venerdì 13 maggio 2016

• CHICKENBROCCOLI a ITALIANISM •

Sarà capitato anche a voi di avere un'idea in testa, sentire una specie di orchestra che fa "adesso faccio una cosa creativa perché proprio non resisto a tenermela in testa che la devo realizzare per forZUM ZUM ZUM!".
A me è capitato, svariate volte, since 1999. L'ultima volta che ho avuto un'idea è stato il 27 agosto 2009. E guardato dove sono ora... vabbé.
Domani a Roma si festeggiano tutte le persone che hanno idee e che le realizzano. 
Domani a Roma c'è ITALIANISM!
Allora, per sapere esattamente cos'è voi andate sul sito ufficiale.
Io ve lo riassumo così: entrerete in un hangar GIGANTE (quelle rare occasioni dove vecchi spazi chiusi agli occhi si aprono e non per farci qualche convention di fitness o una festa di 18anni di qualche pischella altolocata) riempito di circa 50 eccellenze selezinate dal meglio della creatività italiana. Si va dagli illustratori ai maker, dai magazine indipendenti ai fotografi, dai collettivi artistici agli artigiani, tutti insieme per un'intera giornata a scambiarsi complimenti (...ma con alcuni anche sguardi truci. E con altre anche sguardi languidi...) e idee. Poi ci sono anche io.
La giornata/serata dura dalle 15:00 alle 3:00. Le 3 di notte! Dovevano proprio organizzare una cosa del genere per tenermi sveglio fino alle 3:00 di notte.
E io che porto? Una grande cosa, grande proprio nel senso di grossa: il RULLO ANTISTRESS DA COLORARE. Che, lo dice la parola stessa, è un rullo di carta largo 5 METRI con 8 illustrazioni cinematografiche realizzate da altrettanti illustratori bellissimi e bravissimi. Loro: Osvaldo Casanova • Andrea Chronopoulos • Vanessa Farano • Tram • Matteo Cuccato • Rubens Cantuni • Ale Giorgini • Oscar Odd Diodoro
Ecco un paio d'anteprime:
Ieri Amazon mi ha consegnato 200 pennarelli colorati. Vi bastano?
La cosa bella è che le 8 illustrazioni sono anche contenute nell'attesissimo (oh, dopo il successo del primo posso ben dirlo) FILM CULT ANTISTRESS DA COLORARE 2. Reloaded! Il ritorno! Colpisce ancora! Sempre più pazzo!
Albetto che troverete a ITALIANISM... con DUE COVER DIVERSE!
Capito? Ho fatto la variant, che ora va di moda. Il bello è che ho stampato lo stesso numero di cover rosse e bianche, quindi una è la variant dell'altra! Come? Questo non dovevo dirlo perché toglie il gusto di comprarsi la variant finto-rara? Ah.
Ovviamente ci saranno anche il CB Magazine, gli Award PoPster, e tutte le cose illustrate e cinematografiche per cui avete imparato ad amarmi.
Oltre a tutto questa questa esplosione di teste creative
ci saranno anche delle mostre - una di fotografia di Maurizio di Iorio che fa queste foto Chicken (e quando dico Chicken intendo proprio Chicken) qui:
e una di illustrazione di Federico Babina, di cui già parlammo da queste parti, che fa questi poster cinemarchitettonici fichissimi qui:
Poi ci sono anche dei concertissimi - pure uno di Calcutta, che non è un gruppo di monachelle vestite di bianco che suonano Frere Jaques, ma questo cantante che dice che è bravo e suonerà le canzoni di Cesare Cremonini (!) - e poi un sacco di street art, street food e speriamo anche strett-shirts con dentro ragazze formose.
Ecco il FB dell'evento. CI VEDIAMO DOMANI!

