domenica 22 aprile 2012

LA DOMENICA DELLE GIF #3

Tutte gif dell'artista Santtu Mustonen (che già solo il nome):Beautiful animated GIFs by Santtu Mustonen
                   

sabato 21 aprile 2012

Art & Broccoli • Il Museo delle Cere

Ritorna senza che nessuno ne abbia mai chiesto non solo l'invenzione ma tantomeno il ritorno una delle tipiche rubriche di C&B, quelle che partono in quarta (cioè con la misura intendo) e poi si "spompano" subito... che già tanto che arrivano a due, tre episodi. Così va la vita gente, non fate quelle facce, immobili, impassibili, quasi direi... di cera!
Esatto! Un fino gioco di parole per introdurre la seconda puntata di Art & Broccoli, un viaggio nei musei con qualche riferimento al cinema. Dopo la prima puntata, seria ed esaustiva curata da Alabama, ecco che io dovevo rendere pariglia e sono andato in uno dei più famosi e non visitati Musei di Roma, quello delle Cere vicino a Piazza Venezia...
Allora. Lasciatemi dire che io il mio primo bacio nella vita l'ho dato al Madame Tussaud di Londra. Questo vi fa capire quanto posso amare le statue di cera. (No, non ho baciato la statua di Marilyn. Siete troppo forti, me fate ammazza') Quindi le statue di cera mi stanno simpatiche a prescindere. Arrivo al museo e vengo subito accolto dal fascino e dall'appeal di Brad Pitt:
Ma guardate. Guardate la somiglianza! La carnagione! E poi quelle labbra carnose! PARE VIVO! Non potevamo iniziare meglio. Certo il fatto che la statua sia più bassa di me (che non è che sia tutto sto Micheal Jordan) mi fa sospettare che abbiamo usato per il fare il corpo qualche residuo di magazzino, magari un vecchio Napoleone, o un Pigmeo. Po' esse, ma preferisco pensare che gli attori sembrino tutti più alti con i soliti trucchi dei costumisti tipo i tacchi alle scarpe o gli sgabelli...
Arrivo alla cassa e un vecchietto che mi spaventa quando inizia a muovere le labbra perchè lo avevo scambiato per la statua di Matusalemme mi fa "So' Nove euri" io impassibile rispondo "MECOJONI! NOVE EURI? E che so fatte d'oro ste statue?"
Be' comunque la cultura costa. Pago e entro.
Ad accogliermi c'è l'esotica Cleopatra. Ora, stando al cinema io Cleopatra me li ricordavo cosìEcco dove finisce tutto il suo fascino:
La saluto carezzandole il dolce piedino e passo oltre. Arrivo nella seconda sala (vale la pena avvertirvi che per la modica di 9 euro ci sono 4 sale! Tipo che se vai veloce riesci a vedere tutto il museo in 4 minuti. 4 minuti x 4 sale : 9 euro = n'affarone).
Ed è subito cinema! Quello vero! Quello che ci piace a noi! Quello che matte risate con Charlie Chaplin versione Mimo di Piazza Navona:
Proprio che il riso più lo mandi giù e più ti torna sù con Nino Manfredi:
E poi Lui, l'orgojo de Roma ma che dico de Roma dell'itaglia intera! L'Albertone nazionale! Perché Albertone è Albertone e voi non siete un cazzo! 'tacci sua qquant'è fforte Albertone che comunque guarda che ha sempre rappresentato il Tipo italiano medio non era solo la sua romanità era l'italianità tutta come Albertone nessuno mai AlbertoneTognazziMastroianniGassman e il Grande Cinema Itagliano! Ahò!
Non sapevo che Albertone fosse alto più di due metri però. E neanche che avesse una brutta cicatrice sulla guancia, poro Tersilli...
Albertone! M'hai provocato! E io te distruggo Albertone! Io te sciorgo Albertone! Gli ammerigani non bevvono vino rosso! Bevono cera fusa ammerigani! Mammellata, cera, uototasmerigagacera!
Che poi questa statua è spiaccicata a mio zio. Uguale. Però mio zio non è alto due metri.
Mi giro e thò, Totò! Certo! Non scordiamoci di Totò, sempre grande Totò oh Totò era un conte eh oh Totò è morto in povertà eh oh Totò riscoperto solo dopo. 

