Lost River
Trama: Bones River
Avevamo lasciato il bel Ryan a rifiutarsi stenuamente di mangiare i suoi cereali. Proprio non ne voleva sapere di mangiare i suoi cereali, non c'era proprio verso di farglieli mangiare quei maledetti cereali:
Ma alla fine, il creatore della geniale serie Vine ha trovato il modo di farglieli mangiare uno ad uno tutti e 5 (i cereali sono 5 giusto?): è morto. E Ryan, in suo onore - anche se fuori tempo massimo, poteva farlo quando il tizio lo avrebbe potuto vedere, non sarebbe valso a molto ma chissà, almeno gli si sarebbe stampato un sorriso in faccia - alla fine ha mangiato i suoi cereali:
Nel frattempo faceva un nuovo film, il nuovo film di Ryan Gosling, proprio di, cioè non come attore, ma come regista. Faceva Lost River.
Che è un film la cui recensione potrebbe essere divisa in due macrocommenti:
- Bellissime immagini, bravo Ryan.
- Abbiamo già Lynch e Refn, datti da fare per trovare uno stile tuo.
Il riassunto in due punti è perfetto e basterebbe, ma vale la pena argomentarlo quanto basta per non lasciarlo cadere nel dimenticatoio.
Lost River è un film indipendente nella miglior accezione del termine: provincia americcanica, personaggi borderline, povertà, buoni sentimenti vs cattivi asentimentali, amore, morte (amorte), paesaggi desolati, gente che vive in bicocche sgarrupate.
Ci sono proprio tutti gli elementi per un bel film da Sundance e qualche altro festival off off off. E questa è una scelta oculata da parte di Ryan, ambientare il suo debutto nella suburbia aiuta sicuramente a coprire eventuali buchi di sceneggiatura. Un'altra cosa che aiuta è dare al tutto una forte componente onirica, personaggi esagerati e a volte macchiettistici, e insomma, buttarla anche un po' in caciara, insomma fare "il Lynch".
Ecco, Lost River sembra, dall'inizio alla fine, un omaggio a David Lynch, a volte ai limiti del plagio. Ci sono laidi caratteri dalle sessualità deviate e plasticose
case in fiamme
e biciclette in fiamme
e televisioni in fiamme
spettacoli grandguignoleschi sempre in bilico tra l'incubo
e il sogno
Così tanti elementi lynchani che diventano davvero troppi, e che danno da pensare. Perché se da un lato fa piacere pensare che Ryan non si sia dato al blockbuster muscolare e dal soldo facile (anche perché quelli gli sono riusciti sempre abbastanza male, vedi questa mostruosità qui) e abbia seguito un certo stimolo underground che gli ha fatto sempre accettare film lontani da quelli miliardari, dall'altro si fa davvero troppa fatica a credere che sia tutta farina del suo sacco, anzi si fa fatica a credere che sia farina.
Lynch è arrivato dove è arrivato in anni, anni e pensieri e incubi e psicanalisi e film e strade perdute (anche il titolo, Lost... Highways... River... sempre perduti sono questi luoghi che portano all'Altrove mentale e fisico) e insomma, non si diventa Lynch senza essersi fatto il proprio ventennio allucinatorio. Quindi, oltre a quello che potrebbe essere un omaggio limitato a qualche scena, o comunque ad uno stile che deve però poi essere "filtrato" dal proprio Io, qui Ryan non fa che ricalcare scene e sensazioni già esplorate da Lynch, sembra a tratti di vedere un supercut del "best of Lynch" fatto da un fan su YouTube.
Troppo per credere che davvero Ryan abbia maturato quel tipo di sensibilità, visto soprattutto che la sua carriera non è certo costellata di collaborazioni del genere - ripeto, senza nulla togliere alla carriera di Ryan che non è certo come quella di, chessò, Uolberg o Vin Diesel - davvero mi dici che tu la notte sogni gente scarnificata, parchi di divertimento sommersi, labbra maciullate con le forbici, locali infernali che lasciate ogni speranza o voi che ne venite fagocitati?
Si stenta a crederlo.