giovedì 12 maggio 2016

NOTTE BROCCOL • The Boy


Neanche una settimana dal primo ed ecco già il secondo appuntamento con NOTTE BROCCOL.
Mi piace sempre inventare nuove rubriche perché parto in quarta e ne faccio tantissime all'inizio, poi verso la quinta, sesta puntata mi annoio e tempo di arrivare alla decima mi scordo addirittura che esistono! Fa quasi... PAURA!
Comunque per riassumere per chi di voi l'altra volta dormiva, Notte Broccol non è che una scusa per parlare di film horror, e per rompere la monotonia del post che arriva tutti i giorni alle 9, infatti questi escono a mezzanotte, come i film della serie Notte Horror di Italia 1.
Per questa notte che vede voi coraggiosi intraprendere questo viaggio urlante nel raccapriccio - e che vede invece me dormire della grossa con la bolla al naso, infatti questa roba l'ho scritta alle 14:00 e grazie al magico pulsante "pianificazione" la faccio uscire a mezzanotte" - abbiamo tirato fuori dalle purulente piaghe dei film americani una pellicola ch esce proprio oggi nelle sale italiane, uscita che ci dice due cose: 1) sta arrivando l'estate 2) stiamo messi maluccio.
Ma prima una sigla di una canzone che ci mette di buonumore:
Il film non è la biografia di George (!) e neanche un film gay come suggerisce Tumblr se cerchi "the boy", si chiama:
The Boy
Trama: Boys don't die

Una delle protagoniste di Walking Dead, cosa lì... dai... quella che sta col cinese koreano, riesce a strappare un contratto per un film da protagonista, ovviamente non va oltre l'horror.
L'horror in questione è quanto di più scontato, risaputo, già visto, banale si possa immaginare... eppure, ATTENZIONE, funziona. Sarà che le aspettative erano a zero e le promesse anche meno (si vede lontano un miglio che non volevano fare il filmone della vita), quindi perfetto.
Allora ci sta questa giovane donna che accetta il più strano dei lavori da babysitter: fare da badante a Brahms, che non è un ragazzino problematico, ma un pupazzo di porcellana. Che già averlo in giro per casa, 'sto coso:
metterebbe una certa ansia a chiunque... eppure c'è davvero gente che ama i pupazzi di porcellanaQui la questione è che questi due vecchi avevano un figlio, ora morto in circostanze (che sono le camere rotonde delle case grandissime) misterioooseee uuuu, e siccome sono mezzi pazzi trattano questo pu-pazzo (appunto) come il figlio morto anni prima. Poi dici l'alzheimer.
La ragazza prima gli ride in faccia
poi ride molto meno quando, una volta che i vecchi hanno telato, il pupazzo inizia a muoversi (sempre quando lei non c'è però, non sia mai...), fare rumori strani, fare la lista delle cose che lei deve fare per essere una brava baby sitter

Neanche Cicciobello che fa la cacca aveva bisogno di tutte queste attenzioni. 
Esisteva davvero Cicciobello cagoso:

Vi ho messo la pubblicità perché proprio come in ogni film trasmesso da Italia 1, non ci si può permettere di entrare nel vivo della storia che TAC partono 14 minuti di pubblicità, che poi sparati all'una di notte sono quella sezione micidiale che ti convince ad andare a dormire.
E insomma c'è poco da ridere, la giovane si ritrova sola nella magione e si convince che lo spirito del bambino morto si sia trasferito nel bambolotto. C'è da chiedersi se Brahams è il fratellino di Annabelle, amico di giochi di quello di Piccoli Brividi.
Tra un vicino di casa che la crede pazza e una scena di spavento di routine

il film procede senza infamia e senza lode fino alla risoluzione finale con sorpresa. Sorpresa che peraltro non sorprende nessuno, no di certo quelli che sono un po' avvezzi agli horror.
Perché insomma, se vi dicessi che la possessione non c'entra nulla. Eddai... [si capisce che sto ammiccando con le sopracciglia?)... bambino "morto" anni prima... casa gigantesca... so che potete arrivarci, capisco che è notte e il cervello sta già dormendo da svariate ore, ma mi fido di voi. Esatto, è proprio così. E, sempre più assurdo, è proprio questa differenza rispetto a tutti gli altri bambolotti viventi e cattivi a rendere Brahams diverso e addirittura più potente. 
Il gioco sta nel fregarci sulla nostra stessa abitudine di vedere il pupazzo muovere gli occhi, svegliarsi e aggredire qualcuno. Stiamo lì ad aspettare il momento che ci prendiamo lo spavento... e quel momento non arriva... e questo aumento la tensione.
Il regista sta sfornando un horror all'anno. È partito da quella cagatina videogiocosa di Stay Alive, per poi arrivare alle possessioni di L'altra faccia del diavolo e ai lupi mannari di La metamorfosi del male, insomma uno che in quanto a temi horror ama andare sul sicuro. Adesso aggiunge una bambola assassina (ma non è proprio così) alla lunga lista di bambole assassine già esistenti.
Buona notte pupazzi pazzi, ci vediamo alla prossima Notte Broccol! UA UA UA (risata diabolica in dissolvenza).
Zio Broccolia