Saluto i grandi vecchi del grande cinema itagliano di ridere e mi ritrovo immerso nella Storia. E intendo TUTTA la Storia: Rinascimento, Risorgimento, Medioevo, Seconda Guerra Mondiale, al Museo Delle Cere di Roma succede anche questo! Al Museo delle Cere di Roma vige una sola regola, la regola del chi cazzo se ne frega!
C'è anche l'eroe dei due mondi! Quello vero e quello di cera! Garibaldi! (ma se era di cera... la gamba? Boh...) Chissà poi perché Garibaldi vuole stringere la mano a Giancarlo Magalli?
I libri di storia non ci raccontano mai le pieghe... i fatti misconosciuti... Forse Garibaldi doveva dire Obbedisco a Magalli per aprire la Busta 2? Per fortuna c'è il Museo delle Cere in Roma.
Saluto Garibaldi e Magalli e altri tizi ed ecco che incontro un personaggino che i Romani ricordano bene (di certo il vecchino alla cassa sì), che data pure la vicinanza del Museo con il nostalgico balcone di Piazza Venezia. Il vecchino scatta sull'attenti e fa un saluto romano al Duce! 
A parte gli scherzi, vi assicuro che la Statua del Duce è UGUALE! Ho avuto quasi paura che fosse la salma, sai tipo quella di Lenin... Vale la pena farne una gif che possa in qualche modo regalare un effetto 3D al volitivo mentone!
E poi, degno amico del Duce Enel (che dà la luce no?) c'è anche Lui, il Cattivo per eccellenza! Zio Adolfo!
(non sapevo che i Nazi si disegnassero le svastiche sul braccio con il pennarello nero, pure mezzo scarico. Vedi quante cose si imparano...)
E dopo la Storia, le Scienze: è infatti arrivato il momento di scoprire cosa si nasconde dietro l'antica Arte della Statua di Cera. In uno stupendo sgabuzzino ci raccontano la rava e la fava di come si fa una statua con tanto di "stepz" con modelli non finiti. Sembra la camera da letto di Leatherface, lampadari in pelle umana compresi: 
Dei professionalissimi fogli A4 stampati col toner mezzo scarico ci illustrano il processo addirittura facendo il confronto con il Vecchio Metodo e il Nuovo Metodo. Peccato che credo che il Vecchio sia datato 1913 e il Nuovo 1930. Ma che ci importa?! Solo studiando il Passato possiamo capire il Presente e non ripetere gli stessi errori nel Futuro (cioè tipo dare NOVE EURI al Museo delle Cere di Roma):
[avete letto? Guarda che è importante!]
La nostra visita volge quasi al termine. Ancora carichi di emozioni ci avviciniamo all'uscita (dopo un totale di 89 passi contati) quando ecco che la Favola ci avvolge! A salutarci ci sono infatti la Bella Addormentata nel Bosco e il suo Principe Azzurro.
Allora.
A parte il fatto che dal colorito più che Bella Addormentata pare più la Bella Morta nel Bosco - idem per il principe che di celeste ha la carnagione. Certo con un fegato di cera non deve essere facile...
E quelle voluttuose e languide labbra che aspetta e spera che qualcuno te bacia, Bella mia... e anche prenotare una manicure non sarebbe una cattiva idea.
La cosa che davvero stupisce però è il prodigio tecnologico: si sente un ronzio. Ci si chiede "Cosa sarà questo ronzio? Sarà il pacemaker del vecchino alla cassa? O il suo contasoldi?" Ma poi si capisce: in tempi più splendenti c'era di certo un motorino nella carcassa della Bella Addormentata che riproduceva il movimento del petto, insomma la faceva respirare. Ora non funziona, si sente solo il ronzio. Sembra più una flautolenza post-mortem. Da la Bella Addormentata alla Venere Aperta, il passo è breve.
Certo una statua di Michael ce la potevate mettere. Come Michael chi? No, non Jackson. Cera. L'hai capita? Eh? Eh vecchino? Vecchino? E poi lo sai chi non c'era? Il maestro Miaghi! Lui non c'era... lo dovevate mettere. Metti la cera, togli la cera.... Eh? L'hai capita questa? Carina eh?
Finalmente esco e rifiato (la puzza e la polvere avevano minato seriamente i miei polmoni) e accecato dal sole di Roma, corro sul balcone del Duce e grido al mondo: "AMICI! ROMANI! CONCITTADINI! ANDATE AL MUSEO DELLE CERE DI ROMA! Saranno i 9 euro meglio spesi della mia vita!"
I romani subito mi rispondono in coro: MALIMORTACCITUA!

venerdì 20 aprile 2012

Arriva un bastimento carico di Uolberg

Contraband
Trama: Quando la contrabanda passò / il mio Uolberg era lì / e allora dissi di sì.