Però c'è un dato, Ryan ha sicuramente imparato un'altra lezione importante, quella dell'amico Refn (sodalizio che ancora ricordiamo per quel capolavoro di Drive e quel disastro di Solo Dio Perdona): Refn è omaggiato sin dal poster - in questo caso però l'omaggio non solo è più sincero, ma di certo molto più credibile, va benissimo pensare che Ryan abbia imparato da Nicholas, i due ricordiamo erano pappa e cereali - e in ogni singola inquadratura, ogni singolo neon, ogni singola luce rosa, viola al limite celeste
E va benissimo, perché davvero poco si può dire alla messa in scena e alla regia, è solida e capace di creare immagini che lo stesso Refn commenta così:
E non si può essere più d'accordo, almeno sul secondo punto.
Forse se Ryan avesse lasciato perdere un po' Lynch sarebbe stato meglio, perché quando - troppo raramente - se ne dimentica e torna ad una dimensione più terrena e terribile, il film si riempie di energia. Parlo del personaggio meglio riuscito, Bully, un micidiale redneck che veste una giacchetta (smaccatamente figlia di quella di Drive) tutta lustrini e un ferro di cavallo come reggipalle
Personaggio da fumetto ma costruito molto bene e recitato meglio da uno dei Doc Who, quello con la faccia strana, questo qui:
Sono una bella coppietta, il diavolo e il Ryan santo. Chissà se Nicholas è geloso. Il suo Bully è spietato, esagerato, schizoide e al tempo stesso tragico, e rispetto a tutti gli altri personaggi è quello che rimane in testa, ne esce vittorioso
Il resto del comparto attori è deliniato (e dilaniato) da un protagonista troppo poco carismatico (il peggiore del gruppo, uno che avevamo visto in un serial di cui non ricordo il nome), la sempre tanta e tanto bella Christina - Joan di Mad Men - Hendricks, eccola a Cannes tra Ryan e il suo marito toporagno che veramente non si sa certe volte l'amore è strano ti fa innamorare dei toporagni
la ragazzina stramba di Hanna e Grand Budapest Hotel anche se non è più una ragazzina, un laidissimo cattivone a cui però piace anche ballare (altri omaggi a Lynch a Refn, un perfetto mix tra il pazzo ansimante Hopper di Velluto Blu e il thai cattivone che fa karaoke di Solo Dio perdona) e una quasi comparsata della mogliettina Eva, in versione "sono bella", la parte che gli riesce meglio
(dice che torna in Fast & Furiousotto, dice, magari ci butta dentro anche Ryan che ne sai).
E insomma un esordio che vale la pena applaudire ma anche bacchettare, entrambe le cose per motivi abbastanza concreti, che stimolano la critica, ce ne fossero.
Alla fine bràvo Ryan.
Senti Ryan... ti posso chiedere una cosa... lo so che è tanto che non lo fai...
Dai Ryan.. facci uno Sguardling...
Eddaieddaieddaieddaifacciunosguardling
Ok ho capito, non riesci più a farlo, sei diventato grande e regista
Ma lo sai che noi ti amiamo comunque, perché sei femminista, ami gli amici cani, indichi le persone e mangi i cereali. E allora ti festeggiamo con il tuo Sguardling più famoso
Intanto il bravo Ryan ha fatto anche una sorta di contest per scegliere il poster del film chiamando a raccolta vari illustratori
Eccolo mentre sceglie il vincitore.
E poi, colpo di scena, ecco la sua scelta. Il genio.
Il Tratto. Il Gesto. La Cromachia. Le Anatomie. I grattacieli (!?). Capolavoro assoluto. Poi però la produzione ha scelto quella fotografica. Pazzi.
PS. Per chi non avesse dimestichezza col concetto di Sguardling, vi invito e incito a leggere questo, e poi di corsa cercare qui a lato la cicitura Sguardling Time Machine.
Intanto Ryan si è dato alla vendita di MILLEKILIM porta a porta
E poi, colpo di scena, ecco la sua scelta. Il genio.
Il Tratto. Il Gesto. La Cromachia. Le Anatomie. I grattacieli (!?). Capolavoro assoluto. Poi però la produzione ha scelto quella fotografica. Pazzi.
PS. Per chi non avesse dimestichezza col concetto di Sguardling, vi invito e incito a leggere questo, e poi di corsa cercare qui a lato la cicitura Sguardling Time Machine.
Intanto Ryan si è dato alla vendita di MILLEKILIM porta a porta