mercoledì 11 maggio 2016

Barbra D'urto

Parto con mamma
Trama: BMammW

Non so neanche io perché ho visto questo film.
Anzi lo so, mi è capitato davanti alla schermata con tutti i film di Netflix (ebbene sì, io PAGO per vedere i film! Ecchellallero! Mica come certi che stanno lì e vanno solo alle anteprime e magari scaricano pure i film! Gaglioffi!), e siccome me l'ero perso quando uscì, mesi (o erano anni?) fa, ho spinto play annoiato e prima che mi rendessi conto di che film di merda è, era finito. 
Vi dico solo che l'ho iniziato a vedere in lingua originale, ma seguirlo mi richiedeva talmente tanto sforzo ...e stiamo parlando di un film con Seth Rogen, la cosa più complicata da decifrare è la sua risata da bambacione... che dopo una ventina di minuti l'ho messo in italiano.
Ma proprio una visione che più svogliata non si può, proprio come quando tua madre ti chiede di fare qualcosa, qualsiasi cosa, da mettere in ordine la stanzetta quando avevi 10 anni a rifare il letto quando ne avevi 18 a sposarti quando ne avevi 30 ad accompagnarla dal medico quando ne avevi 45 a ritirarle la pensione quando ne avevi 57 a scegliere il loculo quando ne avevi 73. Proprio la svogliatezza. Ora che ci penso forse è un film che parla della svogliatezza di essere figlio. Forse è un capolavoro.
No. Non lo è. È una noia allucinante che fa sembrare addirittura una zozzeria come Nonno Scatenato (li accomuno perché c' la solita storia del giovane che deve fare il viaggio col parente, come In viaggio con la zia e In viaggio con Papà) una roba meglio, almeno lì ti incazzi. Invece qui è tutto talmente soporifero che non hai neanche la forza di tirargli i broccoli addosso (cosa che io spesso faccio contro lo schermo dimenticandomi che è il muro proiettato, ogni volta devo rimbiancare).
Seth Rogen non che sia mai questo grande attore, ne sbaglia tanti almeno quanti ne azzecca, ma proprio antipatico non può stare, certo ha raffinato la sua comicità in un miscuglio di risate da demente e corporalità ingombrante (tranne quando era dimagrito, ma il film faceva schifo lo stesso), e  funziona di più o quando è in coppia col suo amichetto Franco o quando c'è tutta la combriccola. Qui invece fa da spalla a Barbra Streisand che, si vede benissimo, lo frena tutto il tempo.
Sono entrambi mummificati, non fanno ridere mai: Barbra perché non è mai un personaggio interessante. La conosciamo come una signora attempata calma e pacifica, e ci si aspetterebbe una sorpresa durante il film, chessò, che si rivela una pazzerella, una coraggiosa, una maniaca. Niente di tutto questo, solo noia e frasi insulse
barbra streisand the guilt trip joyce brewster
e Seth perché non può fare il solito numero dello strafumato, innamorato, timido, stralunato sempre più spettinato.
Questo video qui è molto più interessante del film:

Il titolo "parto con mamma" mi fa slogare il cervello ogni volta che lo leggo. Parto. Con mamma.
Comunque Seth (partita, incontro. dovevo dirla.) lo ritroviamo qui:

Il primo era carino, e attenzione, dicono che anche questo funzioni.
Questa recensione me l'ha chiesta mia mamma, per questo è così svogliata.

martedì 10 maggio 2016

CB ANTEPRIMA • The Boy and the Beast

The Boy and the Beast
Trama: The boy and the best

Questo è davvero l'anno degli animali antropomorfi a cartoni animati.
Dopo Bojack Horseman e Zootropolis, ecco che dal Jappone arriva un intero universo parallelo popolato da animali che fanno cose da uomini, un po' come se i personaggi di Richard Scarry andassero a vivere nella città incantata di Maestro Miyazaki (mi hanno detto che se non metti Maestro prima di Miyazaki arriva la yakuza e ti mozza le dita).
Ci sono i leoni e le pecorelle, ci sono le scimmie e i lupi, ci sta pure il purceddu

Solo non si vedono i due leocorni. O forse nella folla, tra le animazioni un po' ripetute col computer, si intravedono.
Il racconto del film è la tipica storia di formazione a colpi di arti marziali e filosofia orientale di un giovane ragazzo (quasi) orfano che viene "ccaturato" da uno sconosciuto all'incrocio di Shibuya e trascinato dentro un mondo fantastico parallelo al nostro, popolato appunto da bestie, che però "so mejo dell'ommini", dove il combattimento e la magia sono all'ordine del giorno. 