Se c'è un uomo a cui dobbiamo l'ascesa al potere di C&B, a cui dobbiamo la posizione privilegiata di C&B, a cui dobbiamo anche un po' la bellezza selvaggia e indomita di C&B, quello è Mark Uolberg.
Questa è la filmografia di Uolberg secondo il  C&B pensiero:
Come avete visto qui Uolberg lo si ama più del dovuto, sarà che passare dall'essere Marky Mark alla candidatura all'Oscar (sì è stato candidato. Tu te lo vuoi scordare perché preferisci credere che gli oscar siano ancora una cosa seria, mentre guarda un po' Uolberg è stato candidato, e come attore eh, non tipo che ne come miglio Uolberg...)
Certo lui si impegna pochino: quando non recita va in giro a dire cose come "Se c'ero io sullo United 93 a quegli Arabi gli facevo un culo così", mentre quando recita fa poco e niente se non la sua faccia da Uolberg bastonato (che in The Fighter funziona pure, ma non ci puoi basare una carriera, forse...)
Questo film è del tutto dimenticabile, la solita storiella di ex-criminale che per il bene dei figli (Ehy! Ancora padri!!! Oggi conio un neologismo: F.I.L.F! Father I'd Like to Fuck... un neologismo per ragazze o gay-friendly, chiaro) viene immischiato nel famoso "ultimo colpo" che si sa è sempre quello che va alla malora. Qui si parla di contrabbando internazionale di droga e soldi...
Quindi film così-così, remake di un film islandese girato da uno che solo per il nome avrebbe dovuto darsi alla magia: Baltazar Kormàkur (Serpeverde lontano un miglio...), uno di quei remake che gli americani fanno fare agli stessi registi che hanno fatto l'originale, tipo questo; che si sa è pratica balzana quella di rapire il regista dal suo habitat naturale e fargli fare la stessa cosa... gli viene sempre peggio (pure Haneke ci è cascato).
Però c'è un però. Anzi DUE però. E portano i nomi di due GRANDI attori che - proprio come mi auguravo tanti mesi fa - per la prima volta condividono lo schermo trasformando il film in qualcosa valevole della visione solo per vederli insieme che interagiscono: GIOVANNI RIBISI e BEN FOSTER. Come sapete Giovanni e Ben sono un po' simili a Ryan, ma non sono famosi la metà della metà. Ma perché? Sono MOLTO più bravi e secondo me anche più belli. Quindi io tifoso del Ribising e del Fostering, altro che Sguardling (che infatti non se lo caga più nessuno lo sguardling, me compreso...).
In questo caso fanno due stronzi bastardi col patentino di stronzi.bastardi (solo che Giovanni se pija un fracco de botte da tutti. Manco Jesse Pinkman s'è preso così tanti schiaffoni). Però è bello sempre. Ma poi - mi ero accorto anche qui - Giovanni ha questa vocetta acuta astrusa:
Sentiamoci anche Ben va:

SEmpre per continuare sul trend dei trend (Trend de vie) vale la pena sottolineare che se il 2011 era l'anno degli sconti sui treni, quest'anno è l'anno delle navi! Vabbuò? Quindi ricordatemelo a dicembre prossimo che tanto io mi scordo: Padri - Regazzini Odiosi - Navi....
GRANDE NOVITÀ DEL VENERDÌ che il venerdi si sa è come un bastimento carico di novità. Da oggi (e presumibilmente per 3/4 volte che poi mi stanco o mi scordo, vi metto a fine film la simbologia Chicken o Broccolo. Lo faccio per voi! Così invece di stare a perdere tempo a LEGGERE che in questa era di internet è tutto velocissimo chi ha più il tempo di LEGGERE, fate come gli antichi: saltate tutte le scritte e se vedete a fine recensione il Chicken: vi vedete il film, se vedete il Broccolo: fate altro. Chiaramente per sapere i motivi della scelta tra uno o l'altro dovrete leggere, quindi già alla prima volta si capisce quanto sia inutile l'operzione. Ciao sbirulino.

giovedì 19 aprile 2012

Mi butto anatroccolo

Man on the Ledge
Trama: Era meglio se ti buttavi dopo il primo minuto...

