martedì 19 maggio 2015

Mad (About) Max

Mad Max - Fury Road
Trama: CHE FICATA! CHE FANTASTICA FICATA!


Un film che insegna a tutti come fare Cinema, questo è Mad Max.
Sono due ore, 120' secchi, e passano come un'auto velocissima al traguardo in un chilometro lanciato, e si tratta pure di una macchina modificata, le hanno tolto il pedale del freno. E tu ci stai sopra (ma anche sotto, di lato, dentro) e non puoi che urlare CHE GIORNATA! CHE FANTASTICA GIORNATA!
E una fantastica girata è quella di Miller, un regista che riprende in mano il suo franchise più famoso dopo parentesi lontanissime e animalesche come Babe e Happy Feet, capite? Prima la post-apocalisse della prima trilogia, poi i maialini e i pinguini, e ora di nuovo altre tipi di bestie: gli uomini, da sempre i più animaleschi di tutti. Orwell gli fa un baffo.
Ma aspetta, il ragionamento pseudo-intelligente che sembro voler imbastire si frantuma all'istante quando si scontra col FOMENTO iniettato di adrenalina, stupore adolescenziale e totale propulsione a tutto il mondo di MM Fury Road: è un mondo schifoso in cui stare, in cui davvero solo i folli possono sopravvivere, o avere una parvenza di vita, se vita si può chiamare viaggiare in macchina senza meta in fuga perenne da gente altrettanto pazza che se ti prende, per dirne una, ti usa come sacco di sangue per la sua trasfusione, ma al tempo stesso è un mondo bellissimo, almeno sullo schermo.
Fury Road non si ferma MAI, e questa è la sua forza, non c'è un attimo di tregua, forse due momenti che ti fanno riprendere fiato da un'apnea forzennata che ti fa venire il sangue al cervello e pompare il cuore più forte, necessari, per poi riprendere la corsa ai confini del mondo, l'arrivo non c'è.
Il background fortissimo del film, il mondo in cui derapa, è forte sì dei tre film precedenti, ma rimane tanto ampio quanto stratificato ed è un miracolo, una mosca bianca (o una pecora nera, o un nero albino, quello che volete, l'anomalia genetica, quando non la deformità, che abbonda nel film) nella cinematografia contemporanea: MM-FR non deve spiegarti nulla, non deve ricorrere a mezzucci per presentarti questo o quel carattere, ognuno ha il suo passato e lo senti, glielo leggi negli occhi, nelle cicatrici, negli arti tronchi, nella pancia gravida, nelle rughe feroci. Non troverete la classica scena in cui Max arriva in questa deviata società apocalittica in cui il jolly di turno gli sciorina l'organizzazione in classi (sostanzialmente due: il ditattoriale Immortal Joe, questa gradevole personcina

e tutti gli altri), in cui gli mostra le stanze del latte e quella delle mogli, in cui gli spiega come siamo arrivati a quel punto) niente spiegoni, bastano le immagini. Le immagini e l'elemento che troppo spesso viene dimenticato da registi e sceneggiatori: il cervello dello spettatore. Quello è il motore, le immagini la benzina. Dai la benzina al motore e vedi come va.
MM-FR non ricorre ai mezzi quindi, ma a mezzi che si rincorrono. Per tutto. Il dannato. Film. Questi splendidi e schizzoidi locomotori qui:
Che - è fondamentale tenerlo presente - sono tutti perfettamente funzionanti, non sono creati al computer. Neanche uno. Queste scene non vengono uguali quando le fanno al computer
E le macchine come in (quasi, non ho ancora parlato del settimo Fast&Furious, lo so) nessun altro film sono carapaci di lamiere che interpretano ognuno il suo ruolo, tutt'uno con i loro guidatori. L'imponenza del cingolato, l'agilità della moto, la pericolosità del porcospino, l'inutilità della motocicletta (ecco, questo continuo a non spiegarmelo, che usi affà la moto se poi devi andare contro un monstertruck? Misteri...). Per tutto il film capisci che la lezione di Duel non solo è stata digerita da Miller ma è stata rivomitata con un'aggiunta di materia organica e meccanica incandescente. Corpi e lamiere, una cosa sola.
I protagonisti sono tutti, tutti nessuno escluso, semplicemente perfetti.
Da Tom Hardy, che lasciatemelo ripetere, è il meglio fico del mondo in giro. Vogliamo parlare di come sta? Sta così:

Ma non basta essere bellissimo a Tom, è anche un attore capace di recitare - e sottolineo recitare - per mezz'ora con una museruola metallica in faccia (l'ultimo che era riuscito in un'impresa del genere era... Tom Hardy in Dark Knight Rises)

e poi quando la leva, così:


raggiunge l'apoteosi della sua dolcezza mista a machismo, un mix da sturbo. Ah, se fossi omosessuale, quanta felicità mi darebbe nelle notti solitarie.