tra i più ammirati di questo mondo fatto di gran lavoratori ci sono i grandi maestri marziali e tra questi Kumatetsu, la Bestia, tipico personaggio pieno di sé, attaccabrighe, carismatico e indolente, però fortissimo nel combattimento, tanto che può aspirare al ruolo di Dio (hai detto poco), uno che si guarda bene dal prendere un apprendista, fino a quando arriva Kyuta (il ragazzino).
In un mix ben riuscito di Karate Kid "ava le mutande piega le mutande" e L'ultimo Buddha il giovane e il maestro, tra un litigio e un battibecco, impareranno ad amarsi, a diventare, a tutti gli effetti, padre e figlio

...anzi di padri Kyuta ne avrà addirittura tre, ci sono infatti la Scimmia e il Porceddu di prima, che sembrano Goku e compagni versione arcobaleno (e arisdinge con le famiglie non convenzionali con tanti papà e amore triplicato. Siamo a 4 quest'anno.)
Il regista del film è davvero uno di quelli che andrebbero chiamati maestri: Mamory Hosoda, colui il quale ci ha regalato un CAPOLAVORO vero, che a malapena è arrivato in Italia (mentre mi raccomando non facciamoci scappare anche i film di Miyazaki di trent'anni fa eh, mi raccomando... o quelli noiosi.): Summer Wars.
NON AVETE MAI VISTO SUMMER WARS? Ennò, e allora di che stiamo parlando? Guarda qui non si tratta di essere appassionati di animazione jappo, qui si tratta di amare il bel cinema. Vedetelo.
The Boy and the Beast, dal canto suo, non raggiunge quello splendore (e devo dire che mi piacque di più anche La ragazza che saltava nel tempo) e la storia nel suo essere canonica (infatti ci sono anche dei cani) non brilla in originalità, ma rimane un film costruito benissimo.
Finale visivamente splendido, anche se forse ci si arriva qualche minuto di troppo (diciamo 14,15?); c'è pure il personaggetto kawaaii inutile ma carino per farci il portachiavi:

Il film è in sala solo oggi e domani - in questa pratica distributiva che continuo ad approvare di portare al cinema film altrimenti destinati all'oblio rendendoli "eventi" da cogliere al volo - voi non fatevelo scappare. Altrimenti divento una bestia

lunedì 9 maggio 2016

Gli ultimi saranno ultimati

Gli ultimi saranno ultimi
Trama: ...e ci restano.

Cosa diciamo quando vediamo un film itaGliano il cui unico scopo è raccontarci le tragedie invereconde che accadono una dopo l'altra, una dopo l'altra, una dopo l'altra a una donna che mezza bastava per farci pigliare male tutta la vita?

Cosa pensiamo quando il significato per nulla celato di tale film non è altro che un inno alla poetica del "chi si accontenta gode"? Quel tipo di film che: "Vivi con due lire in una casupola modesta in un paese di provincia con un lavoro dove, letteralmente, pettini le bambole, insieme a un uomo un po' coglione ma alla fine sei felice, perché le piccole giuoie della vita. Però succede che rimani incinta e invece di essere felice ti licenziano e allora ti crolla tutto il mondo addosso e alla fine sbrocchi e impugni una pistola per riavere quello che è tuo di diritto, ma mica vuoi di più, no vuoi solo vivere tranquilla nella tua casupola nella tua cittadella col tuo uomo coglione, ma nessuno ti dà retta e sei destinata a vivere una vita di merda? Stacce." Come a dire che accontentarsi di poco, di quello che viene, di quello che c'è, di quello che puoi arrabattare sia giusto, sia una buona via, se non l'unica via. Eh? Cosa pensiamo?