Che poi se uno va da un produttore e gli porta un foglio bianco con scritto "uomo sale su cornicione. Parte 1: Chi è? Parte 2: Perché? Parte 3: Si butta???"... posso anche capire che il produttore si alza di scatto e grida "SI FA!" e ci punta su qualche quatrino. Nel senso, il produttore sta sempre lì a chiedersi: «E metti che colui il quale mi ha portato il foglio è Tarantino da giovane? Che ne so? Ad esempio ho fatto bene a fidarmi del mio istinto di produttore quando quei giovinotti mi hanno portato gli altri fogli dove ci era scritto: "Squalo mangia persone", "Guerra nello spazio", "Famiglia mafiosa italiana", "Giovane mago fa magie"... in fondo cosa diceva sempre la buon anima di nonno mio: "non è tanto l'idea, è come poi la racconti". Poro nonno... DAI! CI STO! FACCIAMO FILM DI UOMO SUL CORNICIONE!»
Ma poverino il produttore non sapeva che stava per produrre sì il film di "uomo sale su cornicione. Perché?" ma che se avesse guardato meglio il foglio, lì dove sembrava solo uno sbafo d'inchiostro, si leggeva in piccolo: "...perché anni prima un multimilionario cattivo aveva fatto accusare uomo su cornicione e la sua famiglia di una rapina di un diamante allora lui scappa di prigione e la rapina la organizza davvero con suo fratello ballerino e la di lui ragazza ispanica con due tette tante e mentre lui sale sul cornicione distrae TUTTA Nuova York e loro posso agire indisturbati per rubare il diamante di cui sopra al cattivo e già che ci sta fa innamorare la tipa che hanno mandato lì a convincerlo a non buttarti ma tanto lui che non si sarebbe buttato lo sapeva da subito visto che era tutto un diversivo." Poro produttore... mica so' tutti Tarantino da giovane.
Poi, ultima cosa che veramente è talmente sconnesso e scemo il film che già ho scritto troppo. La giovane ragazza ispanica peperina e tutte curve no? Allora già che una va a fare la rapina vestita così
insomma... Ma poi zitta proprio se, di punto in bianco, uno che sta magari tutto concentrato a pensare se tagliare il filo rosso o quello blu e si gira e te trova così:
poi non ti lamentare se la rapina va a puttane. Appunto.
Brutto. Ma più che brutto. Inutile. Ma che più che inutile, Elizabeth Banks.
Ecco una cosa di un film che riguarda cornicioni che invece è bellerrima:

mercoledì 18 aprile 2012

Una tribù che scialla

Scialla!
Trama: Ma i giovani d'oggi parlano davvero così? No perché io prima di mettermi a ridere di un ragazzino che fa il liceo classico e parla come un analfabeta, ecco, io prima gli imparerei l'italiano.

L'esordio alla regia di Francesco Bruni, sceneggiatore di Virzì, riesce a metà. Ma proprio a metà metà metà. La prima metà del film è buonissima, leggera, scanzonata, con due protagonisti perfetti: Bentivoglio delizioso "drugo" all'italiana e il giovane Scicchitano che con un casting di neorealistica memoria (l'hanno "preso dalla strada") dimostra di essere perfettamente a suo agio davanti alla macchina da presa, anzi mi sa che proprio se l'era scordata la macchina da presa.
Quindi carino, ritmato e agile, per almeno metà film. Poi c'è un momento preciso dove i contrasti padre-figlio li abbiamo fatti tutti, le scene simpatia le abbiamo fatte tutte, Bentivoglio in ciabatte l'abbiamo fatto, il pischello che scialla e s'accappotta e s'accolla e porcozzio l'abbiamo fatto... e insomma abbiamo finito. No, mancherebbe metà film. Bene allora mettiamoci una storia di criminalità disorganizzata con tanto di Freddo che cita sè stesso facendo un criminale da strapazzo che cita Pasolini e fa dei risibili inside joke ("er crimine va dde moda") e arriviamo al minutaggio.
Un peccato veniale, in fondo, niente che irriti davvero. Una commediola che si fa vedere con piacere, ma che manca della profondità - sempre nascosta tra le pieghe della risata amara - che Virzì (Paolo) sa infondere al suo cinema.
Comunque non ve lo volevo dire così ma quando C&B dice che c'è un trend, vuol dire che c'è un trend. Vi avevo detto che c'era il trend dei "padri" (padri buoni, padri cattivi, padri gay, padri morti)... ecco: George, Matt, Tom, Hugh, Daniel, Michael, Christopher, Woody, Jude, Daniel, Sam, pinguino, Gerald, Clive... e ora Fabrizio. E siamo solo ad Aprile.

martedì 17 aprile 2012

Giochi di mano, giochi da villano [e non farò altre rime in -ano]

Hysteria
Trama: Ma guarda queste! Gli dai il dildo e si prendono tutta la mano!