Vabbèddai vorra dire che penserò a Charlize, che è sempre di una bellezza disarmante, ma qui. Mio. Dio. Una guerriera - forse la vera protagonista del film, quasi un passaggio di consegna uomo-donna, Max-Furiosa - della strada che svetta su tutti i personaggi femminili degli ultimi anni, è la Ripley degli anni 2000, facciamocene una (piacevolissima) ragione.

E abituiamoci già da ora a vedere in giro (ad Halloween come nelle fiere di fumetto come pure per strada) mille e mille cosplayer di Furiosa, perché oltre al character assolutamente perfetto - testa rasata, fronte dipinta di grasso come una guerriera antica, un braccio meccanico, mises da Burning Man - Furiosa è un totem di femminismo, un'eroina virtuosa, che prende, letteralmente, il totem fallico di Max (il fucile) e lo trasforma in un'arma femminea. Insomma non è una donna con le palle, come si suole dire, è una donna fortissima di suo che di palle non ha bisogno. E merita già una galleria illustrata tutta per lei (con tanto di Tara McPherson):
Il passaggio di consegna è completo: da Mel a Tom
e da Tom a Charlize.
E il femminismo di questo nuovo Mad Max si respira fortissimo. Tutte le donne del film, dalle spose Spice Girls (oh, so' le Spice! Nell'ordine da sinistra Baby, Scary, Sporty, Posh (bionda vabbè), Ginger)




(Sì. È Megan Gale. Comm' è bell' Meganghell'. Comm' è bell' Meganghell'.) che si liberano delle loro cinture di castità

Alle stupende vecchiette guerriere femministe e frikkettone

sono tutte le donne che vorremmo esistessero nella nostra vita.
Per arrivare al clamoroso Hoult nei panni di Nux

Un personaggio importantissimo, che esalta la singolarità e la definizione del sè: alla partenza è uno dei tanti tirapiedi di Immortal Joe, carne al macello pronta a sacrificarsi per il proprio despota dipingendosi i denti di nitrato d'argento, alla fine è un uomo, capace di un sacrificio più nobile.
E poi ci sono i cattivi, cattivissimi, estremi, deformi nel corpo e nella mente. Anche di loro sappiamo poco, ma si portano dietro un immaginario così forte ed estremo da imporre con la loro sola presenza tutto il loro passato sbilenco. Gigantismo, elefantiasi, modificazioni corporee, respiratori, cannule, tutti pazzi. E di ognuno vuoi sapere la storia, il nome. Ad esempio vi sfido a non immamorarvi pazzamente del chitarrista capocordata motivatore della carovana infernale, lui

E la cosa ancora più bella è sapere che ognuno di quei personaggi ha una storia. Non raccontata, ma ce l'ha, ed è questo che lo rende fortissimo anche se non dice una parola per tutto il film. LA sua è questa:
Così si creano i mondi, dando ad ognuno un nome, un carattere, una storia, anche a chi appare un secondo. L'ultima a farlo è stata le Rowling.
Mad Max racconta il peggiore dei futuri possibili, un futuro in cui alle masse tumorali gli si dà un nome e gli si tatuano sopra gli smile, dove il concetto stesso di futuro è stato spazzato via dalla mente umana, bisogna vivere come se ogni secondo di vita in più è un secondo guadagnato, ma maledetto, perché è un secondo in più nell'inferno.

Sai chi si meriterebbe di vivere in un mondo così? Lei.
Il miglior film del 2015 so far. Girato da un uomo di settanta anni. 70. Che già davamo per rincoglionito ai tempi dei pinguini ballerini (che comunque era un gran bel film.) e che invece arriva e insegna a TUTTI (e voglio dire TUTTI) i giovani registi di action viventi cos'è il Cinema. 
Un settantenne che come ogni settantenne ama circondarsi di fighi

Per poi riempirli di cicatrici, tumori, mettergli la museruola, amputargli le braccia.
Io intanto già pensando a chi farà il Po(p)ster il prossimo dicembre. Mentre l'immaginario collettivo illustrato si è già scatenato:
Sai a cosa penso anche? A questa scena:

ma invece delle automobili pazze del film, con quelle famose di altri film come in una wacky race chickenbroccolesca. Ecco chi vorrei:
car animated GIF

E guidare l'ordalia roboante? Ma CB ovviamente! La Macchina ce l'ho già:
CHE RECENSIONE! CHE FANTASTICA RECENSIONE!