E cosa ci viene da dire quando vediamo attori italiani che sono certo mi ci gioco lo stipendio che mi danno per fare chickenbroccoli che di solito se ne stanno dentro case di design con vestiti alla moda, vestire invece i panni di gente in tuta dentro case il cui massimo dell'eleganza è un quadro con un pagliaccio che piange e un centrino con sopra una gondola di vetro ricordo di quella gita a Murano? Che poi se sei un bravo attore manco ci sarebbe nulla di male, ma chissà perché quelli itaGliani risultano sempre poco credibili quando fanno gli accenti pesanti e se ne vanno in giro a sforzarsi di essre quello che non sono. Cosa ci viene da dire? Dai cosa? Eccerto:

E quali sono le parole esatte di fronte al tentativo di un regista(attore) di fare un film impegnato e serio e "l'itaglia delle piccole storie, delle piccole tragedie che però toccano tutti, l'itaglia degli ultimi, della brava gente eccola qui", uno che invece altrove, dove per "altrove" intendo "la commedia", invece fa il suo lavoro un gran bene (oh, continuo a ricordare il suo esordio, sempre in combutta con la Cortellesi, come divertente)?

Questo film è intriso di una morale lontanissima da tutto quello che mi piace. Come lo fu La nostra vita, ma senza quel popò di interpretazione.
Non discuto che tutti - regista, attori - erano limpidi nel voler fare una cosa profonda, con un messaggio, che toccasse corde quasi neorealista, ma insomma, siamo lontani anni luce da una storia per cui si possa provare empatia.
Alla poetica del "accontentati e godi." ho sempre preferito "raccogli tutte le forze che hai per raggiungere il massimo".
Bentivoglio non so se ha comprato troppe case ultimamente e ha tanti mutui ma sta un tantinello esagerando con l'esposizione.
Ok, va detto che la Cortellesi, almeno fino al pianto finale un po' esagerato, è brava. Ma quando mai non lo è stata?

sabato 7 maggio 2016

NOTTE BROCCOL • Holidays

Ve lo ricordate Notte Horror? Madonna le paure! 
Erano gli anni 90 e quando si avvicinava l'estate, su Italia 1, in seconda (quando non in terza) serata, arrivava Notte Horror, col suo carico di spaventi e sangue finto. Verso le 23,30/23,40, dopo questa serie di pubblicità:

partiva questa sigla:
e noi lì a chiederci se quella sera avremmo guardato un'immonda cazzata o un filmone horror pazzesco... o una o l'altro, sempre sotto ci cagavamo. 
Ricordo benissimo di aver beccato il primo Hellraiser senza sapere minimamente cosa fosse Hellraiser e ricordo di aver visto TUTTO il film zappingando; per quelli nati dopo il 2000: voce del verbo "to zapping" - saltellare da un canale all'altro senza sosta fino a crollare esausti sul divano senza aver visto nulla. Adesso è come quando non riesci ad vedere per intero un video di YouTube perché ne apri un'altro della barra laterale. Ma lo zapping era più bello perché ad ogni pulsantata speravi che nel canale successivo ci fosse qualcosa di bello. O quantomeno una televendita di Amerika Star.
Ricordo anche che lui:

me lo sono sognato per mesi. E quando dico mesi intendo anni. 
Stando alla programmazione era il 1989, un undicenne CB e le sue paure, che tenero.
Erano gli stessi anni in cui iniziavo a leggere Dylan Dog, Splatter e ufficialmente mi immettevo nel pazzesco mondo dell'horror.
Ho pensato quindi di inaugurare la NOTTE BROCCOL: recensioni horror che usciranno il venerdì a mezzanotte. Madonna come mi vengono.
Ogni venerdi? Chi lo sa? D'altronde voi avete mai fatto affidamento alla programmazione di Italia 1? Il canale con più cambi e ritardi e cancellazioni che Berlusconi ricordi. Lo faccio perché in questi anni di brutti horror (estivi o meno), diventati quasi esclusivamente una paccottiglia tra telecamerine di merda, storie tutte uguali, mostri creati a tavolino con la speranza che rimangano nell'immaginario per almeno due sequel, vorrei ritrovare quel gusto per l'horror(accio) che avevo maturato grazie a Notte Horror. Quindi non è che adesso ci rivediamo quei film lì, non è una rubrica nostalgica quella, ma è solo un modo per costringermi a vedere un horror a settimana.
Il primo horror di Notte Broccol è:
Holidays
Trama: Ricordati di massacrare le feste