Hysteria è un film stupidino e banalotto, esile e svogliato. Ma d'altronde, parla della sfera sessuale femminile, come altro poteva essere?
Ci sono scene in cui con incuria insensibile racconta il magico mondo della masturbazione femminile con tale "asciutta meccanicità" che quasi ti viene a noia il pensiero. Mentre invece guarda che... c'è da divertirsi.
Un filmetto proprio che ti basta pensare al plot (la storia "vera" di come è stato inventato il vibratore) che già sai TUTTE le scene; tutte, partendo dal dottorino timido e devoto alla medicina costretto per uno strano scherzo del destino (porello) a far venire le donne sul lettino con la sola imposizione delle mani, insomma un lavoro di polso, passando per il video con tutte le donne che urlettano e gridacchiano, per incrociare la solita donna passionaria e rivoluzionaria figlia di un altro tempo (con tutte le stupiderie del caso detto col senno di poi tipo "quando noi donne potremo votare" e tutti risero...), fino ad arrivare al finale che più banale non si può.
Il dito nella piaga.


. . .


Il problema del film è proprio quello di mancare totalmente di sensualità, di emozione, di curiosità, di fremiti, di attesa, di muscoli tesi, voluttà trattenuta, umori esplosivi. Un brutto film, anche se solo una commedia. Una brutta commedia. Banale. Banale. Banale. Ho detto banale non banane:

Brasile Favelas vs Inghilterra Vittoriana: MILLE a ZERO!
Che perdita di tempo. Mi era quasi venuta voglia di chiedere a qualche amica femmina (non fosse che io non ho amiche femmine in quanto non esiste l'amicizia maschio/femmina, team Harry sempre) e chiedere a loro di recensire il film che magari potevano dare una loro visione di tutta questa cosa, insomma il loro punto di vista, il famoso punto G. 
Ma sarebbe stata una perdita di tempo che come te le fai da solo, non te le fa nessuno. 
Le recensioni dico...
Almeno c'è Felicity Jones che da sola fa la felicità del pubblico maschile:
Chissà se Felicity pensa a C&B quando è sola in mezzo alla stanza e tutto il mondo fuoriiiii. Io ora mi fermo che stavo guardando una stella e altrettanto normalmente... vabbè. Al contrario spero proprio che quella ragana della Gyllenhaal non ci pensi mai a C&B... 
La domanda del giorno sull'universo femminile è: voi ci pensate a C&B? Dài... ammettetelo, ameTETTElo, non fare le isteriche. Pazze isteriche... che poi non è un caso che l'isteria venga dritta dritta dall'utero no?

lunedì 16 aprile 2012

BLOODIAZ HELL

DIAZ - Don't clean up this blood
Trama: Never Clean Up That Blood.

