiglio è spassionato davvero: vedete I Origins (capito il fino gioco di parole? I... "ai"... eye...) perché è un film che mi ha colpito, e se ha colpito me, buona reincarnazione a tutti.
Già, parla di reincarnazione, l'avrete capito, ma niente di più lontano da quella boiata di Cloud Atlas, qui il tema è affrontato con dovizia di realismo, con piglio umano e non umanista, e un argomento che poteva davvero dare il la a una noiosa filippica proto-religiosa diventa l'occasione di parlare di sentimenti in maniera reale, quasi medica, di certo antropologica, come se curare un cuore spezzato fosse pari ad un osso rotto, come se la speranza, la religione, il Bene viaggiasse su lunghissime stringhe di DNA e non sulle invenzioni delle Chiese del mondo.
È un film romantico, emozionante, sorprendente. È un gran bel film.
Un ultimo motivo per cui vedere con occhi spalancati il film è che probabilmente ho trovato la donna della mia vita. Si chiama Astrid Berges Frisbey, lei:
Dog Fetch Frisbee Fail.gif
no scusate è lei:
e niente, ragazze, non ci sperate più a tentare con la vostra beltà il golden bachelor CB, ho deciso che è lei la donna della mia vista:
D’altronde anche l’occhio vuole la sua parte. Quale parte? Ma, direi tutta la parte che va dalla punta del capello più lungo alla punta del mignolino del piedino che deve essere anche lui molto bello, ci scommetto.
Ho anche pensato che se davvero la reincarnazione esiste io già so sicuramente in cosa mi reincarnerò:

domenica 11 gennaio 2015

♰ Anita Ekberg ♰

♰ Anita Ekberg ♰
Dolce Vita, Amara Morte

sabato 10 gennaio 2015

RADIO DAJES

CB e Radio si piacciono. Dài ammettiamolo. 
L'effetto quando i due si incontrano è più o meno questo:
C'è una storia, un trascorso, un'attrazione reciproca fatta di belle chiacchierate al telefono come a 16 anni "mi AM? ma quanto mi AM?" (qui seguono risate).
Tutto cominciò quando RadioRai2 mi telefonava alle 6 di mattina, io mi svegliavo felice con lo squillo del telefono
e ci facevamo questi flirt telefonici e poi ciao, ci siamo sentiti, alla prossima. E poi ad un certo punto non mi ha richiamato più. Anche se io ho continuato a svegliarmi alle 6 per anni.
Peccato perché io a quell'ora do sempre il meglio di me, e dico cose intelligentissime come parolacce, zombi, kubrick e altre discussioni altissime con cui potete sollazzare i vostri padiglioni auricolari qui.
Poi ultimamente - in occasione del Chicken Broccoli Magazine, quella cosa che non mi stancherò mai di dire COMPRATELO - sono arrivate le incursioni nelle vesti dell'intervistato, le vesti di chi aveva cose importanti da dire come ad esempio "dateme i soldi", e voi spettatori così:
E ora, dopo tanti collegamenti al telefono, finalmente Radio mi ha invitato a casa sua! Io ci vado! OGGI! Grande giorno oggi sabato 10 Gennaio, che alle 13.30, vado a Radio Popolare Roma, in un programma che si chiama
come ospite speciale che, come ogni ospite che si rispetti, dopo tre minuti puzzerà di broccolo cucinato il giorno prima.
CAPITO!? Vado in Radio proprio anima e corpo (e che corpo...) e parlerò per tantissimi minuti dei CHICKEN BROCCOLI AWARDS! Sceglierò canzoni! Regalerò copie del CB MAGAZINE e vi inviterò tantissimi al CB MAGAZINE PARTY del 16 Gennaio!
Cosi tante cose, così poche onde su cui far surfare la mia soave vocetta.
Non vi sembra pazzesco? A me no, l'ho sempre saputo che Radio mi pensava e che alla fine avrebbe ceduto al mio fascino latino ergo sum e che alla fine avrebbe aperto le sue casse per accogliere il mio transistor. Allora ci sentiamo alle 13.30
 >> QUI <<
GOOOOD INDIGESTIONNEEE ROMA!

venerdì 9 gennaio 2015

• ELEONORA ANTONIONI al 32° TFF #3 •

E si ricomincia! 
E come ricominciare in modo assolutamente sorprendente e faticosamente broccolesco se non... facendo fare il lavoro agli altri?!
Ma quale lavoro e lavoro, qui si fanno recensioni illustrate che sono uno splendore! E a farle - direttamente dall'ultimo Torino Film Festival - è Eleonora Antonioni, bella, brava e buona (bella e brava lo potete vedere da voi, buona perché riempie ChickenBroccoli di stupendi disegni come se venisse pagata! Pensa te la follia umana dove arriva!).
E siccome non c'è due senza tre, dopo la prima puntata e la seconda puntata ecco che oggi arriva (attenzione che la sorpresa è grande): la TERZA PUNTATA! Incredibile amici. Io mi sono ripreso da poco dalla sconvolgente rivelazione...
Poi in effetti avevamo detto che uscivano il sabato, ma oggi è venerdì, solo che domani vado a fare una cosa (che saprete domani mattina) e allora mi si accavallavano tutte le comunicazioni e insomma OH! Ma che pensavate che con l'arrivo del 2015 arrivava anche l'ordine, la precisione e il correttore di refuis? Teneri loro. Invece pensa che sono più agguerrrito che mai e ho ben VENTI aiutame addì 20 film. Riparto lunedi, velocissimo sulla mia macchina a forma di chicken felice come un crash test dummy!
Intanto buona lettura della prode Eleonora! - CB -