Sembra che adesso sia diventato l'unico modo di fare horror, quello di fare i film a episodi. Proprio come tanti anni fa vedevamo Creepshow, Ai confini della realtà e L'occhio del gatto, recentemente abbiamo visto, nell'ordine: V/H/S, V/H/S 2, V/H/S Viral, The ABC's of Death 1 e 2, Southbound. Ce ne sono altri che sto recuperando (Tales of Halloween...)
Perché lo fanno? Che c'è qualcuno che li spinge a farlo? Le motivazione chiare sono piuttosto semplici: 
- ognuno fa di testa sua;
- lo sforzo produttivo può essere diviso (in pratica si tratta di girare diversi cortometraggi e poi metterli insieme);
- riduci i tempi perché i vari registi possono girare contemporaneamente le loro sezioni;
- più registi ti fanno promozione;
- ha la quasi certezza di non deludere tutti perché ci sarà di certo qualche episodio che piace a uno o magari all'altro, insomma difficile che tutto il film faccia schifo.
Insomma è proprio come quando si fanno le antologie di racconti o di fumetti, niente di più niente di meno. 
L'ultimo punto è quello che più si fa sentire in questo Holidays, che come dice il titolo prende le feste famose americane e ne trae spunto per dei cortometraggi horrorosi. Non che sia una novità, c'è un'intera filmografia di horror natalizi (l'ultimo in ordine eccolo qui), ma in Holiday ci sono anche feste meno battute. Ecco, come d'uopo, un commento per ogni episodio:
San Valentino

A livello cinematografico l'episodio migliore, anche se ricorda davvero troppo Carrie e The Loved Onese anche un po' il video dei Team Impala.
Ma almeno ci racconta in pochi minuti una storia horror con tutti i crismi (un amore malato che finisce molto, molto male) e lo fa con quello spirito maledetto di certi nuovi horror americani ben fatti (tipo It Follows, per capirci, quelli pieni di indolenza giovanile che finisce nell'orrore).
Luci al neon e una protagonista stramboide: l'inizio è confortante. Da qui in poi purtroppo il film peggiora...
Festa di San Patrizio

Una ragazza scopre di essere incinta, ma di qualcosa be lontano da un bambino. D'altronde lo sappiamo bene che il cobra non è un serpente. Per andare a partorire ha la bella pensata di calarsi non so che droga e andare a fare una sorta di sabba pagano. 
Immagini non male che però finiscono nel delirio totale, e fastidioso.
Pasqua

Qui siamo dalla parti della creazione del personaggio horror a tutti i costi. Come vedete dalla foto qui sopra si tratta di un coniglio schifoso con il corpo di... Gesù. Avete capito bene. 
La qualità del corto non si discute, ma un personaggio così fuori dagli schemi (anche per gli schemi horror) avrebbe forse meritato minutaggio in più. O magari di non essere mai stato creato. Nel senso che appare, e pensa che la sua carica schifoide e assurda basti a sé stessa, ma questo non è un video musicale (ricordate Come to Daddy?), serve una storia per poterlo dire riuscito. O magari sono io, che ad esempio di fronte ad un quadro figurativo e uno astratto, preferirò sempre quello figurativo.
La festa della mamma
Questo è, insieme al primo e all'ultimo, il migliore della selezione. Di nuovo una ragazza che vuole rimanere incinta (e qui viene da chiedersi: non li avete vagliati prima i corti? Non è che per caso avete preso dei corti già esistenti? Birichini, biricò...), questa volta invece del sabba l'errore è quello di scegliere come "ostetriche" delle tizie di quella che sembra una Setta (ve l'ho detto che quest'anno le Sette vanno un casino), che la portano nel deserto e sembrano diabolicamente interessate al nascituro. Scena finale molto bella(stupidamente spoilerata nell'immagine promozionale dell'episodio, che infatti non metto).
La festa del papà

Episodio noiso, tutto parlato, che vorrebbe essere d'atmosfera ma che liscia del tutto l'intento. Poi oh, come ho già detto magari questo è l'episodio che vi piacerà di più. È il bello dei film a episodi, giusto?
Di una cosa sono certo, che ammirerete la bellezza imperitura e sconvolgente della protagonista, Jocelin Danahue, la nostra icona horror preferita, già mozzafiato nel grandioso The house of the Devil di mille anni fa. Jocelin mi chiami quando hai finito di sentire la cassettina di tuoi padre morto? Eh? Mi chiami? Ma quanto mi chiami?