lunedì 18 maggio 2015

2x1 • The Lazzarett Effect

Mi sono visto due film horror con la stessa locandina che però una è giovane e una è vecchia. 
In quella giovane c'è quella bella ragazza che risponde al nome di Topa Stellare come cacchio fai a stare con quello scemo delle commedie idiote e regalargli anche dei figli Olivia Wilde
The Lazarus Effect
Trama: Lazzaron Effect

Che non c'entra nulla con il Butterfly Effect ma invece è praticamente il remake apocrifo di Linea Mortale. Infatti ci sono Topa Stellare ma ti ricordi quella volta che ci siamo incontrati a New York e ci siamo innamorati? Olivia Wilde, Duplass, questo co 'sta faccia da sberle
uno del Mumble-cosi che ormai io li odio anche quando li vedo in film che non sono Mumble-cosi perché hanno ancora attaccati alla faccia quella spocchietta indie di chi si credeva di aver trovato l'alternativa ad Hollywood come a dire noi non abbiamo bisogno dei vostri soldi abbiamo quelli di mamma e papà, e poi guarda caso te li ritrovi tutti nei film hollywoodiamo senza colpo ferire, e i ringo boys:
(Da non notare uno sprecatissimo Quicksilver quello bello), che sono dei medici che provano attraverso una sostanza lattiginosa iniettata nel cervello di un cane morto a riportare la gente in vita, e ovviamente non si scappa dal solito adagio "giochi a fare Dio".
Il cane effettivamente si risveglia, ma gli prende la sindrome Cujo. 
A quel punto, dopo che Topa Stellare sempre lei che anche se hai la pelle un po' screpolata Olivia Wilde 
ha avuto un incidente mortale durante un esperimento, che puoi fare se non risvegliare dalla morte anche lei anche se un minuto prima il cane aveva provato a mangiarti la faccia? La riporti in vita sì, quella i morti li resusciterebbe, perché allora non resuscitare lei
Peccato che ovviamente - Linea Mortale docet - non è che puoi tornare dalla morte senza portarti neanche un souvenir, tipo chessò, un demone che ti possiede e uccide tutti, eh.
Ma guarda Olivia tu puoi essere posseduta da chiunque io non sono geloso basta che la sera torni a casa a farti possedere da Broccolo tuo.
La recensione finisce qui, perché il film è talmente breve e talmente imbecille che non ti lascia neanche in bocca quel tipico sapore acidulo ma anche gustoso di Top...  odio verso l'ennesimo horror gettato alle ortiche.
E pensare che è riuscito a trovare la sua via per la distribuzione italiana. Si vede proprio che sta per arrivare l'estate. Sai anche da che si vede? Da questa foto qui:
L'altro film, che invece dubito troverà la via per arrivare nelle nostre sale, e con la copertina uguale ma con la vecchia ma la parola EVIL che non può mancare mai, è:
The taking of Deborah Logan
Trama: Malata di Ammazhaimer

Capiamoci, Telecamerina è morta, l'abbiamo detto poco tempo fa e lo ribadiamo, ma sarà un processo lungo e faticoso liberarci definitivamente da questo tipo di film: costano poco, puoi essere anche un regista di merda e nessuno se ne accorge (ma se sei bravo ce ne accorgiamo eccome, anche se usi Telecamerina); facciamocene una ragione, passeranno anni e anni, è così invitante per i produttori poter spendere così poco per attori e macchinari e contare su uno zoccolo duro di spettatori che li vedono ancora (e magari poi ne scrivono sui loro cineblog, che pazzoidi...) che il gioco varrà sempre la candela.
Questo ToDL si insinua tra il senza infamia e il senza lode, ovviamente è pregno degli elementi risaputi di questo tipo di film: inizio film a mo' di intervista, passaggi pacati, anche un po' di noia, poi una o due apparizioni tipo BU!, poi un trucco spaventoso che non sai se è l'orrore o l'errore della Telecamerina, poi il finale con movimenti di Telecamerina da malditesta e luce verde notturna, ma guadagna qualche punto di originalità nel tipo di possessione a cui assistiamo, che all'inizio è mascherata come discesa nell'Alzheimer (ben distante da quella di Julianne) e invece è possessione, ma non demoniaca, si tratta invece di...
Il più grande pregio del film sta nella protagonista, che si impegna non poco a spaventarci e in alcuni passaggi ci riesce eccome
anche aiutata da un effetto speciale che piacerà a Guillermo Del Toro
Questi dei bei concept del mostro, certo un tantinello spoilerosi, ma guardiamoci in faccia: lo so io e lo sapete voi, non vedrete mai questo film quindi non vi frega nulla se vi metto delle cose che vi rovinano il finale, anzi siete contenti di vedere l'unica cosa per cui varebbe la pena e risparmiare del tempo, in fondo siete qui per questo no, lo so io lo sapete voi.