Molti - tutti - i cineblogger o i blogger o i critici in generale, ma anche gli amici che sono già andati a vederlo, vi diranno che DIAZ è un film oscuro, un film necessario, un film crudo, un viaggio infernale (e reale) nella violenza di quel 2001 genovese.
In definitiva ripeteranno quello che le tre righe che campeggiano sopra il titolo in locandina già dicono con concisa chiarezza: "La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale".
Tutti loro (Amnesty International, Vicari, i critici, i cineblogger, i blogger, gli amici che l'hanno già visto) dicono il vero. 
DIAZ è un film incredibilmente bello, incredibilmente pesante, scarno di tutte quelle fastidiose sicurezze a cui ci ha abituato il cinema italiano (anche quello di denuncia): l'attore famoso in quanto attore famoso che interpreta più o meno bene "qualcuno" (l'ultimo esempio in ordine di tempo è Romanzo di una strage) e una rappresentazione quanto più di parte si possa scrivere (ma senza dimenticare di regalare anche un po' di "umanità" alla controparte (controparte politica, controparte umana, controparte sentimentale) ed ecco pronto il film degno di essere chiamato "film serio"; per intenderci, di questi "film seri" ne escono una decina l'anno, che fanno da contraltare alle circa 150 film commedie all'itagliana che riempiono le sale ogni settimana.
DIAZ, invece, driblla - attenzione, NON con furbizia, ma proprio con lucida volontà - i facili stilemi del cinema italiano d'impegno sociale.
Sì, gli attori del "nuovo cinema italiano" ci sono, Germano e Santamaria, ma NON sono "Germano" e "Santamaria". Aiutati anche da un cast internazionale sconosciuto e perfetto, fanno quello che ogni attore dovrebbe fare, essere qualcun'altro, non il proprio cognome.
Non mi va di parlare del perché io sia arrivato alla fine del film con la nausea e le lacrime - non è una cosa incredibile, anzi, preparatevi perché succederà anche a voi (o vi è già successo). Non mi va di parlare del fatto che DIAZ mi abbia fatto vergognare del mio essere così svogliato riguardo alla politica, alla socialità, al mio rapporto con l'"altro". Non mi va di fare una disanima sanguigna e riot della figura del poliziotto o più in generale dello Stato (e dei suoi tanti Crimini impuniti) perché, come appena detto, sono così maleducato nella mia Educazione Civica, che mi vergognerei, direi frasi fatte, sentite da chi a Genova ci è stato davvero. Io non c'ero a Genova, ma ricordo che spedii una mail ad una ex-ragazza che non mi parlava più (a ragione) solo perché sapevo che sarebbe partita per Genova il giorno dopo (questo mi ha fatto pensare che era una cronaca di una morte e di un massacro e di una follia annuciati, visto che aveva colpito così tanto anche me, così distratto, la pantomima mediatica che era stata montata nei giorni precedenti al G8. Non sono io quello che può parlare di ciò che racconta DIAZ, ma forse posso parlare di come lo racconta.
DIAZ è una schiaffo in faccia, violento e impudico, coraggioso e necessario, a chi crede che in Italia non si possa fare Cinema. Il Cinema in Italia si può fare. Non è vero che solo perché le commedie con i grossi titoli in rosso le vanno a vedere tutti allora i Film fatti bene non se li incula nessuno e quindi che li facciamo a fare che saranno un bagno di sangue - e DIAZ va oltre il "fatto bene", DIAZ è uno dei migliori film italiani degli ultimi dieci anni, e non solo perché racconta una pagina di storia recente scritta col sangue e firmata in calce con il timbro della Polizia, il corpo statale preposto per PROTEGGERCI, che invece nel film assume una dimensione quasi fantascientifica, milizie armate e senza volto, come se i caschi fossero elmetti spaziali che celano il viso sconvolto dalla violenza senza volto.
Ci sono scene in DIAZ che pareggiano i conti con tutto il Cinema di Genere (horror, fantascientifico) che non è stato più fatto in Italia dagli anni Settanta ad oggi. Sono scene horror. Sono scene fantascientifiche. Il fatto che siano praticamente documentaristiche è ancora più atroce.
DIAZ dimostra che un Film è un Film; Italiano, Francese, Americano, Bulgaro, non conta.
Andate a vedere DIAZ perché oltre a quanto vi hanno già detto tutti i critici, i cineblogger, i blogger o gli amici che l'hanno già visto, e io, e cioè che racconta in maniera oscura e orrorifica una notte in cui vennero meno i concetti fondamentali di Giustizia, no, è più esatto dire il concetto di Umanità, è anche un Film imperdibile per quello che può (o potrebbe... e purtroppo non sarà) rappresentare per il Cinema Italiano: la dimostrazione che anche qui possiamo fare Cinema.
Io ora metto lo special che fece Lucarelli.

PS: inizio a linkare amici/blogger/persone che parlano del film, e che in alcuni casi c'erano a genova e  che quindi possono dire di certo più sensate delle mie che non c'ero.
QUI, Lucio Villani.

domenica 15 aprile 2012

LA DOMENICA DELLE GIF #2

Finché dura. C'è la [neanche troppo remota] possibilità che C&B si trasformi in un giffeblog. Ragioniamoci di fronte a delle gif.
Tumblr
perils of the sea
Animated
DEM Freelance Illustrator - 'Baller' animation
log_070329.
Obvious Winner - So Easy To See The Awesomeness - ow - EVERYONE!!!
7604541e54.gif (GIF Image, 500x323 pixels)okej — malcolmsex: ling
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BBBarze - I'm insomniac. You want know more? Flavors.me BBBarze