Halloween

Qui veniamo a una situazione spinosa chiamata Kevin Smith.
Il segmento del regista mito (Clerks, basta la parola) è veramente insulso, o meglio, divertente è divertente, ma ci si chiede perché un regista che era riuscito a farsi ben volere da hollywood, che ha sempre avuto molta voce in capitolo anche nel mondo del fumetto, sia finito a girare horror assurdi (ricordate questo? Peggio per voi.) e spezzoni tipo questa storiella di vendetta al femminile contro un tizio che le costringe a fare chat porno.
Una roba poverina, con un'idea da filmetto fatto da matricole un po' arrapate e col pallino per i film di tortura, girato con 1 lira (manco 2) e neanche fa il giro del low-profile che diventa figo, no, non sembra possibile che venga da uno che in vita sua cose molto buone l'ha fatte (io ancora ricordo visioni ininterrotte di In cerca di Amy). E qui risale a galla l'annosa questione: i fumetti ti rendono uno scemo?
Natale

Sezione stupidella con un padre che pur di comprare il giocattolo più famoso al figlio (degli occhiali che ti fanno vedere quello che pensi in realtà quasi reale, praticamente Google Glass + Strange Days) fa qualcosa di molto sbagliato. A quel punto ogni volta che metterà gli occhiali... 
Com'è quella parola? Dai quella... mannaggia mi sfugge sempre... dai quella cosa che non serve a nulla... che proprio non capisci perché esiste... daiiii ce l'ho sulla punta della lingua... madonna certe volte mi sembra tutto... inutile. 
Capodanno

Insieme a San Valentino la sezione che ho preferito (non a caso entrambi scritti dallo stesso duo): un appuntamento online finisce nel più sanguinoso dei modi per una tipa. Assistiamo al prepararsi da parte dell'assassino del prossimo appuntamento, ma arrivato a casa della tipa l'aspetta una bella sorpresina... Ecco, non che sia il massimo dell'originalità, ma è ritmato, divertente, e se anche solo una volta hai aperto Tinder ti farà pensare che forse è meglio tornare ai sani vecchi sguardi allupati in discoteca. 
Somma totale degli episodi, dei salti e degli schifi? Purtroppo si becca l'insufficenza, non proprio scandalosa, ma c'è stato di meglio.  Non a caso il film non ha trovato la sua via per le sale ma è stato messo su piattaforme on-demand.
Comunque, parlando di horror (adesso che saranno almeno le mezzanotte e 20) posso dire di essere in trepidante attesa per un film. L'ho chiesto, richiesto, ripetuto: datemi un film di David Sandberg. Ebbene, abbiamo il trailer:

Be', siamo partiti con le pubblicità dall'Amaro Averna e siamo finiti con la paura di spengere la luca, c'è stato il mostrone e una bella ragazza, il film era una mezza ciofega ma alla fine ci siamo divertiti. Dite un po', non è sembrata proprio una Notte Horror?
Buona notte e buoni incubi, ci vediamo alla prossima Notte Broccol!
Zio Broccolia

giovedì 5 maggio 2016

CB ANTEPRIMA • Stonewall

Stonewall
Trama: Indipendence Gay

Un giorno, saranno state le 18.30, lo si capiva dalla luce del pre-tramonto che entrava dalle finestre, Roland Emmerich ha deciso di fare un film sullo Stonewall, celeberrimo locale gay di New York, culla dei primi moti di outing del movimento LGBT, di lotta per i diritti gay e rivolta; erano anni quelli in cui l'omosessualità era fuorilegge... ripeto... fuorilegge, e contemporaneamente considerata una malattia... ripeto... una malattia da curare con l'elettroshock. 
Roland Emmerich è lo stesso che ha fatta distruggere la Casa Bianca dagli alieni, mezza NYC dal primo brutto Godzilla, ha congelato la metà superiore del mondo e l'altra metà l'ha distrutta prima del 2012, e poi se l'è presa con Shakespeare e con Obama, insomma uno che non ci va leggero quando vuole distruggere qualcosa. Peccato che questa volta se la sia presa coi gay (peraltro con se stesso, quindi). 
Stonewall anche è un film catastrofico, ma senza morti di massa o cataclismi, l'unica tragedia è che sia stato girato, penso tutto tra le 18.20 e le 19.00.
D'altronde Emmerich non è Spielberg, e non è detto che se hai la sensibilità (che poi.. sensibilità... facciamo "forza visiva" tra molte virgolette) di fare un film catastrofico divertente non è detto che tu abbia la stessa capacità di esplorare l'animo umano, o comunque di fare un film diverso da quelli dove si distruggono cose.
Stonewall non trova mai e poi mai la profondità che un tema del genere necessita (Philadelphia anyone?), e, se volessimo pensare a un'approccio contrario ma non meno forte, neanche ha quella freschezza e divertimento scanzonato che l'energia omosessuale (suona omofobo dire "energia omosessuale?") porta con sé (Priscilla la regina del deserto anyone?).
Stonewall è vecchio e forse anche un po' offensivo, perché, per fortuna, viviamo anni in cui l'omosessualità al cinema non si risolve più con macchiette un po' ridicole inscribili nel ventaglio dei personaggi "froce", "checche", o anche solo ragazzi travestiti con movimenti effeminati esagerati tra pianti a dirotto e sculettamenti, non siamo più al Vizietto oggi, oggi si racconta di gay, come è giusto che sia, che sono semplicemente uomini e donne, ragazzi e ragazze, che vivono la loro sessualità e i loro sentimenti con la stessa identica forza e gli stessi identici problemi di chiunque (mi vengono in mente alcune serie tv che in questo sono abbastanza all'avanguardia, tipo Ian di Shameless, o Alex di Orange is the new black).
E anche quando nei film c'è il personaggio drag o travestito, ecco che pensi al Jared Leto di Dollar Buyers Club o alla Danish Girl, c'è sempre una sorta di "normalità", se mi passate il termine. Parlo proprio dell'eliminazione dall'equazione della parola "diverso". Persino Ozpetek ci era arrivato. La tristezza c'è, ma non passa attraverso la macchietta. Invece in Stonewall:

Dio santo quando mi inoltro in questi discorsi mi viene sempre il dubbio che A) non mi riesco a spiegare B) dico un sacco di fesserie. Come fare a spiegare che per me siamo talmente avanti che non ci dovrebbe essere proprio la questione "gay/non gay", cioè come dire che per me ha lo stesso peso di "capelli lunghi/capelli corti".
Vabbè comunque. Il film è girato per un buon 80% in un set che ricostruisce la strada dove c'era lo Stonewall. Un set fatto pure abbastanza male che sarebbe però potuto essere un motivo di fare un film diverso, magari un po' teatrale, girato solo su una strada (ovviamente raccontando solo fatti successi tra le 18 e le 19). E invece ci sono dei flashback campagnoli (vi ho già detto che la trama è un proto-remake di Hair? Campagnolo che arriva nella grande mela, conosce un gruppo di personaggi variopinti che lo iniziano alle gioie e ai dolori della vita, se ne distacca per trovare il suo posto nel mondo ma con una consapevolezza diversa), qualche interno sudicio di albergo e, appunto, lo Stonewall, che già dal titolo avrebbe dovuto essere centro dell'universo del film, grembo dove questi "rinnegati"dalle famiglie e dalla società avrebbero trovato l'uno la forza nell'altro e avrebbero dato vita al movimento di consapevolezza e fierezza gay (non farò battute su che tipo di movimento. Eeeeh madò, non storcete il naso perché i primi a ridere di questa battuta becera sono i lettori gay che adesso stanno leggendo, secondo me tutti i problemi del mondo nascono dalla mancanza di autoironia, pensa un po'...). 

Invece niente di tutto questo. Anzi, la prima scena dello sbarbatino che entra allo Stonewall per la prima volta è triste, solitaria, ci stanno quattro gatti e tre comparse, colonna sonora banalissima (Gloria Gaynor e dance anni 70 varia)... ma io dico, Buz Lurhmann non ti ha insegnato niente (vi ho già detto che la trama è un proto-remake di Mouline Rouge?). Che pena.
C'è poi da sottolineare questa cosa della luce. Ma io dico, possibile che TUTTO il film sia invaso da luci di tramonto? SEMPRE! OGNI. SINGOLA. SCENA. È tagliata da fasci di luce che entrano dalle finestre, dalle porte, dalle orecchie. Sarebbe stato fastidioso in un film catastrofico, figurati in uno che vuole essere così serio.
Bisogna dire che se c'è una cosa su cui il film ha fatto centro è far incazzare proprio tutti... 



Neri, bianchi, gay, lesbiche, trans, tutti contro il fatto che la storia dello Stonewall sia lontana anni luce da quello che racconta il film. Capito, neanche STORIA VERA posso metter. Qui una caterba di motivazioni. Ovviamente ci si aggiungono gli spettatori delusi per il brutto film.
Trovare in un film gay oriented Jonathan Rhys-Meyers a non vederlo vestito così:

è un crimine.
In conclusione, questa singola foto:

ha più potere comunicativo per la lotto ai diritti dei gay di tutto il film.
Emmerich è subito corso dai suoi cari alieni. con risultati palesemente migliori:

Ah, se solo avesse fatto il film come questo trailer alternativo gli consigliava: